NDA: i commenti
sono sempre apprezzati. Mi fa piacere sapere cosa ne pensate :)
Grazie a StillAnotherBrokenDream
per il continuo supporto <3
PROLOGO
Lisa Sullivan sospirò
raggiungendo la piccola finestra
che dava sulla cucina. Non avrebbe saputo dire quante volte il
campanellino sul marmo pregiato avesse suonato per avvertirla che
un'altra ordinazione era pronta, ma dal suo mal di testa avrebbe
detto tranquillamente un milione.
L' Elite era il lounge bar più
in voga della città da
quanto Jacob Mayer lo aveva preso in gestione dopo che il padre era
morto.
Il bar era salito di livello ma la paga
decisamente no.
Lisa sospirò prendendo il
vassoio. Un aperitivo
alcolico, uno analcolico e stuzzichini extra per alcuni clienti che
evidentemente erano decisamente importanti. Si guardò
intorno
prendendosi un attimo per alleviare il dolore che sentiva ai piedi e
si lisciò il grembiule.
Avvocati, medici, architetti e la creme de
la creme di
New York; tutti in quell'unico locale a parlottare tra loro di casi
impossibili, pazienti difficili e progetti ambiziosi. Nel
portadocumenti una serie di carte di credito gold, addosso completi
cuciti su misura e sul viso l'aria furba tipica degli uomini di
potere.
Cose parecchio lontane dalla sua vita.
«Lisa!»
la richiamò il capo «Ma che diavolo
stai facendo
inchiodata lì come una statua di sale?»
Lei scosse il capo ridestandosi dai suoi
pensieri e
abbozzò un sorriso «Scusi Jacob,» disse
«mi stavo solo riposando
un attimo. Serata piena.»
«Beh visto che vuoi venire qui a
riposare forse è
meglio che detragga dalla tua paga i tuoi attimi di riposo.
Che ne dici?»
«No signore.»
replicò lei passando dall'altra parte
del bancone «Non sarà necessario. Torno subito al
lavoro.»
«Bene!»
La donna si incamminò. Si
inumidì le labbra
stampandosi un sorriso sul viso e raggiunse il tavolo. Servì
i
clienti con gentilezza e poi si avvicinò ad un altro tavolo
appena
occupato.
Conosceva la donna che vi si era appena
seduta, si
chiamava Jessica Pearson ed era a capo dello studio legale
più
grande della città. L'aveva vista diverse volte, con alcuni
clienti,
con qualche uomo; sempre con persone molto distinte ed eleganti.
Ordinava sempre la stessa cosa; un Martini con doppia oliva e delle
tartine al salmone. Lasciava delle ottime mance, ed aveva un bel
sorriso anche se Lisa era certa che non fosse sempre del tutto
sincero. Aveva l'espressione di una cacciatrice sempre pronta a
trovare nuove prede e a non lasciarsi sfuggire quelle già
catturate.
Dopotutto, considerato che era una donna in una vasca piena di uomini
squalo e che era arrivata comunque in alto, non avrebbe potuto essere
altrimenti.
Quella sera era lì con un uomo
che Lisa non aveva mai
visto. Prese il blocchetto delle ordinazioni e sorrise ad entrambi
«Buonasera,» disse «sono Lisa e mi
occuperò di voi stasera. Cosa
posso portarvi?»
L'uomo, di cui Lisa non sapeva il nome, le
sorrise «Hai
l'aria stanca, Lisa.»
Lei abbozzò un sorriso
«Servire tutto il giorno ai
tavoli può essere molto stancante signore.»
«Chiamami Harvey,»
rispose lui «signore mi fa
sentire vecchio.»
Lisa abbassò per un attimo lo
sguardo, poi lo rialzò
su di lui «Se non le dispiace preferirei di no. Questo
è il mio
posto di lavoro e»
«Bene allora dimmi a che ora
stacchi. Faremo una
passeggiata e fuori da qui potremmo essere amici.»
La donna al tavolo con lui si
schiarì la voce
accennando un sorriso e Lisa rimandò indietro un ciuffo di
capelli
sfuggito all'elastico.
«Signore,»
iniziò «so che è facile cadere vittima
dei soliti cliché sulle cameriere ma a dispetto di quel che
crede,
io non lavoro qui perché amo l'idea di uomini ricchi e
ambigui che
provano a portarmi a letto. Quindi, la prego, mi dica cosa vuole bere
così che io possa tornare al lavoro. Il mio capo non ama che
si
perda tempo.»
Harvey sorrise volgendo lo sguardo a
Jessica Pearson, e
proprio lei prese la parola «Prenderemo due Martini con
doppia oliva
e delle tartine.»
Lisa annuì «Arrivano
subito.»
«Lisa,» le disse Harvey
«ho molto apprezzato la tua
sincerità. Credo davvero che io e te potremmo essere amici
se tu
volessi.»
