risveglio
Non c'era niente
intorno a me, il vuoto. Tutto era nero. Ma tutto era niente e niente era
tutto.
- Emily... - disse una voce alle mie spalle. Mi girai. E i miei occhi si
riempirono di lacrime.
- Tesoro mio... - continuò, quelle parole scavarono nel silenzio delle
mie lacrime.
- Padre... - dissi con un fil di voce. - Madre... - Loro erano
lì, di qualsiasi cosa fossero fatti, ma erano con me. Ma questo
significava che...
- No, cara, non sei morta. - disse mio padre.
- E allora ditemi dove sono, per favore. - chiesi.
- Sei in un posto dove non si è nè morti nè vivi.
- rispose mia madre. - Devi essere tu a scegliere... -
- ... Se stare con noi o con le persone che ti vogliono bene ora. -
continuò mio padre.
Andai verso di loro. Li abbracciai, per mia madre fu la prima e l'ultima
volta, e le lacrime scesero anche dai suoi occhi.
- Addio... - dissi.
- No, cara, dopotutto questo non è un addio, noi ti siamo sempre vicini,
ricordatelo. - rispose mio padre.
- Ci vediamo di sotto, allora. - dissi prendendo la strada
opposta.
Uno spiraglio di luce. Aprii gli occhi. Non ero nella mia stanza da
Red. La testa mi faceva malissimo. Cercai goffamente di sedermi.
Mi trovavo in una stanza abbastanza piccolina, con la finestra
sprangata, e un disordine che non avevo mai visto da nessuna parte.
Solo allora mi accorsi di alcune cose. Il mio letto era di paglia,
avevo testa e braccio fasciati e indossavo abiti da uomo.
Solo allora ricordai. Il caos al Red's Traveling Entertaiment, e
soprattutto la trave. Notai che in un punto, la fasciatura al braccio
era tinta di rosso. La ferita doveva essere ancora fresca. Quanti
giorni erano passati? Dove mi trovavo? C'era qualcuno lì?
La porta si aprì e finsi di dormire ancora. Qualcuno venne a
sedersi vicino a me. Sentii una mano passare tra i capelli.
Chissà se era Red.
- Red... - dissi, di solito, come diceva lei, la chiamavo nel sonno,
perciò cercai di sembrare più naturale possibile.
- Che bella... - rispose una voce che non mi aspettavo. Aprii piano gli
occhi. Un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi che sembravano verdi e
azzurri allo stesso tempo mi guardava.
- Bentornata tra noi. - disse - Come ti senti? -
- Mi fa male la testa. - dissi con la voce impastata di sonno.
Guardò la benda al braccio e storse le labbra. - Vado a prendere le
bende. Non ti muovere. - disse uscendo.
Mi trovavo a casa di Tobias Reag.
Tobias tornò dopo poco con una valigetta marrone. Si sedette di
nuovo vicino a me e prese il braccio, tolse la vecchia fasciatura e
cominciò a mettere quella nuova.
- Chi sei? - chiesi.
- Io sono Tobias Reag, tu? - disse senza togliere gli occhi dal
suo lavoro.
- Emily Priche. - risposi. Il suo viso divenne la maschera della
tristezza. - Che succede? E come mai sono qui? - chiesi.
- No, niente. - rispose. - Ti ho salvata da quelli di Cavendish. Mio... -
disse un pò titubante.
- ...Padre sta con loro. Ti volevano finire, come tuo padre, dicevano,
ma sono arrivato io e ho detto che eri scappata. -
- Mh, e ti hanno creduto? - chiesi sospettosa.
- Si, ubriachi com'erano. E comunque, nessuno sa che sei qui. -
finì. - Ti vado a prendere qualcosa. - disse uscendo di nuovo.
Al suo ritorno aveva in mano un bicchiere d'acqua con un pò di
pane.
- Tieni, è meglio se cominci a recuperare le forze. - disse porgendomi
il mio pasto.
- Grazie. - dissi addentando un pò di pane. - Ma i miei vestiti?
E il ciondolo? - chiesi cercando le mie cose in giro per la stanza con
lo sguardo.
- Sono in quella sacca, ma tutto quello che prima non era rosso, adesso
lo è. - disse.
- Ah, perfetto. - dissi finendo l'acqua.
- Ora è meglio se ti riposi, - disse Tobias. - Quando ti
sveglierai credo che la testa non farà così male. - disse
uscendo dalla porta e lasciandomi sola.
Quando non sentii più nessun suono provenire dall'altra parte
della porta mi alzai ed iniziai a cercare le mie cose senza fare il
minimo rumore. Rovistai tra le cianfrusaglie, selle per cavalli,
speroni, stivali, stracci, sacchi e corde. Ed eccole! Le mie scarpette
da
punta! Tobias aveva ragione, i laccetti e il raso erano macchiati di
rosso sangue, erano inutilizzabili, il gesso era diventato troppo
morbido per poterci salire. Il vestito aveva la sottogonna e i pizzi
macchiati.
Poi trovai il medaglione con le foto. Erano ancora intatte per fortuna.
Lo aprii e guardai i volti di quelle persone. Sarà stata solo
una specie di sensazione, ma vidi i loro occhi brillare riflessi nel
vetro.
Angolo della scrittrice!
Yeeaaa!!
Ragazzi, spero proprio che questo capitolo vi sia piaciuto, io ce l'ho
messa tutta, tra scuola e le mie storie. Comunque i miei ancora non si
sono decisi a mettere una rete internet, così ho messo
un'offerta sul cellulare, dove passo i capitoli e li pubblico, ma
questo mio telefonino non mi capisce ( credetemi, la cosa è
reciproca! ) !! Chiedo scusa a Vale_Penniman per non aver risposto a
molte sue recensioni, perciò, rimedierò qui, tanto le
risposte le leggeranno lo stesso! :)
Ma ciaooo!! Graziee!! riguardo al sogno, lei non prevede il futuro, ma
ha semplicemente visto ciò che è già successo.
Tranquilla, non sei pesante, mi fa piacere avere una fan come te, e
devo dire la verità, sei l'unica che recensisce ad ogni
capitolo! Poi, ultimo, ma non ultimo, nessuno ha salvato Emily, credo
che dal capitolo qui sopra sarete riusciti a capire, è
stata rapita e poi, solo dopo salvata. Spero che anche questo capitolo
ti sia piaciuto! Alla prossima!
Adesso mi rivolgo a voi, cari lettori silenziosi, perchè anche se non
dite la vostra so che continuate a leggere!
Un saluto a tutti!
mary_snape
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