Note
Penso
che la
canzone che da il nome al titolo sia perfetta per Naruto e Sasuke.
Quando
l’ascolto, e lo faccio spesso perché è
una delle mie preferite, mi vengono in
mente loro due; in seguito, pensando a questa piccola storia, ho
scoperto che calzava
a pennello.
Vi
ho messo sotto
il link, così potete ascoltarla se non la conoscete.
Ringrazio
chi
leggerà e chi commenterà, sempre se qualcuno
deciderà di farlo! xD
START
AGAIN
Prologo
And
I remember everything,
Everything I loved,
I gave it away like it
wasn't enough
Sasuke Uchiha
aveva raggiunto il punto di non ritorno.
Quel
giorno,
aveva deciso di chiudere definitivamente i contatti con il mondo
esterno, eliminare
dalla sua lista ogni essere umano pensante, liberarsi di tutto
ciò che poteva
causargli dolore.
Si,
perché
Sasuke stava soffrendo; e nessuno aveva posato più di uno
sguardo su di lui in
modo tale da accorgersene. Oppure, tutti avevano ignorato il segno del
suo
malessere per evitare complicazioni e noie.
In
realtà, la vera
causa del cuore tormentato di Sasuke, era il suo ragazzo, Naruto
Uzumaki; il
biondo venticinquenne, affermato scrittore nonostante la sua giovane
età,
vincitore di numerosi premi letterari in soli due anni, era troppo
concentrato
sul suo successo e sul suo benessere per notare la rabbia, la
tristezza,
l’odio, che lentamente prendevano possesso
dell’anima di Sasuke.
O
almeno, era
quello che Sasuke aveva cominciato a pensare; così i suoi
pensieri distruttivi,
che prima erano solo supposizioni, purtroppo per lui erano diventate
certezze.
Di
solito, dopo
una giornata impegnativa con il proprio editore, Naruto tornava nella
loro
casa, ed evitava di svegliare Sasuke perché voleva che
almeno lui riuscisse a
dormire più di cinque ore a notte; Sasuke invece era sempre
sveglio, ma mentiva
sul suo sonno, e intanto rimuginava su Naruto che non voleva
più avere niente a
che fare con lui, e che preferiva lasciarlo dormire piuttosto che
recuperare
tempo perduto facendo l’amore.
Quando
Naruto si
accoccolava dietro la sua schiena, lasciandogli un bacio dolce alla
base della
nuca, Sasuke digrignava i denti silenziosamente, chiedendosi con rabbia
quanti
baci il suo ragazzo avesse offerto gratuitamente quel giorno.
E quando
Naruto
continuava a riferirgli il numero delle vendite, il successo che aveva
ottenuto
con un libro, i premi ricevuti, lo faceva perché
desiderava condividere la sua
felicità con la persona amata, senza nessuno scopo infido.
Purtroppo
Sasuke
non riusciva a vedere niente di tutto questo; ogni gesto, ogni parola,
e ogni
azione di Naruto erano diventati motivo di scontro, motivo di dubbio;
divenne
scontato domandarsi che cosa c’era dietro, il
perché Naruto non l’avesse
svegliato la mattina – voleva evitare Sasuke?
Non riusciva nemmeno a
guardarlo in faccia per pochi minuti prima di rintanarsi nel suo
studio?
Oppure
chiedersi
il perché non gli avesse raccontato del suo fan ossessivo
– forse a Naruto
gli piaceva essere seguito, desiderato? Sasuke non gli bastava
più, oppure
Naruto era solo un grande ammiratore di se stesso? Un ragazzo che
godeva delle
attenzioni altrui, e che voleva compiacere tutti perché
adorava sentirsi al
centro dell’universo?
La
gelosia, la
rabbia di essere escluso, di essere non-voluto, di essere abbandonato,
erano i
sentimenti che albergavano l’animo di Sasuke.
L’affetto,
l’amore, rimanevano ma erano contaminati.
Sasuke
aveva
sempre avuto la certezza che le persone guardano solo al loro esclusivo
interesse, che nessuno è indispensabile, che tutti possono
essere sostituiti;
all’inizio, Naruto era solo l’eccezione in tutto
quello schifo che Sasuke pensava
fosse il mondo.
