Call me maybe?

di Ziseos
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CAPITOLO 1

L’IDEA PIU’ STUPIDA

 
 
Stringevo ancora fra e dita quel dannato pezzo di carta con sopra scribacchiato alla veloce, un numero di telefono.                                                                                                                                                                         
Presi a maledirmi come mai in vita mia ed ero sul punto di strapparmi uno per uno i capelli; cominciai a prendere a calci qualunque cosa incontrassi sul mio cammino: lattine, pezzi di plastica, bottiglie e sassi.     
Se solo non fossi andata a bere la sera prima, sicuramente non sarei stata lì in quel momento, ad aspettare una persona che a malapena avevo visto in faccia.                                                                                                    
Mi appoggiai ad un muro di fronte al bar dove avevo appuntamento e tirai su il viso verso il sole: avevo bisogno di quel dannato calore ancora per qualche istante,prima che cominciasse un inferno gelido.

Può l’inferno essere gelido?
Oh,eccome se può esserlo!
Basta solo trovarsi a due centimetri dal naso di un tipo del quale non conosci nulla, e con il quale dovrai passare un pomeriggio romantico.
Gelido. Come gli sguardi che ci saremo scambiati.
Tirai un sospiro scocciato e presi una pinza dalla borsa, per poi tirarmi su i capelli in una specie di chignon uscito malissimo;e diedi un’occhiata in giro a cercare con lo sguardo qualcuno che potesse essere il mio misterioso cavaliere per la serata.                                                                                                                             
Non vedendo nessuno comparire all’orizzonte chiusi gli occhi cercando di pensare ad altro.
<<...dunque..stasera devo ancora andare a comprare da mangiare, c’è il frigo che piange da una settimana ed il mio stomaco gli tiene compagnia..dovrei passare in farmacia giusto per andare a vedere se le mie pastiglie per il mal di testa sono arrivate..magari potrei anche fermarmi in bibl...>>
“Ehi tu.”
<<..dicevo,magari in biblioteca..anzi no,no meglio passare in edic..>>
“STO PARLANDO CON TE!”
<<...l’edicola chiude presto però..quindi rimane la..>>
<< TU! RAGAZZINA! STO PARLANDO CON TE! DICO SEI SORDA O COSA??!”
Spalancai di colpo gli occhi e gridai furiosa agitando i pugni all’aria
“ Vuoi chiudere quel dannato becco??!! STO CERCANDO DI P-E-N-S-A-R-E!! E’ DIFFICILE CAPIRE IL CONCETTO??!!”
Mi fermai quando vidi che a pochi centimetri da me, una figura più alta della mia mi stava fissando tenendosi il naso con la mano; osservai la mia mano ancora stretta in un pugno e notai delle piccole tracce di sangue sulle nocche.
Tirai un urlo capendo subito di avere colpito uno sconosciuto:
“ M-mi scusi!! Si sente bene? Ha bisogno d’aiuto??”-mi fermai un’attimo-“...un momento..LEI MI HA FATTO SPAVENTARE,ALTRO CHE SCUSE!! SI RENDE CONTO CHE NON E ’ NORMALE INTERROMPERE I PENSIERI DELLA GENTE E ARRABBIARSI COSì??!!”
Il tipo sbuffò leggermente arrabbiato e si ripulì il sangue dal naso con il dorso della mano:
“Perchè invece non guardi dove metti le mani?!”
Mi morsi il labbro pensando.
Effettivamente non aveva tutti i torti.
“Tieni.”-gli passai un fazzoletto.
“Che roba è?”-se lo portò alle narici-“Ma che...mandarino?”
Storsi il naso scocciata: stava pure a sindacare sul profumo del fazzoletto ora?!
“Si è mandarino. Qualcosa contro i mandarini per caso?!”
Mi passò nuovamente il fazzoletto , il quale era segnato da piccole macchie di sangue scure che mi fecero rabbrividire stizzita; non è certo una delle cose che preferisco toccare il sangue altrui..
“Senti un pò piuttosto..”
“Che vuoi? Soldi? Birra? COSA??!!”
“Conosci mica una ragazza con questo numero?”-mi porse un biglietto con un numero di telefono scribacchiato alla veloce. Lessi le cifre lentamente ed impallidii quando riconobbi il mio numero.
“Dunque...tu saresti...”-lessi il nome dal mio biglietto-“...Zoro..Roronoa Zoro?”
“E tu sei Nami?”
Annuii con la testa.
Diavolo! Perchè proprio questo idiota?!
Si schiarì la voce ed incrociò le braccia,per poi squadrarmi: “ Bene,bene...abbiamo un’appuntamento oggi,dico bene?”
Mi presi la testa fra le mani con un lampo disperato negli occhi.
Appuntamento con uno sconosciuto, antipatico e rozzo.
Un modo fantastico di iniziare la settimana.




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