-I won't give up-
-I won't give up-
How can I love when I’m afraid to fall
(Come posso amare quando ho paura di cadere)
I won't give up on us
Even if the skies get
rough
I'm giving you all my
love
I'm still looking up
Notte stellata, perfetta e meravigliosa per chiunque avesse fermato i
propri passi e i propri gesti, per alzare il viso verso il cielo.
Il mondo sembrava un posto migliore, quando quel manto nero e brillante
prendeva il posto del solito grigiore quotidiano.
La luna, alta e sovrana, osservava silenziosa quel regno che dormiva,
sotto la sua luce protettiva mentre le stelle rimanevano fisse,
consigliere fin da tempi immemori per gli uomini.
Loro unico punto di riferimento, quando tutto sembrava perduto.
Così quell'uomo, ora naufrago dei suoi stessi pensieri,
aveva alzato il viso in cerca di una risposta.
Ciò che aveva trovato era stato lo spettacolo della natura
che
Dio aveva creato per loro, forse per rassicurare gli animi
quando
tutto sembrava crollare addosso in un ammasso caotico.
E quante volte questo era successo?
Innumerevoli.
Ma bastava fermare i propri passi nella notte e guardare in
alto.
Non sapeva cosa spingeva gli umani a fare ciò.
Forse la consapevolezza di essere piccole formiche, granelli di una
spiaggia troppo vasta che era l'universo, a rassicurare l'animo dai
problemi quotidiani.
D'altronde, cos'erano loro se non quello?
Fece quindi ciò che ogni persona con tanti pensieri
affollanti nella testa avrebbe fatto.
Si sedette su quella sporgenza che dava su un burrone vertiginoso, un
abisso senza fine in quella notte stellata, ed osservò la
meravigliosità sopra di lui.
Lasciò che la brezza notturna giocasse con i suoi capelli,
accarezzandogli la pelle in un amorevole tocco.
I grilli emettevano il loro caratteristico suono, mentre sotto le sue
dita sentiva la terra brulicare di vita.
Era una sensazione meravigliosa, sentire la linfa del mondo muoversi in
ogni cosa che lo circondava.
Cose di questo genere non poteva provarle prima, così
lontano da quel suolo e così lontano da tutto il resto.
-Ehi Cas- quella voce bassa che tanto conosceva raggiunse le sue
orecchie, e sembrò che anch'essa fosse collegata a
ciò
che si trovava intorno a lui.
In un puzzle perfetto.
-Dean- disse soltanto, senza lasciare che quel nuovo arrivo disturbasse
il suo scrutare il firmamento.
-Va tutto bene?-, domandò l'uomo che avanzava a piccoli
passi, avvicinandosi con calma.
Quando gli fu vicino rimase in piedi, guardandosi intorno perplesso,
mentre sotto di lui l'angelo del Signore che conosceva anche troppo
bene, si comportava nel suo solito modo bizzarro.
D'altronde si parlava sempre di Castiel.
Se non si comportava così, nel suo naturale affrontare le
cose, non sarebbe più stato lui.
-Non dovrebbe essere così?- domandò l'angelo alla
precedente domanda di Dean che si sentì a disagio
perchè
gli occhi del tramite rimanevano fissi sopra di lui, senza dargli tutta
l'attenzione.
-Beh...- Il cacciatore non seppe cosa rispondergli, infilandosi le mani
nelle tasche dei jeans guardando l'abisso sotto di lui senza una reale
intenzione. -Sai...uno che chiama alle due e mezza di notte al
cellulare, dando appuntamento in un luogo imprecisato dell'Arizona
potrebbe dar sospetto di aver qualcosa che non va'- affermò
calciando un sassolino innocente giù dal dirupo.
Sentì il lieve rumore che fece, forse prendendo una delle
sporgenze della parete, e poi la calma notturna tornò.
L'angelo sembrò non avere intenzione di proferire parola,
tenendosi le mani congiunte sulle gambe penzolanti oltre l'orlo,
finchè un lieve sospiro precedette le sue parole.
-Ci deve sempre essere un motivo impellente per un azione del genere?-
chiese confuso nella sua innocenza.
-Cas, sono le due e mezza di notte, quasi le tre-
-Non sapevo che i problemi avessero delle ore precise-
Dean passò il peso del corpo sulla gamba destra, in un
chiaro gesto di spazientimento.
