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Disclaimer:
Leggete Dominic Monaghan e Orlando Bloom e pensate che siano nomi qualsiasi.
Una pura convenzione. Ovviamente non li conosco affatto e non voglio offendere
né loro né nessun altro con le mie divagazioni.
Nota del 23-5-2005:
Se volete inserire questo racconto in forum, blog e quant’altro potete farlo. Ma
non con il copia/incolla… Credo sia più opportuno, e soprattutto gradito
per me, riportare il link di questo sito! Grazie!
Note:
Dato che la Moon ha cominciato il filone dei “disastri stradali”, ho pensato
di rispolverare una mia vecchia idea che poi non era stata più messa su carta…
ehm… su foglio word volevo dire! Dovrebbe essere una cosetta divertente, almeno
lo spero, e una volta tanto anche corta!
Quindi grazie a tutti quelli che vorranno perdere dieci
minuti del loro tempo e spero semplicemente che ne valga la pena… il solito
buona lettura!
Mandy
Tamponamento a catena
Dalla botta che l’auto
dietro di lei le aveva dato, Frankie pensò che le fosse entrata dritta nel
bagagliaio. L’urto per altro l’aveva sbalzata in avanti e aveva tamponato l’auto
antistante a lei.
Nonostante la cintura di
sicurezza che le aveva impedito fortunatamente di sbattere il naso contro il
volante, quella protezione non era stata sufficiente, il contraccolpo le aveva
fatto prendere una bella botta e aveva sentito qualcosa di strano al collo. La
prima cosa che le venne spontaneo di fare era stato snocciolare una litania di
parolacce, peggio di così il suo venerdì sera non poteva concludersi.
Insomma, ma che aveva fatto
lei di tanto male nella vita, ed evidentemente anche nelle cinque o sei
precedenti dato che il caso se la prendeva tanto furiosamente con lei, per dover
essere punita così? Non poteva muoversi molto, ma non aveva bisogno di guardarsi
intorno per intuire l’entità dei danni, immaginava che la sua auto fosse
piuttosto ridotta male. Certo, per quel tipo di cose avrebbe pagato
l’assicurazione, ma chissà quanto ci sarebbe voluto per ripararla; a Frankie
l’auto serviva per lavorare, era d’importanza vitale per lei quell’auto!
Dopo non molto erano
arrivati i soccorsi, che comunque avevano impiegato diverso tempo a pensare
anche lei. Su quel tratto del Sunset Boulevard erano tutti incolonnati per via
di un grave incidente successo un’ora prima, la viabilità era molto rallentata
ed evidentemente qualche imbecille aveva visto bene di fregarsene degli
avvertimenti lungo la strada ed arrivare in fondo alla coda ad una velocità
decisamente esagerata.
Imbecille, cretino,
imbranato, deficiente,
per dire quelli più decenti da ripetere della sfilza di epiteti con i quali
Frankie aveva chiamato chiunque avesse causato quel casino. C’era un sacco di
gente incolonnata, potenzialmente molti potevano essere messi molto peggio di
lei, quindi non le era rimasto che aspettare immobile e pazientare.
Si era ritrovata al pronto
soccorso dove avevano portato tutti gli incidentati, c’era un gran caos,
l’avevano piazzata su un lettino dietro una tenda ad aspettare che un medico
venisse a visitarla. Già era piuttosto nervosa, poi aveva avuto un saggio della
conversazione di due tipi che dovevano essere stati sistemati accanto a lei e le
cose non erano migliorate.
Gli uomini sono proprio dei
cretini senza speranza. Uno dei due doveva essersi fatto male ad un polso,
perché l’altro lo stava sfottendo in un modo decisamente poco elegante. Uno
aveva una voce un po’ più roca, profonda, quello che si era fatto male
presumibilmente, anche se il suo tono era certamente scherzoso; l’altro aveva un
bel timbro, sembrava più tranquillo ma non è che si potessero intuire certe cose
solo da come una persona parla. Purtroppo da cosa dicevano s’intuiva ben altro.
