Cap. 1- Le ali di cera
Passi.
Lungo quel corridoio buio attraversato da pochi fili di luce.
Veloci e decisi.
Di sicuro non sono da lui.
Nello sguardo ferrrea determinazione, la determinazione di qualcuno che sa
quello che fa.
Di sicuro non è da lui.
Ormai è davanti a quella porta, un sottile strato metallico lo separa da suo
padre ma sa bene che è ben più lontano da lui, si morde il labbro, impone al
suo animo il freddo e la calma, sa che la paura gli farà perdere la partita.
La porta si apre, non ha mai capito il signifcato di quel disegno sul
soffitto, non sai quanto ti riguarda Shinji, non ti accorgi che tuo padre ti ha
chiamato apposta per questo dopo tre anni di assenza assoluta dalla tua vita,
per darti quella dannata possibilità di crescere, di essere uomo, ma non cerchi
di capire.
Ognuno col suo silenzio.
Ognuno col suo dolore.
Per non ferirsi si sono allontanati entrambi l’ uno dall’ altro.
Per non naufragare.
Per non morire.
Alla fine eccoli, quegli occhi gelidi schermati da quegli occhiali dal
riflesso arancione, tanto penetranti che sembrano volerti scrutare l’ anima,
volerti rinfacciare tutte le tue debolezze, se non ci sei abituato non li puoi
sopportare, non li puoi reggere. Con il suo solo sguardo Gendo Ikari è in grado
di mettere a tacere il più temibile dei suoi nemici, e se non dovesse bastare,
ecco la sua voce: come se sputasse lame di ghiaccio che ti trapassano da parte a
parte, togliendoti il respiro, senza la possibilità di farti rispondere,
reagire. Un muro insormontabile oltre al quale non è possibile scorgere
sentimenti, quei sentimenti, quegli stessi sentimenti messi a tacere da un
dolore troppo grande per essere sopportato senza cambiare dentro.
Entrambi così lontani eppure così vicini,
entrambi infondo, scappano dal mondo ma a modo loro.
Per pochi istanti il silenzio, quel silenzio che parla più delle parole,
entrambi freddi, entrambi vicini.
<< Cosa vuoi?>>
La voce di Gendo aveva risuonato metallica fra le pareti di quell’ ufficio
immenso, così grande, così oscuro, così vuoto, così freddo, ma allo stesso
tempo così pieno di significati profondi, proprio come il suo animo.
Gendo conosceva già la domanda del figlio, anche se voleva non gliela
facesse.
<< La verità>>.
<< La scomparsa del maggiore Katsuragi non è di tua
competenza.>>
<< Faccio appello al mio grado di neovicecomandante della Nerv.>>
<< Ci sono cose che non ti è dato sapere.>>
<< ANCHE IL MOTIVO PER IL QUALE HAI ROVINATO LA MIA VITA!?>>
Il ragazzo aveva urlato con tutta la rabbia che aveva in corpo, a soli 25
anni si trovava inspiegabilmente a capo dell’ organizzazione che decideva le
sorti del mondo, vicino a lui, troppo vicino, quindi ancora più doloroso.
Meriti come third children, gli era stato detto quando vene nominato a capo del
reparto logistico, dopo la scomparsa del maggiore Katsuragi aveva preso il suo
posto, era stato male per questo, molto male. Cinque anni più tardi era lì,
affianco a lui.
<< Che mi dici del seventh children ?>>
<< Arriverà domani mattina presto, il capitano Aida andrà a prenderlo
all’ aereoporto di Neo Tokio 3.>> ritrovando la calma che lo
contraddistingue. Detto questo alza i tacchi e se ne va.
<< SHINJI!>>. Suo padre lo aveva chiamato con decisione.
Il figlio si gira, sguardo di ghiaccio, da ambo i lati, momento di
lontananza.
<< Non immischiarti in cose più grandi di te >>. Le parole di un
padre ad un figlio, ma per il figlio suonano come una banale minaccia. Per l’
ennesima volta uno ha tentato di avvicinarsi, ma per l’ ennesima volta l’
altro gli ha chiuso la porta del proprio animo in faccia. Il giovane
vicecomandante esce dalla stanza, vuole solo staccare la spina ora, anche se sà
che a casa lo aspetta una nuova guerra.
