coraggio_piangere
eccomi qui con una
nuova ff...un po' triste, lo ammetto, ma visto il momento, quasi un
missing moment, che ho deciso di raccontare, la tristezza era
d'obbligo...
se scrivo questa one-shot,
lasciando in cantiere tutte le altre(che ormai su carta occupano mezzo
quaderno....come farò a ricopiarle tutte????) è grazie
all'ispirazione che mi ha dato EDVIGE86 in una sua recensione per la ff
"i sogni son desideri di felicità...sarà vero?!?"...
tesoro, grazie per tutti i complimenti, non smettero mai di dirlo, ma
ho una paura folle di non essere riuscita a mettere su carta quello che
tu avresti voluto. se non ci sono riuscita mi dispiace tanto,
perdonami, ma ci dovevo provare.
vale per tutte voi che leggete:
SE AVETE UN EPISODIO CHE VORRESTE VEDER TRADOTTO IN PAROLE
DITEMELO...ci tenterò. scrivere "su commissione" si è
rivelato divertente, sopratutto perchè il mio lato da psicologa
si scatena e cerca di capire cosa vuole veramente la persona che me lo
chiede...
ora vi lascio alla
lettura...aspettando con ansia tutte le vostre recensioni...e
soprattutto aspettando il giudizio finale: quello di EDVIGE86... [AIUTO]
i personaggi non sono miei, ma appartengono
alla scrittrice che ha fatto sognare molte di noi, per non dire tutte :
J. K. Rowling. la storia non è scritta a fini di lucro.
No, non ci sei più…non ci sarai mai più, non ci potrai mai essere.
Cancellato, portato via…le mie lacrime chi le porterà
via? Loro rimarranno qui, con me, testimoni silenziose di un dolore che
non so affrontare…
Perche?
Che significato ha?...non sei tu…non dovevi essere tu, c’erano tante persone, c’ero io.
Sono io quello che è sempre stato al fianco di Harry, io che ho
scelto di combattere per lui, io che ho scelto di rischiare…tu
no…tu non c’entravi nulla, se non per il fatto che eri
dalla nostra parte, dalla parte giusta…
-i giusti pagano in questo modo?-
l’aria è uscita dalla mia bocca portando con sé i
suoni che riflettono i miei pensieri…ho parlato ad alta voce,
evidentemente, perché Hermione è accanto a me e mi guarda
come in cerca di qualcosa da dire…
-Ron…-
Scusa Hermione, ma ora no…ora non ce la faccio…
Mi volto e vado via sentendo i suoi occhi sulla mia
nuca…scusa…ma quel corpo freddo che riposa lì
sotto, chiuso in una bara di legno lucido è mio
fratello…anche se ancora non ho capito il perché.
-Ron aspetta!-
No hermione, per favore, ora lasciami stare…perdonami…
Non mi volto e vado dritto attraverso il parco e i corridoi del
castello e poi nel dormitorio maschile fino al letto che una volta era
quello di Fred…e lì c’è George.
Non, ho appena detto una cazzata, quello non è
George…George era il ragazzo che mi accoglieva sempre con una
risata ed era sempre stato così, come doveva essere,
perché George era uno dei gemelli…ma ora che
l’altro gemello non c’è più cosa significa
essere uno dei gemelli, cosa significa essere George?...i gemelli non
ci sono più, George non c’è più…Fred
non c’è più.
Mi siedo accanto a lui e lo abbraccio, come poche volte io e lui ci siamo abbracciati, in un abbraccio degno di quello di mamma.
Mamma… come starà adesso?...lei non potrà
annullarsi come sta facendo George…lei ha noi, ha me, Percy,
Ginny, Bill, papà…ha tutti noi…e non può
piangere, per non ferire noi, per darci la forza che solo lei ha
avuto nei momenti più difficili per la nostra bella
famiglia…
George mi scosta da sé e per un attimo i nostri occhi si
incontrano. Dolore dolore dolore. Non c’è altro che dolore
in quegli occhi se non una muta domanda, la stessa che alleggia nei
miei: perchè Fred?
