Questa mia
fic è dedicata a tutti i ragazzi e le ragazze di colore.
Kibuan
Avevo solo sei anni quando i miei genitori mi
mostrarono il problema dei negri e io credetti loro fin dall’inizio: credetti
al fatto che i negri portavano malattie, che rubavano, che erano cattivi, che
rapivano i bambini e che portavano via il lavoro a tutti noi.
Ora ho quasi trent’anni e voglio raccontarvi una
storia…precisamente la storia che mi portò a vivere…
Avevo quattordici anni e credevo, come le mie amiche,
a tutto quello che mi avevano detto dei negri; ma un giorno…precisamente il 12
dicembre 1993, mentre stavo tornando a casa da sola vidi un ragazzo seduto sul
marciapiede con attorno una coperta.
Notai che quel ragazzo era un negro, così cercai
di andarmene via il più veloce possibile, ma era troppo tardi perché il ragazzo
mi aveva preso per un braccio e non voleva lasciarmi andare.
-Lasciami!- urlai molto forte cercando di farmi
sentire da qualcuno.
Il ragazzo mi sorrise e io rimasi stupita nel
vedere la sua dentatura perfetta e i suoi occhi castano chiaro.
-Lasciami stare! Ma tu chi sei? E cosa vuoi a me?-
urlai all’improvviso come se per qualche secondo fossi rimasta in trance.
Lui mi mollò sempre sorridendo.
-Kibuan e volevo solo guardarti in faccia. Scusa
se ti ho fatto male-
Per qualche secondo rimasi immobile a fissare il
ragazzo che si risedeva per terra, lo guardavo forse perché mi aspettavo che
lui mi prendesse nuovamente per non farmi scappare, ma il ragazzo si sedette e
mi fissò.
-Beh?- mi disse mentre uno strano sorriso gli si dipingeva in volto: quasi dolce.
Quella parola mi scosse e corsi via tenendomi il
polso per cui il ragazzo mi aveva tenuto con l’altra, come se fossi ferita.
Appena arrivai a casa Buch, il mio cane, mi fece
le feste e io ricambiai con una semplice carezza.
Non dissi niente a mia madre di quello che era
successo con Kibuan, perché non me la sentivo, e corsi subito in camera mia al
piano superiore, presi il mio diario e incominciai a scrivere.
Cara Serenity,
oggi ho conosciuto un ragazzo,
precisamente un negro.
Si chiama Kibuan ed non è un brutto
ragazzo
Rilessi quello che avevo scritto e poi decisi di
cancellare l’ultima parte, nel caso che il mio diario fosse capitato in mani
sbagliate.
S chiama Kibuan e se mia mamma viene a sapere che mi ha
Toccata lo fa cercare per ucciderlo…
Già, mia madre è capace anche di questo.
Comunque doveva avere un anno o due più di me.
-Mary,
e pronto- mi disse Eleonor, la nostra cameriera, entrando nella mia stanza.
Non
chiusi il diario di scatto, come facevo quando entrava mia madre o mio
fratello, perché di lei mi fidavo ciecamente. Eleonor aveva 23 anni ed era una “ragazza”
gentile e comprensiva.
Mi
sorrise e i suoi occhi verdi brillarono fra i capelli biondo chiaro.
-Hai
cinque minuti per cambiarti e venire a mangiare. Ti aspetto con tua madre in
sala da pranzo. Sbrigati.-
Detto
ciò lasciò la mia stanza.
Mi
guardai, indossavo una lunga gonna di stoffa verde scuro e un maglia bianca a
maniche lunghe. Presi dall’armadio il vestito grigio scuro che usavo in casa e
me lo misi.
Mi
guardai allo specchio mentre mi pettinavo, e notai che non ero molto bella con
i miei capelli che da lisci diventavano mossi verso le punte, e con la mi
lentiggini sparse per la faccia e i miei occhi castano-verde.
Corsi
il camera da pranzo dove vidi mia madre seduta ad un lato del tavolo, mio
fratello dall’altro e Eleonor indaffarata a servire la pasta.
Quando
entrai mi sorrisero tutti tranne mia madre, che mi guardò severamente.
.Finalmente,
Mary! Io e tuo fratello Michael siamo qui da un bel po’!-
-Scusatemi.- ormorai chinando leggermente la testa.
Detto
ciò mi sedetti vicino a mia madre aspettando che
Eleonor mi desse il primo.
Non
pensai più a Kibuan fino a qualche ora più tardi.
Come inizio che
impressione vi da? Mi è venuta l’ispirazione per questa storia mentre leggevamo
“Buio oltre la siepe” a scuola.