Sul treno, è sera, la luce del sole viene ritmata dall’ ombra dei
grattacieli di Neo Tokio 3 appena ricostruita. Dal finestrino del treno Shinji
vede passare le case, gli alberi, i palazzi, non gli piace, gli dà troppo da
pensare.
Infila gli auricolari del suo S-DAT nelle orecchie, vecchio, logoro, ma
ancora efficiente.
Sono i suoni a bloccare i suoi pensieri, ne ascolta gli accordi con
attenzione, poi di nuovo quell’ inno alla gioia, nonostante il nome quella
melodia gli porta nella mente solo la tristezza, la tristezza del tradimento,
della solitudine, del dolore.
Arriva a casa, ciò che un tempo era casa Katsuragi è diventata la loro
casa, l’ auto ancora dal meccanico manca nel parcheggio.
Una serratura che scatta, una porta che si apre, una porta che si chiude, l’
immagine di lei davanti agli occhi, come al solito appoggiata al balcone a
contemplare il panorama del tramonto, i raggi del sole che sfiorano la sua
chioma rossa, quel volto quasi assente.
<< Sei tornato finalmente>>.
Voce quasi atona, daltronde cosa c’ era da aspettarsi dopo due anni di
afasia totale?
<< E’ stata una giornata molto dura, poi ho perso il treno.>>
Detto questo Shinji va in camera sua, posa la sua ventiquattrore e si
affretta a preparare la cena.
Solo silenzio, ancora lontananza e solitudine, la loro presenza è attutita
solo dal sesso, quel pò di piacere fisico che cercano per dimenticare, quel pò
di piacere fisico che cercano per fuggire, per poi riprendere a combattere. Il
bisogno lo sentono, ma fra di loro non c’ è altro, anche se convivono da
dieci anni, sono solo due perfetti sconosciuti che lo fanno per ammazzare il
tempo......e la solitudine.
<< Così hanno trovato il nuovo rimpiazzo>>.
Domanda diretta, come lei, a Shinji gela il sangue nelle vene, ma non lo dà
a dimostrare, in fondo tale padre, tale figlio.
<< Già, viene dall’ Austria, sarà qui domani>>.
<< Capisco, daltronde non ho più l’ età per pilotarlo.>>.
<< Vero.>>
Non si dissero altro.
Dopo cena Shinji sta acoltando la musica dal suo DAT in camera sua, steso sul
letto. Lei apre lo shoji e gli salta addosso baciandolo appassionatamente.
<< Non si usa più bussare Asuka? >> dice il ragazzo con un
sorriso che è a metà fra il contento ed il compassionevole.
<< Non c’ è bisogno di bussare per certe cose.>> Detto questo
la rossa lo bacia ancora più appassionatamente, poi entrambi si lasciano
andare.
Più tardi uno Shinji in pantaloncini sta battendo velocemente i tasti sul
suo pc, dietro di lei un’ Asuka comletamente nuda che dorme profondamente.
Sullo schermo del pc portatile:
MAGI CONTROL SYSTEM:
PASSWORD:
Il ragazzo sa già cosa digitare e lo fa senza perdere tempo.
********
GOOD MORNING, COMMANDER IKARI.
<< Mpfh>>.
Fu l’ unica espressione del ragazzo.
Non importava, voleva conoscere tutto, e sarebbe andato fino in fondo.
Se necessario, Shinji Ikari sarebbe morto come Icaro prima di lui.
SEELE SUPER TOP SECRET FILES
TABULA SEPHIROTICA PROJECT
HUMAN COMPLETATION PROJECT
“ Vai Shinji, è giunto il tempo di volare verso il sole della verità “.
Questo il pensiero che dominava la mente di Ikari in quel momento.
Cap.2-Volare verso il Sole
QG NERV: ore 10.00
Ufficio del comandante supremo.
Altra nottata in bianco, per un uomo che conosce solo il lavoro cosa volete
che sia?
Davanti a lui un Fuiutsuki mantenuto da un semplice bastone, a dimostrazione
di come il tempo sia nemico implacabile che insidia ogni cosa del creato.
<< Il tempo è implacabile, professore.>>
<< Forse è per questo che l’ uomo vuol sostituirsi a Dio>>
<< Sconfiggere il tempo significa porre fine a tuti i problemi>>
<< O non porne più fine.>>
Il professore era stato duro in questa affermazione, comunque riprese a
parlare cambiando discorso:
<< Sta per arrivare, vero?>>
<< Gia, ormai il tempo è prossimo. Colui che è caduto per la libertà
sta per giungere. Il portatore della luce della conoscenza >>, dice lo
stanco comandante guardando una valigetta nera col simbolo della Seele sopra.