-Castiel, la gente dorme a quest'ora, a meno che non ci sia di mezzo
una caccia o un problema più pressante- cercò di
fargli
capire, usando accostamenti di parole veloci e concisi, come si faceva
con le persone problematiche.
Non che Castiel lo fosse.
Semplicemente la sua logica spiritualistica non gli faceva comprendere
cose semplici come il sonno notturno di un cacciatore che aveva fatto
miglia e miglia di strada, per degli spostamenti precedenti, e che
aveva dovuto farne ulteriori per una chiamata misteriosa del suo angelo
custode.
A quanto pare senza un motivo apparente.
Un lieve sospiro a labbra chiuse provenne dal tramite, segno che quello
era irrilevante.
Dean alzò per una frazione di secondi gli occhi al cielo,
rilassando le spalle.
Era inutile cercare di far comprendere il problema.
Castiel rimase silente, guardando ora davanti a se nella semi
oscurità rischiarata dalla luna.
Il maggiore dei Winchester studiò il suo atteggiamento e poi
si sedette accanto a lui, senza proferir parola.
Rimasero così fermi sull'orlo di un burrone, un abisso di
pece
intangibile, come due idioti a detta di Dean, mentre la notte
proseguiva il suo corso.
Finalmente dopo quasi una buona ventina di minuti, Castiel se ne
uscì con una frase degna di un libro degli aforismi.
-Il mondo sembra un posto migliore, se lo guardi da questa prospettiva-
Il sopraciglio destro di Dean si alzò perplesso, mentre
puntava i suoi verdi occhi sull'angelo che proseguì.
-L'uomo ha sempre avuto il cielo sopra la testa, ma sembrava
ricordarsene solo quando i problemi si facevano impellenti e drastici.
Allora tutti alzavano gli occhi alla ricerca di qualcosa che potesse
aiutarli-
Dean cercò di non buttar fuori a parole il pensiero che gli
passò per la testa, più per rispetto nei
confronti di
quella creatura così antica e potente, ma dall'animo ingenuo
e
infantile di un bambino.
Se ne uscì con un semplice -E' l'animo umano, Cas- lasciando
che
quest'ultimo proseguisse nelle sue riflessioni che, a quanto pare, Dean
ne doveva essere partecipe.
-E' proprio questo, Dean. Non riesci a comprenderlo? Voi potete avere
tutti i pensieri di questo mondo, i problemi che si accavallano e
giorno dopo giorno sembrano creare un muro invalicabile, pronto a
crollarti addosso alla prima occasione.- prese fiato, più
per
lasciare al cacciatore il tempo di comprendere il suo discorso -Ma vi
basta fermarvi e alzare lo sguardo al firmamento, in una notte come
questa, scrutandolo in ogni sua sfacettatura, e tutto quello che vi
attanaglia il cuore sembra volatilizzarsi-
Dean metabolizzò ogni parola, non esternando ancora nessun
pensiero, conoscendo bene Castiel.
Quando parlava più del dovuto, aveva ancora altro da buttar
fuori e quello sembrava uno di quei momenti.
Il viso dell'angelo era di nuovo rivolto al cielo sopra di loro.
-Dal più semplice pescatore che ha perso la retta via,
all'uomo
che ha tutto nelle sue tasche ma che ancora non ha nulla di concreto
fra le mani. Tutti sembrate trovare la pace.-
Il silenzio che cadde subito dopo mise in allerta Dean.
Appoggiò gli avambracci alle cosce fasciate dai jeans,
osservando meglio l'angelo.
-E questo è un problema?-, chiese ingenuamente, cercando di
cogliere il discorso.
Castiel puntò finalmente gli occhi su di lui, nei suoi.
-No Dean, questa è la soluzione-
L'uomo sembrò ancora più confuso ora, forse
perchè
l'ora era tarda o forse perchè non aveva mai sopportato a
pelle
queste palle filosofiche, finché un certo angelo del Signore
non
aveva deciso di fare la sua entrata trionfale in un capanno abbandonato.
-Cas, spiegati meglio, perchè sinceramente stai solo girando
intorno ad un problema che a quanto pare hai-
-Sei tu il problema Dean-, esordì con calma il tramite.
L'altro non contrattaccò, aspettandosi che dopo
quell'affermazione, seguisse la spiegazione.
Difatti le spalle del moro si rilassarono mentre gli occhi rimanevano
fermamente puntati in quelli dell'amico.
