Declaimer: i Tokio Hotel non mi
appartengono e tutto ciò che è scritto in questo
documento è puro frutto della mia inventiva. Questa storia
non è scritta a scopo di lucro. Detto questo, buona
lettura!!! ^-^
-SEI
UN
DEFICIENTE!!!!! HAI ROVINATO TUTTO!!!!-
-Hayden,
fermati!-
-No
che non
mi fermo, idiota! Devo andare a recuperarla! Hai rovinato quello che
poteva
essere il giorno più bello della sua vita, è mio
dovere di migliore amica
recuperarla e fare in modo che abbia una spalla su cui piangere!-
Le
scarpe
bagnate scivolavano sull’asfalto che era diventato una lastra
di ghiaccio.
Pochi e fugaci pensieri... lui, che aveva fatto
l’irreparabile...lei che
avrebbe tentato di riparare l’irreparabile...e...STONG
(effetti sonori
gentilmente prestati dalla Rai ù.ù)
Nemmeno
un
sussurro, nemmeno un accenno di dolore per la caduta. Nemmeno una
parola di
scusa per la persona contro cui aveva sbattuto. L’unica cosa
che voleva era
trovare Isebil. Ricominciò a correre senza sentire il dolore
che poco dopo le
avrebbe percorso tutta la gamba.
-Hayden,
fermati! Dove stai andando?!- smettendo di correre si girò a
guardare il suo
interlocutore, atto estremamente pericoloso quando ti ritrovi a correre
su una
lastra di ghiaccio. Come se l’essere di fretta, lo star male
per la sua amica e
tutto il resto non fossero abbastanza, cadde violentemente a terra con
il
sedere. Questa volta si che sentì il dolore.
-Oh
cazzo...Hayden, ti sei fatta male?- chiese preoccupato un ragazzo con
in mano
diversi regali che aveva appena raccolto dal suolo.
-No...solo
qualche osso in poltiglia! Nulla di grave, stai pure a portare i regali
in un
locale vuoto!-
-Hayden
se
non mi dici quello che è successo io che posso fare, me lo
spighi?- chiese
l’amico andando verso di lei e aiutandola a tirarsi su.
-Ti
dico una
sola cosa. Tuo fratello, troppe ragazze.- rispose lei stringendogli la
mano
tirandosi su.
-Non
mi dire
che ha fatto una delle sue solite cazzate, ti prego!-
-Si...
e
indovina una cosa? Isebil è scappata e devo raggiungerla
prima che si venda a
un circo ambulante!- disse pulendosi i pantaloni dal ghiaccio e dal
fango del
terreno, per poi portarsi una mano sulla schiena.
-Ehy,
ti fa
male?-chiese lui poggiando la mano leggermente sopra quella della
ragazza con
tocco delicato.
-Un
po’. Ma
nulla di grave. Solo una botta, fra qualche ora sarà
già passata!- disse lei
scacciano la sua mano con fare irritato. Non le piaceva che la
toccassero,
almeno, non le piaceva che i ragazzi la toccassero! Le sembrava che
invadessero
la sua privacy.
-Sicura?
Se
vuoi ti accompagno...-
-No!
No...meglio che vai da tuo fratello, che se lo becco io finisce che mi
sporco i
vestiti di sangue!-
-Fine
come
sempre, Hayden...- un sorriso ironico.
-Ci
vediamo
dopo, Bill! Fai venire i sensi di colpa a tuo fratello anche da parte
mia, eh!
Se lo merita davvero quell’idiota!-
-Certo!
A
dopo, Hayden!- le
urlò mentre era già
lontana, persa nella nebbia di una fredda notte invernale in cui di
certo,
sarebbe scivolata altre volte sull’asfalto ghiacciato.
***
-TOM,
DEFICENTE! Si può sapere che cazzo hai combinato? Ho
incontrato Hayden per
strada...stai certo che se ti becca sei morto!- urlò un
quasi allampanato moro
appena messo piede nel locale cha aveva affittato insieme ai suoi amici
per
quella che avrebbe dovuto essere una delle serate più belle
della vita di
Isebil.