<< Perchè la Seele te li ha dati?>>, chiede Fuiutsuki.
<< Sono solo delle copie, i rotoli originali sono in mano loro. Devo
andare, il seventh sarà qui a momenti.>>, commenta Gendo.
<< Arrivederci >>, le uniche parole dell’ uomo anziano prima di
andarsene.
<< Comandante, vicecomandante, questo è il seventh children, Luck
Fero.>>
Queste sono le parole pronunciate dal capitano Kensuke Aida per presentare un
ragazzo molto attraente, con i capelli neri e lisci e due occhi di colore rosso
intenso. Al collo porta una croce nera molto piccola, il suo sguardo è sereno e
sorridente, anche se la sua presenza è inquietante con quel suo vestito nero.
<< Dunque sei austriaco, difatti vivi a Salisburgo.>> comenta
Shinji.
<< In realtà sono nato in Israele, a Gerusalemme per essere precisi,
il mio tutore mi ha portato in Austria>>. Aggiunge il ragazzo.
<< Sei ebreo? >>
Chiede il comandante.
<< No, non credo in nessun Dio in realtà, anche se combattiamo
creature che noi denominiamo angeli.>>
Disse il ragazzo.
<< Capisco. Allora buon lavoro. Il capitano ed il vicecomandante ti
mostreranno la base.>>
Detto questo Gendo va via lasciando i tre soli.
<< Allora Luck, ti va di fare un giro per la base oppure andare a
riposare?>>
Chiede Kensuke al ragazzo.
<< Preferirei fare un giro per la città, avrei voglia di
svagarmi.>>
<< Daccordo >>
Aggiunge Shinji.
Dopo aver salutato il ragazzo se ne va, ora i due vecchi amici sono soli.
<< Hei Shinji, abbiamo appena finito di riparare l’ unità 14, quindi
stesso oggi Katia potrà riprendere i
test.....Shinji.......Shinji......SHINJI!!!!>>
<< Ehm...si, ti stavo ascoltando.>>
<< A che pensavi? sembravi sceso dale nuvole>>
<< Non ti sembra strano che la commissione ci abbia dato il permesso di
riattivare l’ unità 14 ora che è arrivato un pilota per lo 02?>>
<< Bah, non so che dirti. Io vado, ho molto da fare.>>
<< Ciao ciao>>.
In realtà il ragazzo stava pensando ai files visti la notte prima, gli
sembrava quasi di stare nel sito si una sorta di setta satanica .
Una ragazza dai capelli azzurri raccolti in una coda di cavallo, i suoi
occhi, rossi. Lo sguardo freddo pronto a scrutarti il profondo dell’ anima,
attraente ma gelida come il ghiaccio.
<< Rei Ayanami, first children, ex pilota di Evangelion in congedo per
raggiunti limiti di età.>>
Era Luck.
Rei sempre affacciata alla balconata e continuando a fissare il panorama:
<< Perchè sei qui?>>
<< Sono qui per capire, ma l’ animo dei lilim è ancora tanto
fragile>>
<< sono queste le parole di colui che si ribellò in nome del
sentimento chiamato libertà?>>
<< Non è un sentimento, ma uno stato cui tutti hanno diritto ad
ambire.>>
<< Ciò va bene fino a quando non si ci scontra con la libertà
altrui.>>
<< E’ proprio quello che voglio>>
Quella chioma rossa è di nuovo sola, si sente uno straccio, se pensa al suo
passato, distesa su quel letto ancora nuda coperta solo da un lenzuolo, è
stanca di stare lì, vuole svagarsi, uscire, telefona ad Hikari, amica di
vecchia data, mette qualcosa di pratico, va via, si incontrano, si salutano si
sentono felici, Asuka dimentica per un pò la realtà.
<< Come sta Toji?>>
<< Sta bene, da quando un mese fa gli hanno impiantato quel braccio e
quella gamba bionici di nuova generazione sembra essere più felice.>>
Gli risponde Hikari.
