Sometimes
it seems that the going is just too rough
And
things go wrong no matter what I do
Vorrei
poterti guardare negli occhi, sorridere e dirti
che questa non è la fine, perché la nostra fine
non arriverà mai.
Vorrei
poterti stringere fra le braccia e non lasciarti più andare,
far finta
che finché siamo stretti l'uno all'altro le cose non
potranno mai cambiare.
Vorrei
poter chiudere il mondo a chiave in una stanza e poi buttarla nel
cesso,
e poi uscire fuori di casa con te e baciarti per strada, come so che
non
potremo mai fare con gli altri attorno.
Vorrei
poter fare tutte queste cose, e invece resto qui a fissarmi la punta
delle scarpe invece che fissare te, perché so che se alzassi
la testa tu
vedresti nei miei occhi la rassegnazione di una persona che si arresa
da molto
tempo, e so che questo ti farebbe incazzare a morte.
Così
resto qui, a far finta di non sentire i tuoi singhiozzi e a cercare di
ignorare il nodo che mi si è formato in gola.
Non
te lo aspettavi.
Ci
credevi davvero nel “me e te contro tutti” e
sì, ci credevo anch’io.
Ci
credevo prima, però, quando le cose sembravano
più facili, quando bastava dirsi
“prima o poi le cose cambiano” per sorridere di
nuovo. E invece no, dopo tre
anni le cose sono rimaste esattamente uguali, talmente uguali da
cambiare noi.
Siamo
cresciuti, ci siamo accorti che non basta un sorriso per andare avanti,
che l’amore non potrà mai essere perfetto come nei
film.
Eppure,
ti assicuro che di noi non avrei cambiato niente.
-
Ti prego – singhiozzi, e questo basta a spezzarmi il cuore
– dimmi che è uno
scherzo.
-
Harry, non è uno scherzo.
A
stento riesco a trattenere le lacrime, ma devo riuscirci. Sono sempre
stato
io quello forte tra i due. Non posso mollare proprio ora che potrebbe
andare
tutto in pezzi. Che tu potresti andare in pezzi.
-
Insieme, Lou. – ti avvicini, con le mani che ti tremano
vistosamente. Non ti
ho mai visto così devastato. – Insieme abbiamo
affrontato tutto questo per tre
anni, possiamo riuscirci ancora.
Scuoto
la testa, facendo un passo indietro. Come vorrei avvicinarmi e
stringerti fra le braccia fino a soffocare. Vedo la delusione nei tuoi
occhi
quando mi allontano.
-
Non può finire così. – scuoti la testa,
i ricci ribelli che ti finiscono
sulla fronte. – Mi rifiuto di credere che possa finire tutto
così.
-
Beh, ti conviene convincerti in fretta, perché è
già finita. – e mentre lo
dico già me ne sto pentendo. A quelle parole chiudi gli
occhi e stringi le
labbra, le lacrime che ti scorrono sulle guance rosse.
-
Dimmi almeno perché. – insisti, e io vorrei solo
dirti che non c’è un perché,
che forse sto solo cercando di proteggerti da una fine molto
più dolorosa e
straziante, che forse è meglio così per tutti e
due. Ma non lo faccio.
-
Perché ogni cosa ha una fine e noi, Harry, siamo arrivati al
capolinea di questa
storia. Ecco tutto.
-
Stai sparando un mucchio di stronzate. NON. È. FINITA.
– urli, scuotendomi
per le spalle.
Premi
talmente tanto le tue mani sulle mie spalle ossute da farmi male. Ma
non
è niente in confronto a quello che sto provando dentro.
-
Smettila di essere ridicolo. – mormoro,
allontanandomi.– Fare questa scenata
non risolverà niente.
Ti
vedo passarti una mano fra i capelli, come fai solo quando sei nervoso.
Chiudi gli occhi, fai un respiro profondo. Le lacrime luccicano sul tuo
viso
come piccoli diamanti.
-
Ti ricordi la prima volta che siamo andati a letto insieme? –
dici, dopo
quelle che sembrano ore.
-
Era la sera della prima tappa dell’Up all night tour.
– dico, e il ricordo mi
investe come una macchina fuori controllo.
-
Avevi detto “Fin quando sentirò la tua pelle sulla
mia tutto sarà a posto”.
Ti ricordi? – ti si spezza la voce, e vedo una minuscola luce
di speranza nei
tuoi occhi verdi.
-
Sì – ammetto, controvoglia – mi ricordo.
-
Non ti basta più questo? – sussurri, con una nota
di disperazione. – Non ti
basto più io?
-
Harry, finiscila.
-
Louis ...
-
Finiscila! – urlo, e tu smetti di parlare. Il silenzio tra di
noi si
trasforma in qualcosa di solido, di palpabile, fino a diventare un muro
fatto di
errori e cose non dette. O meglio, di tutto quello che io mi sto
tenendo dentro
e non ti dirò mai.
Ma
poi ti sento singhiozzare, come un animale ferito, con la testa bassa e
le
spalle curve. Non mi sei mai sembrato così piccolo. Il muro
piano piano si
sgretola, ma io non sono in grado di scavalcare le macerie.
