stella e stellina
Cap. 3 - Stella e stellina
Natalia se ne
stava
stesa sul letto, lo schienale appena rialzato, lo sguardo perso nel
vuoto e una flebo attaccata al braccio.
"Ciao" le disse
suo marito entrando nella stanza, poi, senza aggiungere
altro, si avvicinò, la strinse in un
forte abbraccio e le posò un
bacio fra i capelli.
"Ciao" rispose
lei
con aria quasi assente, ma contraccambiò l'abbraccio
aggrappandosi a Ryan come una naufraga in cerca di salvezza.
Rimasero così, stretti, allacciati per alcuni minuti, e fu
la donna la prima a sciogliersi per guardare suo marito dritto negli
occhi e chiedergli "Lo
hai visto?" alludendo al bambino;
"Si....è
bellissimo, perfetto, solo un po' troppo piccolo. Una bellissima,
splendida, minuscola creatura addormentata"
Una
bellissima
creatura, splendidamente addormentata, che forse non si
sveglierà
mai, che forse non mi vedrà mai...che non saprà
mai che io sono il
suo papà...
"Voglio vederlo"
"Non so se puoi
alzarti, Nat. Hai ancora la flebo attaccata"
"Oh...questa sta
finendo...dovrebbero essere le quattro del pomeriggio,
ormai....Oddio! Le quattro! Olivia...bisogna andare a prenderla a
scuola! Ryan!"
"Sssh, Nat, stai
tranquilla; è tutto a posto. Ho chiamato tua
sorella, ha detto che ci pensa lei. Le ho detto di portarla a casa
sua e di aspettarmi lì"
Natalia
sospirò, parzialmente sollevata, almeno la
loro figlia era, seppur momentaneamente, a
posto. Ora però bisognava pensare al bambino.
Nel
frattempo, la flebo era finita e
l'infermiera che l'aveva tolta le aveva assicurato che almeno per un
po' l'avrebbero lasciata riposare e che poteva andare a vedere suo
figlio, alla nursery, muovendosi almeno inizialmente con la sedia a
rotelle, nelle sue condizioni era meglio aspettare un po' prima di
cominciare a camminare.
"Non
credo proprio che ce la farei a camminare" aveva risposto lei
sentendosi tutta indolenzita e con un gran male al basso ventre.
Ryan
l'aveva scortata
fino alla nursery ed era rimasto fuori a guardare dal vetro mentre la
puericultrice l'aveva accompagnata presso la culla; le avevano
dato il permesso di prendere il piccolo in
braccio per qualche minuto e lei lo aveva cullato e coccolato.
Sentiva le lacrime bagnarle il viso, mentre guardava e dondolava
dolcemente la sua creatura;
"Sei
bellissimo,
gli ripeteva, sei bellissimo...piccolo mio...tieni duro, non te ne
andare. Ti abbiamo desiderato così tanto, così
tanto....svegliati, bambino mio....svegliati. Sono la tua mamma, la tua
mamma...."
Ryan, la fronte
appoggiata al vetro, guardava sua moglie e il loro figliolo con le
lacrime agli occhi. All'improvviso sentì una voce dietro a
se.
"Papi!"
Olivia lo stava chiamando fondo del corridoio, lui si voltò,
fu la questione di un secondo e la
bimba era lì fra le sue braccia.
"Ha voluto
venire
qui a tutti i costi" cercò di spiegare Anjia, la sorella di
Natalia, che l'aveva accompagnata "ho provato a
distrarla, a chiederle se voleva andare al cinema o al parco, ma lei
continuava a dire che voleva venire qui e vedere il suo fratellino,
che si sentiva che c'era qualcosa che non andava e voleva la sua
mamma e il suo papi. È la bimba più testarda che
io conosca, è
proprio tua figlia, Ryan !"
"È
anche figlia
di tua sorella, se è per questo" rispose lui abbastanza
seccato;
poi, più dolcemente rivolgendosi a Olivia "patatina,
perché
non hai voluto rimanere con la zia?"
"Perché
voglio
vedere il mio fratellino. Dov'è?"
"Nella nursery
ma......vedi, piccolina,
il tuo fratellino è come addormentato, non può
vederti né sentirti
e non so se si sveglierà mai"
"Non
è vero che non può sentirmi,
anche se dorme sono sicura che lui può sentirmi, se gli
parlo,
come
mi sentiva quando era nella pancia della mamma! Voglio dargli il
benvenuto, dirgli che io lo aspetto, che voglio che si svegli al
più presto per giocare con lui. Dov'è il mio
fratellino, papi?"
