A Whisper in the Wind
A
Whisper in the Wind
Let the wind blow through your
heart
For wild is the wind,
wild is the wind
David Bowie,
“Wild Is The Wind”
L’aurora aveva appena illuminato con i suoi raggi dorati
Konoha e le sue strade polverose, quando un piccolo stormo di
pettirossi ci svolazzò sopra riempiendole di un cinguettio
allegro. Un pettirosso stanco, si posò con grazia su un
davanzale,
continuando a cantare imperterrito finché lo schianto di un
libro contro il vetro della finestra non lo fece fuggire via spaventato.
Odio la
mattina…
Sakura non si era svegliata affatto di buon umore.
Schiuse gli occhi verdi ancora offuscati dai sogni e scese con estrema
lentezza dal letto, gettando un’occhiata rapida al caos che
regnava sovrano nella sua stanza. Afferrò una maglietta e un
paio di pantaloncini e se l’infilò; poi si
spostò davanti alla specchiera e si pettinò con
cura i corti capelli chiari.
Posata la spazzola, fissò il suo riflesso nello specchio e
vide una giovane ragazza magra che ricambiava,
quasi con una certa ironia, il suo sguardo corrucciato.
Nemmeno quando ho un
giorno di riposo, riesco a dormire…
L’incubo di una schiena che si allontanava e della sua mano
tesa in un vano [patetico]
tentativo di fermarla, la tormentava ogni notte da ormai quasi
più di tre anni.
« Sasuke-kun… » disse a denti stretti,
quasi a voler trattenere in bocca almeno l’amaro del suo nome.
Si alzò e uscì in silenzio dalla sua stanza,
chiudendosi con delicatezza la porta alle spalle, e si
incamminò per le strade del suo paese guidata da un richiamo
mormorato dal vento. Il coprifronte abbandonato sulla scrivania.
In poco tempo raggiunse il bosco che portava al campo
d’addestramento del gruppo Sette circondato dalla bruma
leggera.
Si incamminò tranquilla in quella foschia con i pensieri che
le camminavano a fianco. Le piaceva perdersi in quel piccolo ambiente
ovattato dove la solitudine e la stanchezza dei giorni passati le
scivolavano via come gocce di pioggia.
Un lieve brivido le percorse la schiena ed una scintilla di ricordo le
brillò chiara nella mente.
Era distesa sull’erba e stava osservando a bocca aperta il
cielo stellato che la sovrastava. Gli unici rumori che poteva sentire
erano il lieve fruscio dell’erba che le solleticava le
braccia, il soffio del vento sulla sua pelle ed il respiro regolare di
Naruto, Sasuke e del maestro Kakashi che giacevano addormentati
già da un bel po’.
Ricordava perfettamente ogni singola sensazione, perché,
quella notte, era felice, e non riusciva nemmeno a spiegarsene il
motivo.
Il ricordo, poi, di dissolse, e ne apparve un altro in cui una figura
scura le dava ostinatamente le spalle.
« Sasuke-kun, io ti amo!! » gli aveva urlato tra le
lacrime con quanto fiato aveva in gola.
Lui era rimasto immobile lì, senza batter ciglio, e poi era
svanito in una nuvola di polvere, apparendo all’improvviso
alle sue spalle. Lei [Addio,]
era sorpresa e spaventata allo stesso
tempo e a stento trattenne un singhiozzo [Sasuke-kun…].
Non un sorriso, né un abbraccio; ma solo un semplice
“grazie” sussurrato roco nel suo orecchio poi, i
sensi le si intorpidirono e l’oscurità la
inghiottì completamente.
I ricordi confusi, poi, le si diradavano di fronte ad un viso sicuro
che le sorrideva e una frase che le aveva stretto il cuore.
« Lo riporterò indietro, questa è una
promessa Sakura-chan! »
« Naruto… mi dispiace doverti fare aspettare, ma
la prossima volta lo faremo insieme! » gli aveva risposto
lei, molto più sicura [illusa]
e felice.
Insieme…
Camminava a passo lento, osservando le fronde degl’alberi e
ascoltando il vento sussurrare tra loro. I suoi bei occhi silvani umidi
per la nostalgia. Ricordava ogni singola volta che aveva percorso quel
bosco circondata dagli schiamazzi di Naruto e dai silenzi di Sasuke. Il
suo Sasuke.
La roccia del gruppo in cui cielo e terra si fondevano per formare il
ninja perfetto. Nessuno, però, s’era mai accorto
che quella roccia era percorsa da tante piccole fratture che
l’avevano portata inevitabilmente a frantumarsi.
Hai rovinato
tutto…
Strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche mentre si mordeva il
labbro che le prese a sanguinare.
Perché?
…
Perché!?
Sollevò gli occhi e si asciugò con rabbia una
lacrima. Piangere non era permesso ai ninja. Mostrare le proprie
emozioni ed i propri sentimenti era segno di debolezza; così
le avevano insegnato all’Accademia.
Improvvisamente udì un fruscio fra i tronchi e
istintivamente portò la mano alla sacca dei kunai
estraendone uno e portandoselo davanti al petto.
« Ma che…!? »
Arancione. Fu tutto ciò che vide dinanzi a se prima che una
giacca le si schiantasse sul volto stupefatto; sapeva di ramen. Ora,
non aveva più dubbi.