«Signore,»
replicò lei sorridendo «non so molte cose
della vita, ma di una cosa sono certa; gli uomini come lei non
diventano amici delle donne come me. Con permesso.» si
allontanò
bloccando il vassoio sotto il braccio e li lasciò soli.
Jessica Pearson rise poggiando le mani
intrecciate sul
tavolo «A quanto pare esistono delle donne capaci di
resistere al
tuo fascino.»
Harvey piegò poco il capo
guardandola con aria beffarda
«Cederà.»
«Non ci conterei ma... buona
fortuna, signore.»
lo canzonò.
Harvey Specter rise lanciando un'occhiata a
Lisa dietro
il bancone. Sarebbe stata dura, Jessica aveva ragione. Ma Lisa era
bellissima e lui era Harvey Specter, il miglior mediatore di New
York. Aveva sempre ciò che voleva e riusciva ad ottenerlo
con
classe.
*****
«A domani Lisa.»
Lisa sorrise a Stacy, la sua collega e la
salutò con un
gesto della mano. Non riusciva a credere che quella giornata
infernale fosse finalmente finita. Non vedeva l'ora di tornare a casa
e anche se pagare un taxi per portarla fino a lì le sarebbe
costato
almeno metà delle sue mance, si sentiva troppo stanca per
prendere
l'autobus quella sera. In fondo, pensò, aveva lavorato duro
e presto
sarebbe stato il suo compleanno; si sarebbe fatta un regalo in
anticipo.
Sospirò riflettendo sul fatto
che, probabilmente il
giorno dopo se ne sarebbe pentita, ma non cambiò idea. Non
quella
sera. Ripiegò la divisa ordinatamente dentro il borsone e
sobbalzò
quando rialzando gli occhi si ritrovò Jacob davanti.
«Jacob!»
esclamò «Non l'avevo sentita arrivare. Mi
ha spaventata a morte.»
L'uomo non si mosse di un millimetro
«Mi hanno detto
che oggi hai rifiutato le avances di un cliente. E' vero?»
«Si.»
«E perché,»
disse lui facendo un inchino «di
grazia?»
«Non sono qui per assecondare le
avances dei clienti,
sono qui per fare la cameriera. Se avessi voluto essere preda di
uomini ricchi e potenti avrei fatto la spogliarellista, o la escort.
O magari entrambe.» disse con tono ironico.
Jacob alzò un sopracciglio
«Ti va di fare la spiritosa
forse?»
«Rispondevo semplicemente alla
sua domanda.»
«Beh la tua risposta ti
è appena costata le mance
della serata.»
Lisa strinse forte il borsone e gli si
avvicinò «Lei
non può togliermi le mance della serata per questo motivo.
Non è
corretto.»
L'uomo alzò le mani abbozzando
un sorriso «Uuh...»
mormorò «cosa vuoi fare? Dirlo al capo? Oh
aspetta. Sono io il
capo.»
«Signor Mayer, ho bisogno di
quelle mance.»
«Non è un mio
problema. E ora fuori prima che decida
di licenziarti.»
Lisa Sullivan avrebbe voluto rispondergli,
o magari
tirargli contro qualcosa. Ma se era vero che aveva bisogno di quelle
mance, era ancora più vero, e triste, che aveva bisogno di
quel
lavoro e l'unico modo per tenerselo era assecondare quello squallido
capo. Si mordicchiò il labbro sperando di riuscire a
trattenere le
lacrime ma qualcuna sfuggì al suo controllo mentre usciva
dalla
grande porta di vetro. «Addio taxi.»
mormorò con la voce
incrinata.
Mise le mani nelle tasche del cappotto e
corrugò la
fronte camminava verso la fermata dell'autobus. Non poteva credere
che lo avesse fatto davvero. «Come faceva a sapere quando
avrei
staccato?»
L'uomo rise fermandosi di fronte a lei
«Non lo sapevo.»
«Quindi vuole farmi credere che
ha aspettato qui fuori
per ore in attesa che il mio turno finisse.»
«Mi crederesti se ti dicessi che
è così?»
Lisa scosse il capo e si asciugò
il viso «No. Ma non
fa alcuna differenza. Mi dispiace, ma devo andare a casa ora.»
Harvey Specter corrugò la fronte
mentre lei lo superava
passandogli accanto. Di solito quello era il momento in cui le donne
iniziavano a cedere, ma non lei. «Ho un'auto. Posso
accompagnarti se
vuoi.»
Lisa si voltò a guardarlo
«Sono sicura che ha anche un
autista e i sedili riscaldabili e probabilmente lo stereo pieno di
canzoni blues, ma non sono interessata. E inizio a trovare la sua
insistenza piuttosto fastidiosa. Stasera mi è già
costata le mie
mance.»
«Le tue mance? Che
significa?»
La donna continuò a guardarlo
mentre faceva qualche
passo all'indietro «Significa che questa conversazione
finisce qui.
Buonanotte signore.» si voltò camminando a passo
più svelto ed
Harvey, confuso, pensò che era il caso di fare due
chiacchiere con
Jacob Mayer per capirne di più.
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