La
colpa è della Nai, donna eccezionale, (che ringrazio
infinitamente) e delle sue idee brillanti! Io mi sono solo
divertita a scriverla e ancora di più a sentirla
leggere e commentare in buona compagnia..
Non
penso assolutamente tutto quello che ho scritto di Matthew Bellamy e
compagni, queso è come al solito il mio modo di dimostrare
loro affetto
THE GOOD FATHER
Il
minuscolo paio di converse a stelle e strisce, gli sfioravano il
petto e ogni tanto quei piedini non mancavano di colpirlo con qualche
involontario calcetto entusiasta, ogni qual volta suo figlio avvistava
qualcosa
di particolarmente interessante,“Fighe come quelle di tuo
fratello!” aveva
dichiarato Kate entusiasta,
quando le
aveva comprate. Del resto trasportare sulle spalle un bimbo di due
anni, magari
non era comodissimo, ma era decisamente il metodo più
pratico e sicuro in mezzo
alla ressa di un festival rock. Eventualmente, quando il fardello si
sarebbe
fatto troppo pesante da portare, c’era sempre Dom, lo zio
Dom, nanny Dom che
dir si voglia, disposto persino a rischiare di farsi sporcare la T
shirt
modaiola per il figlio del suo miglior amico.
Avevano
approfittato di quella pausa dal tour di un paio di settimane, per
andare a fare i turisti ad uno dei più importanti festival
inglesi, il Reading,
e visto che l’ultima volta che ci erano stati li aveva visti
protagonisti della
mitica commemorazione di Origin Of Simmetry, quello che i fan dei Muse
considerano una specie di testo sacro, l’idea di gironzolare
indisturbati senza
la tensione dello show sembrava quasi una cosa piacevole. Certo a
vederli da
fuori sembravano più un gruppo di profughi
dell’est, che delle rock star in libera
uscita, ma il lato positivo era che poteva essere utile per non
attirare
eccessivamente l’attenzione. Kate short, canottiera, stivali
e cappellino, era
perfettamente mimetizzata, con il viso coperto da un paio di enormi
occhiali da
sole di un tenue color cipria a forma di cuore, che le davano un tocco
particolarmente glamour. Accanto
a lei
Jacklyn esibiva un fresco abito a fiori, cappello di paglia enorme e
occhiali
scuri. Matthew non
era riuscito a
rinunciare al suo innato buon gusto, con bermuda e camicia di due tipi
differenti di quadri e gli occhiali da sole rossi. Il
più innegabilmente riconoscibile era Dominic,
che al solito anche nella sua T shirt nera attillatissima
e bermuda di jeans, non aveva
un capello fuori posto. Ovviamente la comitiva era completata da Chris,
Tom e
gli inseparabili Dom Anderson e Glen Rowe.
Il
gruppetto animato da spirito vacanziero, dopo essersi aggirato tra
le bancarelle del merchandising dei vari gruppi in cartellone, si era
diretto
verso l’area riservata agli artisti che dovevano esibirsi, se
ti chiami Muse
non hai bisogno del pass per entrare e lì, era stato tutto
un susseguirsi di
saluti, abbracci, rinvangare ricordi di episodi condivisi, con amici e
colleghi di sempre.
Nella
ressa colorata dei tendoni che fungevano da dressing room in
quell’enorme back stage, si erano sprecatii gli “in
bocca al lupo” e i consigli
dell’ultima ora per ragazzi come I Bastille, o gli Arcan
Roots che avevano
supportato una parte del Tour appena finito, mentre la mente andava
sempre con
un po’ di emozione, agli esordi, quando erano loro in una
situazione simile.
“Sembra una vita fa!!” aveva commentato
Dom sottovoce, strappando un sorrisino di nostalgico
assenso al suo
cantante.
Poi
avevano incontrato I Biffy e con Simon
e compagni, le parole scambiate erano
diventate un po’ più di due.
Kate e
Jackylin, dopo un po’ si erano sentite escluse dal discorso,
cominciando a dare segni di impazienza, ansiose di ricominciare il
giro. Kelly
non c’era, in compenso aveva lasciato Alfie a tenere
compagnia a Rayder e ad
uno dei figli di Glen, affidato alle amorevoli cure di Chris.