- Mi domando adesso come
farai a sopravvivere con un polso fuori uso, insomma…-
L’altro aveva fatto una
risatina sforzata. - Ma che simpaticone che sei, sei davvero davvero un gran
simpaticone! Userò l’altra, oppure mi faccio aiutare da qualcuno. Ti chiamo
quando ho bisogno!-
L’altro aveva fatto un
verso di disgusto. - Ma che schifo, solo a pensarci mi viene da vomitare!-
- Proprio vero, è
raccapricciante pensare a te che mi… blah!- aveva esclamato disgustato.
- Guarda che siamo dietro
una tenda non è una roba insonorizzata, non scendere in particolari!- l’aveva
interrotto l’altro.
- Appunto, se ti vuoi
esercitare non ci vede nessuno!-
Erano scoppiati entrambi a
ridere, il sano aveva dato a quello con il polso infortunato del cazzone,
l’altro aveva colto la palla al balzo per farci la battutaccia. Non che Frankie
non li avesse trovati anche simpatici, ma che palle, gli uomini sono tutti
uguali. Dopo avevano riattaccato a chiacchierare tranquillamente, lei aveva
smesso di ascoltarli e si era quasi appisolata; perché qualcuno venisse quanto
meno a controllare di cosa lei avesse bisogno ci sarebbe voluto ancora un bel
po’.
La sua mente si perse
dietro ai suoi pensieri: s’immaginava ampie distese di prati, di cavalcare un
cavallo imponente con il sole sul viso e il vento che le scompigliava i capelli.
Due braccia solide la racchiudevano in una sorta di abbraccio in cui lei si
sentiva cullata come fosse una bambina. Quelle braccia tenevano le briglie del
cavallo, s’immaginava di star appoggiando la schiena placidamente contro quel
petto forte che stava dietro di lei.
Ecco, in lontananza
cominciava a scorgersi la collina di Edoras, e il palazzo d’oro. Di chi fossero
quelle braccia e quel petto che la sostenevano era fin troppo chiaro… Orlando
Bloom, che nella sua fantasia non era mai vestito da Legolas come teoricamente
avrebbe dovuto essere dato che il tutto era ambientato in pieno Signore degli
Anelli. Beh, vestito da Legolas non è che le piacesse granché, sempre un gran
bel figliolo, ma meglio il Bloom originale! Come era meglio il Dominic Monaghan
originale, quella volta aveva optato per Bloom, ma spesso s’immaginava una cosa
molto simile anche con l’altro. In genere lui la portava a casa Baggins…
entrando battevano craniate sul muro perché erano troppo alti per stare in
quella casetta costruita su misura per omini di un metro e dieci, ma non è che
ci mettessero molto a mettersi in una posizione in cui la loro altezza non
rappresentava un grosso problema…
Frankie, con gli occhi
chiusi e un’espressione beata sul viso continuava a vedere nella sua testa il
suo film, quel film ormai lo conosceva perfettamente, ormai aveva perso il conto
di quante notti si fosse addormentata immersa in quel mondo. Sapeva che una
volta giunti ad Edoras lei e il bell’Orlando avrebbero fatto follie in una delle
stanze da letto regali che Theoden avrebbe offerto loro guardandoli compiaciuto…
in genere però si addormentava prima, accidenti.
Il bell’Orlando quella
volta l’aveva addirittura presa in braccio e portata dentro la camera da letto,
era troppo vigile per addormentarsi: quella volta sarebbe arrivata al momento
decisivo… evviva!
Qualcuno le scrollò
leggermente una spalla facendo sparire inesorabilmente Edoras, il palazzo d’oro,
la camera da letto regale gentilmente offerta da Theoden e, soprattutto, il
bell’Orlando.
Frankie guardò torva chi
l’aveva svegliata, doveva proprio arrivare in quel momento il medico? Il caso
remava contro di lei, sempre e comunque…
L’ortopedico l’aveva
visitata finalmente, il collo aveva subito un po’ del colpo preso, ma non era
una cosa grave per fortuna, solo una gran rottura di scatole. Frankie avrebbe
dovuto portare uno di quei collari ortopedici per precauzione e fare molta
attenzione.
