A
Barbara, la MIA musa. Ti amo da morire, Batuffolina.
WASTE
MY TIME
Un
secondo, poi un altro.
Il
tempo era scandito meticolosamente da quell'orologio appeso al muro.
Orologio che, secondo l'uomo, era totalmente inutile ed irritante.
Un
rintocco, un rintocco, un rintocco. Mentre la lancetta dei secondi si
muoveva in cerchio. Tic, tac. Tic, tac. Tic, tac. Tic, tac. Un tic,
poi un tac. Dei rumori che si ripetevano ininterrottamente.
L'uomo
si giro' nervosamente nel letto, arrivando ad intercettare con lo
sguardo l'oggetto appeso al muro. Gli lancio' un'occhiataccia,
sperando, per un istante, di riuscire a fulminarlo. Ma niente: i
secondi continuavano ad essere scanditi. Il suo mal di
testa aumentava con il passare del tempo e la sua irritabilita' stava
raggiungendo livelli mai visti prima... e, se parliamo di Draco
Malfoy, la cosa e' decisamente grave. Draco Malfoy, l'unico erede
Malfoy, ex-Serpeverde, era da sempre una persona irritabile, e, da
quando le sue emicranie erano aumentate... il suo umore era
peggiorato.
La
colpa di tutto quello?
La
sua dolce, dolcissima, meta'.
Esatto:
quell'orologio appeso al muro... era opera sua. O, per meglio dire:
era opera dei suoi genitori. I Granger, secondo Draco, non avevano
mai avuto buon gusto per i regali. Quell'aggeggio confermava la sua
teoria impeccabile. Hermione non aveva rifiutato e aveva appeso il
quadro sulla parete della camera da letto... ma non poteva scegliere
un luogo neutrale come la cucina? Almeno, forse, sarebbe riuscito a
dormire.
Tic,
tac.
Invece
era costretto a sopportare quei rintocchi.
Tic,
tac.
Il
mal di testa aumentava.
Tic,
tac.
Nascose
la testa nel cuscino, prima di prenderlo in mano e lanciarlo contro
il muro. Niente, non era riuscito a prendere
l'orologio. Il
tempo sembrava beffarsi di lui. E continuava a scorrere.
Tic,
tac.
Si
morse il labbro inferiore, prima di prendere in mano l'altro cuscino.
Hermione, infatti, dormiva appoggiata al suo petto.
Tic,
tac.
L'orologio
traballo' pericolosamente e Draco esulto' a bassa voce.
Tic,
tac.
-Cazzo!-
impreco'. Indovinato: l'orologio era ancora al suo posto.
-Co...-
la donna sbadiglio' -Cosa c'e'? Incubo?-.
-Peggio:
il tuo orologio.- sbuffo' sonoramente, mentre lei si girava e si
appoggiava sui gomiti per guardarlo in faccia.
-Il...
il mio...- si porto' una mano davanti alla bocca e sbadiglio' ancora
-Il mio orologio?-.
-Esatto.
Quel coso... appeso al muro... hai presente quello che rintocca ogni
secondo?- sbotto', alterato.
-Draco...
ti prego...- Hermione gli sorrise dolcemente.
-Cosa?-
sbuffo', alzando gli occhi al cielo.
-E'
solo un normalissimo orologio.-.
-Irritante.
Soffro di emicrania, lo sai.- mise il broncio.
-Lo
so, ma... non e' colpa mia. E sai benissimo che rifiutare quel regalo
sarebbe stato scortese.-.
-Si',
ma...-.
-Oltretutto...-
l'interruppe lei -Un orologio in camera non e' la fine del mondo,
no?-.
-Si',
ma...- tento' nuovamente di ribattere, ma lei gli poso' l'indice
sulle labbra.
-Draco...-
inizio'.
-Mhm?-
alzo' un sopracciglio, irritato.
-E'
solo un orologio.- tolse la mano dalla sua bocca e la sposto' su una
guancia. Scottava. -Ti... ti senti bene?- chiese, preoccupata.
-Io...
si', perche'?-.
-Ecco...-
porto' la mano in alto e la appoggio' sulla sua fronte -Scotti.
