Non sarà mai possibile
A 19 anni mi ritrovo fra i banchi di scuola, quest
anno finalmente è l’ultimo, ho gli esami.
Sono a dir poco felice che fra circa venti giorni o poco più finirà
tutto questo.
So che questi sono gli anni migliori della vita di un ragazzo o
ragazza che sia, e probabilmente fra qualche tempo li rimpiangerò, però
vi posso assicurare che ora come ora vorrei passassero
il più velocemente possibile.
A 19 anni è facile fare cretinate, godere di
ogni singolo istante nella più assoluta incoscienza,e nel trascorrere ogni
giorno con una sola prerogativa, divertirsi il più possibile, perché dopo non
sarà più possibile o meglio lo sarà ma non come ci si può divertire a questa età.
Io non so che fine farò
dopo il liceo, e nemmeno voglio saperlo.
Mi entusiasma l’idea di non saperlo, di vivere insomma, per quello che
mi è concesso, come mi capita.
Per esempio mi padre vorrebbe io intraprendessi la carriera di avvocato, questo perché? Naturalmente perché lo è lui, e
sogna che io un giorno prenda in mano le redini del suo studio.
Mia madre invece vorrebbe che io diventassi il primario di non so quale ramo della medicina, non mi chiedete il perché lo
desidera, nonostante io viva con lei da 19 anni non ho mai capito alcuni suoi
aspetti.
È strano a dirsi, impossibile che una madre risulti estranea al proprio figlio per certi versi, però per me lo è.
Ah dimenticavo infine ci sono i miei due fratelli minori, Mattia che
ha 15 anni e vorrebbe io diventassi un pilota di moto gp,
ma se vi interessa sapere il perché mi informo e ve lo dirò più tardi, e Valentina di 10 anni che per adesso
non ha aspettative per me,però
c’è una cosa che mi fa sorriderete per quanto riguarda mia sorella, è
divertente sapere di piacere sia a lei che alle sue amiche.
Scusate mi sono dimenticato di presentarmi, ero preso dal mio
racconto.
Mi chiamo Marco e come avete capito ho 19 anni, quest’anno
finisco il liceo classico, e non so nemmeno io come sia arrivato al 5° anno
senza essere bocciato, pur passando la maggior parte della mia vita da liceale
sul motore tutti i pomeriggi.
Ho passato gran parte del mio tempo con il mio migliore amico Alessio.
Non posso di certo dire che lui sia stato fonte di esempio, è il
ragazzo più incosciente che esista sulla terra, e tutte le cazzate
della mia vita le ho fatte con lui e il mio motore; ma una cosa è certa è un
vero amico.
Facile dirsi direte voi, bè siete liberi di
crederci o no, ma lui lo è. I miei genitori hanno fatto di tutto per allontanarmi
da lui, per paura di non farmi prendere brutte strade, il che può sembrare facile dato che si tratta di Alessio. Lui
non è cattivo, è un bravo ragazzo. Farebbe di tutto per cambiare l’idea che ha
di lui la gente. Una volta ci stava riuscendo, se non fosse per la rissa
avvenuta dentro il minimarket dove lavorava come cassiere. Non è stata colpa
sua, o meglio non del tutto, una cosa è certa il motivo del “casino” è una
ragazza contesa. Il resto non lo so, non appena chiedo cosa sia successo,
diventa aggressivo.
Insomma Alessio è il classico ragazzo, che ti fa provare la prima
sigaretta, che ti incita ad andare a 100 km orari in una strada trafficata del
centro città, e tante altre cose di cui non si potrebbe mai dire che lui è il
classico ragazzo con la testa apposto.
Lo conosco da ormai cinque anni, e devo essere sincero la nostra
amicizia è iniziata casualmente.
Vi racconto un po', il primo giorno di liceo all’uscita di scuola ci
doveva essere mio padre, lo aspettai per un ora, ma lui non arrivava mai, dopo
di chè decisi di chiamarlo e lui mi disse che credeva
che la scuola cominciava la settimana dopo e che quindi non sapeva io fossi a
scuola. Sbuffando mi incamminai verso casa, qualche isolato dopo scuola, mi
sentii chiamare, non con il mio nome, ma con quello che lo sarebbe diventato
per i successivi otto mesi, “pivello”.