Ma ormai
era
tutto cambiato, anzi, forse era sempre stato tutto sotto i suoi occhi,
e lui
era stato troppo cieco per vedere.
Forse
Naruto era
sempre stato come gli altri, e Sasuke si era fatto abbindolare dal suo
sorriso
dolce e dai suoi bellissimi occhi azzurri.
I tempi
in cui
riusciva a calmarsi quando Naruto lo abbracciava, lo stringeva e gli
diceva che
lo amava con tutto il suo cuore, erano finiti; ora il tocco di Naruto,
lo
mandava in bestia.
La voce
di
Naruto che gli chiedeva cosa avesse, oppure il perché fosse
arrabbiato, lo
irritavano ancora di più.
Voleva
solo che
la smettesse, che la smettesse con le sue tenere carezze, con i suoi
morbidi baci.
E Sasuke
in cuor
suo sapeva che Naruto lo amava profondamente; sapeva che i suoi oscuri
pensieri
erano sbagliati, falsi, cattivi, perché nei pochi momenti di
lucidità che gli
erano rimasti, riusciva a comprendere quanto in realtà
fossero folli.
Ma era
troppo
tardi per rimediare; dopo quell’attimo di luce, ritornavano
le tenebre, seguiti
dalla paranoia, dal dubbio.
Sasuke
si era
perso ancora una volta.
Perciò,
quel
giorno freddo di novembre, prese la decisione definitiva.
Perché
Sasuke
amava Naruto, amava Naruto così tanto che doveva proteggerlo
dalla furia e
dalla pazzia di se stesso.
***
Parte
prima
All
the words I said and all you forgive
How could I
hurt you again?
Aveva
bussato alla porta dello studio, ma aprì l’anta
senza aspettare la sua
risposta; il suo ragazzo era seduto alla scrivania, il suo volto
coperto dallo
schermo del computer.
«Naruto»
Il
rumore dei
tasti che venivano digitati, cessò; Naruto si sporse per
guardare Sasuke, che
intanto era entrato nella stanza fermandosi di fronte a lui.
«Ehi
Sas’ke»
Naruto
gli
sorrise dolcemente, mentre Sasuke si domandava perché gli
stesse sorridendo
quando non c’era proprio niente per cui essere felici.
«E’
successo qualcosa?»
si sentì chiedere, sempre con quel tono allegro e
accondiscendente.
Sasuke
sospirò
profondamente, prima di rispondere.
«Ho
deciso di
chiudere»
Non
aveva
aspettato oltre, perchè non voleva cambiare idea; Sasuke era
convinto che se
avesse esitato solo qualche istante, Naruto sarebbe riuscito in qualche
modo a
fargli fare dietro front; quindi era meglio finirla in fretta.
«Cosa?»
Naruto
si alzò dalla sedia girevole, e in un attimo gli fu vicino.
«Cosa stai dicendo
Sasuke? Hai deciso cosa?» la sua fronte era aggrottata dalla
preoccupazione, il
suo sorriso era sparito.
«Mi
hai sentito»
replicò Sasuke, affrontandolo con lo sguardo; riusciva a
guardarlo negli occhi,
perché sapeva che la decisione che aveva preso era quella
giusta.
«Non
capisco!»
Naruto gli afferrò i polsi, stringendoli forte tra le sue
mani «Vuoi chiudere
cosa? Vuoi chiudere con me?»
Sasuke
non tentò
di liberarsi, riusciva a vedere il tormento negli occhi di Naruto, ed
anche quella
presa era un segno di turbamento, di quanto fosse preoccupato.
«Non
ha senso
continuare» mormorò apaticamente «Ormai
non parliamo più, non condividiamo più
nulla se non questa casa»
«Sei
tu che non
vuoi farlo! Sei tu che non mi parli! Ti domando cos’hai e mi
rispondi a
monosillabi, non te lo domando e ti arrabbi con me perché
non l’ho fatto!»