Hai... hai la febbre.-.
-Visto
che non e' solo un orologio?- domando', compiaciuto.
-Eh?-
Hermione lo guardo' negli occhi e quell'espressione di superiorita'
che era dipinta sul suo viso le ricordo' il momento in cui aveva
iniziato ad amarlo, il momento in cui aveva tentato per la prima
volta di guardare dietro la sua maschera.
-E'
posseduto dal demonio, semplice.-.
***
-Granger?-
Hermione si giro' di scatto e per lo spavento lascio' cadere per
terra il mantello che teneva appoggiato alle spalle -Gr... Granger?-
domando' di nuovo, sgranando gli occhi. La ragazza indossava
solamente una camicia da notte bianca, parzialmente trasparente e la
sua figura era contornata dalla luce rosata del cielo, dalle nuvole
che preannunciavano il sorgere del sole. Era un'alba perfetta. E
Hermione, illuminata in quel modo, gli aveva fatto decisamente uno
strano effetto.
-Malfoy...
ma... cosa ci fai qui?- domando', chinandosi per raccogliere il
mantello ed avvolgerselo intorno al corpo.
-Passeggiata.-
alzo' distrattamente le spalle -E tu, Granger? Abbigliata in quel
modo, poi. Sai... non credevo che tu possedessi capi del genere...-
ghigno' maliziosamente.
-Malfoy!-
arrossi' e abbasso' lo sguardo -Quello che possiedo o non possiedo
non sono affari tuoi.- disse, con voce ferma, ma fievole.
-Dico
solo che e' un abbigliamento che poco si addice alla tua immagine da
perfetta studentessa sottutto.- si passo' una mano tra i capelli, con
fare arrogante -E... vedendoti cosi', in questo posto, a quest'ora...
be'... diciamo che qualcuno potrebbe pensare che hai un appuntamento
segreto con Weasel. Non e' cosi'?- alzo' un sopracciglio e ghigno'.
-No!-
esclamo', arrossendo -Non ho nessun appuntamento.- giro' la testa di
lato e sposto' lo sguardo all'orizzonte. Il sole era ormai sorto, la
giornata era quasi iniziata. -Solo perche' molti, te compreso, mi
credono una ragazza noiosa e priva di interessi oltre alla sfera
scolastica, be'... non e' cosi'. Quindi anche se questo abbigliamento
ti sembra strano per me... non vuol dire che tu abbia ragione...-.
-Di
cosa stai parlando?- le chiese, sbuffando -Vai al punto, Granger.-.
-Quello
che cercavo di farti capire e' che... non puoi basare tutto su un
pregiudizio o sulla conoscenza solamente marginale di una persona.
Sai, molte volte, la verita' dev'essere scoperta lentamente.-
sorrise, girandosi verso di lui e guardandolo negli occhi.
-La
verita'?- chiese, sarcastico.
-La
verita': com'e' fatta davvero una persona. I suoi interessi oltre
alle cose che puoi vedere soffermandoti in superficie. Dovresti solo
imparare che c'e' sempre qualcosa di nascosto.- sorrise dolcemente e
continuo': -Non molte persone si prendono la briga di tentare di
guardare oltre alla semplice facciata, non molti poi riescono ad
arrivare a capire come stanno realmente le cose. Ma questo...-.
-Questo
mi dovrebbe interessare?- l'interruppe, sbuffando -Granger queste
sono le cose che tutti si aspettano da una come te.-.
-Da...
da una come me?- si morse il labbro inferiore, nervosamente -E...
come sarei io?-.
-Una
So-Tutto-Io.- rispose semplicemente. Nel suo sguardo c'era una
sicurezza mista alla sua solita aria di superiorita'.
-Immaginavo.-
scosse la testa, rassegnata. Poi si giro' per appoggiarsi al
davanzale e guardare l'orizzonte. -Sto solo sprecando il mio tempo:
con te non vale la pena di parlare.-.
-No?-
domando' lui, avvicinandosi -E... questo lo dici perche' hai gia'
guardato oltre alla superficie?-.
***
-Allora?-
domando' Draco, seccato -Ho la febbre?-.