Mi voltai e vidi un ragazzino, era Alessio che mi offriva un passaggio
sul suo motore. Non so perché, ma accettai pur non conoscendolo. Non appena
arrivato a casa scesi dal motore e ringraziai quel ragazzo, sembrava mi
conoscesse già, ma io non lo avevo mai visto.
Mi salutò dicendomi
“ci vediamo pivello”.
Non seppi il suo nome per i successivi otto mesi, poi lui decise di
chiedermi il mio vero nome e di dirmi il suo.
Nel corso di quegli otto mesi lo trovavo sempre e puntuale all’uscita
di scuola pronto ad offrirmi un passaggio, era addirittura più presente di mio
padre, al ché iniziammo ad uscire insieme. Alessio mi ha fatto conoscere ogni
tipo di ragazza, dalla ragazza facile alla ragazza riservata, le prime erano
suoi scarti naturalmente, via via iniziavo
ad avere anch’io le mie prime ammiratrici a passargliene qualcuna. Non mi
giudicate però.
Qualche tempo dopo mi confessò che lui mi aveva conosciuto alle medie, durante uno spettacolo,
rimasi perplesso per un po’, finché con il suo aiuto non ricordai come era avvenuto. Mi confessò che lui mi ammirava e che un giorno sarebbe voluto
diventare come me, il ragazzino che va bene a scuola e a cui tutti vogliono bene,
cosa che a lui sin da bambino non era mai capitato.
Con il passare del tempo siamo diventati
inseparabili, fratelli azzarderei a dire.
Sono passati cosi cinque anni della mia vita, e adesso mi ritrovo qui
davanti al mio pc, intento a scrivere di me.
Nella vita di un ragazzo di 19 anni, le cose che contano davvero sono
molte potrei dirvi la famiglia per esempio, o molto di
più l’amicizia, la macchina o addirittura la squadra del cuore, nel corso
dell’ultimo anno però si è
anteposto a tutte queste cose l’affetto per una ragazza che via via è diventato amore.
Ecco questo è il punto del mio racconto che piacerà a tutte le
ragazze.
Chi potrebbe meglio di voi scrivere pagine e pagine per quanto
riguarda l’ amore, bè adesso
vi sorprendo e poi alla fine mi direte se anche un ragazzo non può scrivere quello che è l’amore.
Navigando su
internet un giorno mi sono imbattuto in un sito con una sorta di brano tratto
dal libro di uno scrittore, Paulo Coelho. Per lui
l'amore è sempre nuovo. Non importa chi se si ama una, due,
dieci volte nella vita: ci si trova sempre davanti a una situazione che non si
conosce. Dice che l'amore può condurci all'inferno o in paradiso, ci porta
sempre in qualche luogo. E' necessario accettarlo, perchè esso è ciò che alimenta la nostra esistenza. Se non lo accettiamo, moriremo di fame pur vedendo i rami dell'albero della vita carichi di
frutti: non avremo il coraggio di tendere la mano e di coglierli. E' necessario
ricercare l'amore là dove si trova, anche se ciò
potrebbe significare ore, giorni, settimane di delusione e di tristezza.
Questo
è quello che è successo a me, quest' anno. Fino a poco tempo fa credevo che l'
amore era il sentimento più bello, puro e genuino che esisteva, quell’emozione così forte che ti fa dimenticare tutte le
situazioni difficili, che ti fa sentire la persona più felice dell’universo.
Era circa ottobre, ed era il mio ultimo anno scolastico in quel
liceo.
Le mie giornate scolastiche erano intervallate dalle uscite dalla
classe dedicate alla lettura dei giornali sulle
cattedre dei bidelli nei corridoi, alle chiacchere
che scambiavo con chi incontravo e dato che sono il rappresentante d’istituto,
mi conoscono tutti e io conosco tutti.
Un giorno chiesi al professore di latino di uscire, e dato che
ormai avevano capito come ero fatto non appena
chiedevo il permesso, mi sentivo ripetere puntualmente: “Fernandi
faccia ritorno entro giugno, se no non la possiamo ammettere agli esami”.
Sghignazzavo e uscivo.
Cupido quel giorno aveva deciso di scoccare la sua freccia e di
colpire il mio cuore. Dicevo ero da poco uscito dalla classe e gironzolavo per
i corridoi del liceo, quando........