Così all’ennesima
risata sguaiata di Matt, la sua fidanzata aveva sbuffato, sventolandosi
con un
giornale che qualcuno le aveva mollato in mano, pensando seriamente di defilarsi in modo elegante
-Matt,
tesoro ti spiace se noi andiamo a fare un giro intanto che voi
chiacchierate? – Sorriso radioso stampato sul viso lievemente
accaldato.
- Ma
si certo…- Il chitarrista si era girato tutto spigoli e dentino storto ben in
evidenza, testimone
della risata che
ancora aleggiava sul
suo viso, esprimendo
il suo assenso, con
il sottofondo delle risate di Tom e Dom. Le due ragazze avevano alzato
quasi
simultaneamente gli occhi al cielo
“maschi!!”” era decisamente meglio
cambiare
aria e lasciarli alle loro cose.
-Kate
aspetta portati Jack,
sono
più tranquillo! – Il suo fidanzato, le aveva
rivolto uno sguardo premuroso,
scambiandosi un cenno d’intesa con il corpulento uomo della
security, che si erano portati appresso
per tutto il tour. A Matt non piaceva affatto essere costretto a girare
con una
guardia del corpo al seguito, ma a volte il successo, ti obbliga a
vivere in
modi che non avresti mai nemmeno immaginato e poi, la presenza di Kate
e dei
ragazzi, la rendevano una condizione praticamente indispensabile per
potersi
muovere tranquillamente.
-Bing
te lo lascio ok? E anche i ragazzi, tanto sono lì
tranquilli…-
Rayder e Alfie si erano seduti su una transenna intenti a giocare con
l’I
Phone, dotati dell’incrollabile accanimento verso i
videogames tipico dei
ragazzini della loro età.
- Si
certo va bene! – aveva acconsentito distrattamente, immerso
in
quella che non sembrava proprio una discussione ad alto contenuto
culturale,
cosa che aveva contributo a smorzare i sensi di colpa
dell’attrice per aver
mollato suo figlio a Matt. Dieci minuti di libera uscita non potevano
far del
male a nessuno, si era detta alzando le spalle. Dom l’aveva
salutata con un
sorrisino distratto che aveva un che di vagamente
irritante, a volte Dom, per poi
tornare ad immergersi nella loro conversazione.
Dopo
qualche minuto di calma apparente dove Matt e compagni avevano
potuto godersi in santa pace e senza pudori, scherzi e sghignazzi, Bing
aveva
cominciato a dare segni di impazienza. Aveva sputato con veemenza il
suo
ciuccetto, facendo capire che si era stufato di starsene lì
immobile sulle
spalle di suo padre scalciando come un disperato
-Ok
piccolo, adesso ti faccio scendere! – Matt lo aveva tirato
giù
dalle spalle con una smorfia dovuta al leggero sforzo, appoggiandolo
con
attenzione a terra e la mente da un’altra parte.
-No no
no…Bing, stiamo qui! – Dominic lo aveva
riacciuffato al volo
mentre il piccolo cercava di svignarsela e Bing lo aveva ricambiato di
un
sorriso aggrappandosi alla sua gamba.
I
ragazzi avevano tutti un bicchiere di birra, rigorosamente di
plastica, in mano e stavano brindando non si sa bene a che cosa. Il
batterista
intanto aveva rimediato un paio di bandierine colorate che aveva dato
in mano
al bambino per tenerlo buono, guadagnandosi un sorriso tra il grato e
l’intenerito del suo cantante.
L’allegra
convention improvvisata era continuata, Matt nel frattempo
ogni tanto si girava a dare uno sguardo ai ragazzini un po’
più grandicelli per
assicurarsi che non si fossero allontanati, “Chi li smuove
quelli?” aveva
pensato guardandoli totalmente presi dal loro gioco.
Per
Bing invece, aveva smesso di preoccuparsi, praticamente gironzolava
intorno alle sue gambe, aggrappandosi alle bermuda, tutte le volte che
il
finiva per terra perché il culetto diventava più
pesante della testa.
Dom si
era girato, registrando
qualcosa di mancante nel suo campo visivo.