-Be'...-
Hermione prese in mano il termometro -Hai 38 e mezzo di febbre...-.
-E
quindi?- chiese, alzando un sopracciglio.
-Quindi
non stai decisamente bene.- lo guardo' negli occhi, preoccupata -E io
non ho intenzione di lasciarti qui da solo... non sai badare a te
stesso...-.
-Cosa?-
sbotto', indignato -Io so badare perfettamente alla mia perfetta
persona!- si alzo' sui gomiti e si mise a sedere -Puoi...- inizio' a
tossire.
-No.
Io resto qui.- affermo', irremovibile.
-Ma
io sto bene!- esclamo', alzandosi dal letto. Traballo'
pericolosamente, ed Hermione fece appena in tempo a sostenerlo, prima
che cadesse per terra. Lo spinse sul letto e, con un'occhiataccia,
gli fece capire che doveva sdraiarsi. -Posso muovermi
tranquillamente.-.
-Sdraiati
e non muoverti piu'.- l'ammoni', senza nascondere la sua
preoccupazione.
-Ma
sto bene cosi', posso muovermi.- si alzo' ancora.
-Draco!-
Hermione sbuffo', ed appoggio' le mani sulle sue spalle, per
spingerlo indietro e farlo sdraiare -Ti devo ammanettare al letto per
farti stare fermo?-.
-Fai
pure.- ghigno' maliziosamente.
-Draco!-.
-Ehi...
che c'e'? Tu hai fatto una domanda, e io ho risposto. Mi sembra buona
educazione.-.
-Draco!-.
-Ok,
come non detto.- tossi' ancora -Pero' non capisco qual'e' il
problema...-.
-Hai
la febbre... e riesci a pensare al sesso?-.
-Sei
tu che ispiri, Granger. Io cosa ci posso fare?-.
***
-E'
assurdo!- sbotto' Draco.
-Cosa?-
chiese Hermione, senza uscire dal camerino.
-Che
io debba aspettare ore per permetterti di provare un vestito, che
molto probabilmente neanche comprerai.- rispose, sbuffando.
-E'
un'occasione speciale, Draco. E tu lo sai bene.-.
-Si',
ma non vedo perche' questo ti debba autorizzare ad usufruire del mio
tempo prezioso per aiutarti a... - s'interruppe e si avvicino' al
camerino -A fare cosa, esattamente?-.
-Niente,
Draco. Niente.- disse, seccata.
-Allora
dovresti...- il ragazzo s'interruppe -Oh...- esclamo', sgranando gli
occhi.
-Come
mi sta?- gli chiese, mordendosi il labbro inferiore per il
nervosismo.
-Sta.-
rispose soltanto.
-Ok,
lo tolgo.- mormoro', delusa.
-Si'.-
entro' nel camerino e chiuse la porta.
-Cosa
stai facendo?- gli domando', sorpresa -Aspetta fuori che mi cambio
e...-.
-Vieni
qui...- la zitti' e l'attiro' a se'.
-Eh?-
sbatte' le palpebre e fece un paio di passi in avanti.
-Shhh...-
bisbiglio', prima di posare le labbra sulle sue. Draco le immerse le
mani nei capelli, aumentando la pressione delle labbra. Le morse
delicatamente il labbro inferiore, prima di succhiarlo e chiedere
l'accesso alla sua bocca con la lingua.
-Draco...-
mormoro' Hermione, tenendo gli occhi chiusi. Lui non l'ascolto', la
bacio' ancora. Questa volta Hermione schiuse le labbra e le loro
lingue si incontrarono. -Dra...- la stretta del ragazzo aumento'
-Non... non qui...-.
-Granger...-
si stacco' da lei, prima di riavvicinarsi e baciarla nuovamente.
-No.
Draco... siamo in un camerino.-.
-Me
ne sono accorto, sai?-.
-Non
possiamo.- bisbiglio', liberandosi dalla sua stretta.
-E'
difficile resisterti. Ispiri sesso, Hermione...- la voce di Draco la
fece tremare -Ma... se non vuoi...- apri' la porta del camerino e
usci' -Sbrigati. Ho fretta.-.