-Oh,
non ti
ci mettere anche tu! Sei mio fratello, dovresti difendermi!- rispose un
rastaro
biondo stravaccato su una sedia. Sul tavolo, sparse e rovesciate, almeno una decina di
bottiglie di birra vuote.
-Ma
cazzo,
Tom...non capisci? Isebil fino a adesso ha avuto una vita di merda! e
quando
finalmente una...UNA cosa nella sua vita volge a suo vantaggio tu
rovini tutto
così? Ti prego, Tom...dimmi che almeno un po’ ti
dispiace, ti prego! Non puoi essere
così cinico!-
-Oh,
ma che
cazzo! Credete tutti che io sia così insensibile? Io sono un
essere umano, come
tutti! Ovvio che mi dispiace, ma non ci posso fare nulla se Isebil non
mi
piace! Ha scelto il ragazzo sbagliato, magari se al posto di volere me
a tutti
i costi si innamorava di Andreas le cose gli andavano meglio!-
sbraitò Tom in
un impeto di rabbia indicando il ragazzo biondo seduto in un angolino
della
stanza. Nella loro compagnia i problemi di cuore erano sempre stati
fonte di
casini, ma mai come quella volta.
Il
rastaro
prese la sua felpa e se ne andò sbattendo la porta, come se
tutto il mondo
dovesse capire che Tom Kaulitz era incazzato nero.
***
-Isebil...
lo so che sei li. Esci, per favore...- chiese dolcemente una ragazza
bionda,
con il trucco sbavato dal pianto e dal sudore. Aveva corso per quasi
un’ora
senza sosta dopo lo scontro con l’amico.
-Hayden,
ti
prego, non riportarmi da lui...- disse in risposta una voce spezzata
dal pianto
dietro il cespuglio che separava le altalene dal resto del parco giochi.
-E
chi ci
torna più da quello stronzo! L’unica volta che lo
rivedrò sarà quando gli
spaccherò la faccia a forza di bottigliate!-
replicò Hayden girando attorno al
muro di fogliame e strizzando gli occhi per vedere il viso
dell’amica nella
penombra.
-Fine
come
il solito, eh?- rise appena... di certo la bionda non era un esempio di
finezza.
Ma almeno era la prova vivente che l’accoppiata bionda
– occhi azzurri non era
sinonimo di snob viziata!
-Ovvio!
Vuoi
tornare a casa?- rispose decisa l’amica avvicinandosi e
sedendosi sull’altalena
libera.
-No!
Se mio
padre mi vede in queste condizioni sai come finisce?!-
-Ok,
allora
non torniamo a casa... vuoi venire da me?- chiese Hayden. Sembrava
molto una
mammina... era così dolce. Incredibile come, in un momento,
potesse cambiare.
-E
dove
dormo? Tuo fratello mica era tornato dalla Russia?-
Il
fratello
di Hayden, Darius, aveva venticinque anni. In Germania non aveva casa
propria,
ma stava ancora nella casa dei suoi genitori, ma in compenso lavorava
in Russia
e stava li per il 90% dell’anno. Erano rare le occasioni in
cui tornava a casa,
se non per le feste, e quindi Hayden sfruttava la sua camera per
dormire con le
sue amiche visto che il fratellone, nonostante non fosse mai a casa, si
era
accaparrato il letto matrimoniale. Ma quando Darius era a casa... il
letto era
suo!
-Giusto...
ascolta Isebil. Tu vai a casa mia a dormire, stai in camera mia. Io
vado da
qualcuno... piuttosto vado a dormire da Andreas o da Bill, ok? Ora
l’importante
è che tu stia bene, chiaro? Ora andiamo a casa mia, ti
sistemi...se vuoi ti
faccio compagnia fino a quando non ti addormenti e poi sgattaiolo da
qualcuno.
Stai tranquilla, l’ho già fatto talmente tante
volta che mia mamma non si
preoccupa più!- spiegò lei. Era una ragazza con
le idee molto chiare, capace di
gestire la sua vita nonostante avesse solo quindici anni. Aveva
già le idee
chiare per il suo futuro e era determinata a fare in modo che i suoi
piani si
avverassero.