-George…-
pronuncio solo il suo nome, come ha fatto Hermione col mio, e lui come
me si volta e se va, lasciandomi solo come io ho lasciato lei.
So che lo sta facendo per lo stesso motivo per cui l’ho fatto io,
per sfuggire al dolore, rinnegarlo nella speranza che ignorandolo
scompaia…per paura di crollare nel calore di due occhi pieni di
affetto che riescono a scioglierti il cuore…ma se il cuore si
scioglie tutto il dolore tornerà, e allora è meglio che
il cuore resti pieno di ghiaccio…per non soffrire di
più…
Sei scusato George, perché so che anche tu mi stai chiedendo
mentalmente scusa…chissà se Hermione lo sa…ma
sì, come può non averlo capito…lei mi capisce
sempre, meglio di quanto io potrò mai sperare di fare con me
stesso…
Però non riesco a non sentirmi inutile. Avrei voluto che George
rimanesse con me, avrei voluto consolarlo, parlargli fino a fargli
spuntare grosse lacrime dagli angoli degli occhi, perché
né io né lui abbiamo ancora pianto ed ha bisogno di
sfogarsi…invece lui se ne è andato…non sono
riuscito a far sì che si aprisse con me.
Sono Ron, suo fratello…ma lui avrebbe voluto il suo
gemello…sono solo Ron, e mi sento inutile…
Tre giorni. Sono passati tre giorni dalla fine di questa stupida guerra
e ne è appena iniziata un’altra, anzi tante altre, tutte
contro un unico nemico, il dolore della perdita contro tutte le persone
che queste perdite ora le stanno subendo…e siamo in tanti, ma il
dolore vince su tutto e tutti, ti prende da dentro e ti strazia, ti
dilania…
Basta! Voldemort è morto ma sta vincendo lo stesso…sta
vincendo e le nostre lacrime sono i suoi trofei, il suo ricordo e i
suoi seguaci si nutriranno dei nostri incubi, della nostra
solitudine…allora a cosa serviranno tutte queste vite buttate?
No, non finisce così…per Fred e per tutti quelli che come
lui hanno perso la vita, perché la loro morte possa servire a
qualcosa…non finirà, non con una sua vittoria, non con
noi divisi, ognuno perso nel proprio dolore, costretto a nascondere le
proprie lacrime da sé stessi e dagli altri, per la paura di
soffrire…e in fondo soffrire da soli… soffrire di
più…
Sono queste le parole che vorrei urlare a George per farlo tornare da
me, per convincerlo a darmi un po’ della sua
fiducia…chissà se sono le stesse parole che ora vorrebbe
dirmi Hermione?
Sì, probabilmente sì…
George ancora non riesce a capire, ma io sì e so che devo
tornare da lei…perché almeno uno di noi divida il suo
dolore passando parte del peso sulle spalle di un
altro…perché anche se sono solo io, solo Ron Weasley,
almeno io voglio essere tra quelli che il dolore non potrà
sconfiggere...e forse sarò d’esempio anche agli
altri… …sì, sarà Fred, con la sua
morte, a risvegliare in noi la voglia di restare uniti per combattere
questo nemico invisibile quanto insidioso…sarà per merito
suo che comincerà tutto, e tutto partirà da Ron ed
Hermione…
Ron Ron Ron…ma perché fai così? Perché
rifiuti il mio abbraccio? Io vorrei solo aiutarti a superare questo
momento, vorrei solo sentire la mia camicia bagnarsi delle tue lacrime
perché sarebbe il segno della fiducia che riponi in
me…non te ne puoi andare in questo modo, non puoi lasciarmi
sola…ho bisogno di sapere che quel bacio fugace, troppo fugace
per quanto l’avevo desiderato in questi anni, prima della
battaglia, è stato per te quello che è stato per
me…perché per me è stato vero,
desiderato…tutto. È stato tutto.
