Sento freddo, un gelo così pungente da penetrare nella pelle fino alle ossa. Tutt’intorno a me scorgo mani, braccia, corpi che mi stringono e mi trascinano in fondo all’abisso oscuro, che era quel lago nero e tranquillo in apparenza, in quella grotta sulla scogliera, nascosta e invisibile a chiunque.
Un nascondiglio perfetto per qualcosa che non andrebbe trovato.
Ormai è troppo tardi per avere rimpianti, ma sentendo giungere imminente la mia fine, non provo neanche nessun rimorso per come ho agito. Ho deciso troppo tardi di passare dal torto alla ragione, troppo influenzato dalla stupida idea dei Purosangue e accecato dall’avidità e dal potere.
Sirius aveva ragione, avrei dovuto ascoltarlo, avrei dovuto seguire il suo esempio, ma sono stato troppo codardo per farlo.
Ora, con gli occhi appannati dall’acqua e dalle lacrime, riesco a scorgere Kreacher sulla riva dell’isoletta, con il medaglione in mano e un’espressione di terrore e spavento. Esegue il mio ultimo ordine: distruggere il medaglione.
Dentro di me, spero che questo ripaghi, almeno in parte, le mie azioni sconsiderate. Non chiedo il perdono, non lo merito neanche lontanamente.
Il mio ultimo pensiero è rivolto a mio fratello, Sirius. Vorrei che potesse sapere ciò che ho fatto ed essere fiero di me. So, però, che la mia è una vana speranza.
Così chiudo gli occhi e mi lascio trascinare nell’acqua dagli Inferi, sentendo il respiro mancare poco a poco, diventando uno di loro per l’eternità. |