Obsidian

di Achamo
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Obsidian

Umido e buio.
Sentiva le caviglie e le natiche immerse nell'acqua più fredda che la sua pelle avesse mai toccato.
Rabbrividiva ogni volta che la schiena nuda e ricurva toccava la parete cilindrica e metallica della sua prigione. Tremava a causa del freddo, sbattendo sonoramente i denti con quel caratteristico rumore ruvido dello smalto che sfrega forte su altro smalto.
Il gelo pungente e acido, assieme alla paura, l'avevano completamente disorientata.
Si stringeva in un abbraccio tiepido, serrando le braccia al corpo con tutta la forza che i suoi muscoli ancora possedevano. Avvinghiava le unghie acuminate e spezzate ai fianchi, conficcandole nella carne e assaporando il tepore del sangue che scivolava lento lungo la pelle. Affondava la testa tra le gambe, contorcendosi in quell'angustio e minuscolo spazio gelido e dal fetore di morte.

Gli occhi non vedevano altro che minuscoli bagliori neri provenire dal fondo del barile nel quale era rinchiusa, una prigione che lentamente si stava riempiendo con le fredde acque salate del mare.
Qualcuno l'aveva intrappolata in un bidone, completamente nuda, e in seguito l'aveva gettata in mare, augurandosi che morisse lentamente soffocata dall'acqua fredda degli abissi.
Il suo peso e i minuscoli fori presenti sul fondo del barile la stavano conducendo verso la Morte, così paziente e puntuale. L'acqua entrava a gocce, ma più se ne infiltrava e più sprofondava verso l'ignoto nero del mare nel quale l'avevano gettata con disprezzo. Percepiva distintamente la sua discesa verso le tenebre sconosciute e gelide, acque infestate da mostri fantastici e leggendari, e ne era terrorizzata.
Realizzare in quale situazione si trovasse e quale ne sarebbe stato l'epilogo, la portarono a piangere singhiozzando, impastando le lacrime alla saliva mentre le prime scivolavano veloci dagli zigomi alle labbra. Sarebbe morta annegando in quel vecchio fusto dal tanfo di petrolio, nuda e bagnata fino al midollo. Nessuno l'avrebbe mai salvata. Nessuno sapeva dove si trovasse, ne tanto meno come recuperarla. Sarebbe morta sommersa dall'acqua, osservando i riflessi saettanti dei suoi capelli dorati.
Nuda e sola.

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Achamo & il suo inutile monologo
“Questa breve storia mi è balzata alla mente dopo aver ripreso tra le mani un libro caro e che amo molto... probabilmente qualche amante dei thriller conosce la straordinaria e da brividi autrice a cui mi riferisco. Spero che la storia vi sia piaciuta! Alla prossima!”






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