Lettera a Ivonne, che poi forse era Dio.

di SignoraKing
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Lettera a Ivonne, che poi forse eri Dio.


Ci siamo conosciuti in uno stupido pub infame. C'erano più puttane che cazzi in quel posto.
La musica faceva schifo come ogni dannatissima sera.
Ero più giù del solito.
Ero nervoso e volevo solo bere.
Poi tu ti sei avvicinata, ho capito subito che non eri la solita puttana della serata che voleva scopare con me.
Eri diversa. Brillavi, come brillano le stelle in campagna.
Brillavi come il sole.
Ti sei avvicinata e hai iniziato a parlare.
Eri sicura di te stessa.
Le tue parole erano allo stesso tempo forti e dolci.
Ascoltavo la tua storia e in una sera sapevo tutto di te.
E di me cosa sapevi?
Hai parlato anche di me.
Io ero il solito uomo solo che va nei pub a bere e a trovare una puttana per la notte.
E il tuo modo di dire puttana mi affascina ancora.
Poi mi hai raccontato cose di me che neanche io sapevo.
Hai parlato come se mi conoscessi davvero.
Hai parlato di infanzia e di amori perduti.
Hai parlato dei miei vecchi sogni, quelli che ho buttato perché sapevo di non poterli realizzare.
Hai parlato delle mie abitudini, del mio lavoro e dei miei problemi.
Hai parlato di me e io non capivo come.
Tu eri una stella scesa per farmi capire che dovevo cambiare vita.
Mi hai parlato anche delle mie poesie, quelle che conservo nel portafoglio e sotto al cuscino.
Probabilmente eri Dio sceso in terra per spiegarmi la vita.
Ti amerò per sempre.
Eri la mia stella scesa per farmi vivere.
Vorrei che tu tornassi ma ti sei volatilizzata in un attimo e io non sapevo che la tua storia, e forse neanche quella.
Non sapevo il tuo nome.
Ti ho dato un nome poi.
Per me ti chiamerai per sempre Ivonne, il nome del mio primo e unico amore, quello di quando ero ragazzo.
Tu sei il mio secondo amore, ma non potrò più vederti.
 




Il mio angolo



Scusate tutte le volte che ho ripetuto puttana ma boh, ci stava.
Spero che qualcuno mi dia dei consigli e metta questa storia nei preferiti.
Un saluto a tutti.





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