Il
cervello lo aveva costretto a girarsi ancora di scatto, mentre gli
si stringeva lo stomaco per il panico.
-Matt
dov’è tuo figlio? –
-
Li’! – era stata la risposta distratta, data senza
nemmeno girarsi
-No…è
sparito! – Matt Bellamy era scattato come una molla,
sgranando
enormemente gli occhietti azzurri e il cuore gli era immediatamente
saltato in
gola. Improvvisamente la conversazione aveva perso qualsiasi attrattiva.
-Bing…-
aveva chiamato istintivamente, guardandosi intorno come un
forsennato.
Dominic
era attonito, come poteva essere sparito in un secondo, un
bambino di due anni alto come un soldo di cacio.
-Era
qui, non può essere sparito! – aveva dato voce ai
suoi pensieri
per respingere il panico che lo stava assalendo.
-Un
cazzo Dom! Dov’è finito? Non potevi avvertirmi
prima! – Matt gli
aveva puntato un dito addosso istericamente, si sentiva il respiro
stretto in
gola, l’angoscia gli aveva attanagliato le budella ed
probabilmente aveva perso
un anno di vita in un secondo.
-Hey
Bells calma! Tu sei responsabile di tuo figlio! – Gli aveva
urlato
contro il batterista, anche se quella dell’amico era una
reazione era più che
comprensibile
-Calma
ora lo troviamo! Ricordi quando Kelly ha perso Buster al
supermercato? – Chris aveva provato ad essere rassicurante,
ma Il loro frontman
non lo stava nemmeno ascoltando, mentre Dom gli lanciava
un’occhiata assassina
Cosa
poteva essergli successo? Provò razionalmente a pensare che
non lo
avevano rapito gli alieni, ma magari qualche pazzo mitomane che voleva
il
figlio di Kate Hudson, no facciamo di Matthew Bellamy per chiedere un
riscatto,
quello era plausibile? E se lo avesse rapito qualche ladro di bambini,
per
venderlo? O un pedofilo peggio ancora…No!!
Rigettò quello scenario spaventoso
sforzandosi di stare calmo.
-Matt…Chris
rimane con i ragazzi, noi ci dividiamo e andiamo a cercarlo?
– si era riscosso a fatica dal
film
dell’orrore che
si stava facendo, cercando
di capire cosa gli stava dicendo Tom, trovando un minimo di conforto
nella
pronta solidarietà di tutti, componendi dell’altra
band compresi.
-Vedrai
che lo troviamo subito…non può essersi
allontanato molto-
Quali
rischi correva oggettivamente un bambino che parlava appena, in
mezzo a tutta quella gente? Cercò di non pensarci, ma come
faceva a non pensare
a Kate, se fosse successo qualcosa a suo figlio, non glielo avrebbe mai
perdonato. MAI!
Cercarono di organizzarsi
per coprire tutto il
circondario, Matt e Dom insieme, perché lasciare solo il
chitarrista nello
stato di confusione in cui si trovava era assolutamente controindicato,
gli altri invece,
ognuno per conto suo, telefono
alla mano e occhi dappertutto.
Un
giovanissimo indomito
esploratore in libertà intanto, si era infilato nella
fessura di un tendone a
righe rosse e blu, attirato da un suono che gli era famigliare.
Quello
che vide scatenò freneticamente il suo interesse, visto che,
un
bimbo poco più altro di lui stava battendo con tutte le su
energie sul tamburo
di una batteria semi smontata. L’urlo di gioia e le manine
tese avevano
attirato l’attenzione del musicista in miniatura, che si era
momentaneamente
interrotto guardando in cagnesco il nuovo arrivato. Bing con gioia si
era
lanciato con una corsetta traballante, verso l’oggetto dei
suoi desideri: i
drumstick che aveva in mano il suo nuovo compagno, non vedeva
l’ora di fare
anche lui rumore. Ne era seguita una disputa per il possesso delle
bacchette a
suon di “Anch’io!!”
“Mio!!” e “No!”, che aveva
visto soccombere il piccolo Bellamy
scoppiando in un pianto disperato.
-Ma
che succede qui? – Tom Meighan aveva fatto irruzione,
allarmato dal
pianto isterico del bimbo.