Erano quasi le due di
notte, avere un’amica che finiva di lavorare a quell’ora non era mai stato così
utile. Non senza difficoltà Frankie aveva recuperato il suo cellulare e aveva
cercato nella lista delle ultime chiamate Deb, era l’ultima che aveva fatto
quella sera prima di uscire quindi la recuperò subito.
- Frankie? Successo
qualcosa?- le aveva risposto l’altra dopo pochi squilli. Si allarmò nel vedere
che la stava chiamando a quell’ora.
- Sì, sono al pronto
soccorso, sono rimasta incastrata nel tamponamento sul Sunset, non so se è
giunta la notizia anche a te, che palle, tutte a me capitano porca puttana!-
aveva risposto a tono Frankie.
Deb rise per il tono e le
parole usate dall’amica. A vederla sembrava un angioletto: bionda, eterea,
magrolina. Non appena apriva bocca però usciva fuori una lingua che tagliava,
ricuciva e a scelta faceva anche un ricamino, l’aggettivo che più le si addiceva
e con la quale l’apostrofavano i suoi amici era “ruspante”, tipo pollo
selvatico. A lei piaceva e lasciava che la chiamassero “Frankie la ruspante”.
- Sì, ho sentito, è tutto
bloccato anche lì intorno, un gran casino… ma chi se ne frega di questo, ti sei
fatta male parecchio?-
- No, e non lo so se è
meglio o peggio. Devo solo portare ‘sto cazzo di collare, manco mi daranno
giorni di permesso a lavoro perché non mi sono fatta abbastanza male, che
fregatura! Cioè, ma ti rendi conto di che cavolo di serata ho passato? Prima
sono stata appresso a quella rincoglionita di Sandra tutta la sera che è stata a
piagnucolare per tutto il tempo per quello stronzo di Michael. Insomma, sono tre
mesi che l’ha mollata e ancora è nella fase oh mio Dio non posso vivere senza
di lui! E in questi tre mesi che hai fatto, cogliona? Sei una morta vivente?
No, sei una rincoglionita vivente!-
Deb si era tranquillizzata,
Frankie stava bene. - Eh che ci vuoi fare, è sempre innamorata, comprendila!-
- Sì, sì, io la comprendo,
ma se non le va bene nemmeno andare a vedere quel bell’uomo di Orlando Bloom,
beh, tesoro sei senza speranza! Dico, ma come si fa a pensare allo stronzo che
t’ha scaricata con cotanto spettacolo davanti agli occhi? Poi voglio dire, lì
era una specie di paghi uno prendi due, anche se vestito da hobbit fa un po’
senso pure Monaghan cazzo, dimmi se non te lo faresti!-
Deb aveva riso,
tranquillizzandosi. Frankie stava davvero bene, ed era sempre la solita
linguaccia.
- Dimmi che non sei tornata
a vedere Il Signore degli Anelli, ti prego!-
- Ebbene si, quinta volta
Il Ritorno del Re, mi è venuto il culo piatto, ma cazzo, ne valeva la pena!
Pensa: Sandra tre ore zitta e due figaccioni davanti agli occhi, ma meglio di me
chi stava?-
Deb continuava a ridere:-
Eh beh, meglio di me che stavo lavorando te la passavi! Ma dove sei adesso?-
- Dietro un cazzo di separé
aspettando che mi dicono che posso andarmene, tanto non possono fare niente per
me, quindi…-
- Come dietro un separé? Ma
che ti urli allora, ma ti sentono tutti! Almeno non fare nomi!-
- Mi frega un cazzo se mi
sentono, due tipi accanto a me parlavano di seghe perché mi sa che uno dei due
c’ha un polso fuori uso, m’hanno fatto talmente tanta pena che quasi quasi mi
offrivo di aiutarli, allora io che dico che mi ci infilerei nel mezzo a Bloom e
Monaghan tanto volentieri sono peggio di loro?-
Deb stava ridendo come una
pazza, solo che Frankie sentiva altrettanto bene che anche dall’altra parte del
separé ridevano di gusto. Non ci badò, del resto le importava molto poco di
quello che due perfetti sconosciuti e un po’ segaioli potevano pensare di lei.
