1
L'inizio
7 Giugno 2013
La vita è troppo breve per concentrasi sul passato. Guarda piuttosto al futuro.
Quando lessi tale frase sul mio tablet non riuscì a
coglierne il senso. Non era veritiera. Non lo era per me. Il mio futuro
era piuttosto incerto proprio per colpa del mio passato. Il passato
rappresenta il futuro, siamo schiavi del passato.
Sbuffai, posando il tablet sul pavimento. Sussultai quando notai
l'orario: le sei e mezza. Mi alzai immediatamente dal letto anche se
con riluttanza, e mi scaraventai nella doccia. Lavorare al 'Fire
Kitchen Restaurant' significava immegersi nella sporcizia più
totale, ammazzarsi di lavoro per otto ore e ritirarsi a casa sembrando
zombie. Quando riuscii a togliere il grasso che mi era rimasto nei
capelli la sera prima, uscii dalla doccia e mi avvolsi in un morbido
asciugamano. Strofinai la pezza per tutto il corpo in modo che mi
asciugassi, diedi infine un colpo di phon ai miei capelli che col tempo
stavano perdendo la loro originale lucentezza. Indossai il mio intimo e
la mia uniforme di lavoro, gonna scozzese verde e gialla e una camicia
gialla con il logo del ristorante. Ho sempre pensato che fosse un
completo molto imbarazze ma in un modo o nell'altro mi ci ero
affezionata, forse era per questo che ancora non mi ero dimessa o forse
era perché avevo bisogno di soldi. Due anni fa, persi entrambi i
miei genitori e mia sorella maggiore scappò di casa quando avevo
5 anni. Perciò mi dovetti rimboccare le maniche e dare inizio
alla mia nuova '' vita ''. Ciò non significava che guardavo al
futuro, cercavo solo di proteggermi dal passato. Avvertii gli avvocati
che non volevo andare a vivere da nessuno dei miei zii, specialmente da
zio Gregor che è stato più volte trascinato in tribunale
e sbattuto in galera. Inizialmente, gli avvocati non erano d'accordo
alla mia richiesta di vivere sola ma infine accettarono a costo di una
visita mensile. A me andava bene così.
Mi recai al lavoro, leggermente sollevata. La sera prima, Arnold, il
cassiere del ristorante, mi avvertì che sarebbe arrivato un
rinforzo. Entrai nel locale attraverso la porta scorrevole e mi
ritrovai davanti una scena pietosa: il mio capo stava ridendo, era una
risata finta. Stava parlando con lo sceriffo di Beacon Hills e con un
ragazzo che poteva essere senz'altro il figlio. Tutti si voltarono a
guardarmi e io esposi il mio miglior sorriso. Ero in imbarazzo, detesto
essere fissata o guardata o essere al centro dell'attenzione. Bill, il
mio capo, mi afferrò il braccio e mi trascinò davanti ai
due. Presi fiato.
<< Lei è Arielle, la mia migliore cameriera >> mi presentò Bill. Lo guardai torva.
<< Sono la tua unica cameriera, Bill. >> Mi voltai a
guardare lo sceriffo e il figlio << Piacere di conoscervi...
>>.
Insieme ammiccarono un sorriso. La somiglianza tra i due era
straordinaria. Arrossii poiché mi resi conto di fissarli. Lo
sceriffo prese la parola e si rivolse a me << Lui - indicò
il ragazzo - è mio figlio, Stiles. E' nuovo del mestiere
perciò lo lascio nelle tue mani. Ti prego di trattarlo male
>>. Scoppiai in una leggera risata.
<< Nuovo del mestiere? Papà, ogni giorno mi sistemo il
letto! E' già un gran vantaggio... >> Il padre scosse la
testa alle parole del figlio.
Poi ci fu un attimo di silenzio.
<< Beh, è meglio che vada a lavorare. Sceriffo, è
stato un vero piacere conoscerla. >> Sbloccai la situazione
imbarazzante. Lui mi sorrise, forse felice del fatto che avessi
riconosciuto il suo mestiere. M'incamminai verso gli armadietti.