-Hey
ma tu chi sei? – era accorso immediatamente, guardando
stupito il
nuovo arrivato
-
Sergio tuo figlio ha rimediato un nuovo amico! – Il
chitarrista dei
Kasabian, insieme
alla sua compagna, fissavano
attoniti il bimbo in lacrime ai piedi della batteria, mentre loro
figlio
continuava imperterrito ed orgoglioso, a produrre tutto il rumore
possibile.
- Io
non ho idea di chi sia questo? – aveva detto preoccupato
guardandosi in giro, magari sua madre è fuori che lo cerca,
vado a vedere
Tom
intanto si era accucciato al livello del piccolo ancora in lacrime
e lo aveva delicatamente preso in braccio per consolarlo
-Su
dai non piangere, adesso troviamo la tua mamma…- Ma Bing
dopo aver
manifestato un attimo di diffidenza nei confronti del nuovo arrivato,
si era strofinato
il musetto tutto bagnato sulla sua T – shirt . Aveva un bel
sorriso e sapeva di
buono, aveva deciso alla svelta di concedergli la sua fiducia, manifestando di nuovo il
suo interesse verso
la batteria, esplicitato in un
“Anch’io!!” tra lacrime grosse come
pozzanghere.
- Ah
ma allora vuoi suonare! Aspetta…bastava dirlo subito !- Tom
lo
aveva deposto in terra, consegnandogli un paio di bacchette nuove di
pacca. Gli
occhietti azzurri e vispi, si erano animati illuminandosi di colpo come
non
mai, mentre serio e concentrato si metteva a battere con tutta la forza
che
aveva in corpo, instaurando una tregua momentanea con l’altro
bambino.
Tom lo
osservava pensieroso,l’espressione accigliata, gli occhi, gli ricordava qualcuno, ma
non avrebbe mai
saputo dire chi. Maah!
-Dobbiamo
trovare i genitori…saranno disperati, avvertiamo
l’organizzazione
intanto! – Sergio
era di ritorno
preoccupato, fosse capitato a lui sarebbe stato nel panico totale
Matt
ormai non sapeva più a che santo votarsi. Avevano chiesto a tutti, ripetendo decine di
volta la solita
filastrocca
-Avete
visto un bambino di due anni, biondino, alto così, con
addosso
la maglia di Spyder man e un ciuccetto rosso appeso al
collo…-
L’ansia
si stava trasformando in autentica disperazione, quale padre
riuscirebbe a perdere suo figlio nel giro di due minuti.
-Bisognerebbe
inventare una App che funzioni in questi casi..magari
c’è
già ti devi informare! – Dom provava a
sdrammatizzare, ma si era guadagnato
solo un
-Vaffanculo!!
–
Non
esisteva più un buco nel raggio di cento metri in cui non
avessero
messo il naso, guardato dietro ad ogni cespuglio, chiesto ad ogni
venditore
ambulante, ad ogni persona che
era
entrata nel loro campo visivo, con un affanno quasi penoso.
-Senti
Matt non può essersi volatilizzato ha due anni, non
può avere
fatto dei km da solo in 10 minuti…- Il batterista anche se
non si trattava di
suo figlio era visibilmente angosciato,un po’ per il bambino
e un po’ perché il
suo migliore amico in quello stato gli dava l’ansia come al
solito, mentre
Matthew ormai aveva i capelli ridotti ad un ammasso informe a furia di
passarci
in mezzo le mani
-Mio
Dio Dom, me l’hanno portato via da sotto il naso, mentre
facevo il
coglione!! – si era abbandonato un momento seduto su un
muretto con la testa
tra le mani, si sentivano uno più impotente ed angosciato
dell’altro.
-Tu
sei sempre coglione! – Dom gli aveva passato la mano tra i
capelli
con tenerezza.
Il
batterista aveva approfittato di quella pausa, per chiamare Tom, e
per comprare una rinfrancante bottiglietta d’acqua fresca,
che aveva offerto
anche all’amico. Niente di nuovo!
-Ok..-
aveva sussurrato chiudendo scoraggiato la conversazione
Proprio
in quel momento, un suono insistente e scoordinato di tamburi
era arrivato alle orecchie allenate del biondo, ricordandogli qualcosa.