Naruto
lo stava
aggredendo verbalmente, e intanto la sua presa stringeva, e Sasuke
sapeva che
il giorno dopo sarebbero comparsi dei lividi ai polsi.
«Hai
ragione»
gli rispose, sempre con il solito tono, ma lo pensava sul serio; sapeva
che era
solo colpa sua, della sua mente malata, della sua gelosia e delle sue
numerose
paure.
«Mi
prendi in
giro?» Naruto lo lasciò libero, ma solo per
afferrare il suo volto tra le mani
«Sasuke, ti prego, dimmi che cosa c’è
che non va, dimmi solo…dimmi solo quello
che provi, quello che vuoi, e ti giuro che farò tutto per
aiutarti. Ma ti
scongiuro…non farlo»
Sasuke
alzò le
sue mani per posarle su quelle di Naruto, sentendo quanto fossero umide
per
l’agitazione. Accarezzò i palmi, con dolcezza
inusuale, provando solo dolore
per l’angoscia che sentiva provenire da Naruto, provando
rabbia per se stesso,
e per ciò che stava per fare all’amore della sua
vita.
«Non
puoi fare
niente, perché è un mio problema, non tuo. Io
sono così, sono…sbagliato,
Naruto. Non merito di starti vicino, e non posso perché
continuerei a
trasferire il mio odio su di te»
«Tu
non sei
sbagliato» gli rispose, con forza «Non puoi
abbandonarmi solo perché tu pensi
che mi farai soffrire!»
«Non
penso, già
lo faccio, e lo sai bene. Non sono uno stupido, vedo che non sei felice
con me»
«Non
sono felice
perché tu non sei felice» Naruto
abbassò le mani, tenendole strette a quelle di
Sasuke, facendo scivolare le dita con le sue; anche la sua voce si fece
più
bassa, intima.
«Vorrei
solo non
vederti ogni giorno arrabbiato, triste, con il mondo. Vorrei che tu
avessi
quello che vuoi, vorrei vederti sorridere almeno un poco, per non
sentirmi come
un essere inutile. Hai ragione ad avercela con me…ho
continuato a concentrarmi
sulla mia vita e sulla mia carriera ignorando il tuo malessere, facendo
finta
che tutto fosse a posto perché non volevo discutere, e
rischiare di perderti
definitivamente. Ho sbagliato, ora l’ho capito. Sono io che
non ti faccio stare
bene?»
Naruto
lo vide
scuotere la testa lentamente, ma continuò a sussurrare, con
gli occhi turbati
dal dolore. «Se vuoi lasciarmi perché non mi vuoi
più lo capirò. Ma se ci tieni
a me e stai soffrendo, io voglio sapere il perché. Devo
poter far qualcosa per
aggiustare le cose.»
Sasuke
strinse
le labbra, sopraffatto dai sentimenti che Naruto riusciva a fargli
provare; un
altro poco, e non avrebbe avuto più il coraggio di lasciarlo
e sarebbe tornato
tutto come prima; Sasuke avrebbe provato odio per la loro storia,
avrebbe
cominciato a trattarlo male, a chiamarlo bugiardo,
ad avere dubbi sul
loro rapporto e su Naruto stesso come persona.
Non
doveva
succedere.
«Tu
non
capisci…» si districò dalle sue dita
con un gesto così brusco che sorprese
l’altro, e indietreggiò di qualche passo mettendo
distanza tra loro «Non
capisci che cosa continuo a pensare di te? Che stai con me solo per
abitudine,
che ti sei stancato, che sei un bugiardo e preferisci lavorare
piuttosto che
vedermi! Che parli con tutti tranne che con me! Che ti confidi solo con
il tuo
amichetto, e che quando piangi lo fai con lui! E poi continui a
nascondermi le
cose…e io devo scoprirle da solo, e quando lo faccio devo
anche sopportare la
tua faccia soddisfatta!»
Naruto
era
annientato dalla raffica delle sue parole, tanto che non riusciva ad
emettere
alcun suono; i suoi occhi spalancati e turbati fissavano Sasuke, che
aveva ripreso
a soffiare con una punta di cattiveria, come se volesse davvero
ferirlo; e ci
stava riuscendo.