<< Ne sono contenta. Invece lo stupido è sempre al lavoro, ogni tanto
la sera usciamo un pò, la domenica qualche scampagnata.....ufff, forse sono io
che mi lamento troppo della mia situazione.>>
Asuka lo sa quanto sia difficile lasciarsi il passato alle spalle, lo ha
sperimentato sulla propria pelle, a sue spese, capendo che fuggire dal mondo
sembrando forte e volendo prendere la situazione di faccia non portava a niente,
ha preferito staccare la spina dal resto del mondo, prendersi una pausa, ma i
ricordi del passato la angosciavano troppo. Tornare a vivere? Essere una persona
normale? Come fare? Ma più cercava di capire, più non ci riusciva. Alla fine
ha optato per un compromesso: Una sera, pochi mesi dopo il suo ritorno a casa,
Shinji stava guardando la televisione:
<< Hei stupishinji!>>
<< Che vuoi ?>>
Rispose lui seccato.
Niente risposta, solo un bacio sulla bocca che pietrificò il povero ragazzo
all’ istante, da lì una cosa tira l’ altra, arrivarono al sesso, era un
momento in cui poteva staccare la spina dal mondo, un momento in cui ricaricare
le batterie, Shinji lo capì, e la lasciò fare. In fondo, anche lui aveva
desiderato una cosa del genere.
Magi supercomputer system:
Le dita di Shinji scorrevano nuovamente veloci sul portatile connesso
direttamente ai Computer Nerv.
TABULA SEPHIROTICA PROJECT:
L’ immagine stampata sul soffitto dell’ ufficio del padre era apparsa
sullo schermo.
<< Che c’ entra questo ora?>>
Continuando a leggere (Nota dell’ autore: tradurremo le scritte in Italiano
non vi preocccupate.)
IL SOGGETTO SELEZIONATO PER L’ ESPERIMENTO HA SCONFITTO IL TERZO ED IL
QUARTO ANGELO, LA SCALA DI GIACOBBE E’ APERTA.
<< Si parla di me>>
Il terrore di Shinji cresce.
Un profilo psicologico dettagliato segue di pari passo con i vari stadi
toccati da lui.
Alla fine di quella strada si diviene divinità.
Ogni stadio di quel percorso si chiama sephirot.
Pensa siano usciti fuori di senno. Comincia a leggere lo stesso, anche se
tutto è senza senso.
DOSSIER CONCLUSIVO SINTETICO SUI RISULTATI DELL’ ESPERIMENTO
SOGGETTO: SHINJI IKARI, THIRD CHILDREN, PILOTA ESCLUSIVO DELL’ UNITA’
EVANGELION 01.
IL SOGGETTO TOCCA LA SEPHIROT YESOD DOPO L’ ABBATTIMENTO DEL QUARTO ANGELO
PER POI RAGGIUNGERE LA SEPHIROT HOD.
IL SOGGETTO RAGGIUNGE LA SEPHIROT NETZACH VENENDO A SAPERE DI AVER OTTENUTO
IL MIGLIOR PUNTEGGIO NELLA SINCRONIZZAZIONE CON L’EVANGELION 01, L’ INCONTRO
COL 12° ANGELO FA RAGGIUNGERE AL SOGGETTO LA SEPHIROT TEFERET, PER POI
RAGGIUNGERE LA SEPHIROT PARTZUFIM NELL’ INCONTRO CON IL 13° ANGELO.
IL SOGGETTO COMINCIA A DARE SEGNI DI CEDIMENTO PSICOLOGICO.
IL SOGGETTO RAGGIUNGE LA SEPHIROT G’VURAH CONTRO IL 14° ANGELO, IL
SOGGETTO VIENE ASSORBITO DALL’ UNITA’ 01, SOSPENSIONE TEMPORANEA
ESPERIMENTI, INVIO PROSSIMO ANGELO ENTRO DUE MESI.
COL 17° ANGELO IL SOGGETTO RAGGIUNGE LA SEPHIROT CHESED, DATO IL SUO STATO
PSICOLOGICO INSTABILE, NON E’ POSSIBILE CONTINUARE CON L’ ESPERIMENTO, DI
CONSEGUENZA SI CONSIGLIA CALDAMENTE DI RIPROVARE L’ EVOLUZIONE ARTIFICIALE DEL
GENERE UMANO TRAMITE THIRD IMPACT.
Questo bastò a Shinji per rompere con un pugno lo schermo del pc.
Per l’ ennesima volta era stato usato, per l’ ennesima volta, per colpa
sua e dellsa sua inettitudine, l’ umanità rischiava la catastrofe. |