Alone

di The Broken Warrior
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La mattina dopo,scendendo a fare colazione,non mi reggevo in piedi,mi faceva male dappertutto e caddi a terra.
Mia madre e mio fratello vennero a tirarmi su e mi portarono su una sedia.
 
J: “Ei cos’hai?”
E: “Solo un po’ di stanchezza,ieri emm..ad educazione fisica mi sono faticata troppo”
M: “Stai attenta Emily,oggi per non rischiare che ti succeda la stessa cosa di ora ti porterò io a scuola.
E: “No mamma,sto benissimo non ce n’è bisogno tranquilla,sto benone”
M: “E va bene,ma stai attenta”
J: “Secondo me non è educazione fisica..”
E: “Tu stai zitto,beh io vado ciao”
M: “E non mangi?”
E: “No prendo solo due biscotti,ciao”
 
Non volevo assolutamente che mia madre mi accompagnasse a scuola,avevo paura che scoprisse tutto.
Anche se facevo così fatica a camminare,facevo fatica a muovermi,mi avevano picchiata così tanto che mi facevano male i muscoli,per non parlare dei lividi che mi erano usciti fuori.
 
“Ragazzinaaaa fermatii”
 
Sentì urlare una voce famigliare.
Era Hayley,con Kat.
 
E: “Vi prego mi fa male dappertutto,non vi ho neanche disturbate,lasciatemi vi prego”
H: “AHAHAHAHAHAHA,Kat guarda questa sfigata come ci prega.”
K: “Sì è proprio patetica”
H: “Diamole una lezione”
 
Io iniziai a correre,mi faceva così male correre.
Ma corsi veloce,fino a scuola.
Lì cercai di entrare in classe,ma le ragazze mi presero per le braccia,e mi portarono nel cortile,dietro la scuola.
Mi afferrarono per due parti della felpa e mi tirarono su,mi presero tutti i soldi che avevo con me e mi lasciarono cadere a terra.
Per finire con due calci vicino alle costole.
Andai in classe,e vidi le facce soddisfatte di quelle due ragazze.
 
Prof: “Signorina Emily,come si permette di arrivare tardi?”
E: “Mi scusi professore”
Prof: “Ok ora si sieda e apra il libro a pagina 231”
 
Stavano tutti ridendo di me.
Aprì il libro a quella pagina,e a caratteri cubitali c’era scritto:
“IL BULLISMO”
 
Mi venne un tonfo al cuore,mi veniva quasi da piangere.
 
Prof: “Bene ragazzi,oggi parleremo del bullismo,qualcuno vuole dire qualcosa?”
 
Le due ragazze mi lanciarono uno sguardo fulminante,sapevo che se dicevo qualcosa mi avrebbero massacrata di botte.
Quindi decisi di stare zitta.
 
H: “Io penso che il bullismo sia una cosa abbastanza giusta,soprattutto verso certe persone professore”
Prof: “E perché la pensa così signorina Hayley?”
K: “La penso così anch’io”
H: “Perché certe persone meriterebbero solo dolore,morte,sofferenza.”
K: “Tipo quella grassona di Emily”
 
Tutti si misero a ridere e davano retta a loro.
 
“HAHAHAHA sì è proprio grassa”
“Ha dei fianchi enormi”
“Avete visto le sue gambe e le sue braccia? Sono ciccione”
“Immagino che sotto quelle felpe e maglioni si nasconda una panciona”
“Che trippona”
“Secondo me è anche una sgualdrina”
“Sii secondo me va a letto con tutti AHAHAHHAHA”
 
Improvvisamente tutti si rivoltarono contro di me,nonostante il professore diceva di smetterla.
Loro continuavano,e io con un filo di voce e gli occhi lucidi,dissi:
 
E: “Professore,posso andare in bagno?”
 
Il professore annuì.
Io uscì dalla classe tentando di soffocare le lacrime,mi uscì un singhiozzo.
 