«Penso
che sei
solo un bugiardo e che appena volto gli occhi, ti concentri su
qualcos’altro
che non sia io! E a volte ti odio! A volte vorrei ucciderti!
È questo che vuoi?
Che continui a pensare queste cose? Vuoi continuare una relazione con
una persona
del genere?!»
Sasuke
terminò,
respirando affannosamente, e portandosi una mano sugli occhi per
smettere di
vedere.
Non
voleva
assistere al viso di Naruto, rosso e bagnato di lacrime; non aveva il
coraggio,
non poteva assistere ai suoi occhi azzurri annebbiati che lo guardavano
con
disperazione.
Sapeva
di aver
superato il limite, ma arrivato a quel punto non c’era stato
verso di fermarsi;
aveva sputato fuori tutto quello che aveva dentro, la rabbia,
l’insoddisfazione, la gelosia; e nel farlo aveva ferito
Naruto, colpendolo
dritto al cuore.
L’aveva
distrutto; l’aveva anche fatto piangere?
Si
aspettava di
sentire i suoi singhiozzi o lamenti, ma il silenzio regnava nella
stanza.
Allora
Sasuke divenne
confuso, e decise di controllare la situazione, abbassando la mano
lentamente.
Naruto
non stava
piangendo, ma lo stava guardando con aria decisa, anche se ad
una vista più
attenta, si poteva notare che il suo corpo tremava leggermente a causa
del
turbamento che stava provando.
«Naruto…»
sussurrò Sasuke, quando tutt’un tratto lo vide
avvicinarsi; poi all’improvviso
venne abbracciato con forza, Naruto lo strinse come se non volesse mai
più
separarsi da lui, facendogli male, prendendolo per i capelli e
forzandolo ad
abbassare la testa.
Così
Sasuke si
trovò accerchiato, con la faccia piegata e premuta sulla sua
spalla, il corpo
circondato dalle sue braccia, le gambe incastrate con le sue, i petti
uniti.
E
Naruto gli
lasciò piccoli e soffici baci al collo, ai lati del viso,
sui capelli, mentre
le mani correvano sulla sua schiena, massaggiandogli i muscoli con
lenta
dolcezza.
«Mi
dispiace
Sas’ke, mi dispiace tanto»
Sasuke
era così
sorpreso da non riuscire a reagire, aprì la bocca per
parlare ma non emise
alcun suono; era confuso, turbato dalla reazione di Naruto, che invece
di
urlargli contro e di essere proprio lui a lasciarlo andare dopo la sua
sfuriata, lo stava abbracciando con vigore e amore.
«Non
dovevo fare
finta di nulla, non dovevo lasciarti solo. Dovevo insistere, dovevo
costringerti a parlare, e invece ti ho fatto arrivare a questo
punto…ti prometto
che non accadrà più, non lascerò che
dei falsi pensieri, e dei dubbi, si
mettano tra noi»
Sasuke
lo
ascoltò inebetito, ma fortunatamente dopo qualche attimo di
smarrimento riprese
pieno controllo del suo corpo, e con riluttanza provò a
staccarsi da quella
presa ferrea.
Naruto
non
lasciò andare facilmente, ma incrociando lo sguardo scuro
dell’altro, decise di
dargli spazio; lo liberò dall’abbraccio, e
indietreggiò di qualche passo.
«Tu
non hai
capito» lo aggredì subito Sasuke, stringendo le
labbra e serrando i pugni fino
a scavarsi la pelle con le unghie «Pensi che parlare risolva
qualcosa?
Continuerò a pensar male di te, continuerò ad
avere dubbi. Non ha senso
continuare questa falsa!»
Naruto
lo guardò
con un accenno di sfida negli occhi azzurri. «Proviamoci. Ti
chiedo solo di
provare e io farò di tutto per non darti motivo di dubitare
di me»
«Perché
ci tieni
tanto?»
«Non
chiedermi
l’ovvio, Sasuke» Naruto era più deciso
che mai, e Sasuke sapeva che non era
tipo da gettare la spugna, e che avrebbe fatto di tutto per raggiungere
il suo
scopo.
