Signori,
signore, lettori fedeli e vagabondi di passaggio... benvenuti.
L’anno
scorso come oggi festeggiavamo un solo compleanno, quello di una veterana di
EFP, un’autrice che Remus e Tonks li aveva messi insieme ancora prima della
Rowling.
Quest’anno
si è aggiunta una new entry, che però ugualmente si è distinta nel raccontarci
storie sul nostro pairing preferito.
Sono due
personalità importanti e vanno festeggiate come si deve.
Per
un’impresa del genere però, un’autrice da sola non era sufficiente.
È per
questo che, in via eccezionale Nonna Sadica e la sua Appendice Rain si sono
coalizzate nella speranza di riuscire a farvi sorridere, ridere magari, e
ringraziarvi per quei piccoli tesori che sono le vostre storie.
BUON
COMPLEANNO
A CUCCIOLA
E PIOGGIA
( in anticipo )!
ELEMENTARE, SIRIUS!
1. Parola di
Malandrino!
È
umanamente e magicamente impossibile che una persona si ritrovi, per colpa o
per sfortuna, a trascorrere dodici anni in una delle più terribili prigioni
esistenti e ne esca uguale a come vi era entrato.
Sirius
Black ne sapeva qualcosa, nonostante uno di quelli che inspiegabilmente
continuava a considerare uno dei suoi migliori amici non facesse che ripetergli
di non preoccuparsi, che la sua indiscutibile finezza non si era affatto
alterata durante il suo breve soggiorno e che conoscendolo, non l’avrebbe persa
mai.
Tralasciando
l’opinione di un certo lupastro, nessuno avrebbe potuto negare che Azkaban
avesse lasciato un segno indelebile su di lui.
Non
si parla soltanto di cambiamenti fisici, anche se l’affascinante giovanotto che
anni prima aveva conquistato molti cuori era a stento riconoscibile sotto i
lunghi capelli neri, il volto inasprito dal tempo, dove spiccavano due occhi
attenti velati di quando in quando dal dolore dei ricordi.
No,
quello che ti segna là dentro, oltre all’incertezza del domani è la NOIA.
Arrivi
a temere il sorgere di un nuovo giorno, perché sai che sarà uguale a quello
prima e a quello prima ancora e ti metti a contare i minuti, i secondi di un
tempo che non passa mai.
Ora,
in una prigione quasi peggiore di quella che aveva lasciato, Sirius Black era
deciso a fare qualsiasi cosa fosse in suo potere per non permettere alla noia
di vincerlo.
Inoltre,
quella settimana, alla sua costante battaglia contro il nemico si aggiungeva non
solo la prospettiva di un nuovo passatempo ma anche la possibilità di riuscire
a staccare il muso di un certo qualcuno dai suoi inseparabili e polverosi
libri.
Il
solo pensiero gli faceva correre un brivido di eccitazione lungo tutta la spina
dorsale; quasi gli sembrava di essere tornato ai tempi dei Malandrini e chissà,
forse in nome dei bei vecchi tempi avrebbe perfino potuto coinvolgere quel
lunatico di Remus nell’impresa.
Merlino
solo sapeva se Moony non aveva bisogno di un po’ di divertimento nella sua
misera vita.
Fu
così che Sirius Black decise di imbarcarsi in una nuova ed entusiasmante
impresa.
Prese
il taccuino che gli aveva regalato Remus per Natale ( uguale a quello dove i
Malandrini annotavano le loro imprese più importanti ), aprì una pagina bianca
ed annotò la sua nuova missione.
La
scritta in cima alla pagina recitava:
“Scoprire l’identità
del nuovo ragazzo di Tonks.”
Piegò
la testa di lato e sotto alla prima riga scribacchiò velocemente alcune idee
che sarebbero potute tornargli utili.
Rilesse
le annotazioni e soddisfatto ripose il libricino in tasca, avviandosi
lentamente in cucina, con l’intenzione di pensare a quale delle sue idee
mettere in pratica per prima mentre si preparava un meritato spuntino.
***
Piano n° 1: chiedere
alla diretta interessata.
Remus Lupin quella mattina scese le scale con
uno strano presentimento, incapace di scacciare l’impressione che stesse per
accadere qualcosa. Cosa però, non avrebbe saputo dirlo.
Quando entrò in cucina, ne ebbe la conferma:
durante la notte doveva essere stato catapultato in una dimensione parallela,
perché non c’era assolutamente nessun motivo al mondo – quello in cui di solito
viveva – per cui il suo migliore amico, Sirius Black, ritenesse valesse la pena
di alzarsi dal letto prima delle undici e mezza del mattino.
In quel momento però il pendolo in entrata
segnava le sette, ergo la convinzione di essersi svegliato in una dimensione diversa
dalla sua.
Fece un passo indietro, chiuse la porta e
rientrò, trovandosi di fronte lo stesso identico scenario che lo aveva accolto
al suo arrivo pochi secondi prima.
