Edit:qualcuno mi ha scritto che questa fic e' una Zexion X Naminè é-è ma in realta' non lo e'...e non credo lo possa diventare in un eventuale seguito(che in ogni caso tardero' a postare perche' sono lenta T^T)
Eccu la seconda schifezzina che ho il
coraggio di postare
7_7
Ringrazio calorosamente coloro che
hanno recensito la prima
XD
E ora passiamo a un introduzione a
questa che mi eviterà la
lapidazione °w°
Avevo inizialmente iniziato
(°0° un poliptoto) a pensare un
dialogo fra zexy e un mio eventuale personaggio,la cui arma sembra
tanto una
matita (e non ridete XD non vedo perche’ lui possa avere un
libro e io no una
matita XD si autoderide) poi ho pensato che
qualcuno che disegna ce l’hanno
già……..e così ho scritto
questa cosina :3
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Marluxia
era distratto ad
assistere all’ ennesimo litigio fra Vexen e Larxene.
Aveva
abbastanza fiducia nell’
orgoglio e la testardaggine di Vexen, che quindi sicuramente avrebbe
portato
avanti la storia ancora per molto, ripetendo almeno ogni due frasi la
parola
“rispetto” “ordine” o
“gerarchia”, a scelta….un po’
meno fiducia nella pazienza
di Larxene nel continuare a sentirlo straparlare, nonostante fosse lei
l’
attaccabrighe.
Quindi
o avrebbero continuato
almeno per altre due ore, o tutto sarebbe finito abbastanza presto o in
seguito
a una scarica del numero XII, o lei e quegli altri due traditori con la
testa
colorata se ne sarebbero andati annoiati lasciando Vexen a sbraitare.
In
ogni caso sapeva che era
meglio fare il più presto possibile, Marluxia interrompeva
qualsiasi cosa
quando scoppiavano litigi del genere, lo divertivano, ma prima o poi si
sarebbe
pur accorto della sua assenza.
Zexion
camminava sicuro e rapido
attraverso i corridoi del castello dell’ oblio,ma non
correva. Zexion non aveva
mai fretta.
Tutto
quel bianco ormai non lo
confondeva più anche se lo infastidiva. Ormai conosceva
anche quel posto alla
perfezione, e la cosa che lo infastidiva di più in
realtà non era il colore
delle pareti (e dei pavimenti e del soffitto e di qualsiasi altra
cosa), quanto
il fatto che per averlo mandato là insieme a Marluxia e il
suo seguito il
Superiore dovesse avere qualche sospetto anche nei suoi confronti.
Era
sempre stato affezionato e
fedele a Xemnas, da subito, ma prima o poi tutti hanno bisogno di
fermarsi un
attimo…fare una pausa; pensava che per Xemnas fosse arrivato
quel momento di
fare un passo indietro e lasciare il posto a qualcun altro, magari
qualcuno
come lui, ma non aveva mai fatto nulla per farlo capire, niente che
potesse
farlo sbilanciare troppo. Zexion era prudente.
E
con prudenza si avvicinò a
quella piccola porticina bianca, girando con sicurezza la maniglia e
richiudendola subito dietro le sue spalle.
Guardò
la ragazzina bionda seduta
al tavolo al centro della stanza,anche lei tutta vestita di bianco.
Sapeva che
lei l’aveva visto e sentito entrare, per un attimo aveva
alzato lo sguardo,
forse temendo che fosse Marluxia. Poi aveva di nuovo abbassato lo
sguardo sulle
proprie mani.
Zexion
avanzò nella stanza piena
di fogli colorati sparsi qua e là. Le girò un
po’ intorno, fissandola.
Era
bionda, con la pelle pallida
come latte,e i capelli di un biondo chiarissimo. Zexion fece una
smorfia,
sembrava una bambolina di porcellana, seduta così composta e
rigida.
Si
fermò dopo aver fatto un giro
completo, dall’altra parte del tavolo.