E quanto avrei voluto chiederti cosa ha significato per te in questi
giorni, ma come avrei potuto? Fred è morto, se ne è
andato…quello che c’è stato tra di noi, quello che
io vorrei ci fosse tra di noi, passa in secondo piano, ed è
giusto che sia così…
Ci siamo parlati così poco in questi giorni, ti sei sempre
nascosto da me e da harry…quasi non ci siamo visti e credimi mi
ha fatto male…oh, Ron, non ce l’ho con te, ma quanto
vorrei che il mio amore fosse ricambiato, quanto sarebbe bello per me
sapere che nella tua vita sono importante, più importante di una
semplice amica…lo sono Ron?
Evidentemente no. Ti ho chiamato, oggi, ma mi hai voltato le
spalle…non senti il bisogno di parlare con me più di
quanto tu non lo senta con Harry? Significa che io e harry siamo solo i
tuoi amici…io come lui, nulla più di questo?
Il tuo silenzio sta spazzando via le certezze che i brividi che ti
hanno scosso mentre ti concedevi alle mie labbra mi avevano portato:
ero convinta, più che convinta, che anche tu quel bacio lo
avessi voluto, desiderato, sospirato…ma non ne sono più
certa.
Perché non fai della mia spalla il tuo rifugio? Perché non mi vuoi al tuo fianco?
Stai entrando nella stanza, riconosco i tuoi passi che attraversano il
passaggio che porta alla sala comune, sì, nonostante questa
guerra abbiamo deciso quasi tutti di rimanere qui, per curare i
feriti…quelli che ancora possono farcela.
So che sei tu anche senza voltarmi: in questi sei anni, china su un
compito difficile, ho ascoltato tante di quelle volte i tuoi passi,
sperando che ti portassero alle mie spalle, che ti avvicinassero a me,
che non posso avere dubbi…
…e su un’altra cosa ho le idee ben chiare:
rispetterò il tuo volere ed il tuo silenzio, non ti starò
addosso…
mi alzo dalla poltrona in cui ero sprofondata insieme alla mia
confusione e alla mia insicurezza e nel farlo mi volto per un attimo
verso di te. Stai venendo dritto verso di me e in un attimo capisco
perché: mi sono seduta sulla poltrona che di solito occupi tu,
che ormai tutti in sala comune sapevano esserti riservata…non
l’ho fatto apposta, ma la stoffa della poltrona ha assorbito il
tuo odore, ormai, e se non posso sentirlo standoti vicina almeno posso
respirarlo rannicchiandomi qui…
I nostri occhi si incontrano ma tu abbassi i tuoi…non farlo Ron,
ho bisogno di quegli occhi azzurri come il cielo, il cielo in cui sento
di voler volare…non me la prenderò se tu non vorrai
parlare con me.
Fa male, tanto male, sapere di non essere la persona che vorresti al
tuo fianco in momenti come questi, mi sento maledettamente inutile, ma
non sono arrabbiata con te…in fondo non posso essere più
di quanto tu voglia concedermi…nel tuo cuore non so occupare
altro posto se non quello che tu decidi di riservarmi…
Raccolgo le mie cose e in un attimo sparisco per le scale, diretta al
mio letto, così che non dovrai neppure subire l’imbarazzo
di farmi capire che con me non vuoi parlare…
Ciao Ron…Buona Notte, amore. Vorrei sussurrartelo e sentirtelo sussurrare.
Entro in sala comune e la vedo: è seduta sulla mia poltrona e mi
da le spalle, ma la riconosco all’istante…non posso
scambiarla per un’altra persona. Lei è solo lei. La mia
Hermione.
Ti prego Hermione, scusami se sono scappato, ho avuto paura del dolore, ma ora ho capito e sono qui.
Ma ti vedo alzarti e prendere il maglione e un attimo dopo i nostri
occhi si fondono. Oro e azzurro, come i raggi del sole che si
riflettono nel mare.
