Come uccisi il protagonista e un altro paio di carogne

di Cassandra Erin Dorian
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Dedicata a Maya98
COME UCCISI IL PROTAGONISTA
E UN ALTRO PAIO DI CAROGNE


- Complimenti.
- Per cosa, calda e rassicurante voce nella mia testa?
- Beh, sudi alcool davanti a una pagina di Word vuota, senti le voci, domani devi presentare la bozza all’editore e hai scritto… uhm… la pagina di Word vuota. E stai ancora bevendo. Meriti i miei complimenti per il tuo sangue freddo in tale circostanza.
- Grazie.
- Prego. Cos’è stavolta, whisky? No, aspetta… questo è brandy. E gin. E tre cocktail. Non lo sai che è sbagliato mischiare gli alcolici?
- Ti consiglio di non fare l’opuscolo per i liceali.
- Faccio l’opuscolo per scrittori in crisi.
- Write drunk, edit sober.
- Giusto, solo che per te la massima somiglia più a write drunk, edit drunk.
- Finora ha funzionato.
- Finora.
- E se mi piacesse così?
- E se ad Alice non piacesse? O a… aspetta… Anna? Neanche ti ricordi il nome della tua fidanzata. O era la tua amante occasionale? Ho fondati sospetti che si tratti di tua cugina.
- Lasciamo perdere. Tu chi saresti?
- Sono il narratore.
- Dimostra che non sei una mia visione e ti do retta.
- L’ottuso scrittore si alzò in piedi, si riempì la bocca di funghi porcini secchi, nutella e pesce crudo e iniziò a ballare come indemoniato…
- Mi hai convinto. Però da parte tua è molto infantile. E funghi, pesce e nutella fa schifo.
- Le mie intenzioni erano più che nobili.
- Ah, capisco.
- No che non capisci. Sono qui per aiutarti. Voglio che tu sia un grande scrittore.
- Perché non ti fai gli affari tuoi, invece?
- Avete ragione. Spero di non avervi recato offesa, messere, se ho tentato pateticamente di offrirvi i miei umili servigi. Dopo tutto io fui solo la voce narrante di tutti gli scrittori da quando la scrittura fu inventata. Cosa volete che io sappia di come si scrive un libro? Vi lascio, acciocché possiate da solo scrivere il vostro capolavoro in una notte, come fece Kafka prima di voi con “La condanna”. Io c’ero, ma il vostro genio potrà trascendere questo particolare. Buonanotte.
- Ma come siamo permalosi… riformulo la domanda: perché ti interessi al mio caso? Voglio dire, non ti sarai messo a parlare a tutti gli scrittori come stai facendo con me.
- Solo con quelli con blocco etil-creativo.
- Come me. Quindi tu di mestiere fai la voce narrante. Cosa ci guadagni?
- Il piacere di raccontare. E la tua storia mi interessa.
- Bene, onnisciente calda rassicurante voce, ovviamente la conosci già. Che ne pensi?
- Secondo me è buona. Solo… temo tu sia un po’ confuso. Ci sono alcune incongruenze e spazzatura nel tuo palazzo mentale. Tu riposati, tra mezz’oretta ti riporto la signora Ispirazione al nido coniugale.
- Sicuro che non mi sveglierò domattina con la pagina di Word vuota?
- Ma certo che no, caro. Se non credi a me, che sono il narratore...
- Sarà perché la tua voce è identica a quella di Benedict Cumberbatch ma mi fido.
- Grazie. Benedict Cumberbatch… Buonanotte caro. E sogni d’oro.

                                                                           ***
Rosamunde guardò intensamente negli occhi Jonathan.
“Ti amerò per sempre. Non mi lasciare, non valgo niente senza di te”.
Gli occhi color cioccolato di lei riuscivano a distogliere l’occhio voglioso del playboy dalle sue curve perfette, tutte al posto giusto. 
Un brivido caldo percorse la schiena di lei, mentre nel silenzio assordante dei Caraibi si sentiva solo il loro respiro, sotto la volta di lapislazzuli del cielo.
“No, non ti lascerò mai, mio piccolo muffin”.
Il tramonto illuminava il loro bacio appassionato.
 
- Ma che schifo! E questa immondizia da dove viene? Ecco perché non riesce a scrivere più niente: trabocca di Harmony! Devo assolutamente intervenire.
 
In quel momento, un’incudine da cinquecento chili piombò sulla coppia, uccidendola sul colpo.
FINE

- Rozza, ma sempre efficace.
 
Il mantello nero del misterioso cavaliere svolazzava per il Pére Lachaise. La luna illuminava le ciglia all’orlo degli enormi occhi neri della fanciulla, come gigli attorno a un pozzo profondo.

- Questa non va. Sembra Stephenie Meyer che scrive Théophile Gautier*. Con un paio di modifiche potrebbe andare, ma non ora.
 
- No, non sarò mai vostra, cavaliere.
Bastano meno parole per uccidere un uomo.
FINE

- Che gran cosa sono le frasi fatte.

Il padre svitò il collo della vittima sacrificale e spalmò il sangue sul pane.
 
- Sembra facile da aggiustare.
 
Che mondo sarebbe senza Nutella! *
FINE

- Che ubriacone. 
Beh, se non altro questo posto è un po' più pulito. 
E ora, al lavoro.
"Una storia normale"... No, chi lo compra con questo titolo.
"D'amore e di normalità".
Già meglio.
Fino al terzo capitolo fila. Originale la scelta dei vocaboli. Bella la sequenza onirica del supermercato. 
Tagliare la parte sulla madre, è noiosa e fuorviante. 
Il flusso di coscienza del quinto è superfluo. Beh, non è così problematico...
Un momento, cosa diamine...
Non ci credo.
Eccolo.
Neanche i principianti fanno questi errori. 
Inizia con la storia d'amore di Robert con Elizabeth. Parte senza intoppi.
E poi, misteriosamente, dopo aver speso metà del libro a incensare la loro unione, Robert trova il vero amore in una certa Maeve, mai vista e mai sentita, ci passa sì e no due pagine e poi torna da Elizabeth come nulla fosse.
Trovato l'intoppo. Incastrato nella sua stessa rete di personaggi. Tipico negli esordienti.
Robert Jenkins, Maeve Doherty, Elizabeth Jones... Oddio, dovrò ricordarmi di farglielo ambientare in Italia, non si può sentire. Che ci vuole a chiamarli Roberto, Mina e Elisabetta? È troppo mainstream?
Devo intervenire, e in fretta.

Il giorno che la vita di Maeve Doherty cambiò c’era nebbia.
Come ogni altro giorno della sua vita.
 






*Non ho intenzione di offendere né Théo né Steph né i loro fan. Come l’autore ben sa, pesce crudo, porcini secchi e nutella non stanno bene insieme.                                                                    
*non mi pagano per scriverlo.             
 
Angolino piccino piccino picciò:
Salve, sono Cassandra Erin Dorian e questa è la mia prima fanfiction.
*coro del gruppo di auto aiuto*: Ciao Cassandra.
Sto scrivendo questa storia per contraddire e smontare tutto ciò che una prof di lettere può insegnare a proposito di un testo narrativo. E divertirmi, ma riguarda solo me.
Le recensioni che eventualmente lascerete mi manderanno in brodo di giuggiole, anche se negative. Ah, già, me ne stavo quasi dimenticando: non scrivo su EFP per lucrare, se no non scriverei su EFP.
Arrivederci e grazie per averci scelto!




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