Naruto…
Sakura percorse rapidamente il resto del bosco arrivano nel grande
prato che
ospitava il loro campo d’addestramento. Al suo centro si
stagliava nitida una figura che dormiva beatamente sdraiata
sull’erba, con le mai intrecciate dietro alla nuca.
Gli si avvicinò in silenzio, legandosi ai fianchi la giacca
e, quando lo raggiunse, si fermò a contemplarne il volto
addormentato.
I lineamenti abbronzati, la bocca rilassata e leggermente aperta, gli
occhi di quell’azzurro intenso chiusi.
« Strane, a volte, le coincidenze… »
bisbigliò intenerita.
Poi un particolare le saltò all’occhio: le guance
segnate dai quegli curiosi baffi stavano lentamente arrossandosi.
Non sarà
che…!?
« Naruto… »
La sua voce minacciosa fece vibrare l’aria ed impallidire il
ragazzo, che strinse le palpebre conscio delle conseguenze. Era
sveglio, il maledetto.
« Sei il solito idiota! » ruggì lei,
tirandogli un calcio nello stomaco.
Naruto si raggomitolò su sé stesso, stringendosi
con un gemito la parte lesa.
« E tu sei la solita violenta, Sakura-chan! Stai diventando
uguale alla vecchia Tsunade! » le disse con un
broncio infantile.
Sakura schioccò la lingua e si lasciò cadere
sull’erba accanto a lui, che sussultò portandosi
le braccia incrociate davanti alla faccia.
« Tranquillo, ho finito. Per
il momento. »
Naruto la fissò interdetto per qualche istante, poi decise
che non c’era davvero più nulla da temere e si
sdraiò con un ghigno.
« Cosa ti hai portata qui a quest’ora, Sakura-chan?
»
« … Il vento. »
« Eh? »
Naruto le lanciò un’occhiata incredula ma Sakura
non si voltò a guardalo. Aveva un’espressione
assorta e lo sguardo lontano. [Troppo
lontano]
« C’erano qualcosa di strano nell’aria,
stamattina. Tutto qui. » terminò lei. «
E tu, invece, perché sei qui? »
« Uno stramaledettissimo passerotto ha deciso di farmi da
sveglia! » grugnì Naruto stizzito.
Sakura scoppiò a ridere.
« Be’? Cosa c’è di strano? La
tua scusa del vento mi sembra ancora più improbabile della
mia. » borbottò lui voltandosi verso gli alberi.
« Scusa, scusa! » ridacchiò lei,
« Ma la tua sveglia ha fatto doppio turno, a quanto pare!
»
« Oh?
»
Naruto roteò gli occhi verso di lei e la vide ridere con gli
occhi verdi luminosi. Amava vederla sorridere. Amava tutto di lei.
Forse un po’ meno i suoi sbalzi d’umore, ma a
quelli c’aveva ormai fatto l’abitudine.
« Questo è dunque il volere del destino!
» esclamò lui scimmiottando alla perfezione Neji.
Sakura continuò a ridere divertita. « Che ne dici
se andassimo a mangiarci del ramen all’Ichiraku
così, tanto per festeggiare? »
« Mangiare ramen alle quattro del mattino? »
balbettò Sakura che, però, dovette arrendersi di
fronte al suo sguardo da cucciolo, « … Ah,
perché no?
» acconsentì infine, « Ma solo se offri
tu! »
« Eeeeh!? Ma Sakura…! » tentò
lui con poca convinzione.
« Non accetti? Be’, allora niente da fare!
» disse lei con un ghigno altezzoso stampato sul volto.
« Nossignore, offro io! » disse Naruto estraendo
dalla tasca il suo portafoglio a forma di rana. « Andiamo?
»
Saltò in piedi con un agile colpo di reni e le tese la mano
calda. La guardò tendere le dita verso le sue… Ehi,
ma quella era la sua giacca?
Sakura si tirò su, ma non lasciò andare la presa sulla sua mano.
« Naruto… »
Fu un attimo, e Naruto si ritrovò strattonato in avanti, e
poi circondato dalle braccia
candide di lei, che lo strinse in un abbraccio pieno di affetto.
« Grazie… » fu quello che gli disse con
la voce leggermente incrinata.
Il ragazzo chiuse gli occhi per godersi a fondo quella sensazione di
tepore e la strinse a sé con un sorriso, mentre il
vento soffiava attorno a loro circondandoli con petali di viola.
Sento di doverti
ringraziare, amico…
.:~*~:.
Eccomi di nuovo qui, con una NaruSaku questa volta (quei due li adoro
*.*). Non so se sono riuscita a rendere bene l’idea del
vento. In realtà a volta ci capita di essere guidati da
qualcosa intrinseco che potrebbe anche essere il vento, il destino o
che dir si voglia… io ho cercato sviluppare
quest’idea che mi ronzava già da un bel
po’ nella testa. Un po’ sdolcinata? Be’,
oggi sono particolarmente di buon umore…
Comunque Sakura ringrazia Naruto perché riesce sempre a
farla sorridere con il suo atteggiamento simpatico e a volte infantile
e per tutto quello che ha sempre fatto per lei.
Bella? Semplice? Noiosa? PATETICA!? Fatemi sapere cosa ne pensate con
una recensione, mi raccomando!! ^____________^
See ya,
Shadow
Eyes
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