Siamo noi, tu sei il mio sole, per favore scaldami, accoglimi nel tuo
abbraccio tiepido…ne ho bisogno…ho bisogno dei tuoi
capelli sul mio viso…avrei solo voglia di correrti incontro e di
trascinarti su quella poltrona da cui ti sei appena alzata, per
rimanere abbracciati e parlare, parlare, parlare… parlare con te
mentre sento il tuo cuore battere sotto la mia testa che si alza e si
abbassa al ritmo del tuo respiro, mentre invece di essere io che ti
tengo sulle mie ginocchia invertiamo per un attimo i ruoli e sei tu a
cullarmi in braccio, ad ascoltare i miei singhiozzi disperati…
Ma tu te ne stai andando. Mi hai guardato per un attimo e in
quell’attimo io mi sono perso, trovando rifugio nel pensiero del
contatto con te…dove stai andando Hermione? Ti prego torna da
me…
La tua schiena viene inghiottita dalla porta del tuo dormitorio. Lo so
perché ti vedo scomparire su per le scale e poi sento la porta
del dormitorio chiudersi…e chiudermi fuori, perché ora
sei dove io non posso arrivare…
-Ron!-
mi volto e vedo Harry sorridermi di un sorriso triste, lo stesso che avevi tu…
-ciao Harry-
-Ron…- sospira…non deve essere stato facile starmi vicino
in questi giorni se anche lui, il mio migliore amico da sempre, ha
difficoltà a trovare le parole
-Ron, è bello vedere che sei tornato in sala comune- sono
contento anch’io Harry, perché mi è costato tanto
decidere di poter affrontare la morte di Fred fino al punto di volerne
parlare con qualcuno.
-sono felice anch’io. Mi dispiace di avervi fatto stare in pensiero- sorrido, sperando che capisca
-mi dispiace davvero, harry-
-non dirlo nemmeno per scherzo…hai voglia di parlarne?-.
è quello per cui sei venuto Ron: parlarne…ma non è con lui che vorrei affrontare tutto questo.
-io…ascolta, Harry, scusami, davve..-
Harry mi posa una mano su una spalla e mi interrompe
-non importa. Quando vuoi ci sarò-
-lo so. Grazie.-
-preferisci rimanere qui o salire al dormitorio?-
-restiamo…su c’è troppo silenzio…stiamo insieme agli altri, per favore, tutti insieme…-
-ok, buona idea…dai raggiungiamo gli altri…-
annuisco e lo seguo. Si siede al suo solito posto e io faccio
altrettanto, ma la mia mente non può che andare a lei, lei che
fino a poco fa era seduta qua, lei che ci ha lasciato il suo diario, ben chiuso dal lucchetto…
Stringo quelle pagine scritte fitte fitte come se fossero la mia ancora di
salvezza, una passaporta in grado di portarmi da lei, mentre nella mia
mente la sua voce severa mi ricorda che all’interno del castello
non ci si può materializzare…
Quella diario parla di lei e non resisto alla tentazione di stringerlo forte al petto.
-è il diario di Hermione quello?-
annuisco
-ci hai parlato?- la voce di harry, improvvisamente più dolce,
mi dice che lui ha già capito tutto, ma io sento comunque il
bisogno di parlare.
Mi copro gli occhi coi palmi delle mani perché non voglio vedere
la realtà che mi circonda e sento il mio amico farsi più
vicino. Dopo un attimo sento il suo braccio attorno alle mie spalle.
-se ne è andata, Harry. Appena sono entrato è andata a dormire-
-ma che è successo?-
-oggi ci siamo incontrati davanti alla tomba di Fred e ha cercato di
parlarmi ma io l’ho ignorata, perché non volevo soccombere
al dolore, volevo mostrare a lei e a me stesso di essere più
forte di quello che sono-
-non ti devi sentire in colpa, Ron, molte persone avrebbero reagito così-
-lo so Harry, anche George ha fatto lo stesso con me e mi sono sentito rifiutato, come se non fossi degno della sua fiducia-
-sai che non è così-
-si lo so-
-e lo sa anche Hermione-
-tu credi?-
-hai paura che si sia offesa?-
annuisco, perché l’idea di averla fatta stare male
è come una pugnalata nello stomaco e non mi permette di parlare,
devo riprendere fiato.
-non ci siamo più parlati dopo…dopo il bacio- sento di essere arrossito fino alla radice dei capelli.
-allora vai a parlarle-
-ok, ci penso…tu vai a dormire intanto, sarai stanco.-
-già-
in realtà ho solo bisogno di rimanere un po’ da solo per riflettere.
