louisthoughts

di Takemehomenow
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Si chiama Rachele. Media altezza, capelli castani tendenti all'arancione, forse al rame, forse al sole. Tra le cose che più odia della sua vita, è proprio il nome a svettare sulla lunga lista. Si pronuncia “chil”, ripeteva con quel tono innocente e spavaldo a qualsiasi persona provasse a chiamarla “chele”, una semplice abbreviazione attribuitagli da quando sua sorella minore iniziò a parlare. Sarà che ama Londra, ama leggere, harry potter, la felpa di quattro taglie più grande del suo esile bacino, gli occhi castani con enormi macchie di verde. Come se Dio avesse accidentalmente lasciato cadere quel colore così intenso sulle sue pupille. Ah, in Dio non crede, ma adoro sperare che lo faccia. Così potrei magari portarla sull'altare, un giorno. Fisicamente è una delle tante gocce di pioggia di un grande temporale chiamato scuola. Sarà che quella gocciolina innocua mi è finita sulla fronte. Ed io l'ho notata. E lei non lo saprà mai. Ha le guance di qualcuno che arrossisce anche per un semplice “ciao”, le braccia di qualcuno che le manca da stringere, due gambe così magre da invidiare. Sembrano stecchini, vorrei ingrassasse.

Mi chiamo Louis, Louis Tomlinson. Frequento il quarto anno di una scuola che sono sicuro non mi porterà nulla, ma meglio di andare a lavorare. Vorrei davvero capire cosa mi ha portato a scegliere una scuola dove sono costretto ad imparare lingue morte, morte dentro, scavate in fondo, vecchie.

Rachele è stata una delle poche ragazze ad avermi davvero colpito, lei è la doccia dopo una giornata sui libri a marcire.





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