Le sue urla lacerano la mia anima perché è il mio nome che chiama.
Invano.
Non posso fare niente.
La portano via, verso morte certa ed è solo colpa mia.
Urlo e lotto con i miei carcerieri, minaccio, supplico, impreco.
Ruggisco affermando la mia superiorità. Ma non mi ascoltano.
Nessuno lo fa mai.
Tutta la mia intelligenza non serve a sanare un attimo di disattenzione. |