-Ma,
io...
non posso! Vado io da Andreas, non posso buttarti fuori da casa tua!-
si
rifiutò Isebil. Lei, al contrario di Hayden, era molto
più incerta. Molte volte
si lasciava sopraffare dai sentimenti e era molto sensibile.
-Isebil,
smettila di lamentarti! Tu dormirai da me, punto e basta!-
ordinò la bionda.
Era irremovibile. Proprio come se fosse una madre che sgrida i suoi
figli.
***
-Ho
portato
Isebil a casa mia... dormirà li, non ha voglia di andare a
casa- spiegò
Hayden buttandosi su una sedia e
soffiandosi sulle mani per fare in modo che riprendano
sensibilità. Si erano
quasi ibernate per il freddo.
-E
tu dove
vai? Io non posso ospitarti...- chiese Andreas, seduto su uno sgabello
vicino
al bancone da bar.
-Non
lo
so... speravo di poter venire da te, in verità. Bill, tuo
fratello è già a
casa?-
-Si...-
rispose il moro appoggiato con i gomiti di fianco all’amico
– a sentire lui lo
trattavamo come un animale, quindi ha preferito andarsene. Me dico
io...se lui
si comporta come un animale noi che dobbiamo fare?-
-Bill,
ti
prego... risparmiaci!- intervenne Anderas
-Ok,
ok...-
rispose scontroso Bill
-Bill,
posso
venire da te a dormire?- domanda spiazzante. Non per il contenuto, ma
per la
risolutezza. Non era mai successo che Bill e Hayden dormissero nella
stessa
stanza. Per di più soli. Da Andreas c’era la
camera degli ospiti, ma nella casa
dei Kaulitz no. Avrebbe dovuto per forza dormire con lui.
-O...ok-
-Perfetto!
Basta che non mi fai incrociare tuo fratello...-
-C...certo!-
***
Non
era la
prima volta che Hayden andava a casa dell’amico, ma era da
tanto che non ci
tornava. L’ultima vola che ci era entrata era per fare una
ricerca in terza
media... circa due anni prima. Seguì Bill piano, guardandosi
attorno. Si vedeva
chiaramente che l’arredamento era stato scelto dalla signora
Kaulitz. Mentre il
moro armeggiava piano con la maniglia Hayden si soffermò a
osservare delle foto
di quando erano piccoli... avranno avuto si e no quattro, cinque anni.
Nella
prima a destra c’era anche lei. Abbracciava Tom e Andreas,
che gli dava un
bacino sulla guancia. Il posto non riusciva a riconoscerlo... forse era
il giardino
sul retro della scuola materna. Quando si voltò il ragazzo
era già sparito.
Entrò piano nella stanza dell’amico, che stava
trafficando nel suo armadio. Era
ancora tutto come se lo ricordava. Un album di Nena sulla scrivania, la
maglietta dei Placebo in un angolo... l’unica cosa nuova era
il microfono
vicino alla finestra. Non che fosse attaccato a un’
amplificatore o cosa, ma le
ricordava in ogni momento che due dei suoi più grandi amici
stavano diventando
famosi. Se tutto continuava come ora, l’anno seguente
sarebbero andati in Sud
Africa per girare il loro primo video.
-Tieni...
è
mia, ma non l’ho mai messa. Spero che ti vada bene. Puoi
usarla per dormire.-
la voce di Bill dietro di lei la distrasse dai suoi pensieri. Lui era
buffo,
così impacciato. Le stava porgendo una enorme camicia a
quadrettoni rossi e
gialli, con lo sguardo fisso su un punto non ben definito dietro di lei
e con
il ciuffo che gli oscurava entrambi gli occhi.
-Grazie!
Vado di la a cambiarmi... non sbirciare, eh!- ringraziò la
ragazza
sorridendogli. Di solito i sorrisi frenano l’imbarazzo. Prese
la camicia e si
diresse verso il bagno. Una volta dentro cominciò a sfilarsi
i pantaloni, per
poi passare al leggero cappotto che ancora indossava e alla maglietta
sotto di
quello. Si mise la camicia, che le stava enorme, e la
allacciò fino all’ultimo
bottone. Però slacciò i bottoncini sulle
maniche... aveva sempre detto che le
davano fastidio le maniche strette.
