E' luomo per me
È l'uomo per me
Elisabeth Bennet non aveva mai saputo cosa fosse la paura. Giudicava
gli altri, prendeva la vita con filosofia e s'indignava per fatti che
magari neppure le avrebbero dovuto interessare, eppure solo quando
sentì che rischiava di perdere l'unica persona al mondo che era adatta
a lei, che poteva domare il suo carattere forte e indipendente, capì
che era passata la sua occasione per essere felice e lei gli aveva dato uno spintone. Aveva odiato, parola forte ma veritiera,
il signor Darcy per parecchio tempo e dopo la sua dichiarazione, ritenuta offensiva, unita
alla confessione di aver tramato per l'infelicità della sorella, questo
sentimento negativo aveva raggiunto il culmine. Alla visita a
Pemberly, il suo interesse per l'uomo era già molto cambiato:
parlandone con la sorella, ragionando con se stessa e ricordando le
parole di Charlotte, poteva ben capire che la riservatezza di Jane
potesse apparire come disinteresse e questo, unito alla sua situazione
familiare non florida e a dei genitori non consoni alla vita di corte
(soprattutto la madre), fosse un incentivo ad allontanare il suo amico
da lei. Di conseguenza anche la dichiarazione nei suoi confronti
aveva preso un altro contorno: poteva capire le sue paure e lo ammirava
perché, nonostante tutto, aveva avuto il coraggio di farsi avanti. In
realtà, ora era certa che fosse l'uomo migliore che esistesse al mondo ed era certa che un'altra occasione non
si sarebbe più ripresentata.
La
stoltezza di sua sorella Lydia, che era fuggita ed infine si era
sposata, con l'ultimo uomo che il signor Darcy avrebbe mai voluto come
parente, anche alla lontana, fece vacillare le sue ultime, fragili
speranze. "Ora
sarò l'ultima donna al mondo che vorrà mai sposare." disse alla sorella
Jane, sentendo in bocca l'amaro di ogni parola che pronunciava. La
sorella, anche lei persa nelle sue pene d'amore per Bingley, non era
molto brava a consolarla e finivano per deprimersi a vicenda. Lizzie
sospirò: le mancava Charlotte con i suoi consigli saggi e molto
terreni. Lei, poco attraente, non era una donna che si lasciava andare
ai sentimenti, si era sposata per puro interesse un uomo noioso e poco
attraente ma appariva contenta della sua scelta,
probabilmente convinta di non potere aver di meglio. Jane e Lizzie,
invece, nella loro beltà, si erano crogiolate in sogni che potevano
portare solo disgrazia. Avrebbe dato chissà che cosa per capire che
cosa passava per la deliziosa testa della sua sorella maggiore. Uff, se
non lo capiva lei, che era la persona al mondo con la quale si
confidava di più, come avrebbe potuto capirlo un estraneo? Ora si
rendeva conto che Mr Darcy aveva ragione e che sarebbero rimaste due
vecchie zitelle, se non si fossero rese conto che i sogni ad occhi
aperti non danno né felicità (al massimo il mal di stomaco) né pane per
sfamarle. Si chiese se mai sarebbe riuscita a fare come Charlotte e
sposarsi con il primo Mr Collins le avesse chiesto la mano, pur di
avere un futuro. Forse era questa la cosa che più inorridiva Lizzie:
dover rinunciare ai propri sogni. Vedeva Jane, molto più abituata di lei
a tenersi tutto dentro e ad abbassare la testa ai problemi: lei era di
certo una ragazza che avrebbe accettato il primo venuto, se la sua
famiglia fosse stata d'accordo. -Non sono tutti come te, Elisabeth
Bennet.- pensava fissandosi allo specchio -Hai ricevuto due richieste
di matrimonio nel giro di pochi mesi, e le hai rifiutate con sdegno
entrambe. Rimarrai zitella e tua madre te lo rinfaccerà a vita. Per
fortuna che almeno papà ti difende.- Non che le servisse a stare
meglio. L'angoscia che provava in quel momento non aveva tregua e solo
una parola riuscì a stemperarla e a darle quella speranza che temeva di
non avere più. Quel, 'Mr Darcy era presente al matrimonio.' detto da
quella stolta ma provvidenziale di sua sorella Lydia, le riempì il
cuore di gioia e le fece credere di nuovo nel futuro. L'avvicinamento
suo e di Mr Bingley alla loro famiglia, era un segno che non poteva non
ignorare, e, se la paura che tutto ciò che aveva fatto e detto avesse
intaccato il sentimento che lui le portava non era ancora passata,
almeno poteva essere felice per la sorella, giacché l'amico era
tutt'altro che restio a mostrare i suoi sentimenti. Lizzie attendeva con ansia di sapere, ansia, ansia, ansia...
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