Non
si sarebbe
arreso fino a quando non avesse ottenuto quello che voleva; era sempre
stato
così.
E
Naruto voleva
Sasuke.
«Ricominciamo,
okay?» incalzò ancora Naruto, ma usando un tono
più pacato, facendo scorrere la
mano tra i suoi capelli neri, intrecciando delle ciocche di capelli con
le
dita, lasciandogli una piacevole sensazione sulla nuca.
Sasuke
annuì, seppur
riluttante e per niente convinto; ma quando si spostarono sul divano
dello
studio, e cominciarono a baciarsi, dimenticò i suoi pensieri
distruttivi.
Si
concentrò
solo su Naruto, sulle sue soffici labbra che si bagnarono quando
vennero a
contatto con la sua lingua, sugli occhi azzurro cielo che divennero
offuscati
dal bisogno; soffocò un gemito di piacere al contatto con il
suo corpo nudo,
che era premuto sotto il suo.
E
mentre era
dentro Naruto, tutto quello che sentiva e provava era
desiderio, passione e
amore. Avrebbe voluto rimanere così per sempre,
perché si sentiva al sicuro lì,
il suo rifugio era il corpo di Naruto, l’avere le sue braccia
intorno al collo,
le sue gambe strette alla vita.
Ma
una piccola
vocina nella sua testa non cessava di parlare, continuava a dirgli che
ora era
in pace, che ora si sentiva tranquillo, ma non sarebbe durata.
E
Sasuke sapeva
che aveva ragione; aveva sbagliato, avrebbe dovuto lasciarlo andare per
sempre
ma aveva fallito.
***
Fine
parte prima
Non so bene cosa
dire di questo primo capitolo, tranne che è
un’anticipazione dei problemi che
ha Sasuke, nel gestire se stesso e il suo rapporto con Naruto. Nel
prossimo
aggiornamento vedrete come i pensieri di Sasuke andranno ad influire
sul suo
comportamento, visto che in questo capitolo c’è
stato solo un riassunto.
Voglio precisare
una cosa prima di andare avanti: non voglio dipingere Naruto come un
santo, perché
è anche a causa sua che Sasuke ha cominciato a pensare male
di lui.
Sasuke
si è
sentito trascurato, abbandonato da Naruto; è vero che Naruto
a volte gli ha
chiesto che cosa ci fosse, che cosa avesse, perché fosse
arrabbiato, ma queste
domande di circostanza sono sufficienti?
Quando
si ama
non bisogna scavare, indagare, costringere la persona a confessare il
proprio
malessere? Naruto non l’ha fatto; Sasuke lo ha sempre
ascoltato, lo ha
ascoltato mentre blaterava del suo lavoro, dei suoi fans, della sua
vita, ma non
ha avuto niente in cambio e lentamente ha cominciato a pensare male di
lui, che
fosse troppo concentrato sulla sua vita, che fosse egocentrico.
Sasuke
ha un
carattere diverso, più chiuso; non si esprime se non quando
è necessario, ma
non vuol dire che lui è sempre la persona che deve ascoltare
e un giorno al
mese può sfogarsi, mentre l’altro può
farlo tutti i giorni e ascoltare un
giorno al mese.
E la
colpa di
Sasuke è quella di averne fatto una malattia, ingigantendo
le cose,
trasformando il positivo in negativo, trovando il pelo
nell’uovo in tutto.
Da un
po’ di
tempo non riesco a scrivere per diletto, ma solo perché ho
qualcosa da dire o
qualcosa da tirare fuori. E ho dovuto davvero tirare fuori questa
storia con
forza.
Spero
che questo
argomento vi interessi e vi prometto che non vi tedierò a
lungo, è una
mini-long di tre o quattro capitoli al massimo, non lo so ancora :)
Attendo
le
vostre recensioni, i vostri insulti se non vi piace e se volete che
smetta di
tediarvi, e i vostri pareri su questo problema che non è
proprio tanto piccolo!
A
presto!!
P.S.
Avvisatemi se
ci sono errori, soprattutto se sono evidenti. Non riesco mai a
trovarli, sono
una talpa in questo (Okay non solo in questo)