Lei scrisse una poesia.

di Lilian Flumer
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Quando aveva quattro anni,
lei scrisse una poesia e la chiamò ‘farfalle’
perché erano belle e colorate,
e sua madre la lesse,
sorrise e la portò al papà,
baciandolo e accarezzandogli il volto con le dita
dalle unghie colorate.

 
Quando aveva sette anni,
lei scrisse una poesia e la chiamò ‘nonni’
perché era triste che fossero morti
senza nemmeno conoscerla.
E sua madre la prese
con le dita dalle unghie mangiucchiate
 la lesse alla svelta
e non la portò al papà.


Quando aveva dodici anni,
lei scrisse una poesia e la chiamò ‘mi odio’
perché i suoi compagni, a scuola,
non sembravano volerle molto bene.
E non la fece leggere a sua madre,
perché non voleva farla preoccupare,
visto che le sue unghie
erano già troppo rovinate
e i messaggi sul suo telefono
non erano di certo da far leggere al papà.



Quando aveva quattordici anni,
lei scisse una poesia e la chiamò ‘voglio morire’,
perché sembrava che  nessuno
le volesse davvero bene.
E la nascose per non farla vedere a sua madre:
nascondeva bene le cose…ma bastava alzarle le maniche per vedere
che i suoi polsi erano molto più rovinati
delle unghie di sua madre.





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