Io e Te :
Insieme
Lei : Eleonora,
cerca di dimenticare un ragazzo che le ha fatto troppo male, lui Andrea,
cerca di inserirsi nella nuova scuola, senza affezionarsi troppo alle
persone, perchè sa che presto dovrà andare via di
nuovo,
cosa succede se due persone troppo prese dal loro passato si
trovano travolte dal proprio presente,insieme!?.
Poi ci sono loro
: Vittorio,
un passato che torna a fare male ogni giorno, Ludovica, una ragazza
pronta a tutto pur di essere sempre la migliore, Guido, Lena e Daniela,
amici fidati da una vita, ma un equilibrio del genere può
davvero durare per sempre?
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Stroria a due voci, la
conclusione di une giornate con la febbre a 38 xD potrete perdonare il
mio delirio?
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Eleonora
La classica noia
da ore di
lettere si era diffusa in classe, Leda accanto a me era del tutto presa
a rimettersi la matita agli occhi, Guido, il ragazzo seduto nel banco
dietro il mio sfogliava un fumetto distrattamente, mentre la sua
ragazza Daniela si limava le unghie.
Ennesima lezione
sulla poesia della fine del 1800, questa volta avevo
proprio esaurito le idee, mi ero già rifatta il trucco,
avevo
già sfogliato riviste, limato unghie e controllato il
cellulare.
Quella mattina ero davvero a corto di passa tempi, quando la porta
della classe venne aprta di botto.
-Buon Giorno
signora Todi, ragazzi- disse un uomo sulla sessantina
varcando la soglia della porta. Si trattava del nostro preside: Julian
Yonku, alto
non più di 1 metro e 60 , con pochi capelli
bianchi, un volto
tondo e due occhietti blu.
Improvvisamente
tutta la classe si alzò in segno di saluto.
-Salve preside-
rispose educatamente l'insegnante, posando il grosso volume di poesia
sulla cattedra.
-Sono venuto,
come previsto, per presentare alla classe il nuovo
alunno- annunciò il preside, e, tra tuttti i miei compagni,
si
diffusero bisbigli di meraviglia, ovviamente, nessuno si era degnato
di informarci del nuovo alunno e, ovviamente, tutti noi ci aspettavamo
improvvisamente molto da lui, senza nemmeno sapere chi fosse.
-Andrea Cavatti-
annunciò il preside, facendo un cenno alla porta -
piò entrare adesso-
In quel momento
un ragazzo alto, dai capelli ricci e neri entrò in classe,
alzando una mano in un cenno di saluto.
-Andrea viene da
Firenze-spiegò il preside - è il figlio
di carissimi amici, sono certo che vi troverete bene con lui-
proseguì.
Leda si
girò dalla mia parte con un rapido movimento, mentre
qualche ciocca di capelli rossi le cadeva davanti agli occhi.
-Raccomandato-
bisbigliò -ma niente male..-
-Già-
intervenne in quel momento Daniela, che venne all'istante fulminata da
un'occhiata di fuoco di Guido.
-Andrea,
perchè non prendi posto?- propose la nostra insegnate
guardando il nuovo alunno.
-Qui
c'è n posto, professoressa- intervenne alzando la mano
Ludovica, una delle ragazze più odiose di questo mondo, dal
fondo della classe.
-Grazie signorina
Marì- disse il preside indcando nuovamente il posto al nuovo
alunno.
Andrea divenne
leggermente rosso, percorse l'intera classe fino ad
arrivare al banco vuoto; Ludovica fece ondeggiare i suoi capelli
biondissimi e liscissimi e spostò la sua borsetta rosa dal
banco.
-Quella
è un polipo- dissi io guardandola disgustata
-Non le basta
essersi fatta tutti i ragazzi della classe?-chiese Leda con scarcasmo
-Ecco
perchè si è fiondata sul povero Andrea, ha
bisogno di carne fresca..-commentai io.
-E ti credo,
saranno tre anni che esce con le stesse persone almeno una volta al
mese...- inervenne Guido
-Tutti tranne te,
vero amore?- chiese Daniela con un tono che non avrebbe mai acettato un
no come risposta.
-Bè
voi state insieme dal IV ginnasio..- fece notare Leda
-E comunque mi
dispiace per Andrea, speriamo solo non si lasci mordere
dalla vipera..- concluse Daniela fingendo di non sentire i commenti di
Leda.
