Il mio libro
OrGoGLiO
e PrEGiUdiZiO
PrimA PaRtE
Capitolo 1 - Il mio libro
Quando squillò il telefono non ci fece caso.
Era immersa nell lettura.
Adorava leggere. Immaginare delle storie, dei personaggi, dei racconti
che lei non avrebbe mai potuto vivere.
Beh, essere una studentessa dell'ultimo anno non gli permetteva di
vivere molto alla giornata in verità.
Doveva pensare ai compiti, ai professori, ai suoi compagni di classe, a
sistemare la cameretta. Tutte cose che limitavano la sua fantasia e la
riportavano a quella vita terribilmente noiosa, cosi lontana dalle
avventure appassionanti che vivevano i protagonisti della sua mente.
Prese un foglio e buttò giù alcuni appunti,
schizzi di
una storia dove una ragazza incontrava il suo principe che
però
proprio sul più bello veniva ammazzato da un feroce demone.
"Kagomeeeee! Ti vogliono al telefono!!! La tua amica Sango! "
La madre la riporta alla realtà. Smette di leggere e alza la
cornetta del telefono a forma di fiore posto sulla scrivania. Adorava
quel telefono. Lo aveva comprato in un mercatino dell'usato. Era stato
un colpo di fulmine. Ma non divaghiamo ora.
"Pronto?"
"Ehi! Scusa se ti disturbo ma ho un problema!" confessò la
sua amica sottovoce.
"Un problema? Di che genere? E perchè parli a bassa voce?
Tua
madre non può sentire?" Domandò Kagome
immaginandosi
Sango accucciata nell'angolo più remoto della sua cameretta
con
il telefono attaccato alla bocca. Sperava vivamente che il suo problema
non fossero di nuovo i ragazzi. Sango aveva una predisposizione
naturale: innamorarsi di ogni ragazzo che vedeva per poi innalzarlo a
suo idolo personale ma nulla più. In quindici anni di
onorata
amicizia Kagome non aveva mai visto Sango fidanzarsi. Le piaceva la
fase dell'innamoramento ma al massimo dopo un mese li lasciava. Tutti.
Inesorabilmente.
"Già...si impiccia sempre di tutto e non voglia che scopra
di
Eichi! A proposito mi ha mandato un messaggio dicendomi che mi vuole
vedere stasera. Ma non so cosa mettermi! Tu che proponi?" Ecco uno dei
suoi enormi problemi esistenziali che Kagome odiava... Sango a volte
era cosi frivola. Cosi idiota. Ma lei l'adorava ugualmente.
"Semplice. Un jeans e una maglietta. Non essere troppo precipitosa alla
prima uscita, non vorrai che pensi che tu sia una facile no?" Kagome
continuava a sfogliare le pagine del libro disinteressata mentalmente
al problema della sua amica. Adesso voleva soltanto sapere che fine
faceva il protagonista. Sarebbe morto? Avrebbe risorto brillantemente
la situazione? Lei lo avrebbe ucciso. Se lo meritava. Per tutto il
libro non ha fatto altro che scappare e frignare come un bambino di due
anni. Le ricordava tanto Shippou che le ricordava a sua volta Inuyasha
e lei non voleva ricordare Inuyasha.
"Hai ragione Kaggy-chan! Se non ci fossi tu! A proposito che farai
stasera senza di me?" Bella domanda. Cosa avrebbe fatto? Sarebbe
rimasta volentieri a casa ma c'era sua madre. E come la solito avevano
litigato. Meglio uscire.
"Credo che andrò con gli altri al centro. Hojo mi ha parlato
di
un pub molto carino che hanno appena aperto!" rispose di malavoglia.
Senza Sango si prospettava una serata molto noiosa.
"Perfetto. Domani mi racconterai com'è allora! E io
naturlamente
ti dirò tutto su Eichi! Lo adoro già!
Sono sicura,
questo non me lo lascio scappare!" Era l'ennesima volta che Kagome era
costretta ad ascoltare questa frase. Ormai ci aveva fatto il callo.
Salutò cordialmente l'amica e riprese la lettura.
Ecco, lo sapeva. Il protagonista muore. Tanto meglio. Lei lo immaginava
già dalle prime pagine. Ritornò alla bozza sul
foglietto di
carta. Avrebbe tanto voluto diventare una scrittrice da grande. Per
questo adorava leggere, prendere spunti dai libri dei grandi scrittori
per poi un giorno riuscire a scriverne uno tutto suo. Ma la strada era
ancora lunga e in salita.
Per fortuna che questo era l'ultimo anno.
Kagome era veramente stanca di questa scuola. Ma più di
tutto di
vedere lui, di averlo sempre in testa...e fra i piedi! Sempre con
quell'aria da sapientone, da saccente....lo avrebbe ucciso con le sue
mani se avesse potuto! Maledetta legge che non glielo permetteva!
Sbuffò. Era stanca. Quel giorno non era riuscita a studiare
per
niente e lunedi aveva l'interrogazione di giapponese antico. Per
fortuna che aveva seguito attentemente le lezioni, sarebbe riuscita a
strappare una sufficenza piena.
L'occhio le cadde su quella foto: quattro ragazzi al mare, allegri,
sorridenti, spensierati. E quello più a destra era lui. La
teneva per mano sorridendo all'occhio della macchinetta fotografica.
Perchè era cosi masochista? Perchè non si
decideva a
toglierla?
Ora basta! Si, quella sera si sarebbe divertita! Era stufa di soffrire!
Avrebbe riscritto la sua storia....
Eccomi
di nuovo qui con un'altra storia.
So
che ne ho
già una in corso ma mi è venuta l'ispirazione per
questa
e l'istino mi diceva di postarla! Bisogna assecondare l'istinto no? E
poi avevo voglia di mettermi a confronto con una storia dai toni
più leggeri e più alla mia portata.
Spero
che
commenterete e leggerete in molti che fa sempre un sacco piacere. Per
tutte le altre informazioni...leggete i prossimi capitoli (che saranno
di certo più lunghi, questo era solo introduttivo, per darvi
un'idea, ma in seguito riprenderò la mia naturale
lunghezza!).
Un
bacione grande dalla vostra affezionata *MeL*
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