Passi. Oscurità. Tutto è scuro… Ma
cosa ci faccio qui? Dove sono? È un vicolo cieco: da una parte, un muro,
dall’altra, passi sempre più forti. Il muro è troppo alto. Dovrei saper volare
per poterlo superare… Ma devo scappare, ormai mi è
alle calcagna… Allora salto. Salto ancora. Mi sto’
alzando! Continuo a saltare. È strano, non sto toccando terra…
Salto comunque. Raggiungo la cima del muro, lascio dietro di me il vicolo della
città nera in cui mi trovavo. Oltre il muro mi aspetta l’oceano sconfinato, di
colore blu intenso. Allargo le braccia: sto’ volando. Le tenebre scompaiono. Mi
libro in mezzo ai gabbiani. La felicità mi pervade…
Mi sento libero, e vado sempre più su. Ora vedo solo nuvole bianche sotto di
me.
Ad un certo punto mi guardo in giro, i miei amici pennuti
sono spariti. Una brutta sensazione mi assale… Vedo
in lontananza un puntino nero. Anzi no: nero e bianco. Mi avvicino velocemente.
Inizio a riconoscere dei capelli neri, una veste bianca. Non riesco a vedere
gambe. Sembra uno spettro. Una sensazione di terrore mi assale. Un terrore mai
provato prima. Sono perduto. Lo spettro si sta girando. Inizio a sentire una
sensazione di solletico, ma non è solletico normale, è una tortura! Basta! Non
resisto più! Sto per vederlo in faccia… Inizio a
cadere nel vuoto. L’oscurità mi avvolge. Sobbalzo. Ho toccato il fondo. Tasto
intorno a me… Morbido?
Lan si svegliò sobbalzando. Aprì gli occhi: la prima cosa
che vide fu la sua cantante JRock preferita Ai Moryamoto che gli sorrideva nel poster appeso sulla parete
di fronte a lui. Ancora mezzo addormentato, alzò il braccio e il dispositivo
che portava al polso si illuminò. Il suo piccolo schermò mostrò un messaggio di
buon giorno, che venne poi sostituito dall’ora: 5:43. Un promemoria mostrava la
scritta “ Si ricomincia…” Sopra lo schermino del
dispositivo si poteva leggere in caratteri argentei “Ring”. Quando Lan si rese
conto che sarebbe stato inutile rimettersi a dormire per i successivi 17
minuti, si mise a sedere. Era ancora scosso per il suo incubo. Cosa
significava? Chi era lo spettro che gli ha trasmesso quella sensazione di
terrore? Poi, concludendo che è stato
solo un sogno, puntò il Ring verso una zona scura della camera. Un puntino
luminoso si allungò diventando una un linea verticale, per poi allargarsi in un
rettangolo luminoso. Si avvicinò e lesse nel rettangolo: 2 Download completati.
Uno era un gioco per lo Xenon, l’altro era un album
di musica giapponese. Con le dita prese la finestra di Bit Torrent e la spostò, e visualizzò le icone del suo
desktop. Lo fissò per un attimo, pensando alla bruttissima sensazione del sogno, poi quando
si rese conto che stava fissando l’ologramma senza concludere nulla,
dimenticatosi probabilmente di quello che voleva fare, riaprì il programma p2p
per continuare a scaricare e si girò. Con la luce emanata dallo schermo ad
ologrammi del suo computer la sua stanza era ora visibile, piuttosto spoglia:
la scrivania su cui era poggiato lo schermo, il piccolo case del computer, il
letto, il poster sulla parete e una lampada. Il pavimento era rivestito di
moquette blu, e i muri non erano verniciati. Si diresse in bagno.
Lan vive in un appartamento molto squallido, ma
l’arredamento, come l’economica televisione al plasma di design high tech, la sua ipnotica lavalamp, o
il suo stereo, anche quello di stile high tech, davano
una sensazione di vivibile alla stanza. Uscì dalla camera da letto, e
attraversando la sala pigiò un bottone nella macchina del caffè, poi si dirise verso il piccolissimo bagno. Si tolse il pigiama, e
si vestì: un paio di pantaloni neri a vita bassa un po’ sgualciti, una t-shirt
nera, un polsino bianco nel braccio destro, e le sue mitiche scarpe da skater
blu e grigie. Poi si guardò nello specchio. Vide riflesso un ragazzo di 18
anni, con occhi di un azzurro intenso, capelli castani un poco lunghi. Si lavò
e andò a bere il caffè ormai pronto, facendo zapping nella tv.
