As de cœur

di redeagle86
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As de cœur

 

Chocolat è più che mai decisa a impadronirsi del cuore di Pierre…

Ma se accadesse il contrario?

 

 

Un nuovo anime e una nuova ff…

Devo dire di averlo cominciato a seguire più per crisi d'astinenza dai miei cartoni preferiti che per altro, e mi sono ritrovata ad appassionarmi alle vicende delle due streghette. La mia preferita è ovviamente Chocolat…

E questa storia parla proprio di lei e di Pierre, il misterioso principe… Perché a volte già la sigla ispira strane ff… ^^ 

 

 

 

1. Prologo

 

-Vanilla! Robin! Duke!- gridò Chocolat, varcando in lacrime la soglia di casa. Ma non le rispose nessuno, nemmeno il suo famiglio, che avrebbe dovuto restarle sempre accanto.

Nessuno.

Scivolò lungo la parete, cadendo a terra e nascondendo il viso tra le mani: era disperata e non sapeva davvero come uscire da quella situazione.

-Chocolat, cosa succede?- chiese Robin, comparendo da una porta e correndole accanto. Non l'aveva mai vista piangere in tutti quei mesi, anzi, era arrivato a credere che non ne fosse capace, che la sua energia e vitalità scacciassero sempre ogni malumore.

-Robin…- singhiozzò, abbracciandolo di slancio. Si aggrappò alla sua giacca di pelo viola, piangendo incontrollabile.

Il suo tutore le passò un braccio attorno alle spalle, accarezzandole i capelli rossi e lasciandola sfogare. Vanilla era uscita pochi minuti prima con delle compagne e Duke…chissà dov'era quel ranocchio…

-Chocolat!- sentì esclamare alle sue spalle. In pochi balzi, la rana fu dalla sua padroncina. –Che ti prende, piccola? Cosa le hai fatto, Robin?

-Io?! Io non ho fatto niente! È arrivata a casa così… Chocolat, dai, calmati…

-È…è stato terribile, Robin…e non ho potuto fare niente…

-Chocolat…- mormorò l'uomo, attendendo che esaurisse le lacrime. Anche Duke riuscì a restare in silenzio, forse troppo preoccupato per la sua amica sconvolta. Sentiva una grande tristezza guardandola fra le braccia di Robin, tremante, il corpo scosso dai singhiozzi. Le saltò su una spalla, restandole vicino finché il suo pianto non si placò.

-Scusa…per la giacca…- disse la giovane, separandosi. Sapeva quanto il mago ci tenesse.

Ma questi scosse la testa, asciugandole un'ultima lacrima.

-Tu sei più importante, Chocolat. Adesso andiamo in salotto e ci prendiamo una tazza di cioccolata calda, va bene?

La ragazza annuì, seguendolo. Si sedette sulla poltrona, assaporando la bevanda: era la sua preferita, ma non riusciva a risollevarle il morale.

-Come ti senti? Un po' meglio?

-Sì…grazie.

-Ti va di raccontarci cos'è accaduto?

Chocolat si portò una mano al petto, chiudendo gli occhi: quella terribile sensazione di vuoto non accennava a diminuire, non la abbandonava.

E partiva da lì, dove un tempo c'era il suo cuore.

-Pierre…Pierre ha preso…il mio cristallo…

 

 





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