-Aspetta…-
L’amico aveva alzato la testa con aria interrogativa
-Bells
vieni muoviti… - lo aveva incitato mentre stava
già
attraversando la strada di corsa, con
speranza ed entusiasmo rinnovati.
Avevano
seguito quel suono, scostando la falda di una tenda colorata,
davanti il biondo e dietro il moro. Gli occhi avevano fatto fatica ad
abituarsi
al cambiamento di luce nel passare dall’esterno
all’interno, ma la visione
che gli si era
presentata davanti era
stata gioia e sollievo allo stato puro. Due bambini, uno biondissimo e
uno
scurissimo, facevano gara a chi batteva più forte su quel
tamburo alla loro
portata.
Il
sospiro di sollievo sincronizzato che era scappato ai due compagni
di band era stato enorme, per poco non si erano abbracciati. Dominic sorriso enorme si
era fatto prendere
da una specie di euforia, invece Matthew, si era passato una mano sul
viso, con
gli occhi che si erano riempiti involontariamente di lacrime.
-No
aspetta…- Il batterista lo aveva trattenuto per un braccio,
invitandolo a godersi ancora un attimo quello spettacolo indisturbati.
-Diventerà
come me!! – Aveva detto con orgoglio
-Anche
No! Dio ci scampi!! – Era stato il commento ironico di Matt
che
aveva lentamente ricominciato a respirare, con gli occhi
però diceva il
contrario.
-Bing….tesoro,
cosa fai! – aveva detto avvicinandosi con calma,
frenando l’impulso di stringerselo addosso e soffocarlo di
baci, ma il piccolo
era così preso dal suo passatempo che l’aveva
quasi ignorato.
-Allora
è tuo figlio! – Solo allora si erano accorti del
gruppetto che
sconsolato era seduto su un divanetto in una zona d’ombra sul
fondo della
stanza
-Mi
sono girato e non c’era più…credo di
aver perso 10 anni di vita! – Sembrava
quasi una giustificazione, come se sentisse in colpa,
Tom si era alzato dandogli una pacca sulla
spalla, Matthew era visibilmente scosso.
– Non so davvero
com’è potuto
succedere… – aveva balbettato senza togliere gli
occhi da suo figlio
-Ma
nooo… una volta o l’altra capita a tutti!! -
-Grazie
comunque!! – Dom aveva stretto con energica gratitudine, la mano del frontman
dell’altra band e di
Sergio
-Bellamy,
vuoi qualcosa da bere!! – il cantante sembrava visibilmente
traumatizzato e Tom
era stato gentile, ma
lui aveva rifiutato con un cenno del capo e questa volta non era
riuscito a
resistere, aveva preso in braccio suo figlio, affondando il viso in
quel
corpicino che sapeva di zucchero e borotalco, coprendolo di baci, prima per il sollievo e poi
per gioco, quasi
mangiandosi quel pancino delizioso, ricevendo come ricompensa una
risata
melodiosa che era risuonata per tutta la stanza
-Non
farlo mai più! – aveva esclamato consapevole che
il piccolo non
poteva capire appieno il significato delle sue parole
-Quindi
tutto è bene quel che finisce bene… - aveva fatto
appena in
tempo a declamare con enfasi Kirk, al ritorno dei suoi due compagni,
Bing
ancora sulle spalle di suo padre entrambi con in bocca un lecca lecca.
- La
prossima volta ti regalo un guinzaglio!! – Chris gli aveva
dato
una pacca sulla spalla con un sorriso incoraggiante, chi conosceva
meglio di
lui la difficile professione dell’essere padre.
-Tienilo
un secondo…- Matt aveva mollato in braccio a Dom, il
bambino,
mentre si chinava ad allacciarsi una scarpa.
-Bells
non esagerare, adesso non è che scapperà tutte le
volte che
mette i piedi in terra…-
-Meglio
non correre rischi! – sorrise facendo l’occhiolino
al bassista
Bing
intanto era tutto sorrisi per il biondino, e addirittura aveva
tirato fuori il suo lecca lecca, offrendolo con entusiasmo e
generosità allo
zio adottivo.