Con un sospiro e senza riuscire a cancellarsi
dal volto quella espressione buffa e perplessa che aveva iniziato a mettere
radici, prese posto sulla sua solita sedia, ma non senza prima rivolgere un
sorriso furtivo alla ragazza seduta di fronte a lui a tavola.
Tonks rispose velocemente al sorriso prima di
tornare a rivolgersi all’unico elemento discordante in tutta la situazione.
“Per l’amor del cielo, Sirius, se ti sei
alzato all’alba solo per farmi una domanda così cretina, allora puoi benissimo
tornartene nel tuo adorato lettino, perché non ho nessuna intenzione di
dirtelo.”
Remus spostò il suo sguardo sull’amico, e un
sospetto circa le intenzioni di quel degenerato iniziò a solleticargli la
mente.
“Perché non posso saperlo?” insistette Sirius,
ostinato.
La ragazza sbuffò.
“Perché l’ultima volta che ti ho raccontato
qualcosa di riservato e personale tu ne hai fatto un affare di stato e nel giro
di un’ora la cosa era di dominio pubblico.”
“Questa volta non succederà, te lo prometto.”
“Oh, ne sono certa, perchè da me non saprai
niente.”
“Eddai, cuginetta...”
“Neanche sotto tortura,” affermò, decisa.
Sirius mise su un broncio da manuale, ma non riuscì
a fare nulla per impietosire la giovane, che raccolse in fretta le sue cose - visto
che era per l’ennesima volta in ritardo per il lavoro.
“Buona giornata, ragazzi; Remus, mi
raccomando, tienilo d’occhio,” salutò lei, facendogli l’occhiolino.
Un attimo dopo se n’era andata.
***
Non appena Tonks ebbe chiuso la porta, Sirius
si accasciò teatralmente sulla sedia lasciata libera dalla cugina, lasciandosi
scappare un enorme sbadiglio.
Tentando di ignorare la stanchezza incombente,
aprì il suo taccuino sulla pagina della missione e tirò una barrò la prima
opzione: chiedere alla diretta interessata.
Fatto questo, mise via tutto e riassunse il
precedente stato catatonico.
Ci vollero all’incirca due minuti di strenua
lotta contro le palpebre, che pretendevano di recuperare lo stato che
abitualmente avevano a quell’ora del mattino, prima che Sirius si accorgesse
che Remus aveva posato il giornale e lo stava fissando con attenzione, quasi
volesse carpirgli un segreto attraverso il semplice sguardo.
“Che c’è?” sbottò infine, iniziando a sentirsi
a disagio sotto l’intensità che si celava dietro quelle iridi ambrate.
Remus si limitò a studiarlo per qualche altro
secondo.
“Che diavolo hai in mente, Black?” chiese
lentamente.
“Chi ti dice che io abbia in mente qualcosa?”
ribatté, fingendosi offeso.
“Conosco quello sguardo; è quello da ‘comincia
a tremare perché ne sto combinando un’altra delle mie’,” disse semplicemente il
Licantropo. “Allora, di cosa si tratta stavolta?”
Sirius dette un profondo sospiro, guardando
sottecchi l’amico che sfogliava distrattamente il giornale, chiedendosi come
avesse potuto dimenticare che Remus era sempre stato in grado di leggerlo come
uno dei suoi amati libri, prevedendo le sue mosse e anticipando i suoi
pensieri.
Era alquanto scomodo, perché non gli si poteva
mai nascondere niente.
“Si tratta di Tonks,” spiegò alla fine,
rinunciando all’idea di negare tutto.
“Questo,” mormorò Remus, senza alzare gli
occhi dall’articolo che stava leggendo, “L’avevo intuito. Cosa riguardo a lei?”
Se avesse potuto, Sirius si sarebbe stretto la
mano da solo: ecco la perfetta occasione per coinvolgere il lupastro nel suo
piano ingegnoso.
“Non so se lo sapevi, ma recentemente Tonks sta
frequentando un nuovo ragazzo...”
Aveva lasciato di proposito la frase in sospeso
in attesa di una reazione dell’impassibile amico, che come previsto, alzò la
testa di scatto negli occhi un’espressione allarmata e sorpresa allo stesso
tempo.
Un sorriso malizioso si dipinse lentamente sul
volto dell’Animagus.
“Avevo ragione,” mormorò, fingendosi
compiaciuto. “Lei ti piace.”
“Non è vero!” protestò Remus.
“Oh, sì... e parecchio, anche.”
“Non... si parlava di lei, non di me,
comunque!”
“Ciò non toglie che io abbia ragione.”
“Pensala come ti pare. Sei riuscito a scoprire
chi è questo tizio?”
“A dire la verità, no. Era questo quello che
avevo in mente, per rispondere alla tua domanda di poco fa.”
