Luce Azzurra
Luce Azzurra
Nonostante il fatto che quando iniziarono a prendersi cura
di lui, sapessero poche cose sui bambini, sembrava che l’unica cosa che potesse
calmare il piccolo Peter dalle sue crisi isteriche, le coliche, o i momenti in
cui dovesse aspettare troppo per avere la pappa, fosse guardare il reattore di
Tony.
Il suono della sveglia lo distolse dal dormiveglia,
sbadigliò, e si guardò intorno. Voci soffuse, leggero russare, l’odore di tante
presone in un posto solo... Era su una cuccetta di un treno notte, diretto a
casa dopo un viaggetto nell’entroterra con la sua famiglia. Avevano scelto il
treno per via di una scommessa, sei mesi senza lasciare il suolo terrestre, da
parte di Tony, ma anche così non era male. La sveglia gli serviva per dare il
latte a Peter, quindi, facendo attenzione a non svegliare né il compagno né il
bambino, si tirò fuori dalla cuccetta, recuperò la borsa dalla rastrelliera, e
si mise fuori dalla stanza con lo scalda biberon.
Certo, forse per quel viaggio Tony avrebbe anche potuto infrangere
la promessa... Peter era sempre a disagio negli spostamenti di lunga durata, e
al ritorno erano sempre tutti stanchi e stressati, ma pur di dimostrare che non
aveva bisogno di usare un motore a reazione per qualsiasi spostamento, il
miliardario era disposto anche a far attraversare alla famiglia tutti gli Stati
Uniti a piedi.
E si, quello era stato un gesto un po’ egoista... Il
capitano fu distratto dai suoi pensieri dal “ting” dello scalda biberon,
controllò che il latte non fosse troppo caldo, e tornò nello scompartimento. La
loro cuccetta era illuminata da una luce blu, la luce blu che conosceva bene, e
Tony stava cullando il piccolo, mezzo disteso su un fianco. Si era tolto la
maglietta, forse per far risaltare di più la luce sul suo petto. Sentendo i
suoi passi, sollevò la testa, con un sospiro di sollievo, e allungò la mano
libera per prendere il biberon.
“ Si è svegliato poco dopo di te, e stava per tirare giù l’universo...
ho fatto la prima cosa che mi è venuta in mente... e sembra che si sia
calmato...”
Steve sorrise appena, mettendosi accanto a loro, guardando il piccolo succhiare
furioso il latte.
“Dici che gli sono mancato?” Tony sbuffò, sollevando gli
occhi al cielo.
“Dico che senza di te va letteralmente nel panico.”
Steve strinse le labbra, accarezzando un pugnetto del
bambino, che lasciato il biberon, sbadigliava. Perse un paio di minuti per
mettere in salvo la bottiglietta di vetro, e infine si stese accanto al
compagno, tenendo il piccolo tra le braccia.
“Sei stato gentile ad occuparti di lui...” Borbottò,
cullando il figlio adottivo per farlo addormentare.
“Se non sbaglio, occuparmi di lui è anche un mio dovere...” Steve annuì,
assonnato, mentre Peter si accoccolava tra di loro, già addormentato.
Comunque era vero... a volte, la gente egoista, in quel caso
Tony, poteva essere terribilmente capace di grandi amori... forse...
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Ok, prima Stony/Superfamily scritta e pubblicata, a parte il mio
headcanon, mi dispiace che faccia schifo e si veda bemissimo che sono
pezzi di puzzle incastrati da di loro con l'aiuto di un martello...
Grazie per averla letta...
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