Guido, Daniela e
Leda erano i miei migliori amici da sempre; Io, Giudo
e Leda ci conoscevamo da quando avevamo unidici anni, eravamo sempre
stati compagni di classe, inseparabili... il primo anno di liceo
incotrammo Daniela, non si può dire che diventammo amiche
alla
prima occhiata, lei era la classica ragazza scontrosa, impulsiva e
testarda, il guaio era che io e Leda lo eravamo più di lei.
Poi un giorno
Guido ci confidò che era stato a casa di Daniela e
che stavano insieme, io e Leda inizialmente ci rimanemmo male, ma con
il tempo ci rendemmo conto che Daniela non era niente male, noi tre,
insieme, ci facevamo mille risate, non lasciaavamo via di scampo a
nessuno, professore o alunno che fosse. Diciamo che Guido era, ed
è ancora adesso, molto più pacato di noi.
-Sapete che vi
dico?! non è il assolutamente il caso che
Ludovica la serpe abbia un'altra vittima, insomma solo
perchè
muove molto il culo e non ha problemi a togliersi le mutande, non
è detto che controlli la classe... - disse improvvisamente
Daniela con molta foga nella voce.
-A cosa stai
pensando?- chiesi io incuriosita
-Non lo so
ancora...- disse Daniela picchettando con la matita sul banco.
-Gli porteremo
via Andrea!-affermò Leda -Ma non può farlo
Dan...- aggiunse dopo
Guido
sospirò con sollievo e baciò la fronte della sua
ragazza- ti toccherà lavorare solo al piano.. - disse con
scarcasmo.
-Taci Giudo, non
è un gioco- rispose Daniela attenta a non
alzare la voce per non fasi beccare dalla professoressa che sembrava
essere intenzionata a ricominciare la sua noiosa lezione sulle poesie.
-Ovviamente-riprese
Daniela-Una di voi due dovrà conquistare
quel ragazzo, che poi non è affatto male, non
dovrebbe
essere un problema..-
-Allora Ele ci
pensi tu!- intervenne Leda dandomi una leggera pacca sul braccio
-E
perchè io?- chiesi avvilita - Passo fin troppo tempo a
lavorare sul fronte "Vittorio"...-
-Appunto tesoro,
lo facciamo per te, sarebbe ora di dimenticasre Vittorio..-
concordò Daniela
-Allora
è deciso..- commentò Leda entusiasta della cosa,
mi voltai un attimo per guardare il nuovo venuto, ma proprio in quel
momento i nostri occhi si incontrarono, nonostante li vidi da lontano e
per pochi secondi i suoi occhi mi colpirono, erano di uno strano colore
tra il verde e l'azzurro, del tutto impressi nei miei.
Mi voltai di
scatto tornando alla discussione con le mie amiche
-Ma io non
credo..- cercai di protestare, ma fu del tutto inutile, le
mie amiche erano già immerse nel decidere come, dove e
quando,
Andrea, sarebbe diventato mio.
Andrea
Da bambino avevo sempre
detestato l'idea di
cambiare scuola, quando avevo dodici anni, però, mia madre e
mio
padre mi avevano spedito a vivere a Firenze a casa di uno zio
perchè dovevano partire per lavoro.
I miei genitori
erano le classiche persone poco presenti, prese dal
lavoro con ogni centimetro del loro essere, facevano i
ricercatori ed erano più le volte che parlavano del proprio
lavoro che del m io futuro.
Ma non era mai
stato un problema, certo, quando ero piccolo mi sentivo
solo, ma poi nel pieno della mia adolescenza ero entusiasta all'idea di
non avere i miei con il fiato sul collo per ogni cosa.
Quando mi
comunicarono che sarebbero tornati a Napoli io frequentavo il
terzo anno di liceo classico a Firenze, non avevo particolari amicizie
o rapporti tanto stretti da provare dispiacere all'idea di cambiare
aria.. in realtà a Firenze mi vedevo con una ragazza : Asia,
la
figlia di un amico di mio zio, stavamo insieme da quando avevo 14 anni,
l'idea di trasferirmi fu, però, un sollievo, con Asia era
finito
da troppo tempo, ma avevo paura ad ammetterlo, se non altro per mio zio.
Mancavo da Napoli
da 4 anni, la città però era
esattamente come l'avevo lasciata. dire che nel mio cuore
c'era
sempre stato un posto speciale per questa città sarebbe
falso.Avevo imparato da sempre a non attaccarmi nè ai
luoghi nè alle persone, meno affetto significava
meno
dolore al momento della partenza.