- Senti, io non sono
nemmeno a casa ancora, sto in macchina. Mi ci vorrà un po’ ad arrivare dove sei
tu, ma fra quaranta minuti, al massimo un’ora considerando il gran traffico ci
sono. Ti vengo a prendere?-
- Magari, mi faresti
davvero un favore, ma solo se non sei troppo stanca, ok? Davvero, posso prendere
un taxi, ti ho chiamata solo perché volevo parlare con qualcuno.-
- Ma che disturbo, dai,
vengo volentieri.-
- Grazie, sei un’amica.-
aveva risposto Frankie a Deb, riconoscente.
- Sì, lo so, sono un’amica
preziosissima! Dillo che sono meglio di un panino tra quei due messi insieme!-
- Come amica sì! Ma cazzo,
anche un panino con quei due porca vacca, non diresti di no nemmeno te!-
- Ci mancherebbe altro che
dicessi di no! Comunque cinque volte il ritorno del re non l’avrei visto nemmeno
se mi pagavano loro per andarlo a vedere, in persona!-
- Scommetto che se ti
pagavano loro due, in persona e magari in natura ci andavi anche quindici
volte!-
Deb aveva un po’ inclinato
la testa da un lato, riflettendo su quella ben improbabile quanto piacevole
eventualità: - Beh, - cominciò a dire, - se proprio in natura come dico io anche
trenta!-
Le risate dall’altra parte
del separé erano diminuite ma non erano cessate. Frankie ci aveva fatto
particolarmente attenzione e ormai non poteva avere più dubbi sul fatto che i
due tipi stavano proprio ascoltando la sua conversazione. Dall’altra parte
regnava il silenzio, si sentiva solo il rumore delle loro risate. Incominciò a
chiedersi se non avevano proprio altro da fare che ascoltare lei, tuttavia,
quasi per sfida, non volle approfondire la cosa, che ascoltassero pure. Frankie,
oltre ad essere una faccia di bronzo che non si vergognava di niente, era anche
una provocatrice nata, quindi vide subito di cominciare a rincarare la dose.
Cambiò sensibilmente tono di voce, usando un tono malizioso.
- Sai, prima mi ero persa
in una fantasia interessante…-
- Ah sì, ma davvero?- aveva
chiesto Deb divertita.
Stava usando un tono di
voce decisamente particolare, Frankie avvertì che dall’altra parte del separé
l’attenzione era salita: aveva sentito chiaramente l’infortunato che intimava
all’altro di fare silenzio con uno shhh, senti senti!, Frankie cominciava
a divertirsi.
- Molto non ripetibile, ma
voglio raccontartela ugualmente, è come se l’idea che i due segaioli qui accanto
sentono e magari li piace mi spinga a farlo…-
Deb capì al volo la
situazione, del resto non ci voleva un gran genio. Se lei aveva sentito quei
due, i due potevano sentire lei, ed evidentemente Frankie doveva aver capito che
erano all’ascolto.
- Lo stai facendo apposta,
vero? Sei incorreggibile!- le disse, sapeva bene che Frankie coglieva al volo
certe occasioni era veramente un peperino sotto quel punto di vista, la risposta
che le diede l’amica, che confermava le sue intenzioni, la fece ridere di gusto.
- Mi hai capito al volo, è
una cosa molto, molto intrigante, non ne rimarrebbero indifferenti nemmeno Bloom
e Monaghan se per una botta di culo potessi raccontarglielo…-
Sentì uno scoppio di risate
trattenuto a stento dall’altra parte, quindi si decise ad agire: si tirò su
piano, senza muovere il collo si sedette sul lettino guardando verso i due suoi
vicini e prima di aprire la tenda di scatto, per sorprendere i due simpaticoni
mentre impunemente ascoltavano la sua conversazione e ridevano di lei, mentre
ancora tirava la tenda disse a voce alta:- Vorrei sapere che cazzo c’avete da
ridere voi due che…-
Aprì la tenda del tutto e
poté vedere le facce dei suoi “vicini”.
Ci fu qualche secondo di
silenzio attonito, i due la guardavano e continuavano a ridere senza ritegno,
Frankie notò che avevano le lacrime agli occhi da quanto ridevano.