<< Portati questo vile! >> E vidi che spinse il figlio
verso la mia direzione. Stiles assunse una buffa smorfia e sorrisi.
Gli mostrai dove posare le sue cose e poi riposi la mia borsa nel mio
armadietto. Quando chiusi lo sportello, notai lo sguardo di Stiles
posato su di me. Piegai la testa di lato.
<< Commenti? >> Alzai le sopracciglia.
<< A dire il vero sì! >> Rispose << Quel
completino è leggermente... ridicolo. Lo faranno indossare anche
a me? >>
<< Credo proprio di sì.. >> mi misi le mani sui
fianchi << Ma non ti preoccupare, alla fine ti ci affezioni.
>> Annuii.
<< Mi faranno indossare una gonnellina? >> Non sapevo se
stesse scherzando o meno. A rompere il silenzio che si era creato fu
Bill che porse a Stiles un completo personale. Era identico al mio, ma
anzichè una gonna, era costretto ad indossare dei buffi bermuda
scozzesi.
Quando Bill uscì, Stiles mi guardò con gli occhi
spalancati. Scoppiai in una rumorosa risata. M'incamminai verso la
cucina e quando gli passai accanti gli sussurrai << Benvenuto
all'inferno >>, il ragazzo deglutì.
A fine serata, io ed Arnold riuscimmo a contare quattro piatti rotti e
sette ordinazioni sbagliate. I principianti sono sempre stati la
miglior cosa del ristorante, peccato che a fine giornata tutti si
ritrovavano nuovamente senza lavoro.Io fui l'unica a superare il test ' pivello ' .
<< Mi sbatterà fuori? >> Mi chiese Stiles sussurrando mentre spazzavamo il pavimento.
<< Ne dubito >> ammisi. In Stiles si riaccese un bagliore di speranza.
<< Perché? >>
<< Beh, sei il figlio dello sceriffo. Sei.... come dire?
Raccomandato. >> Sorrisi senza mostrare i denti. Era un sorriso
falso. Stiles scosse la testa, deluso dalla mia risposta ma infondo
sapeva che era la verità.
Bill arrivò in sala e mi disse che potevo andare a casa.
Ovviamente mi fece i complimenti per l'ottimo lavoro che avevo compiuto
quel giorno. Trattenne con sé Stiles, per un attimo la mente
pensò al fatto che potesse veramente licenziare quel povero
ragazzo.
Presi le mie cose ed uscii dalla porta sul retro per poi immettermi
nella strada principale. Proprio mentre passavo davanti l'entrata del
locale, Stiles uscii. Lo guardai. Lui mi sorrise.
<< Ti ha licenziato? >> Gli chiesi diretta.
<< Mi ha minacciato. Non ha reagito bene ai piatti rotti ma non
mi ha licenziato. >> Sorrise. Annuii alle sue parole.
<< Bene, meglio così, immagino. >> Non mi ero mai
soffermata così tanto a parlare con un ragazzo in tutta la mia
vita. << Beh, adesso devo tornare a casa, ciao. >> Lo
salutai con un gesto della mano ed iniziai a camminare.
<< Allora, ci vediamo domani, Arielle. >> Mi bloccai e mi
voltai a guardarlo. Non so perché ma stavo sorridendo.
<< Sì.... ci vediamo domani, Stiles. >> Ritornai sui miei passi e arriva dritta a casa.
Angolo dell'autrice: Beh, questo è solo l'inizio. Fa schifo?
Sì, tanto. Ma è solo un modo per dare il via alla storia.
Spero di ricevere vostri commenti. Cercherò di scrivere il
prossimo capitolo al più presto.
Se commentate, vi prego, posso ricevere consigli? E che ne pensate di Arielle ora come ora?
Vi posto l'immagine della mia Arielle ideale. Un bacio a tutti e al prossimo capitolo! :D
|