-Ma...
ma...- scosse la testa, incredula. Afferro' un lembo della sua
camicia e lo attiro' a se' per baciarlo -Dannato
provocatore.- sibilo' a denti stretti, mentre lui si allontanava.
-E'
un camerino.- le disse, alzando le spalle -Non possiamo.-.
***
-Odio
la febbre.- Draco comincio' a tossire -E... odio anche questa
tosse!-.
-Non
posso farci niente, lo sai.- Hermione gli accarezzo' una guancia.
-Neanche
quella dannata pozione ha fatto effetto!- si lamento', socchiudendo
gli occhi.
-Dai
tempo al tempo. L'hai bevuta solo due minuti fa, non puo' avere gia'
fatto effetto.- la ragazza si sdraio' accanto a lui e l'abbraccio'.
-Perche'
fa cosi' dannatamente freddo? E' una cosa intollerabile e...-
s'interruppe e sbadiglio' sonoramente.
-Tenta
di dormire, ora. Sei stanco e hai bisogno di riposarti.- aumento' la
stretta del suo abbraccio -Io non mi muovo da qui, ok?-.
-No?-
le chiese, sbadigliando ancora.
-Non
me ne vado. Resto con te.- sorrise e gli poso' un bacio su una
guancia -Dormi bene.-.Era incredibile che anche una persona come
Draco fosse vulnerabile come tutti. Vulnerabile di fronte a qualcosa
di piu' forte di lui e della sua volonta'. E lui non poteva farci
niente. Non poteva cancellare la sua vulnerabilita', e
nemmeno fingere che non esistesse. Draco Malfoy odiava essere
vulnerabile, odiava avere bisogno d'aiuto. Aveva paura di non poter
fare qualcosa da solo, di essere in debito, di doversi appoggiare a
qualcuno per qualsiasi cosa... ma non con Hermione.
Lei
era il suo angelo.
Metafora
melensa e tremendamente sdolcinata, ne era consapevole anche lui. Ma
Hermione sembrava essere perfetta per quel ruolo.
Lo
sosteneva, anche senza parlargli, solo con uno sguardo. Lo sopportava
in ogni situazione. Lo aiutava come poteva, a volte cercando di non
farglielo capire. Lei... lo amava.
E
chi, se non un angelo, puo' arrivare ad amare Draco Malfoy?
***
-Com'e'
andata?- le chiese, appoggiandosi al muro.
-Be'...
mi hanno solo chiesto perche' devo sprecare il mio tempo proprio con
te. Quindi e' andata meglio di come pensavo.- rispose, guardandolo
negli occhi.
-Weasel
non e' svenuto? Potty non si e' messo ad urlare?- chiese, sorpreso.
-Stranamente
no.- sorrise -Sono i miei migliori amici, dopotutto. Oltre a
considerarmi una specie di angelo, dato che ti sopporto... hanno
detto che gli basta che io sia felice.-.
-Un
angelo?- le chiese, mentre le sue labbra si distendevano in un ghigno
-Sai, credo proprio che dovrebbero vederti in certi momenti...- la
guardo' negli occhi.
-Certi...
momenti?-.
-Esatto.
Parlo di quando, piu' che un angelo, sembri pura lussuria...-.
-Ok.
Faro' finta di non aver sentito.- disse, arrossendo -Dicevo: sai cosa
gli ho risposto?-.
-Ehm...
dovrei?- domando', alzando un sopracciglio.
-Gli
ho detto che... qualsiasi cosa succeda, gli angeli non abbandonano
mai i loro protetti.-.
***
-E'
incredibile...- bisbiglio' Hermione, la voce ridotta ad un soffio. Lo
guardava dormire; aveva gli occhi chiusi, la bocca leggermente
aperta. I capelli biondi erano spettinati, ed un ciuffo gli copriva
l'occhio sinistro. Era piu' pallido del solito, per colpa della
febbre. Ma... era bello come sempre.
-Cosa?-
mormoro' lui, con la voce impastata dal sonno.
-Dormi,
Draco. Non ha importanza.- sorrise, notando che l'uomo non aveva
aperto gli occhi -Stai tranquillo.-.