-Tutto sta crollando intorno a noi, in cielo e in terra la guerra
è in atto, pronta a distruggere ciò che amiamo e
conosciamo. Tutti questi pensieri affollano il mio animo, l'idea di
aiutarvi mi porta alla controparte che questo potrebbe essere
sbagliato. La Caduta sarebbe l'unico epilogo di tutto questo ed
è ciò che ogni angelo, me compreso, teme-
Le parole uscivano rapide ma precise dalle sue labbra, mentre Dean le
coglieva una dopo l'altra con cura, in silenzio.
-Essere cacciato, allontanato dalla luce del Padre, è una
prospettiva orribile per ognuno di noi che si sentirebbe perso.-
-E cosa c'entro io in tutto questo?-, una semplice domanda a suo dire.
Gli occhi di Castiel sembrarono prendere una luce diversa da quella che
li aveva infervorati poco prima, e che ancora prima li avevano lasciati
persi di fronte all'infinito firmamento.
-Tu Dean, sei tutto il problema che racchiude il resto.-
Proferì
-Come posso amare, come posso amarti, se ho il timore di cadere?-
Il silenzio scivolò di nuovo fra loro mentre la leggera
brezza
notturna scompigliò i capelli del moro e pizzicava la pelle
del
cacciatore.
Un leggero sorriso di malcelato nervosismo si disegnò sulle
labbra di Dean, come a sdrammatizzare quell'ultima frase con lo scherzo
che cercava di coglierci.
Sparì subito quel barlume, lasciando l'umano nella
spiazzante
rivelazione che il suo angelo non stava né scherzando
né
buttando frasi a caso.
Cercò di trovare qualcosa da dire, ma Castiel non glie ne
diede tempo, tornando subito a parlare.
-Per questo è la soluzione. Noi non ci siamo mai soffermati
a
guardare il cielo, perchè nella nostra
superiorità non
abbiamo mai provato il peso del mondo addosso, i problemi che si
accavallavano l'uno sull'altro.- Spiegò piano, tornando a
guardare davanti a se. -Non ci siamo mai sentiti persi.-
Dean lo osservò, ancora leggermente scioccato di quello che
gli
stava dicendo, conscio che nessun altro avrebbe mai più
visto
Castiel in quel modo, che sarebbe sempre stato solo un suo ricordo aver
visto un angelo confidare le sue paure ad un semplice umano.
-Arrivando qui, con tutti questi pensieri che caoticamente affollavano
il mio intelletto e il mio animo, ho alzato gli occhi al firmamento.
Non mi aspettavo nulla di diverso, come guardare il creato del Padre
dal Paradiso. Semplice comprensione di ciò che Lui aveva
fatto
per noi e per voi.- Prese una pausa chiudendo gli occhi, per godersi la
notte sulla pelle del suo tramite. -Ma poi tutto è sembrato
sparire. La coscienza è stata quasi azzerata, l'animo ha
taciuto
il suo continuo arrovellarsi su se stesso e il cuore si è
riempito di tutto quello che ancora non comprendiamo. Il disegno che il
Padre tiene gelosamente per se-
Riaprì gli occhi Castiel e lì puntò di
nuovo sul viso del cacciatore.
-Da quando sei qui, non hai ancora alzato gli occhi, Dean-
-Lo conosco bene...e molte volte l'ho già guardato come dici
tu
Cas.- Proferì l'uomo, seguendo però il silenzioso
consiglio dell'angelo.
Alzò gli occhi al firmamento e sentì quella
stretta leggera che ogni volta lo coglieva.
Quella voce interiore che diceva "cosa sono tutti i problemi, a cosa
serve farsi tante beghe mentali, di fronte all'infinito?"
-Lo vedi? Lo senti, come anche io adesso l'ho percepito?-,
mormorò Castiel mentre l'altro rimaneva in silenzio.
Tornò con gli occhi su di lui, senza dire nulla mentre
l'angelo
sembrava avere in viso l'espressione più serena che gli
avesse
mai visto.
-Siamo uguali, anche se di razze differenti, Dean-, proseguì
il
moro tornando ad osservare davanti a se la
semioscurità
senza una reale intenzione. -Siamo tutti uguali, di fronte a
ciò
che ancora non conosciamo e di cui possiamo solo prendere coscienza. La
soluzione è semplice-, mormorò infine alzandosi
finalmente in piedi.