Non so cosa fare, vorrei davvero correre da lei, la voglia di sentire il suo corpo stretto al mio è troppo forte.
-buona notte Ron-
-‘notte-
Lascio scivolare la mia testa all’indietro e chiudo gli occhi; in
un attimo sono vicino a lei, così vicino che sento il suo
respiro solleticarmi l’orecchio. Le mie mani scorrono sulla pelle
calda della sua schiena, sotto il maglione, perché solo sentirla
così vicino mi darà il coraggio di lasciare uscire tutte
le lacrime che ho trattenuto fin’ora…già, ci vuole
coraggio anche per piangere…
Il ritratto si apre e lascia entrare due ragazze del sesto anno, che mi strappano dal mio sogno…
-Ehi ragazze scusate!-
-oh, ciao, Ron…-
-potreste dire ad Hermione che quaggiù c’è il suo diario?-
-dammelo, glielo portiamo-
-no!...no, dille di venire un attimo giù per favore-
non so neanch’io perché l’ho detto, anzi sì,
il motivo lo so, quello che non so è dove ho trovato il
coraggio…non mi resta che stare qui ad aspettare, a sperare,
sapendo che se davvero mi raggiungerà il mio cuore
comincerà a battere all’unisono coi suoi passi che
scendono le scale, un gradino dopo l’altro, sempre più
vicino a me…
Tum tum. Tum tum. Sta scendendo, so che è lei…ed eccola
apparire, piano piano, perchè come dicono il piacere prolunga
l’attesa, ma l’attesa rende più bello il
piacere…ora lo so.
Prima appaiono le sue scarpe, un paio di ballerine grigio-azzurre.
È da tanto tempo che non la vedo con le ballerine, ora che ci
penso è dall’anno scorso: in guerra non si porta quel tipo
di scarpa. Ma lei le indossa di nuovo: la guerra è finita
davvero. Lo realizzo osservando le sue scarpe. Buffo.
Poi compaiono le sue gambe nude…Merlino, la divisa non le ha mai reso giustizia…
Vedo le sue ginocchia flettersi per superare un altro scalino e subito
dopo compare il bordo dei suoi shorts di jeans chiaro, del colore delle
ballerine, aderentissimi perché lei è così,
ordinata e femminile, ma con i bordi un po’ sfilacciati,
perché adoro anche il suo lato un po’ ribelle ed
orgoglioso.
Sono comparse anche le sue mani affusolate, che si muovono avanti e
indietro mentre le sue braccia ondeggiano al ritmo dei suoi passi. Si
sta facendo crescere le unghie. Sempre più grande, sempre
più donna.
Vedo comparire anche i suoi fianchi e dopo poco tutto il suo busto,
fasciato in una camicia nera aderente che le mette in risalto la vita
sottile…quanto vorrei stringerla a me, queste scale sono
interminabili…
Il mio cuore accelera , non posso neppure pensare di controllarlo…e forse neppure lo voglio.
Dentro di me si agita di tutto: sono triste per tutto quello che
è successo e le mie lacrime le vorrei dedicare soprattutto a
Fred…il mio fratellone, ma d’altra parte non riesco ad
impedirmi di pensare a quanto sei bella, Hermione, mentre aspetto di
veder comparire il tuo volto ancora rapito da questa ringhiera
crudele…non potete nascondermi la mia piccola Hermione, non ora
che IO sono uscito dal mio nascondiglio…
Eccolo: il suo sorriso. Bello, triste, allegro, deciso,
timido…mio. Mio perché è lo stesso sorriso che ho
sentito allargarsi sulle sue labbra mentre si univano alle mie, solo
tre giorni fa.
I suoi occhi mi guardano, cercano i miei…sole e mare, di nuovo…
Sto scendendo le scale, nella sala sotto di me solo silenzio.
Ma lui c’è, lo so, e so anche il perché. Non ho
dubbi, perché quella sciarpa avrebbe potuto farmela riportare e
invece no…invece sono qui.
