Addio, Fred

di Inathia Len
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Era rimasta immobile per tutta la funzione, la foto di Fred stretta al seno, quasi a volerlo arpionare di nuovo alla vita.
Non aveva versato lacrime, non aveva parlato, non aveva nemmeno mosso le palpebre. Ogni sua forza di volontà se n'era andata con lui. 
Non era l'unica a soffrire, lo sapeva bene, ma non le importava. 
Era stanca di essere altruista, stanca di perdonare e di cercare di capire.
Stanca persino di combattere. 
Tutto quello che voleva era lasciarsi andare e piangere, ma nemmeno quello le riusciva. I suoi occhi erano vuoti, vuoto il suo cuore senza la risata di lui.
La funzione era stata semplice, persino breve e indolore per chi, come lei, ormai non provava più nulla. 
Aveva osservato la famiglia di lui, un insieme indistinto di teste rosse.
Teste che assomigliavano troppo alla sua. 
Le avevano chiesto se voleva sedere con loro, sei di famiglia, avevano detto, ma non ce l'aveva fatta a vedere il dolore sui loro volti.
Dolore mascherato da un sorriso tirato e una frase di circostanza.
La funzione era ormai finita, la sua risata era stata tumulata insieme a lui.
La gente cominciava ad allontanarsi.
Vide Harry stringere forte la mano di Ginny, quasi a volerle assicurare la sua presenza, dirle di non crollare. Ma lei era forte, gli occhi asciutti e increduli.
Poi c'era Ron, perso tra le braccia della sua Hermione. Lei gli accarezzava dolcemente la schiena, sussurrandogli qualcosa all'orecchio.
C'era Percy, la testa sulla spalla di Charlie e Bill, immobile accanto a Fleur.
C'erano i signori Weasley, che stava cominciando a considerare i suoi secondi genitori. Lei era ancora seduta, lui le stava accanto, stringendole convulsamente una mano sulla spalla.
E infine c'era lui.
Il gemello sopravvissuto, il gemello vuoto.
George.
Aveva qualcosa in mano, qualcosa che rifletteva la luce solare: il frammento di uno specchio. Lo vide gettarlo sulla bara, prima che la terra la coprisse completamente.
E poi, finalmente, le sue lacrime cominciarono a scendere, lente quanto ci metteva la bara a non essere più in vista. 
Calarono come il suo corpo nella terra fredda.
I Weasley le sfilarono di fianco, mezze parole e mezze condoglianze sussurrate nel silenzio, ma Angelina li ignorava. 
Ignorò persino Lee, che aveva ragione quanto lei e loro a piangere.
L'ultimo a passarle accanto fu George. Quando passò, Angelina alzò gli occhi, stringendo convulsamente la fotografia. Guardarlo le faceva male, ma sapeva che il peggio doveva ancora venire. Sarebbe stato quando sarebbe tornata a casa e lui non ci sarebbe stato, sarebbe stato quando avrebbe guardato le loro foto e si sarebbe vista sorridente accanto a lui, sarebbe stato quando avrebbe aspettato inutilmente una sua telefonata, un suo gufo... Sarebbe stato quando avrebbe sperato in vano di sentire di nuovo la sua ristata o la sua voce.
-Perché lui?- chiese, afferrando la mano di George.




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