Il cacciatore fece lo stesso, colto alla sprovvista da quel movimento e
ancora frastornato dal discorso dell'angelo.
-Quale soluzione? Cosa è così semplice?-,
domandò
perplesso, non riuscendo ad arrivare al nocciolo della questione,
sollevata dall'altro.
Questo lo guardò con infinita pazienza, rimanendo in quella
posa statuaria che lo caratterizzava.
-Cadere-, proferì -Che sia giusto o sbagliato, non ha
importanza. L'importante è che io possa provare quello che
provo, senza che la paura possa frenarmi.- Spiegò piano
avvicinandosi di un passo.
Dean non indietreggiò, rimanendo fermo e attento a
ciò
che ancora Castiel aveva da dire, anche se il suo spazio vitale stava
ricevendo una brusca invasione.
Erano infatti così vicini che entrambi potevano sentire il
respiro infrangersi sulla pelle del viso.
-Posso amarti, senza aver paura di Cadere. Perchè in fondo,
che
io sia un angelo del Signore o un umano non fa alcuna differenza,
davanti all'infinito disegno del Padre.-
-Non è la cosa giusta forse-, cercò di dire Dean,
non
volendo in nessun modo far crollare la nuova coscienza di Castiel.
Un lieve sorriso si disegnò sulle labbra di questo, uno di
quei
rari momenti in cui sembrava più umano di qualsiasi persona
su
quel pianeta.
-E sempre meglio che Cadere senza un motivo valido, come il non aver
mai amato o essersi fermati davanti alla paura. Questa è la
cosa
giusta, se può salvare te.- Mormorò.
Dean aprì la bocca per parlare ma il fruscio delle ali
invisibili dell'angelo lo investì e di Castiel non vi era
più traccia.
Il cacciatore si guardò intorno, speranzoso che non se ne
fosse davvero andato così, ma invano.
Cercò di trattenere un lieve insulto, alzando per un breve
secondo le braccia al cielo, esasperato e poi tornò verso
l'impala.
-Maledetti angeli...loro e le loro palle mentali da quindicenni...-
Soffiò, ripensando alla strada che l'attendeva per tornare
da
Sammy, in quello squallido motel.
Si lasciò alle spalle il precipizio e il punto sul quale si
erano seduti, ripensando al discorso di Cas, mentre i fari illuminavano
la strada immersa nella semi oscurità.
Sopra di lui, l'infinito firmamento continuò il suo percorso.
La notte non era stata disturbata da quell'insolito incontro di due
anime così diverse, ma così simili.
E mentre la luna illuminava con la sua fioca luce il mondo sotto di
se e le stelle le facevano da compagne silenziose, una scia
luminosa attraversò il firmamento.
E da qualche parte un bambino
esprimeva il suo piccolo desiderio.
***
I'm giving you all my love
I'm still
looking up
I'm still looking up
I won't give up on us
God knows I'm tough, he
knows
We got a lot to learn
God knows we're worth it
I won't give up on us
Even if the skies get
rough
I'm giving you all my
love
I'm still
looking up
***
Note D'autrice:
Ed eccomi finalmente, in
un ritardo
pazzesco per colpa del mio omino e dell'assenza di
Pc/Internet/Fanfiction tutto a casa dei miei XD
Questa cosa
introspettiva doveva
essere fatta per il Destiel Day, e anche se in assoluto ritardo,
è giunta a destinazione ^^
Ci si aspettava del Porn
da me, ma
per colpa di questa canzone è tutto andato su pippe mentali
e
introspezioni .w. non odiatemi.
Qui sotto la traduzione
della canzone di riferimento che è
assolutamente perfetta per questi due ù-ù
See you :3
[sappi che non rinuncerò a noi
Anche se il cielo dovesse essere tempestoso
Ti darò tutto il mio amore, con lo sguardo al cielo]
[Ti darò tutto il mio amore, con lo sguardo rivolto al cielo
Non rinuncerò a noi
Dio sa che sono forte abbastanza (forte, amato)
Noi abbiamo così tanto da imparare (vivi, amati)
Dio sa che lo meritiamo
Non rinuncerò a noi, anche se il cielo dovesse essere
tempestoso
Ti darò tutto il mio amore
Sto ancora guardando in su]
[Jason Mraz - I Won't Give Up]
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