Certe persone percorrono un sentiero
diverso.
E conoscono realtà di cui
altre non immaginano nemmeno
l’esistenza.
Certe persone non osano dare
più nulla per scontato,
perché a volte anche
andare a mangiare una pizza con gli
amici può essere un privilegio unico,
quando perdi la salute.
Certe persone afferrano
prepotentemente una chitarra e
suonano.
Suonano all’infinito la
solita triste melodia fino a che non
sentono le dita doloranti,
perché quello è
il loro modo di sfogare la propria
tristezza.
E in alcuni momenti, nonostante gli
anni passati, ripensano
ancora a quel nome
e si rammaricano di non aver aperto
il proprio cuore, almeno
in quell’unica occasione.
Certe persone vorrebbero le loro
famiglie ancora unite,
invece che sfasciate da disastri e dal rancore.
A volte salgono in macchina e
guidano, guidano fino ad
oltrepassare il confine con la regione vicina,
per tentare di sfuggire alla
ragnatela di dolore che le
paralizza.
E camminano sole sulla spiaggia,
quando il mare è mosso e il
cielo è plumbeo,
come se la tempesta sul punto di
erompere sia quella della
loro anima, non quella sulla loro testa.
Certe persone ancora stanno cercando
di dare un significato
alla loro esistenza
e sono terribilmente esauste, dopo
tutti i tentativi andati
male.
Ricordano il tempo trascorso e
muoiono dentro,
perché non sono riuscite a
realizzare quasi niente di quel
che avevano progettato.
Certe persone vorrebbero urlare alla
loro madri di
ficcarseli in quel posto i rimproveri,
che non sono credibili se pronunciati
da coloro le quali,
nonostante l’età,
ancora non hanno imparato a stare al
mondo.
E vorrebbero urlare anche ai loro
padri, perché il genitore
non si fa per telefono, un paio di volte al mese.
Certe persone, di tanto in tanto, si
ritrovano la notte a
piangere in cucina sedute al tavolo, al buio,
reggendosi la fronte con una mano e
stringendo forte la
boccettina con l’altra,
consce che, in alcuni casi, nemmeno
gli ansiolitici possono
fare miracoli.
Certe persone, a volte, hanno
quell’ombra fugace negli occhi,
che le accompagnerà tutta la vita.
E stanno a scrivere al pc frasi senza
senso, in questo tardo
pomeriggio di settembre,
mentre ascoltano musica rock e
masticano una caramella.
Ma certe persone, tuttavia,
ringraziano la propria
testardaggine e la propria ostinazione nel credere che vi possa essere
un lieto
fine anche per loro.
E nonostante la fatica, continuano a
scalarlo senza sosta,
quel dannato monte,
col forte desiderio di raggiungerne
la cima.
Perché è bello
tenere gli occhi al cielo, puntati verso la
luce.
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