La
bambina aveva smesso di
disegnare,senza però aver lasciato la matita. La impugnava
stretta ora, come se
fosse un’ arma e fosse pronta a difendersi.
Lui
accennò appena un sorriso,
forse pensava che le avrebbe fatto del male. Non disse nulla e
tornò dietro la
sua sedia, lei non si mosse.
-
così saresti tu la sua preziosa
arma…
Disse
con un tono che non
sembrava né una domanda né un’
affermazione.
-
sei un amico di Marluxia?
Non
sarebbe mai arrivato a
definirsi amico di Marluxia, nemmeno con una bugia.
-
no
-
non so se posso parlare con te…
Zexion
sorrise,Marluxia la
terrorizzava a quanto pare…perfetto.
Si
mise a sedere accanto a lei
dopo averle chiesto il permesso,era esperto di illusioni, e sapeva che
un
comportamento gentile lo avrebbe aiutato. In effetti sembrava stupita
nel
vedere che un membro dell’ organizzazione la trattava con
così tanta cortesia.
-
come ti chiami?
Lei
abbassò lo sguardo
imbarazzata, nessuno prima d’ora le aveva chiesto come si
chiamava,voleva
rispondere, ma aveva anche paura che Marluxia potesse arrivare da un
momento
all’ altro.
-
non so se….Naminè…mi chiamano
così
Si
decise alla fine. Zexion
sorrise appena, più perché tutto stava andando
come voleva lui che per la
reazione della bambina.
-
e tu?
Prendeva
confidenza velocemente
– non è importante - rispose con tono secco, per
poi cercare di rimediare-voglio
dire…meglio che tu non lo sappia potrebbe sfuggirti con
Marluxia…-
Naminè
sembrò agitarsi di nuovo
lasciando perfino cadere la matita sul tavolo e alzandosi in piedi.
-
non puoi stare qui…vattene,è
pericoloso.
Zexion
non si mosse.
-
ti maltratta? Perché ti fai
maltrattare?
Diversamente
da Marluxia, che si
credeva perfetto e invincibile, Zexion sapeva di non esserlo,sapeva che
anche
lui a volte poteva sbagliare,riconoscere un errore non era una
debolezza,ma era
meglio evitarli, per questo era sempre prudente.
Zexion
non amava la violenza. Che
non significa che fosse buono, preferiva altri mezzi, le parole,o le
illusioni,
anche se a volte sono la stessa cosa.
Zexion
portava sempre i capelli
davanti agli occhi, non voleva essere visto in faccia, ma da dietro
quel suo
ciuffo poteva vedere tutto. Capiva quasi sempre tutto, anche quello che
non
veniva detto.
Dietro
quell’ apparenza di
bambolina fragile Naminè nascondeva qualcosa di
più, un potere ancora più
grande del suo se avesse voluto. Lui poteva giocare, creare cose finte,
ma che
sempre finte restavano. Lei poteva cambiare la realtà con le
sue illusioni.
-
non vorresti essere libera?
Chiese
insistendo su ciò che lei
desiderava di più. Cose davvero troppo facili da capire.
Cosa avrebbe potuto
volere una ragazzina sempre chiusa in una stanza?
-
libertà di andare dove
vuoi….persone con cui parlare…tante cose da
vedere là fuori…
-
non sono mai stata fuori da qui…
-
non vorresti andarci?
La
ragazzina si voltò verso di
lui, le pareti bianche non c’erano più ed era
pieno di verde, fiori,le nuvole e
il cielo.
Si
sentì per un attimo spaesata e
si aggrappò a lui che la lasciò fare.
-
non vuoi avere anche tu qualcuno
vicino?e andare fuori?e vedere tutte queste cose?
Quando
lo lasciò rimettendosi in
piedi la stanza aveva un aspetto familiare…caldo e
accogliente, il fuoco
scoppiettava nel camino e fuori dalla finestra era pieno di neve.Zexion
la
fissava immobile seduto sulla poltrona accanto al fuoco, con un libro
in mano.
