Three Dry Brushstrokes
L'odore del locale non
era dei più invitanti, ben lontano da quell'aroma di tabacco unito a una punta
agrodolce di cocktail alcolico che invece addobba a festa l'aria dei locali
dove perdere la coscienza di sé diventa quasi un imperativo. Tre uomini, all'apparenza
ridicolmente distinti, entrarono a passo stanco ma sicuro, come se fossero
consapevoli di provenire da un universo completamente diverso. E in effetti,
così era. La missione nello spazio era stata non solo lunga, ma oltremodo
estenuante, carica di incalcolati intoppi e fuori programma che alla fine, se
possibile, l'avevano resa ancora più lunga del necessario. I tre sedettero a un
tavolo appartato, così come tutti i presenti si sarebbero aspettati. Nei loro
occhi si rifletteva la malinconia di chi ha viaggiato troppo e ha visto troppi
luoghi. Così tanti che il rientro a casa diventava ancora più doloroso del suo
abbandono. Anche se non per tutti e tre si poteva dire che quello fosse un
rientro in terra madre. Due di loro erano umani, ma il terzo riusciva a
distinguersi nello stesso gruppo che dal resto del mondo si distingueva già
abbastanza. Due uomini e un vulcaniano:
miscela strana quanto ironica. Insieme formavano già un cocktail
esplosivo, senza neanche doverne ordinare uno. Ma così funziona: non si può
occupare un posto senza ordinazione. Uno scotch, un martini e un acqua tonica.
Ancora una volta, una strana miscela. Il capitano Kirk cominciò a parlare,
senza alcuna idea riguardo la meta da raggiungere. Semplicemente, parole in
libertà, come liberi erano loro dagli alti incarichi. Per il momento. Il
capitano amava la conversazione, ed era convinto che la vicinanza tra due
persone si esprimesse nella condivisione dei contenuti oltre che nei silenzi. I
quali, al contrario, erano piuttosto una caratteristica dell’ufficiale
scientifico Spock, il vulcaniano. Non che non fosse in grado di tenere testa al
più allenato dei retori, tutt'altro, ma in fondo era un tipo che non amava
spendere il proprio fiato oltre la sottile linea della necessità. E poi il
cosiddetto Bones, vale a dire il dottor McCoy, una pecora a volte nera, a volte
bianca. A volte invece lupo. Tendenzialmente, non del tutto inquadrabile in una
categoria specifica. Eppure, difficilmente si sarebbe potuto trovare sulla
terra o nell'intero universo, un essere vivente più disposto ad ascoltare e ad
assistere un proprio simile. Con le dovute premesse e specifiche, questo
bisogna dirlo.
L'odore del locale
sembrava non essere destinato a migliorare, complice forse anche la troppa
sobrietà. Ma a quello si sarebbe in breve rimediato. A momenti i loro sensi
tesi si sarebbero abbandonati al languore del frutto di Bacco. E tuttavia, fra
i tre, ce n'era uno che non sarebbe riuscito a distendere i proprio pensieri
neanche adagiandovisi sopra, come su un lenzuolo appena rincalzato. Non era un
caso che avesse ordinato solo un'acqua tonica. Il fatto che fosse un vulcaniano
e differisse in gran parte dai gusti enogastronomici umani c'entrava poco. Al
contrario dei suoi due colleghi, l’ufficiale Spock aveva bisogno di
concentrarsi e restare aggrappato con tutte le forze a una riflessione che
nell'ultima settimana lo aveva attanagliato. Ma prima un brindisi, certo. Se
avesse avuto l'ardire di domandare a cosa stessero alzando i calici, era certo
che nessuno degli altri due avrebbe saputo dare una risposta soddisfacente.
Tuttavia una simile domanda sarebbe risultata un pleonasmo, pertanto
irrilevante, e dunque illogica. Alla salute. Che frase ridicola da pronunciare.
La salute quanto la longevità possono essere una tale maledizione. E ciò
rinforzò la riflessione solitaria e silenziosa del primo ufficiale, alieno tra
gli alienati. Era stato circa una settimana prima, durante una di quelle
superflue conversazioni che nascono per intrattenere il tempo. Un costume
tipicamente umano, ma che lui stesso aveva cominciato inconsciamente ad
apprezzare. E lì il superfluo divenne essenziale quanto fulminante: essendo la
loro successiva missione quella di dover far rapporto sulla fase evolutiva di
una stella con relativa analisi astronomica, il capitano espresse un giudizio
leggero ma crudelmente obiettivo, che alle orecchie del vulcaniano suonò del
tutto incauto:
– Qualunque sia lo
stadio evolutivo della stella, signor Spock, lei sarà probabilmente l'unico a
vivere così a lungo da osservarne i mutamenti. –
Quale fondamento per
questo indebito appunto? Se non quello, certo, di aver occupato la mente
dell’ufficiale quasi completamente. Un principio tanto irrefutabile quanto
odiosamente biologico, quello che prevedeva per gli umani un'aspettativa di
vita ben minore rispetto a quella dei vulcaniani. Pur avendolo sempre saputo,
per la prima volta quella consapevolezza assumeva ora un peso netto e
decisamente fisico sulle sue spalle. Un vantaggio che, prima di aver conosciuto
i due stimati colleghi, non aveva mai vissuto come un fastidio. Se la vita
avesse continuato il suo normale corso, sia il capitano che l'ufficiale medico
sarebbero di certo venuti meno ben prima della dipartita del vulcaniano. E
questo avrebbe significato una cosa sola: un'inevitabile, impotente
osservazione degli eventi.
Quale salute, dunque?
Meglio brindare agli affanni allora, o meglio ancora alle sciagure che in un
modo o nell'altro avrebbero fatto da collante a quel cacofonico trio che si era
macchiato del peccato della quotidianità, il quale in un circolo vizioso aveva
portato all'abitudine. E Spock era un tipo vergognosamente abitudinario. La
vastità delle riflessioni del vulcaniano bastò a far completare il primo giro a
tutti e tre. Ma come un bambino che non è più sicuro di poter finire una
portata decisamente troppo grande, così i compagni di bordo, con poche
occhiate, compresero e in silenzio concordarono che non ci sarebbe stato un
secondo giro. Almeno, non quella sera. Avevano tutti lo sguardo tipico di chi
sembra essere troppo vecchio e affaticato persino per rilassarsi. Quale salute,
dunque, sarebbe valsa tanta impotenza?
L'odore del locale,
alla fine, non cambiò. Neanche divenne sopportabile. Fino all'ora in cui ai
pensieri è negato rincasare, restarono sedute tre ombre, scintillanti di
malinconia. A rendere più sfocati i contorni di quel quadro espressionista, una
nuvola di fumo bianco, qualche bicchiere vuoto, e lo strofinio di un panno
umido che pulisce i tavoli deserti.
|