Piegò
gli
abiti e piano, uscì dal bagno. La camicia le copriva a
malapena il sedere, ma
non le dava fastidio. Piano si intrufolò nella stanza. Bill
era girato di
spalle, si stava infilando la maglia. Si intravedeva il piccolo pezzo
di garza
sul collo che copriva il tatuaggio che si era fatto pochi giorni prima.
Anche
lei, prima o poi, si sarebbe fatta un tatuaggio... ma prima doveva
assicurarsi
che suo padre non la cacciasse di casa insieme a tutti i suoi Cd rock.
Facendo
attenzione a non disturbare appoggiò i vestiti,
più che piegati appallottolati
su se stessi, sulla sedia e si tolse le scarpe. Certo che doveva essere
silenziosa, dato che il moro ancora non aveva notato la sua presenza.
Era
intento a cercare disperatamente qualcosa in un cassetto. Quando,
finalmente,
tirò fuori una coperta di nylon arancione scuro
notò la presenza di Hayden.
-Oh...
da
quanto sei qui?- chiese imbarazzato
-Un
po’...
abbastanza da vedere che sei magro da fare schifo! Fra un po’
la tua pancia
comincerà a ribellarsi perché la stai facendo
scomparire!- scherzò lei
squadrando l’amico. Una volta, mentre non riusciva a dormire,
aveva immaginato
i pigiami dei suoi amici. Una cosa stupida, ovvio, ma si era divertita!
Si era
immaginata Andreas con un enorme pigiama grigio topo, che
più che un pigiama
assomigliava a un’enorme tutone, con sulla maglia un
asinello, Tom con
un’enorme maglietta verde evidenziatore che gli arrivava fino
alle ginocchia e
Bill con un pigiamino nero attillatissimo con un teschiazzo sul davanti
e la
scritta ‘bad boy’ sul retro, invece contro le sue
aspettative Bill dormiva con
una normalissima maglia a maniche corte, in questo caso di un verdone
smunto, e
dei pantaloni stile tuta che gli arrivavano fin sotto i piedi, cosa
assai
difficile vista la lunghezza delle gambe di Bill.
Il
moro, dal
canto suo, guardava la ragazza implorante, come se le stesse chiedendo
‘per
pietà, copriti!’ ma lei proprio per questo era
spinta dal suo istinto sadico a
scoprirsi ancora di più. Si sedette sul letto appoggiandosi
in dietro con le
mani e fissandolo. Lui inizialmente resse o sguardo, ma dopo poco
cedette.
-Allora,
dove dobbiamo andare a prendere il materasso da mettere per terra?-
chiese
Hayden alzandosi dal letto e avvicinandosi ancheggiando alla porta per
poi
appoggiarsi allo stipite.
-Stai
tranquilla, lo prendo io... è nello stanzino qui di fianco!
Comunque tu
dormirai nel mio letto, io dormirò sul materasso!- rispose
il moro
avvicinandosi a lei.
-No!
È il
tuo letto... ci devi dormire tu, no? Poi non sono scomoda a dormire per
terra!-
-Dai,
lascia
perdere... ho la testa più dura di una noce di cocco, non
riuscirai mai a
dissuadermi!-disse lui sorpassandola e entrando nel corridoio.
-Nemmeno
se
mostro un po’ la coscia?-
-Non
sono
Tom! E poi, più scoperta di così non potresti
essere!-
-Beh,
non
hai tutti i torti! Se al posto tuo c’era Tom a
quest’ora erano già venuti a
prenderlo per portarlo all’ospedale!-
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Salve
a tutti! Come scritto nell'introduzione questa è la prima
Fic romantica che scrivo, quindi spero che piaccia. Solitamente tendo a
evitare questo genere per non cadere nel banale e/o nello sdolcinato,
ma ho voluto fare un'eccezione visto che mi era venuta in mente la
trama che ora ho bella e stampata in testa in tutti i suoi particolari.
Se qualcuno fosse così gentile da recensire mi farebbe un
grandissimo favore, anche perchè tengo molto ai pareri
esterni. Detto questo... Arrivederci al prossimo capitolo!!!! ^-^
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