“… e sembra quasi impossibile che nel 2036 possano accadere
ancora cose del genere. Ma il presidente della repubblica ribatte: “La benzina
rispetto all’idrogeno sotto molti aspetti pratici, con i suoi molti pro e i
suoi contro, è decisamente migl” ... “…gi la
riapertura delle scuo” … “…issima
offerta pendrive 50 Terabyte
a soli 29.99€” … “L’omicidio è
stato commesso a Nuova Milano. Sono ancora sconosciuti il movente e l’arma del
delitto, ma la polizia ha catturato due sospetti!” … “di persone che rifiutano
di credere alla scoperta degli scienziati hanno organizzato rivolte indignati”
“Cavolo!” Esclamò Lan. “Certo che da quando Roma è stata polverizzata,
l’Italia sta’ proprio andando a rotoli!”. Finì di fare colazione, andò in
camera, spense il computer ed estrasse una schedina nera grande quanto un’
unghia di un dito, e la inserì nel Ring. È la memoria in cui custodisce tutti i
suoi file. Pensò che visto che era in anticipo, poteva prendersela con calma ed
evitare l’autobus. Raccolse il suo skate board della Destruction, uscì di casa.
Un quartiere squallido e grigio di Nuova Milano si stagliò
davanti a lui quando aprì la porta che dava all’esterno. Dal ring selezionò la
sua playlist preferita (86/120 delle canzoni della playlist erano di Moryamoto), poi
montò sulla tavola, che si sollevò da terra per merito dei dispositivi
antigravità, diede una spinta e partì. Lan è un vero mito con lo skate,
percorse la sua strada compiendo ogni genere di acrobazie immaginabili a tempo
di musica. Il paesaggio intorno a lui cambiò da un quartiere squallido e
trasandato ad un altro con immensi ed altissimi palazzi bianco candido con
forme stranissime: si passava da uno con una forma che ricordava una vela, ad
uno cilindrico giallo con la parte superiore bianca, che se avesse avuto un
manico, lo si sarebbe benissimo potuto scambiare con un boccale di birra
gigante, ad un altro ancora immenso completamente di vetro che rifletteva la
luce del sole ancora basso sopra gli edifici. Immensi ologrammi mobili si
muovevano nel cielo: una donna sopra ad
un palazzo cantava a squarciagola, nello sfondo la copertina del suo album, un
robot vestito a pinguino che portava un vassoio con sopra una teiera con
tazzine, e una donna che mostrava una schedina nera per poi inserirla nel suo
ring, pigiare lo schermino di quest’ultimo e muoversi a passo di danza. Abbassò
lo sguardo: la strada era metallica di un colore argenteo e riflettente. Quel
tipo di strada è un grande magnete che respinge i magneti presenti nelle automobili, permettendogli così di
levitare senza l’uso dei dispositivi di antigravità, con un notevole risparmio
di energia. I marciapiedi di pietra erano pulitissimi, con piccoli alberelli a
distanza costante a bordo della strada, che donavano al paesaggio artificiale
un tocco naturale.
Lan si stava godendo il paesaggio, quando arrivò alla ex
piazza del duomo di Nuova Milano. Il duomo era in rovina. Il soffitto era crollato,
permettendo così alle intemperie di entrare all’interno dell’enorme buco, il
bellissimo rosone oramai non esisteva più, e la facciata era scura per colpa
degli incendi appiccati. Una gran folla infuriata urlava davanti al duomo. Lan
passò senza farci molto caso: la religione non gli era mai interessata. I
genitori di Lan, essendo atei, non hanno fatto nulla affinchè
lui potesse interessarsi anche solo minimamente alla religione, e per come è
stato educato, considera tutti i professanti di qualsiasi religione dei
perditempo. “Se si usasse il tempo che perdiamo a pregare per fare del bene
nella nostra società” pensava, “probabilmente non saremo nella situazione
attuale. Ma è anche un bene che ci sia la religione: mette paura all’uomo, per
fare in modo che la paura di una punizione nell’aldilà possa evitare, almeno
minimamente, di passare una vita all’insegna della delinquenza.”
Era perso nei suoi pensieri, quando da lontano sentì una
voce che chiamava il suo nome, che lo riportò alla realtà. Spense la musica. Dietro
di lui lo stava raggiungendo un ragazzo con capelli castani un po’ più lunghi
del normale, occhi marroni. Era vestito con uno stile misto da skater e punk:
t-shirt nera, pantaloni neri sgualciti e cintura borchiata.
“Ciao Lan!”
“Lol! È da prima della guerra che
non ci si vede!” Rispose Lan.
“Eh… Purtroppo si…
Cos’hai fatto in quest’anno e mezzo?”