"È
qui" rispose
Ryan in un sussurro, "guarda" ....e, presa la bimba in braccio, la
sollevò affinché potesse vedere meglio
all'interno della nursery
"lo vedi il tuo fratellino in braccio alla tua mamma?"
La bimba
riconobbe
subito Natalia, la quale, vista sua figlia, chiese qualcosa
all'infermiera che rispose con un cenno affermativo del capo.
Subito dopo, non
appena
ebbero riadagiato il piccolo nella culla termica, si voltarono verso
la vetrata e fecero cenno a Olivia di entrare.
La bimba si
avvicinò , guardò bene il suo fratellino
e,
appoggiando la mano sul vetro della culla, incominciò a
cantare a
bassa voce:
Twinkle, twinkle, little star,
How I wonder what you are.
Up above the world so high,
Like a diamond in the sky.
Twinkle, twinkle, little star,
How I wonder what you are
E accadde il
miracolo;
il bambino si mosse, cercò di avvicinare la manina a quella
della
sorella e spalancò due grandi occhioni che sembravano ancora
più
grandi in quel viso così piccolo e che erano di un bel
colore verde
scuro, proprio come quelli di suo padre.
"Oddio,
Natalia
era incredula e si era portata le mani alla bocca per lo stupore "si
è svegliato! Si sta muovendo, il mio piccolo.....oddio!
Infermiera, la prego, vada a chiamare
un medico e....se non le dispiace, dica, per favore a mio marito che
il nostro bambino si è svegliato. Lo hai fatto tu il
miracolo,
Olivia. Sei stata tu che hai portato tuo fratello da noi"
e,così
dicendo, abbracciò sua figlia e la strinse
forte.
"Vedi,
mamma" disse con
semplicità Olivia "gli ho cantato la canzoncina
perché
lui sapesse che lo stavo aspettando. Julian lo ha capito e ha
voluto venire qui da me,
qui da noi".
Dopo
le consuete visite i medici si dichiararono più che
ottimisti, Julian si sarebbe ripreso senza problemi e avrebbe di
sicuro condotto una vita normale. Non appena il suo fisico sarebbe
stato abbastanza forte da potere vivere fuori dell'incubatrice, i suoi
genitori e sua sorella avrebbero potuto portarselo a casa.
"Sei
la mia stella" ebbe a dire un commosso e orgoglioso Ryan alla sua
figlia maggiore, quello stesso pomeriggio, più tardi mentre
rientravano verso a
casa, "la mia stella!" disse ancora stampandole un bel bacio in fronte;
"Papi...."
chiese la piccola "ma se io sono la tua stella, Julian che
cos'è?"
"Oh, beh, lui
è .....la mia stellina!" e entrambi scoppiarono a ridere.
Certe
volte la logica e la magia
dei bambini a volte è difficilmente comprensibile da noi
adulti
ma
non è detto per questo che sia necessariamente errata. Anzi
tante volte i piccoli hanno una specie di dono magico che li aiuta a
vedere al di là del consueto.
Questa volta è proprio
finita prima però vi devo un paio di spiegazioni.
Quanto narrato in questo terzo
capitolo si riferisce, con gli opportuni adattamenti, a una storia
realmente accaduta qualche anno fa qui in Italia. Nella storia reale il
fratellino più grande era solito cantare al piccolino la
canzoncina "stella stellina, la notte si avvicina...." eccetera.
Dovendolo adattare a una realtà americana ho dovuto cambiare
il titolo e il testo della canzone (che esiste realmente e trovate il
link alla fine del primo capitolo), ma ho recuperato il titolo per la
mia fanfiction.
L'impaginazione del terzo
capitolo è diversa da quella degli altri due
perché ho usato un programma diverso, avendolo
scritto con lo smartphone, spero che non disturbi troppo e comunque
scusatemi.
Originariamente
questa avrebbe dovuto essere la mia ultima Wolvista, ma ho notato che
la serie è piuttosto seguita e quindi penso che
scriverà un'altra storia.....solo che quella che ho in mente
sarà difficilissima da scrivere e quindi vi prego di
pazientare ancora un po'....anche perché ho un paio di altre
idee che mi frullano in testa.
Volevo chiedervi se vi piace il rapporto che ha Ryan con Olivia, nel
tratteggiare Ryan padre mi sono un pochino ispirata al mio
papà, quindi spero proprio che sia di vostro gradimento
Adesso vi saluto
Buona lettura
Love
Jessie
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