-
non vuoi tutto questo?
Naminè
si avvicinò alla finestra
poggiandoci una mano sopra, il suo fiato tiepido appannava il vetro.
Disegnò
una faccina sul vetro appannato con l’indice,
Naminè amava disegnare, lei disegnava
sempre, o forse perché non poteva fare altrimenti.
-
questo è tutto finto..io non
posso andare fuori,non posso…
Zexion
sospirò esasperato
richiudendo il libro con un gesto secco e Naminè si ritrovo
a poggiare la mano
contro una parete vuota, Zexion non si era mosso da dove era seduto
prima.
Perché ingannare una stupida ragazzina si stava rivelando
così complicato?
-
se tutto questo è finto non mi
interessa,posso già averlo
Sussurrò
indicando con un gesto
tanti disegni di paesaggi che aveva realizzato.
-
io non li ho mai visti,però so
che ci sono. Posso farli da sola…
-
e non vorresti vederli dal
vivo?ti assicuro che sono molto più belli.
Si
rilassò un attimo sulla sedia.
Inutile insistere ancora, o sarebbe risultato fastidioso e lei avrebbe
cambiato
idea del tutto. Ma aveva altre carte da giocare. C’erano
quei….sentimenti, quei
ricordi buoni a cui tutti i Nessuno in fondo in fondo si appigliano.
-
perché lasci che Marluxia ti usi
per fare del male al prescelto della keyblade? Pensi di poter aiutare
Roxas?
Si
sentiva quasi melenso a dire
quelle cose che facevano tanto soap opera.
Naminè
spalancò i suoi occhioni
celesti grandi come il cielo a sentire nominare Roxas e poi
abbassò la testa.
-
lo sai che se fai male a Sora
fai male anche a Roxas
Aggiunse
senza dargli troppo
peso, mentre Naminè sembrava realmente ferita da quelle
parole.
Non
voleva fare male a Roxas.
Marluxia l’aveva minacciata e convinta alla fine, se avesse
fatto come voleva
Roxas sarebbe tornato, l’aveva giurato…ma se
c’era anche una minuscola possibilità
che Roxas si facesse male…allora non
importava…preferiva che stesse bene anche
lontano piuttosto che tornasse da lei.
-
io non voglio fare male a Roxas.
Zexion
le passò una mano sui
capelli biondi, senza nessun gesto particolare,anzi con una leggera
pressione.
-
certo, nessuno lo vuole. Ma a
Marluxia non importa se questo succede.
A
sentire di nuovo il nome del
numero XI Naminè si strinse di più fra le spalle.
-
io non posso disobbedire…
-
non disobbedirai,lo faresti se
fossi sua, ma non è così,perciò
perché avere paura.
Lei
lo fissò con un espressione
che sembrava dire “so cosa vuoi” ma Zexion non ci
fece caso.
-
non posso...vorrei…
Zexion
prese in mano il pastello
rosso che lei aveva fatto cadere prima e voltò il foglio
verso di sé.
-
disegni bene,sai?
Complimenti.
Essere gentili e
fare complimenti.
Naminè
sorrise leggermente con un
flebile “grazie”
Zexion
prese alcuni fogli sul
tavolo.
-sono
tutti molto belli…però…come
dire…questi stupidi fogli bianchi…non sono adatti
per il tuo talento…
Naminè
lo guardava cercando di
capire dove voleva andare a parare, lo seguì con lo sguardo
anche mentre lui
tirava fuori il libro di prima e glielo porgeva.
Naminè
guardò le pagine. Erano
tutte quante bianche.
-
è tutto vuoto?
-
non vorresti disegnarci qualcosa
tu?
Sorrise
misterioso mettendole la
matita in mano.
-
qualunque cosa….vedrai, Marluxia
non potrà farti nulla…
:D ecco
qui…..conclusa?si…no…forse….penso
sempre che i miei
finali in sospeso siano meglio sospesi che non rovinati con un secondo
capitolo
orribile °^°
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