-Cos'e'
incredibile, Hermione?- chiese ancora, sollevando lentamente le
palpebre. I loro occhi si incontrarono ed il sorriso di Hermione si
allargo'. Gli occhi di Draco erano ancora piu' perfetti quando aveva
la febbre: avevano striature di colore piu' evidenti, grigio chiaro,
piu' scuro e qualche punta di leggero verde. Sembravano un cielo
appena dopo la tempesta. E l'aria languida, tipica della febbre,
sembrava proprio accentuare la loro bellezza. Hermione amava i suoi
occhi, letteralmente. Li aveva sempre amati, fin dalla prima volta in
cui li aveva visti. Cosi' misteriosi, pieni di segreti da svelare. E
lei, col tempo, aveva imparato a leggerci dentro, a leggere dentro
l'anima di Draco. Erano occhi espressivi, se solo si era in grado di
avere pazienza ed imparare a guardare oltre all'apparenza.
-E'
incredibile che tu riesca ad essere cosi' anche con la febbre.-
confesso', guardandolo ancora.
-Cosi'
come?-.
-Cosi'...-
s'interruppe, prese fiato -Be'... cosi' bello.-.
-Be'...
sono io. Di che ti soprendi?- domando', iniziando poi a tossire.
-Vuoi
bere un po' d'acqua?- gli chiese, preoccupata, ignorando la sua
affermazione.
-No.-
scosse la testa -Ho solo... un po' di sonno.-.
-Dormi,
Draco.- disse, con dolcezza.
Erano
belli quei momenti, quel tempo passato ad ascoltare il silenzio.
Quando nessuno dei due diceva niente, quando l'unico rumore presente
era il leggero battito dei loro cuori. Era come se il loro amore si
espandesse nell'aria, portato dal silenzio, come se non servissero
parole per dimostrare quello che sentivano davvero.
I
loro respiri e nient'altro.
***
Hermione
appoggio' la testa sul suo petto e chiuse gli occhi. -E' bello
qui...- mormoro', strofinando la guancia contro la camicia di Draco.
-E'... caldo,
accogliente...- sorrise, appoggiando la punta del naso sulla stoffa e
muovendola leggermente.
-Certe
volte... hai dei comportamenti un tantino... felini, ecco.- disse,
distendendo le labbra in un sorriso.
-Scusa?-
chiese, alzandosi di scatto e guardandolo negli occhi.
-Stavi
strofinando, prima la guancia poi il naso, contro il mio petto... e
questo perche' vorresti delle coccole. Ami acciambellarti sul divano,
dormi in posizione fetale e...- s'interruppe, portandole un boccolo
dietro all'orecchio -Quando ti svegli le tue mani sembrano delle
zampine, sai?-.
-Draco,
ma...- sbatte' piu' volte le palpebre, incredula.
-Fai
anche le fusa, Hermione.- disse, come se fosse stata la cosa piu'
normale del mondo.
-Fusa?
Io? Ma... hai bevuto?-.
-Credimi:
a volte sembri un gatto.-.
-Un...
gatto?- chiese, con la voce piu' acuta del normale.
-Esattamente.-
annui' -Un gatto.-.
-Mi
hai mai sentita miagolare?- domando', puntando le mani sui fianchi e
guardandolo di sbieco.
-No,
ma... adesso sembri pronta a rifarti le unghie.-.
***
-Non
e' male.-.
-Cosa?-
Hermione si riscosse dai suoi pensieri e sbadiglio': si stava
addormentando.
-Stare
con te... non e' male.- ammise, alzando le spalle.
-Ed
e' una cosa positiva?- chiese, senza capire quello che Draco voleva
dire realmente.