“è stato un inferno. La mia famiglia non è molto ricca. Non
siamo potuti scappare. Io, mia madre e mio fratello ci siamo rifugiati in
campagna, ma mio padre è dovuto andare in guerra… E
non l’abbiamo mai più rivisto.” Lan trattenne con difficoltà le lacrime.
“Accidenti… Allora hai passato un
periodo veramente triste…” Lol
era veramente molto dispiaciuto.
Seguì un momento di silenzio, imbarazzante. I due presero a
camminare, Lan con lo skate tra le mani.
“Laaaan!!! Looool!!!”
Una voce urlò in lontananza. Tore si stava
avvicinando correndo. I tre amici per la pelle si erano appena ritrovati.
“Ciao Tore! Com’è?” domandò Lan
all’ultimo arrivato.
“Ah… è stato un incubo! Ma vi
rendete conto? Un anno e mezzo senza le ragazze della scuola! Un anno e mezzo
senza la mia Gaia!” rispose lui.
“Ecco che ci risiamo… Sei pronto a
ricevere un altro palo?” Commentò Lan,
“E comunque grazie per aver espresso la tua gioia di rivederci
e sapere che siamo ancora vivi! Davvero, ci hai riempito il cuore!” Contestò Lol sarcastico.
“Ma dai! Cosa vai a dire! Lo sai che sono felicissimo di
ritrovare i miei due migliori amici! E comunque sia Gaia mi ama! In tutto
questo tempo si sarà accorta che nella sua vita io sono di grande importanza!
Vedrete! Appena mi vedrà mi salterà addosso!”
“Certo. Basta esserne convinti. O forse no! Hihi!” disse Lan.
“Dove hai passato l’ultimo anno, Tore?”
Iniziò un nuovo discorso Lol.
“Sono stato nella mia villa in America. E ho passato le mie
giornate a studiare. Forte eh? A studiare! Ma che bello!! D’estate tutte le
ragazze escono per andare in spiaggia, e io invece sono dovuto rimanere chiuso
in casa a studiare! Lan, tra te e me, non so chi odia di più studiare!”
“Eh, non penso che mi batti… Però
io sono obbligato. Non sono fortunato come te, che hai un padre proprietario di
una multinazionale!!”
“Si certo… Però dovrò comunque
portarla avanti questa multinazionale, no? E comunque…
Sappiate che non sarò più in classe con voi…”
Lan e Lol urlarono all’ unisono:
“Coosa?”
“Eh purtroppo è così… Vi ho detto
che ho studiato tutto il tempo, e ho fatto il programma che avrei fatto stando
qui in Italia. A meno che anche voi…?”
“Secondo te?” Disse Lan con un tono di voce di chi risponde
ad una domanda la cui risposta cel’ha scritta in
fronte.
“Io invece,” iniziò Lol “sono
andato in Giappone da mia zia. Però non conosco la lingua, e quel poco che ho
fatto è trascurabile!”
“Bhe, allora ci aspetta un anno separ…” La voce gli si spezzò, il suo sorriso si ribaltò.
“GAIAAAAAA!! La mia Gaiaaaa!! Non saremo più in
classe assieme!! Come farò a vivere senza di lei!! Non ci avevo pensato a
questo!!”
Tore era davvero disperato. Ma
intervenne Lol:
“Tore non devi disperarti così… Tanto ce ne sono tantissime altre di ragazze carine
nella nostra scuola no?”
Tore: “…”
Lol:”Dai su…
Pensa ad altro… Ad esempio: perché
se Dio è immortale, ha lasciato ben due Testamenti? Oppure: perché si chiama sala-parto
se ha solo nuovi arrivi?”
“Ma cosa stai dicendo?” Esclamò Lan.
“Perche' le
scoregge puzzano? Per i sordi...”
Basta! Smettila!” Esclamò Lan.
Tore sembrò iniziare a rincuorarsi.
“E se muore lo stitico, va in purgatorio ?
E se la museruola si mette sul muso, dove si mette la cazzuola?”
“Argh!! Mi sono appena ricordato
perché in questo anno e mezzo non ho sentito la tua mancanza!” Disse infine
Lan, che prese ad inseguire Lol per prenderlo
amichevolmente a pugni.
Ripresero a camminare, raccontandosi tutto quello che è
successo da quando non si sono più visti. Lan evitava di parlare del padre. Ad
un certo punto, un’enorme edificio grigiastro bucherellato da decine di
finestre, con un balcone circolare su cui sventolava una bandiera italiana,
sostenuto da grandi colonne, si ergeva davanti a loro. Sotto al balcone scale
che ne seguono la forma portano all’entrata. Una parte dei cinquemila studenti
stava aspettando li davanti. Dopo un’ anno di guerra, era ora di pensare al
futuro, era ora di tornare a scuola.