Al tramonto del primo bacio
Les enfants qui s'aiment ne sont là pour personne
Ils sont ailleurs bien plus loin que la nuit
Bien plus haut que le jour
Dans l'éblouissante clarté de leur premier amour
Jacques
Prévert
*
Erano seduti con le spalle
al muro e i piedi nell'erba, lo sguardo rivolto all'aere che andava scurendosi
mentre tra le nuvole spuntavano dei fulgidi raggi dipinti d'arancio.
Lily stringeva la mano
del giovane mago che aveva accanto. Sembrava pensosa, benché l’espressione fosse visibilmente
portata da un viso candido e privo di solchi di chi non ha ancora conosciuto l'altra faccia del mondo. La pelle
diafana, crivellata da fitte lentiggini, rifletteva ogni raggio di luce di quel
tramonto evanescente. Gli occhi smeraldini specchiavano l'erba alta e secca e
il cielo di agrumi sconfinante con essa; a Severus
sembravano degli acquerelli in miniatura.
Lui aveva i capelli
neri, un po' troppo lunghi, che si separavano a
livello delle orecchie a sventola formando delle buffe balze attorno al viso.
Come le ali oleate di un corvo riflettevano il territorio
attraverso sfumature da miraggio; a Lily sembravano del colore delle
pozze di benzina sopra l'asfalto.
Nessuno dei due
sembrava preoccuparsi delle loro dita che s'intrecciavano, né di quei
polpastrelli che s'accarezzavano piano per imparare a
riconoscere la pelle dell'altro.
Tacevano. Forse
avevano parlato tutto il pomeriggio, di segreti, di cose che noi non siamo
tenuti a sapere. Però, da lontano e appena qualche minuto prima, non era così
difficile scorgerli attraverso il fitto fogliame degli alberi mentre si scambiavano un primo e subito un secondo bacio, nel tepore
di un tramonto estivo, protetti da una natura lussureggiante e un lieve Muffliato.
Era successo per caso,
o forse un nuvolo di Nargilli aveva facilitato le
cose: il ragazzino, nel cuore di una discussione accesa sul significato di
“libertà” o “Elfo Domestico” – Lily non era tanto convinta delle sue
argomentazioni, per cui non lo ascoltava-, si era girato rapidamente, e nello
stesso istante lei si era spinta verso di lui in un impeto canzonatorio; voleva
baciarlo sulla guancia per farlo tacere. Dopotutto,
aveva sempre funzionato!
Le labbra tenere e
schiarite da un tocco arancio di Sole si erano sfiorate, dapprima per sbaglio;
poi Severus aveva colto l’occasione. Lo sfarfallio
che avvertiva alla bocca dello stomaco minacciava di risalire per la gola e
andarsene per sempre; non poteva
permetterselo.
Le aveva raccolto i
capelli dietro l’orecchio come aveva visto fare in tivù nelle più sfortunate soap opera che passavano la domenica
pomeriggio; Lily però non si era spostata, né aveva posato delicatamente una
mano sulla sua per poi avventarsi fra le sue braccia. Era rimasta a guardarlo
con gli occhi accesi, come pietrificata. Tipico di Lily.
E lui, tenendo gli
occhi bene aperti fino all’ultimo, si era avvicinato alle sue labbra,
ombreggiandole il viso, per baciarla.
Era durato un sacco;
uno di quei primi baci eterni, che non lasci finire solo perché sai che è il
primo e non vuoi che finisca subito, perché il sapore dolce e delicato della
bocca dell’altro ti è stranamente familiare e vorresti sentirlo sulla lingua
per sempre.
Si erano accostati
l’uno all’altro, con le spalle contro il muro, per stare più vicini. Con il
candore dei ragazzi all’alba del primo amore, non avevano esplorato oltre le
semplici effusioni, mentre quel nuovo mondo si presentava a loro sotto le
sembianze di una porticina in legno bianco coperta di
edera, di quelle che portano a un giardino segreto.
Una porta come quella
che si apriva su un campo; ed un campo a riposo al
limitare di un canale; in fondo al canale si trovava una casetta per gli
attrezzi malandata e un muretto di mattoni inselvatichito dalle piante
rampicanti, sotto al quale erano seduti loro a godersi il tramonto.
Severus era estatico; Lily silenziosa. Difficile dire
se, a tredici anni appena compiuti, potessero già sostenere di amarsi. Forse
non avevano vissuto abbastanza, ancora, per ritenersi al sicuro dal ferirsi
l'un l'altro; probabilmente non erano così maturi da comprendere appieno quel
sentimento forte e totalizzante che li avvolgeva.
Eppure
i loro cuori battevano lo stesso ritocco, in quell'ora tardiva appena prima di
cena in cui avevano il diritto di svagarsi un po' fuori, nella campagna della
periferia, fra ragazzini; e quelle
mani candide, ancora morbide, si stringevano con forza: una prova irrefutabile
dei loro sentimenti.
Eppure,
ancora una volta, i loro occhi
guardavano nella stessa direzione, volti al cielo; alle nuvole; all'orizzonte;
e alla ricerca di una quiete che solo così, seduti insieme sotto un angolo di
cielo e di mattoni, su un letto di fiori di campo, potevano aspirare a trovare.