-MMM…
buonissimo graaazie!! – Dom si era ritrovato con quella
caramella
dolce e zuccherosa in bocca contro la sua volontà
– Matt mi tocca pure
ciucciare le bave di tuo figlio! Che schifo! – In
realtà era
tutto smorfiette e risolini, con e per il
bambino.
Kate e la fidanzata di Tom si
stavano avvicinando con incedere elegante, in mano qualche sacchetto e
un
bicchiere di Diet Coke , seguite a discreta distanza,
dall’uomo della
sicurezza.
Davanti
a quell’immagine Matt e compagni si erano fatti
improvvisamente
seri, scambiandosi uno sguardo circolare “E adesso che si
fa?”
-Non
una parola!! – Matt era stato categorico, quasi minaccioso
-Ma…non
c’è niente di male se…- Dom aveva
provato ad obiettare
-Non
è un problema tuo! Non una parola… - lo aveva
freddato con uno
sguardo di ghiaccio il cantante.
-Amore
siamo tornate, ho
comprato un cappellino nuovo e degli splendidi braccialetti tutti
colorati, poi
ti faccio vedere…tutto bene? – Kate aveva passato
in rassegna attentamente, le
facce del quartetto che avevano un che di innaturale, mentre Jackyn
dava un tenero
bacio a Tom.
-OOOh
Benissimo!! – Tom sghignazzava, semi incenerito dallo sguardo
di
Bellamy
-Tutto
ok! – Per Matt in certe situazioni non era così
facile sfruttare
le sue note capacità di affabulatore, e si era augurato di
cuore di essere più
credibile di come si sentiva.
-Ringrazia
che tuo figlio non è ancora in grado di raccontare quanto
sia pessimo suo padre!! – questa volta lo sguardo pungente
era indirizzato a
Chris!
Kate
non sapeva che pensare, era evidente che c’era qualcosa di
“sbagliato” ma non avrebbe saputo dire che cosa!
-Non ti preoccupare Kate, Bing
è
stato bravissimo, anzi dovrebbe essere lui a fare da baby sitter a suo
padre! –
Dom sorrideva solare e convincente come al solito. Kate si era ripresa
il
bambino che era ancora tra le sue braccia, con uno sguardo un
po’ ammorbidito.
-
Mamma Tum Tum, abbiamo suonato il tamburo!! – aveva detto con
la sua
vocina squillante
Kate
aveva guardato istintivamente Dom, per associazione di idee, ma il
biondo era l’immagine dell’ingenuità, e
lei si era domandata se c’era qualcosa che stavano
nascondendo.
-Ray
ma sei ancora lì …muoviti! – aveva
urlato nella direzione di suo
figlio maggiore ancora rapito dal suo giochino.
-Ma
mamma uffa!! Tanto è fino ad adesso che aspettiamo Matt che
ha
perso mio fratello…- Era stato come se fosse calata un
folata di vento gelido
su tutti i componenti della scena. Rayder si era messo una mano sulla
bocca
davanti alla faccia sconvolta e disorientata di sua madre . Beata
ingenuità
infantile!
Il
momento di epico imbarazzo che si era generato nel gruppetto
impegnatissimo ad evitare lo sguardo di Kate, sarebbe stato da
immortalare con
una foto.
Matt
se avesse potuto sarebbe sprofondato sotto terra, pur di evitare
quella situazione
-
Tesoro ne parliamo dopo…- aveva sussurrato Kate,
all’orecchio del fidanzato, con aria angelica
ed un sorriso inquietante, mentre Dom ridacchiava senza pudore
godendosi la
scena e l’aria da cane bastonato di Matthew.
-
Com’era Tom? Tutto è bene quello che finisce
bene…- Il
batterista aveva fatto l’occhiolino alla
bionda, che alla fine si era sciolta in un sorriso nella sua direzione
Dopo
tutto non dovrebbero essere le cose come queste che fanno di lui
un cattivo padre, aveva tentato di auto convincersi con un sorriso
dolce un po’
divertito verso il suo fidanzato.
-Andiamo
… - gli aveva teso la mano con amichevole pazienza - Ma Bing
lo tengo io stavolta! –
|