- Frankie? Ci sei?- le
aveva chiesto Deb dopo qualche secondo, dato che l’altra si era mantenuta il
cellulare all’orecchio, completamente incapace di fare altro se non guardarli
attonita.
Sempre senza staccare gli
occhi da loro si era accinta a rispondere all’amica articolando una frase di
senso compiuto:- Deb, cara mia, credo di aver fatto la peggior figura di merda
delle mie almeno sette vite passate e dodici future… ti richiamo dopo.-
Detto ciò chiuse la
comunicazione in fretta, facendosi scivolare il cellulare dalla mano che era
caduto prima sul suo fianco per fermarsi accanto a lei sul lettino.
Adesso non poteva davvero
più biasimarli per aver riso, ne avevano tutte le ragioni dato che gli aveva
chiamati per nome fino a dieci secondi prima dicendo delle cose ben precise sul
loro conto.
Ecco, bel lavoro Frankie!
Se ti prendono semplicemente per una schizzata pazza mitomane e anche un po’
maniaca è anche poco!,
disse tra sé e sé.
Dato il suo sguardo assente
i due, che erano almeno un po’ riusciti a smettere di ridere, l’avevano guardata
incuriositi, fino a che Dominic non aveva passato il palmo della mano sinistra,
quella che non era infortunata, davanti al viso di Frankie dicendo con voce
impostata: - Terra chiama vicina di letto, nonché compagna di sventure, nonché
donna che ci si farebbe volentieri tutt’e due…- non aveva finito la frase perché
sia lui che Orlando si erano rimessi a ridere.
Frankie si era ripresa, e
pure un po’ risentita:- Datti poche arie, ciccio!- aveva esclamato, - Che non lo
sai che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare?- concluse. Aveva già
ritrovato la sua verve, del resto la sua faccia di bronzo era mondiale, se
s’inibiva era per poco, poi tornava ad essere ruspante come il suo
solito.
- Ah, ma allora non sei
rimasta in stato vegetativo perenne, no, perché ci eravamo preoccupati!- aveva
detto Orlando, ridacchiando anche per l’uscita della ragazza. - Il tuo nome
sarebbe…- aveva aggiunto poi.
- Francis… meglio Frankie…-
aveva risposto prontamente.
- Allora piacere Frankie,
io sono Orlando, e questo cesso d’uomo che alla guida della mia povera auto che
adesso è semi distrutta e abbandonata sul Sunset si è fratturato un polso è
Dominic.- le aveva detto tendendole la mano, cosa che aveva fatto anche Dominic,
anche se era stato costretto a darle la sinistra.
Prima di stringerle
entrambe in modo deciso come era nei suoi modi, Frankie aveva inclinato
leggermente la testa da un lato, guardandoli scettica:- Ma davvero? Chi
l’avrebbe mai detto che siete Orlando Bloom e Dominic Monaghan… non ci sarei mai
arrivata…- aveva commentato sarcasticamente.
Il fatto è che dopo quella
serata un po’ alticcia che avevano passato, Dominic e Orlando tutto si sarebbero
aspettati meno che di concludere rimanendo incastrati in un maxi tamponamento
sul Sunset, di venire sbattuti dietro quel separé di quell’ospedale e di doverci
stare per tutto quel tempo e per giunta di sorbirsi quella conversazione
telefonica del tutto inaspettata. La verità è che era stato divertentissimo, sin
dall’osservazione su quanto facesse senso Dominic vestito da Hobbit l’avevano
presa a ridere non riuscendo più a smettere. Di cose strane glien’erano capitate
davvero tante, ma quella coincidenza era davvero una delle più divertenti.
Superato l’imbarazzo
iniziale si erano messi a chiacchierare tanto per passare il tempo, soprattutto
perché Frankie, l’avevano capito praticamente da subito sin dalle prime sue
battute dopo quella scoperta, non era una stupida come avrebbe potuto sembrare
dai suoi discorsi precedenti. Le piaceva scherzare, tutto qui, e la loro
conversazione infatti si era basata soprattutto su quello.