Mi sono vestita al volo perché non volevo scendere avvolta nel
mio largo pigiamone, mi sono infilata la camicia nera, quella un
po’ triste come noi, ma mi sono messa anche un paio di pantaloni
cortissimi, perché sono talmente eccitata che non sento il
freddo…è come nelle prime giornate di primavera in
cui spunta il sole e fa veramente caldo e ti viene voglia di uscire
senza cappotto, per sentirti di nuovo viva.
Ho anche raccolto i capelli in una coda veloce, come faccio
d’estate, perché non sento il bisogno di nascondere il
viso dietro ai ricci castani, voglio far vedere a tutti il mio sorriso,
voglio mostrare a tutti quanti che sono felice nonostante il dolore di
questi giorni…e non ditemi che non posso mostrarlo ad altro che
a lui, perché è proprio quello che intendevo quando
parlavo di tutti…lui e solo lui, che in questo momento è
il mio mondo.
Non riesco a non sorridere, anche se so che tra poco lui mi
parlerà di Fred, della sua morte ingiusta e ci sentiremo tristi
tutti e due…voglio che il mio sorriso serva a fargli capire che
tutto può ricominciare se siamo insieme…si può
ricominciare da Ron e Hermione.
Lo vedo, ora, è accoccolato nella sua poltrona preferita, i
capelli più spettinati del solito e le lentiggini che ho
imparato ad amare sempre al solito posto, che giocano a nascondino tra
le curve del suo viso…
Mi sta guardando e non posso fare a meno di cercare i suoi occhi,
sperando che questa volta non sfuggano ai miei. Non lo fanno, e so di
potermi avvicinare di più.
Qualcosa dentro di me comincia ad agitarsi all’idea di
abbracciarlo ancora, stringerlo forte, respirare l’aria che
in quel momento è satura di noi.
-mi hanno detto che ho dimenticato il diario-
-sì…ho cercato di aprirlo e ho rotto il lucchetto- il suo sorriso non riuscì a renderlo credebile.
-ficcanaso!- mi sta scompigliando i capelli e sorride guardandomi
dall’alto, in piedi proprio davanti a me. Le nostra ginocchia
cozzano e apro le mie gambe per farla avvicinare di più. Capisce
al volo.
Non riesco a resistere alla tentazione di posarle le mani sui fianchi
ma nel momento in cui lo faccio le lacrime cominciano a scorrere
copiose sul mio viso, un po’ per l’emozione di averla qui
vicino, un po’ per Fred e per tutto il dolore che non ho ancora
pianto.
-è morto, Hermione-
vedo il suo sorriso farsi più triste, ma in qualche modo non
scomparire. È li per me, quel sorriso, solo per
me….grazie amore…
non dico più nulla e lei non mi chiede di andare avanti,
rispettando i tempi che l’orgoglio e la paura mi concedono.
Si siede sulle mie ginocchia nell’esatto istante in cui io comincio a tirarla verso di me.
Non mi importa se entrerà qualcuno, anche se fosse un
professore. Dovrà aspettare, io ho aspettato per 6 anni e ora
non posso più farlo, ho raggiunto il limite.
-Ron, io non posso neppure immaginare come tu…-
-aspetta un attimo, Hermione…non ti ho fatto venire giù solo per parlare di Fred-
mi guarda stupita, cercando di capire quello che voglio dire e
soprattutto quello che sto facendo; spero non si aspetti una risposta
da me perché sono sorpreso quanto lei. Anch’io ero
convinto di aver solo bisogno di parlarle di come mi sentivo, di
sfogarmi con lei. Ed è vero. Tutto questo è vero. Ne ho
bisogno, ma più di tutto ho bisogno di qualcos’altro.
In un attimo perdo il controllo del mio corpo e sento il suo viso farsi
più vicino. Le distanze si annullano. Labbra bagnate dal
desiderio dell’altro si incontrano e si scontrano, labbra
inesperte, labbra che consolano, labbra che scivolano una dentro
l’altra passandosi l’anima e il cuore…
Labbra come chiave e serratura e in un attimo la porta si spalanca: Ron Weasley, le diamo il benvenuto in paradiso…
FINE..
siate clementi vi prego!!!!!!!!! ...ancora un grandissimo bacio!!!
Stefania / RaggioDiLuna...
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