Come scrivevo nel
riassunto iniziale, questo è - o meglio potrebbe
considerarsi - un seguito, dal momento che il personaggio originale,
Laetitia Gray, già compare nella mia precedente (e
lontanissima! XD) fic su questo fandom. Di fatto, però,
può anche stare da sola, e dal momento che intende essere
una multi-chap, be', non voglio certo imporre a nessuno la lettura di
ulteriori "pezzi" aggiuntivi... Anche se (momento pubblicitario) "Non
controvoglia quanto avrebbe voluto" può forse dare un'idea
di come sia nato il legame non esattamente convenzionale tra questa
ipotetica dama di compagnia della regina Filippa e John Thoresby.
Ad ogni modo, spero che qualcuno lì fuori
leggerà. E spero che quel qualcuno, leggendo, si diverta. E
che, se apprezzerà il risultato, troverà un
momento di tempo per qualche parola di recensione ;)
Ora, poiché l'introduzione è stata quantomai
lunga, vi lascio con un capitolo introduttivo decisamente breve! Ma
tornerò - oh, se tornerò!
Quando
la vecchia zia di madonna Laetitia Gray aveva deciso di morire e di
lasciare alla nipote la gran parte delle sue sostanze, compresa la
casa e con l'eccezione di qualche minuteria, la ragazza era stata
lieta dell'occasione che le si era improvvisamente offerta ancor
più
dell'entità del lascito. La donna aveva vissuto tutta la
propria
vita a York senza mai muoversene: lassù c'era quel che a
Laetitia
spettava e - non poté impedirsi di pensare con un sorriso -
c'era
anche John Thoresby. Erano mesi che non lo vedeva e la prospettiva di
incontrarlo le riusciva, nemmeno a dirlo, più che gradita.
«
Avete pensato a dove alloggerete, mia cara? »
«
Daniel diceva che alla Taverna di York il trattamento era ottimo e la
birra ancor migliore e... » Si interruppe, prese respiro.
Avrebbe
voluto essere addolorata per la morte di Daniel, ma come avrebbe
potuto? L'aveva sposato perché così aveva voluto
la regina, erano
stati sposati a stento quattro mesi, con un matrimonio che neppure
era stato consumato per il di lui richiamo alle armi, così
improvviso e repentino da
avere interrotto la festa di nozze, per partire al seguito di Lancaster - al
servizio del quale era morto. Se si escludevano le poche settimane di
fidanzamento e le conversazioni su York, da dove entrambi
provenivano, con cui le avevano occupate, quasi non l'aveva
conosciuto. E proprio non riusciva a sentirne la mancanza.
«
Siete una dama di compagnia della regina, non potete alloggiare in
una locanda qualunque! Scriverò al lord cancelliere
perché vi offra
ospitalità. »
«
Vostra Grazia... »
«
No, Laetitia. Mi obbedirete senza discutere ».
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