H: “Poverina piange”
K: “Che perdente”
 
Andai in bagno e caddi a terra piangendo.
Guardai in alto tentando di fermare le lacrime,ma continuavo a piangere.
Perché tutti ce l’avevano con me?
Sfilai il cellulare della tasca e cercai di chiamare Lindsay.
Non rispondeva,forse ce l’aveva spento perché era in classe.
Le lasciai un messaggio:
 
“Ehi Lindsay,ieri sono stata acida,mi dispiace moltissimo,volevo chiederti scusa. Volevo dirti che ora,sono così sola…Mi hanno picchiata ancora e…non ce la faccio davvero più perché tutti mi si sono rivoltati contro e…Richiamami ti prego”
 
Tentai di soffocare le lacrime ma non ci riuscivo.
Mi sciacquai il viso,e tornai in classe.
 
Prof: “Emily vuole andare a casa”
 
Io scossi la testa,se andavo a casa mamma e Jeremy si sarebbero insospettiti.
Andai al mio banco e mi arrivò un bigliettino.
 
“Ucciditi,da parte di tutti noi”
 
Mi scese una lacrima.
La campanella suonò un po’ di tempo dopo,e io chiamai mia madre perché mi venisse a prendere.
Non volevo prendere altre botte.
Ma lei era a lavoro,così cercai di correre verso casa.
Ma vidi Kat dietro di me,e davanti c’era Hayley.
Kat mi spinse da Hayley e viceversa.
Ero come una palla.
Mi buttarono a terra e mi presero a calci.
Poi si allontanarono e mi dissero:
 
K: “Muori”
H: “Suicidati”
K,H: “Sei solo una palla di lardo”
 
Corsi a casa in preda al panico e con la faccia rigata di lacrime.
Entrai sbattendo la porta,Jeremy spaventato mi seguì di sopra.
 
J: “Che hai?”
E: “Vattene,vattene non voglio vedere nessuno”
Gli risposi io urlando.
 
J: “No porca puttana,ora tu mi dici che cos’hai”
E: “Ti ho detto di…”
 
Non mi lascio finire la frase,mi fece sedere sul letto in camera e lui si sedette vicino a me,mi strinse la mano e mi chiese:
 
J: “Per l’ultima volta,che è successo?”
E: “Jeremy…non devi dirlo a nessuno”
J: “Promesso”
E: “Sono vittima di due ragazze”
J: “Intendi bulli?”
E: “Si…”
J: “Ti hanno già picchiata?”

E: “Più di una volta”
 
Jeremy uscì piangendo.
Non avevo più parole,avevo solo un nodo in gola e un corpo dolorante.
Presi il computer e andai su Facebook.
La mia pagina era piena di insulti,di video osceni,di minacce.
Di foto..
Foto di candeggina,pillole,lamette.
Quando vidi la foto della lametta,i miei pensieri si fermarono.
Andai in bagno,e presi una lametta.
Aprì l’acqua della vasca e la feci riempire quasi fino all’orlo.
Entrai nella vasca e iniziai a tagliare.
 
“Fianchi larghi”
“Palla di lardo”
“Cicciona”
“Ucciditi”
 
E via così.
Piano piano,l’acqua da bianca,diventò rossa.
E io tagliai su ogni parte del mio corpo.
Ma spazio,ce n’era ancora.
Mi tagliai fino a sentirmi male.
Uscì dalla vasca,la pulì e mi asciugai.
Misi dei pantaloni lunghi e una felpona.
Mi bruciavano quei tagli…Eccome se mi bruciavano.
Andando a dormire pensai:
“E così,sono arrivata al punto di autodistruggere me stessa”
Forse era un modo per sfogare il dolore che avevo dentro.
Forse era sbagliato.
Ma sapevo solo che nel momento in cui la lametta percorreva il mio corpo,mi sentivo bene.
Mi addormentai in ansia,per il giorno dopo.
Se mi avrebbero picchiata,mi avrebbero fatto più male.
Se mi avrebbero scoperta…Oddio,non volevo pensarci.
Intanto un pensiero mi volava per la testa,superava tutti gli altri.
Lo ripeteva,la mia mente di continuo:
“non mangiare.”
 
Continua…




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