-
Se mi lasci, come faccio?– chiedi, senza guardarmi.
-
Con gli altri ci inventeremo qualcosa. E poi, il fatto che non stiamo
insieme
non significa che non possiamo essere ancora amici. Ai concerti e alle
prove ci
comporteremo come sempre. – ti rassicuro, ma tu scuoti la
testa.
-
Non intendevo questo. Guardami. – spalanchi le braccia,
facendomi vedere i
tuoi tatuaggi. – Sei una parte di me. Come faccio a starti
lontano?
-
Ti sei pentito di averli fatti? – chiedo, interrompendoti.
-
Certo che no. – rispondi, dopo qualche minuto di silenzio.
– Anche se non li avessi
fatti, sarebbe stata la stessa, identica cosa. – mi sbatti
davanti agli occhi
il tuo polso e io faccio un passo indietro. – “Non
posso cambiare”. Ti ricordi,
cosa ti ho detto quando l’ho fatto?
-
Che anche se avessi potuto, non saresti cambiato comunque. –
sussurro, mordendomi
un labbro. Ogni tua parola è come un coltello che mi lacera
dentro. Mi fissi,
con i tuoi occhi verdi simili a quelli di un gatto, e mi viene voglia
di
abbracciarti.
-
Non posso e non voglio cambiare, Lou, e neanche tu. Quello che
c’è fra di noi
non potrà mai cambiare. Mai. – continui a
sventolarmi davanti la scritta
tatuata sulla tua pelle, e poi, esitante, mi appoggi una mano sul viso.
Non mi
allontano.
-
Davvero non vuoi più tutto questo? – ti avvicini
un altro po’, quel tanto che
basta per sfiorare il mio naso con il tuo. Non riesco a pensare
lucidamente. È
come se la tua vicinanza mi togliesse tutto l’ossigeno dai
polmoni.
-
Sì. – riesco a mormorare alla fine, e vedo la
speranza spegnersi nei tuoi
occhi.
-
Non c’è possibilità di un ripensamento?
Il
tuo respiro mi solletica le guance. Sai di dentifricio alla menta e pop
corn, quelli che so hai mangiato guardando per l’ennesima
volta Love Actually.
-
Non lo so, Harry, non lo so. – sussurro, esasperato dalla tua
vicinanza.
Appoggi
la tua fronte sulla mia, e io non resisto. Prima che riesca a
trattenermi, appoggio le labbra sulle tue quasi con violenza.
Sento
le tue mani che cercano l’orlo della mia maglietta, i tuoi
denti che
mordono con leggerezza il mio labbro inferiore.
Mi
piace il modo in cui mi tocchi la schiena, quell’ammasso di
ossa sporgenti
che mi ritrovo, come se non ci fosse nulla di più bello al
mondo.
Mi
piace quando mi dici che ti fa’ impazzire il fatto che io sia
più basso di
te.
Mi
piace sfiorarti i muscoli del petto con le dita, senza fretta, mentre
sospiri con gli occhi chiusi.
Abbiamo
fatto l’amore, Harry.
Ci
siamo sfiorati con ogni centimetro di pelle disponibile, fino a quando
non
mi sono sentito davvero una parte di te.
Ho
sentito il tuo respiro nei miei polmoni, e poi la tua voce nella mia
gola, e
poi la tua clavicola nella mia come se fossimo due pezzi di un puzzle
che si
incastrano alla perfezione.
I
miei capelli si sono impigliati nella tua collana, il metallo della
catenina
che mi graffiava la pelle, il tuo sudore che scorreva sul mio collo.
Siamo
rimasti lì, aggrappati l’uno all’altra,
in silenzio perché non sapevamo cosa
dire.
Non
so perché l’ho fatto, Harry.
Non
credere che mi sia piaciuto.
Non
credere che non ti ami più, perché se
è possibile ti amo così tanto che mi
fa male dentro, nelle ossa, nello stomaco, dappertutto.
È
che forse dopo un po’ ti stufi degli amori impossibili e ti
va solo di avere
una storia normale con una persona, senza bugie né segreti.
Non
biasimarmi, Harry.
Non
odiarmi più di quanto io non odi me stesso in questo
momento.
Ti
sento.
Ti
sento piangere vicino alla finestra mentre cerchi un auto che se
n’è già
andata da un pezzo.
Ti
vedo vestirti con i vestiti di ieri e uscire fuori di casa, correndo,
urlando il mio nome.
Sto
stringendo talmente il volante da avere le nocche più
bianche del solito.
Non
sai quanto vorrei tornare indietro solo per dirti di non piangere. Ma
non
posso, perché sono sempre stato io quello forte e lo
sarò anche questa volta.
Dio,
così faccio sembrare la situazione tanto un brutto remake di
Cinderella
Story.
Se
fossi stato con me in questo momento, sono sicuro che avresti riso.
Voglio
solo che tu sappia che il problema non sei tu.
In
realtà, non so quale sia di preciso il problema.
So
solo che spesso l’amore non basta per far funzionare le cose.
Abbiamo
fatto l’amore, e vorrei continuare a farlo per tutta la vita.
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