“Chiedere direttamente a lei non ha
funzionato, eh?”
“Come hai potuto constatare,” replicò Sirius.
“E se ti conosco abbastanza bene, posso dedurre
che l’idea di rispettare la sua privacy e lasciare che te lo dica lei a suo
tempo non ti abbia neanche lontanamente sfiorato?”
“Puoi.”
“Sei un maledetto ficcanaso.”
Sirius non si scandalizzò nemmeno un po’ alle
parole dell’amico, anzi scoppiò in una fragorosa risata.
“E dai, ammettilo che anche tu, in fondo, stai
morendo dalla curiosità.”
“Anche se fosse, e ti assicuro che non
è così,” puntualizzò, vedendo l’altro pronto a ribattere, “Non sono affari che
mi riguardano.”
“Sì, come no. Scommetto che invece vorresti
avere questo misterioso ragazzo a portata di mano, magari in un particolare
giorno del mese, quando la luna è piena e alta in cielo.”
Il Licantropo si indignò.
“Sai bene che non lo farei!”
“Ma non vuol dire che non lo vorresti
fare. Sarei geloso anche io se un altro mettesse le mani sulla mia innamorata.”
“Te lo ripeto, Tonks non è la mia innamorata.”
Sirius si preparò per la stoccata finale.
“Allora non ti dispiacerà se ti terrò al
corrente dei progressi delle mie indagini?”
Remus tacque e l’Animagus poteva quasi sentire
la mente dell’amico lavorare frenetico mentre valutava velocemente i pro e i
contro dell’impresa che gli era stata proposta.
Anche Sirius, negli anni, aveva imparato
qualcosa riguardo all’amico e sapeva che per quanto innocentismo potesse fingersi,
da che lo conosceva non aveva mai rifiutato una sfida.
“Se
io me ne tiro fuori, ho ragione a pensare che tu continuerai ugualmente?”
Ti
ho in pugno, Moony.
“Assolutamente
sì.”
“In questo caso, considerami dentro.”
Sirius già sfoggiava un ghigno deliziato e
Remus si sentì in dovere di fare alcune precisazioni.
“Ma,” esordì, “Non parteciperò a nessuna
azione attiva. Potrai parlarmene, chiedere la mia opinione, ma ho accettato
solo per poter limitare i danni; e vorrei che fosse chiara una cosa: io non
ero d’accordo. Prendere o lasciare, Black.”
“Credo di potermi accontentare,” sogghignò
l’Animagus. “Ho la tua parola che mi aiuterai, quindi?”
Remus mise la mano destra sul cuore e alzò
l’altra a mo’ di giuramento.
“Che la mia vita sessuale rimanga per sempre
com’è in questo momento, se farò qualcosa per intralciare i tuoi piani. Parola
di Malandrino.”
Se solo Sirius si fosse preso la briga di
informarsi sulla situazione romantica dell’amico, forse avrebbe saputo che
Remus era piuttosto soddisfatto della sua attuale situazione per quanto
riguardava le questioni... intime e non si sarebbe lasciato ingannare dal tono
solenne con cui aveva pronunciato le ultime parole.
Purtroppo però, l’averlo spesso in giro per
casa aveva portato Sirius a presumere che l’attività sessuale del lupastro
fosse pressoché nulla e che quindi non avesse nessun desiderio di mantenerla
tale.
È proprio per questo che, ignaro della
macchina che lui stesso aveva appena messo in moto, si avviò verso luoghi più
consoni al lavoro che si apprestava a fare, congratulandosi con sé stesso per
essere riuscito ad ottenere la preziosa collaborazione del più incorruttibile
dei Malandrini.
Saliti i primi gradini non riuscì più a
trattenersi e si abbandonò ad una risata isterica.
Era incredibile la facilità con cui era
riuscito a incastrarlo.
Aveva davvero creduto che lo pensasse
innamorato di Tonks? Andiamo... non c’erano al mondo due persone meno
compatibili di Remus Lupin e Ninfadora Tonks.
Mai in vita sua aveva sentito un’idea più
assurda.
Continua...
Compariamo sotto un nome diverso, ma siamo sempre noi ( come,
non avete riconosciuto la caratteristica sfumatura sadica di Nonna? Beh, magari
nel prossimo capitolo coglierete quello della sua degna – e altrettanto sadica
- compare )...
Con questa mini fic a 4 capitoli, inauguriamo una collaborazione
che speriamo di poter ripetere in futuro.
SE l’inizio di questo esperimento a quattro mani vi intriga...
SE questo primo capitolo vi ha divertito...
SE siamo riusciti a strapparvi una fragorosa risata o anche solo
un timido sorriso...
Cliccate la scrittina in fondo alla pagina e fatecelo sapere.
Ci farebbe piacere sentire la vostra opinione.
Alla prossima!
Nonna Minerva e Rainsoul