-Sei
una donna dolce, solare e molto altruista. Ami passare il tuo tempo
con me, e non e' una cosa che molti farebbero. A dire la verita'...
non l'ha mai fatto nessuno oltre te. Non sono una persona facile, ma
tu sei qui ugualmente. Mi parli, mi ascolti e... resti. E' strano
come a volte sembra un sogno, sembra quasi... finto, ma mi rendo
conto che sei vera e quindi e' impossibile. Come fai ad amare uno
come me? Complicato e... pieno di... paure. Si', ho le mie paure ed
e' strano che a te non importi, che tu dia importanza ad altre cose
che io non riesco ancora a capire. Ho anche paura di quello che
chiamano amore, ma tu sei qui. Ecco... mi sono sempre chiesto il
perche', ma non ho mai avuto il coraggio di domandarlo a te, di...
non lo so, davvero io... non lo so. Sentire che... tu sei qui e non
hai intenzione di andartene... e' strano. Per me e' dannatamente
strano. Ma tu ami qualcosa in me, che non so se esiste e... sei qui
e... e' difficile capire che tu non vuoi...-.
-Draco...-
lo chiamo', cercando di interomperlo.
-...
andare via.- fini' la frase, e continuo': -E resti nonostante tutto.
Dopo che ti faccio soffrire... torni e... sei qui anche ora. Credo
che sia una cosa...-.
-Draco...-
lo chiamo' ancora.
-...
che non va per niente nel verso in cui va il mondo. Non so se mi
spiego, ma comunque... perche'...?-.
-Draco.-.
-Perche'
tu...?-.
-Draco!-.
-Sp...?-
si fermo' e la guardo' negli occhi -Si'? Dimmi.-.
-Respira.-
gli ordino', sorridendo.
-Sto
respirando, sai?-.
-Stai
delirando, piuttosto.- gli diede un leggero bacio sulla fronte -Credo
che la febbre si sia alzata. Aspetta qui, non muoverti.- si alzo' in
piedi -Vado a prendere dell'altra pozione.-.
-Io...
sto bene, non sto delirando. Io non deliro, punto.- affermo',
facendola sorridere -Ma... Hermione...- la chiamo'.
-Dimmi.-
si giro' verso di lui.
-Perche'
sprechi il tuo tempo con me?- chiese -Perche' permetti a me di
sprecarlo?-.
-Eh?-
sgrano' gli occhi, confusa -Draco... io ti amo... e io il tempo non
lo spreco con te. Amo passare del tempo con te, il mio tempo.- si
morse il labbro inferiore -Tu... a... a te sembra di sprecarlo?-.
-No.-.
-Allora
smetti di farti paturnie e di delirare.-.
-Io...-
sbadiglio' sonoramente.
-Dovresti
dormire. Lo sai questo?- chiese, con un sorriso.
-Forse,
ma...-.
-Non
ribattere. Chiudi gli occhi e sogna.- si avvicino' a lui e gli poso'
un piccolo bacio sulla fronte -Pero'... forse e' meglio se prima
prendi la pozione...-.
-Ti
stai preoccupando?- domando', alzando un sopracciglio -Non serve. So
badare a me stesso, credimi.-.
-Si',
ma voglio che tu beva la pozione. Tieni...- gli porse il termometro
-Prova la febbre, arrivo subito.-.
-Si',
agli ordini.- commento', sbuffando.
-Ti
amo!- gli urlo' dal corridoio, con la voce alta e allegra. Draco,
almeno in quello, era uguale anche con la febbre. E non sarebbe mai
cambiato.
-Mpf...-
borbotto', prima di sussurrare: -Anch'io...-.
-Dra...-
Hermione rientro' nella stanza e non fini' la frase. Draco si era
addormentato. La donna si avvicino' al letto e prese in mano il
termometro. Impallidi', leggendo che la febbre era aumentata
vertiginosamente: 39 e 2. -Draco...- mormoro', sfiorandogli una
guancia -Svegliati...- gli poso' un bacio sulla guancia -Draco...-.
-Mhm?-
si lamento' lui.
-Prendi
la pozione...- bisbiglio', per poi aiutarlo a bere.
-Ora...-
sussurro', con voce fievole -Ho... ho freddo. Io... scaldami...-.
-Ok...
io...- si sdraio' accanto a lui e lo abbraccio' -Resto qui, con te.
Dormi bene.-.
Draco
si addormento' cosi'. E il giorno dopo, si sarebbe svegliato con lei
ancora accanto.
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