RAGGIO DI SOLE TRA LE
NUBI
DA FRATELLO A
FRATELLO
É tutto finito.
Dovrei essere contento, un’altra
battaglia è vinta, il sesto zaffiro è stato conquistato e ora ne manca solo
uno; ma io le odio queste pietre che qualche volere superiore vorrebbe rendere più preziose di tante vite, di tanto sangue
sparso per loro… le odio con tutto me stesso, per quanto mi si dica che io non
so odiare.
Forse è vero, forse non è odio la parola più adatta ad
esemplificare ciò che mi si sta agitando nell’animo dall’inizio di questa impresa, quel qualcosa che, di passo in passo, è
cresciuto dentro di me fino a voler esplodere come fiamma e non so cosa adesso
mi stia trattenendo dal cadere in ginocchio, dal mettermi ad urlare con tutto
il fiato che ho in gola contro la nuova ingiustizia che si è appena consumata
sotto i miei occhi, ingiustizia che tutti abbiamo perpetrato nonostante il
nostro cuore in frantumi.
Forse la mia è semplicemente
rabbia, frustrazione, dolore che lacera fino a dilaniarmi interiormente.
Fa così freddo qui, tutto è gelo,
anche ciò che alberga nel cuore di questi uomini destinati, solo
quando è ormai troppo tardi, a ritrovare quel calore che, senza saperlo,
hanno ricercato da sempre, fin dalla loro infanzia sofferta, come la nostra.
E in effetti
non sono diversi da noi sacri guerrieri ed è così ingiusto averli come rivali,
ingiusto per noi e per loro, infelici ma nobili dentro… e uomini come Bud non
conoscevano questa loro nobiltà prima di provare una sofferenza così atroce
come la perdita di un fratello che non era consapevole di amare a tal punto.
Aveva coltivato dentro di sé
tutto il gelo di queste terre selvagge e solo quel gelo indirizzava verso gli
altri e anche verso se stesso… solo adesso ha imparato
ad accogliere nell’animo un po’ di calore...
Il calore di un fratello…
Sanno gli dei quanto io mi rispecchi nella situazione vissuta da Cyd, non è forse
stata simile la mia? Non avrei anche io, nel momento in cui mio fratello desiderava unicamente uccidermi, fatto qualunque cosa per
renderlo più felice, fosse anche trasformarmi nella sua valvola di sfogo,
avesse pure significato farmi massacrare da lui come più avrebbe gradito, se
tramite un simile atto avesse potuto ritrovare la pace
in se stesso e verso il mondo?
Sono ben consapevole che in
realtà il mio sacrificio non avrebbe avuto senso
alcuno e a nulla sarebbe servito se non ad incrementare il tormento che
Ikki-Niisan recava nell’animo…
Bud, qui davanti a me, ne è la prova vivente.
Era convinto di ottenere
beneficio e gratificazione dalla morte del suo gemello…
Quale orribile illusione, quale abbaglio!
La disperazione a null’altro
conduce se non a simili errori di valutazione, la medesima disperazione nella
quale versavamo Ikki-Niisan ed io un tempo neanche tanto lontano. A volte pochi
mesi bastano perché il sole giunga a squarciare le nubi del malinteso… a volte
non basta una vita, come ha cercato di spiegare, per tutta la durata dello
scontro, mio fratello a Bud.
Il mio cuore si sta spezzando,
sono furioso perché a Cyd e Bud non è stata concessa la nostra fortuna, tutto
perché dalle mie maledette mani, ancora una volta, è scaturito quel potere
omicida che non ha lasciato scampo.
Ho compiuto il mio dovere, Cyd avrebbe ucciso me se non mi fossi difeso, se non otterremo
la vittoria in quest’impresa Athena morirà, i miei compagni, tutti, potrebbero
morire eppure… mi odierò finché io stesso non potrò finalmente spegnermi e dire
addio a quest’esistenza che mi costringe a svolgere un ruolo da assassino.
Il mio animo urla
ma resto immobile, come Ikki-Niichan, come Shaina-san… perché una parte
di me mi suggerisce che, se dessi voce a tutto quello che ho dentro,
infrangerei inopportunamente la sacralità di questi istanti.
Bud è inginocchiato accanto al
gemello ormai privo di vita ma chissà, forse i loro spiriti, ora che hanno
trovato un contatto, stanno comunicando vincendo la
morte, senza che nessuno intorno possa udire le parole di ritrovato amore che
sicuramente si stanno scambiando.
Poi Bud allunga le braccia, lo
sfiora, come se colui che ha davanti fosse quanto di
più prezioso esista nell’universo intero e per lui, certo, è così… lo è sempre
stato, doveva solo rendersene conto ma, Athena, perché? Perché
in questo modo? Perché non è stato concesso loro un
po’ di tempo in più per vivere da fratelli? Non lo meritavano forse come
l’abbiamo meritato Ikki-Niichan ed io?
Mi trafigge come una pugnalata la
realtà per me insopportabile: questo tempo proprio io glielo ho negato! Vengo assalito da un
capogiro così intenso che vorrei allungare una mano ad afferrare il braccio di
Ikki-Niichan, per sostenermi; a stento reprimo l’ondata di lacrime e nausea che
vorrebbe aggredirmi senza lasciarmi scampo!
E nonostante tutto nulla lascio trasparire, la mia apparenza esteriore rimane
immutata, perché non voglio togliere loro nient’altro; questi istanti
appartengono totalmente a loro e non ho nessun diritto di incrinare, con il mio
malessere morale, la straziante perfezione dell’unico momento tutto per loro
che abbiano mai avuto da quando sono venuti al mondo.