Il mio nuovo
liceo era decisamente meno pittoresco di quello che avevo
lasciato, l'edificio era di un grigio spento, il cortile era
leggermente troppo stretto e sempre pieno di motorini, l'interno era
stato ristrutturato da poco, ma i corridoi non erano particolarmente
larghi e le aule illuminate, ma andava bene così.
-Signor Cavatti-
mi sapultò il preside non appena misi piede nel suo ufficio.
-Salve signor
Yonku- dissi dentendogli la mano
-Allora come
stanno i suoi genitori?- mi chiese
-Non male,grazie
, hanno detto che passeranno presto per vederla di
persona, mio zio le manda i suoi saluti.. - dissi sorridendo.
Il signor Yonku
era stato compagno di scuola di mio zio, sapevo
abbastanza di quest'uomo, aveva antenati in Corea, Portogallo e
Germania, e tutto, nel suo aspetto, lasciava capire come lui stesso
fosse il risultato di un mosaico etnico.
Sin da bambino
avevo avuto questo interesse particolare per le persone,
mi piaceva osservarle, si può capire molto dal taglio degli
occhi, dalla loro luce, dal sorriso, da come si muovono.
-Il buon vecchio
Ferdinando!come se la passa a Firenze?- domandò
il preside aprendo la porta del suo ufficio e facendomi segno di uscire.
-Bene, gli affari
vanno a gonfie vele- dissi, fingendo di saperne
molto, quando in verità tutto ciò che avevo
imparato su
mio zio era che ssi trattava di uno degli uomini più ricchi
di
Firenze, e tanto mi bastava,
-Ne sono felice-
mi disse il preside incammiandosi per il corridoio -
La tua classe è la IIF, vedrai, ne sono certo, ti troverai
bene,
mi hanno detto che sei un ragazzo studioso e si vede che sei una
persona educata, non avrei problemi!-
Soirrisi, la mia
vecchia scuola era un istituto privato, andare bene
era particolarmente semplice, in realtà non amavo
affatto
studiare, ma sapevo di non potermi permettere voti bassi.
La IIF mi era
sembrata dal primo momento una bella classe, c'erano
ciirca 20 alunni, la maggior parte ragazze, ne avevo viste anche un
paio niente male.
Sapevo che un
nuovo studente destava sempre meraviglia e interesse, ma
nonostante il mio carattere potesse far pensare il contrario, non amavo
stare sotto gli occhi di tutti in quel modo, sapevo di arrossire
leggermente in queste occasioni.
La ragazza che si
era offerta di sedersi accanto a me sembrava essere
particolarmente interessata alle novità, aveva capelli
lunghi e
sottilissimi di un biondo quasi bianco, nonostante, forse
perchè
metà di Settembre, la sua pelle fosse di un colore
abbastanza
scuro. Mi soffermai sul taglio dei suoi occhi, una forma abbastanza
banale, di un azzurro spento, ma le labbra erano carnose e morbide e il
fisico perfetto.
-Ludovica- disse
porgendomi una mano sottile e abbronzata
-Andrea- risposi
-Allora vieni da
Firenze?- mi chiese accavallando una gamba
-Si, ma sono nato
a Napoli- spiegai - ecco perchè non ho
l'accento toscano- aggiunsi sapendo che sarebbe stata la sua prossima
osservazione, ho sempre amato giocare d'anticipo.
-Quindi qui hai
già tanti amici.. - sussurrò Ludovica
-No, in effetti i
miei amici li ho lasciati che avevano 12 anni..-
-Bè
è una fortuna che questo posto fosse vuoto-
disse lei - Conosco quasi tutti a scuola e moltissimi locali
interessanti, se ti affidi a me , in breve, sarai inserito nel circolo
giusto-
Sorrise con uno
sguardo accantivante, mi sforzai di non alzare gli
occhi al cielo o di non sospirare, le ragazze come Ludovica le
conoscevo fin troppo bene.
-Stasera
perchè non vieni con me ad una festa? ci sarà
mezza scuola- proseguì la ragazza visto che non aveva
ottenuto
la reazione sperata.
-Perchè
no.. - dissi più a me stesso che alla mia compagna di banco
- mi sa che ci vengo-
Vidi con la coda
dell'occhio Ludovica sorride soddisfatta, ma mi voltai
in fretta per non dover rispondere ai suoi sguardi, giusto il tempo di
incrociare gli occhi nocciola di una ragazza poco più avanti
di
me, che mi scrutavano.
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