- Vabbè, io farò pure
senso, ma lui con la parrucca bionda mica mi vorrai dire che è meglio di me, no,
perché se è così io mi faccio subito spostare e con te non ci parlo più!- aveva
tenuto a specificare Dominic fingendo di essersi risentito.
- No, no, affatto, senso me
lo fa anche lui, e sapessi come… però lui è così elegantemente elfico, insomma,
come impatto nel film non potete competere, mi dispiace!- gli aveva risposto
Frankie sembrando dispiaciuta.
Orlando aveva sorriso. -
Rassegnati, non c’è storia, attizzo più io!-
La conversazione era andata
avanti tra varie battute e punzecchiamenti, Dominic aveva sottolineato il
concetto che l’aveva sentita dire che si era data disponibile per aiutarlo dato
che le aveva fatto un po’ pena, Frankie si era affrettato a rispondergli sì,
come no, tanto non ho nient’altro da fare nella vita.
Il tempo era sembrato
scorrere più in fretta, quando era arrivata Deb, Frankie si accorse che invece
era già passata quasi un’ora.
L’amica aveva aperto la
tenda e aveva fatto per salutarla e per chiederle cosa fosse successo prima che
le aveva fatto staccare la telefonata in quel modo. Anche Deb, come aveva fatto
Frankie prima era rimasta a guardarli a bocca aperta.
- Ti presento i segaioli,
Deb!- aveva esclamato, mentre l’altra era ancora incapace di fare altro se non
stare fissa a guardarli.
- Ma è una caratteristica
tua e delle tue amiche rimanere a bocca aperta come lucci davanti a due segaioli
oppure è solo un caso?- aveva chiesto Orlando sorridendo divertito.
- Secondo me è che siamo
troppo affascinanti, le donne quando ci vedono rimangono senza parole.- aveva
risposto scherzando Dominic. Alla sua battuta Deb aveva ritrovato la verve.
- Ma finiscila, faccia da
Hobbit!- aveva esclamato, facendo ridere tutti gli altri.
Frankie non si era fatta
scappare l’occasione:- Ma è una caratteristica tua farti rispondere sempre in
questa maniera quando fai una delle tue intelligenti battute o è solo che
stasera sei particolarmente in forma?-
Quella volta aveva riso
anche Deb, ma lei non era certo fatta della stessa pasta di Frankie, si era
sentita terribilmente in imbarazzo, così era andata subito ad informarsi su
quanto ancora l’amica era costretta a rimanere al pronto soccorso.
Fortunatamente il trauma era lieve e non doveva rimanere sotto osservazione,
poteva firmare i fogli necessari ed andarsene.
Appresa la notizia, facendo
sempre molta attenzione, Frankie si era alzata e rivolgendosi ad Orlando e
Dominic con la sua faccia tosta aveva sorriso e detto:- Allora tanto piacere di
avervi conosciuti, vi auguro tante belle cose!- avviandosi verso la sua amica.
- Aspetta un momento tu!-
aveva esclamato Dominic con un’espressione finto accigliata sul viso.
Frankie si era girata. -
Che c’è?- gli aveva chiesto.
- La botta di culo l’hai
avuta, potresti anche raccontarcela quella fantasia!-
Erano scoppiati tutti a
ridere, Dominic compreso, che però stava cercando di trattenersi almeno un po’.
Continuando sulla sua strada aveva aggiunto:- Guarda che sono serissimo!-.
Frankie aveva sorriso e
salutato nuovamente con la mano, quindi era andata a firmare dei fogli
all’accettazione e, insieme a Deb, si erano dirette al parcheggio, in silenzio.
Solo in macchina Deb aveva parlato.
- Ma ti rendi conto che a
farlo apposta una cosa del genere non ti sarebbe mai capitata? Solo tu puoi
andarti a cacciare in situazioni simili… certo non potevi davvero immaginartelo
che avevi proprio loro accanto!-
Frankie rise, era del tutto
vero: quella sì era una cosa alla quale nemmeno la fantasia più fantasiosa che
il suo cervellino avrebbe potuto fornirle si sarebbe mai potuta avvicinare!
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