Tutto tace, è immobile,
l’universo intero sembra raccogliersi intorno a loro e il sole pallido di Asgard si fa più intenso per avvolgerli entrambi in un
abbraccio, così come Bud sta abbracciando Cyd; tutta la luce del mondo è adesso
lì intorno a loro e il resto è tenebra, come tenebra e il mio animo distrutto.
Vorrei che potesse risplendere
per sempre, adesso, quel piccolo sole, su di loro, quell’aureola
di luce che li circonda me lo conferma: questo è un momento sacro.
Da dove discende il raggio dorato?
Da uno squarcio nel muro o nel tetto… da una finestra? Non lo posso ricordare,
quegli istanti fluttuano nei miei ricordi, senza che nitidi contorni materiali
conferiscano un’essenza concreta al susseguirsi spirituale di
attimi dilatati, all’interno del mio animo, in una vellutata eternità.
Bud si alza, Cyd è abbandonato,
inerte, nel suo abbraccio da fratello a fratello e la luce si muta in un’autentica
pioggia di sole che quasi mi abbaglia, un sole che
spazza via le tenebre in cui questo luogo versava fino a poco fa.
La tristezza che ho dentro mi
sembra, tutt’ad un tratto, un sentimento indegno della scena cui sto assistendo, come indegna è la rabbia e con lei ogni
sentimento negativo… tutto appare inadeguato e impregnato di squallore, ora.
Nessun risentimento nei nostri
confronti emerge dalle parole e dagli sguardi di Bud… solo gratitudine… forse è
vero dopotutto e io sbaglio a dare così importanza all’orrore che gli ultimi
eventi mi hanno trasmesso. Se non fosse stato per il
nostro incontro… e per lo scontro anche… il cuore di Bud sarebbe rimasto
chiuso? Lo sarebbe rimasto, sì, probabilmente finché il furore che covava in sé
l’avrebbe spinto a massacrare Cyd con le sue stesse mani, senza ritrovarlo come
invece ora è accaduto.
Non voglio, con questi se e questi ma, apparire meno colpevole ai miei occhi ma qualcosa di buono,
forse, ne è davvero venuto? Sono egoista a pensarlo?
Eppure ho la sensazione che Bud voglia proprio voglia trasmetterci questo con le sue parole,
con ogni parte di sé, mentre avanza a testa alta verso di noi insieme al suo
amato, prezioso carico tra le braccia… e la luce li segue, non vuole lasciarli…
perché, nonostante tutto, ora lo credo, la luce è dentro di loro, è in Bud… Bud
ha il sole dentro di sé, adesso, non più nubi, non più rancore, dolore,
frustrazione… solo un immenso sole desideroso di trasmettere al suo tesoro quel
fulgente amore con il quale non è stato in grado di rapportarsi fino ad oggi.
Cyd è morto tuttavia… cosa ne
farà, Bud, di questo amore ritrovato?
E mentre passa al mio fianco lo so, comprendo le sue intenzioni: non lo lascerà
andare da solo.
Potrebbe salvarsi se volesse, non
sono gravi le sue ferite… ma non accetterà di
separarsi da Cyd, lo so… è tutto così chiaro, per questo è felice, non lo
perderà.
Dovrei fermarlo, dovrei corrergli dietro, dovrei supplicarlo di dare l’ultimo
saluto al suo gemello e poi curarsi… ma rimango immobile. Ancora una volta mi
odio, con tutto me stesso, non riesco a fare nulla, forse non voglio fare nulla e neanche so dire se sia giusto lasciare le cose
così come stanno, accettare ciò che sta per accadere senza fare nulla… non so
se, in questa situazione, esista davvero una scelta giusta.
Ma non è
solo questo dubbio ad impedirmi di agire; la verità è che non ci riesco, perché
non esisto, in questo momento, non esistono neanche Ikki-Niisan e Shaina… è
tutto loro questo momento, appartiene alle due stelle gemelle e nient’altro,
ora, vive nell’intero universo... solo loro… per pochi passi ancora…
Poi se ne andranno,
le stelle dell’orsa li prenderanno con sé e tutto tornerà alla normalità,
l’universo riprenderà il proprio corso, ricomincerà a respirare, con una ferita
di più ad accentuare tutto il dolore che da secoli lo fa gemere nella sua
angosciosa impotenza.
Una lacrima scivola, finalmente,
sulla mia guancia; Ikki-Niisan mi sprona con un triste comando, ma prima mi
sfiora fugacemente una mano, gesto in cui è racchiusa
tutta la tenerezza cui ora non ci possiamo permettere di abbandonarci.
Tutto si è rimesso in moto… Bud
sta ancora compiendo i suoi ultimi passi, ma l’universo non può attendere,
immobile, fino all’ultimo… non noi, i sacri guerrieri di Athena,
il tempo non concede questo privilegio ai nostri cuori che vorrebbero
accompagnare i due gemelli nel loro cammino.
Compio qualche
passo, incerto, poi comincio a correre sforzandomi di rivolgere i miei
pensieri ad Athena, a Seiya, a Hyoga… tre vite da salvare…
Il mondo intero è da salvare e
corro, il rumore dei miei passi sul pavimento di marmo copre la voce dei
singhiozzi che mi squarciano il petto; non mi volto più indietro… tengo lo
sguardo fisso davanti a me, sperando che non siano solo
nubi per noi, sperando che un pezzettino di sole, dopo aver accompagnato Cyd e
Bud nell’estremo passaggio, torni anche per noi, torni lassù, in quel cielo che
ora allunga sulla terra la sua coperta di nubi e tristi presagi.