Condemnation

di evenwithmydarkside
(/viewuser.php?uid=510980)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


“La ringrazio davvero, signore. Sa com’è, un piccolo problema e mi costringeranno a chiudere bottega. Il mio bar non è visto di buon occhio nei dintorni…”
“Non si preoccupi, preferisco anch’io evitare casini”.
Detto questo, Marco si congedò, avvicinandosi al tavolo dove aveva lasciato l’uomo biondo dopo averlo separato dalla rissa.
“Le va di cambiare aria?”
L’uomo annuì. Camminarono spediti – il tipo biondo un po’ meno a causa dell’alcol – verso la porta, facendosi strada tra sedie e tavolini.
Fuori era ormai buio, Marco non aveva idea di che ore fossero né aveva voglia di controllare. Semplicemente voleva mettere a posto la situazione, cosa che sostanzialmente era incline a far sempre. In molti consideravano da impiccione questo suo comportamento, e spesso gli consigliavano caldamente di farsi gli affari suoi e tenersi fuori dai guai. Ma lui non ci riusciva, non poteva passare avanti e far finta di niente. Non poteva assistere a una rissa senza intervenire per calmare le acque, non poteva rimanere ad assistere inerme davanti a un omicidio.
 
“Qual è il suo nome?”
“Dammi del tu”
“Qual è il tuo nome?”
“Luigi. Ehi, amico, scusa per ‘sti casini ok? Non era mia intenzione creare problemi. Non sono stato io a iniziare. Ti giuro, io ero seduto e…”
Marco tirò un sospiro. “Ok, d’accordo. Non c’è problema. Preoccupati di chiedere scusa per l’accaduto al barista quando sarai sobrio. Dove abiti?”
“Via dei narcisi” mugulò l’uomo.
“Mi sembra sia parecchio distante. Non sei in buone condizioni… Qual è la tua auto? Troverò il modo di fartela recapitare, ti accompagno io”
Luigi guardò confusamente attorno a lui. Stette un po’ a riflettere, per poi concludere che la sua auto non si trovava lì.
“Come sei arrivato qui, allora? Ti ha accompagnato qualcuno?”
“Mmh… Non ricordo…”
“Sei parecchio confuso... Ti do un passaggio fino a casa, se prometti che non sarai di impiccio”
Luigi annuì e si trascinò fino alla macchina indicatagli. Salirono e Marco partì subito, ringraziando il fatto che il suo cervello fosse stato troppo occupato a pensare per dargli tempo  di bere il suo whisky.
 
“Che motivo c’è di bere così tanto?” disse Marco, più rivolto a se stesso che all’uomo che aveva a fianco. Ma a questa domanda, Luigi si risvegliò dal suo torpore, come se avesse ricordato qualcosa. Iniziò a piangere, dapprima silenziosamente, poi i singhiozzi si fecero talmente forti che Marco fu costretto a fermarsi. I piccoli occhi dell’uomo erano rossi e non smettevano di piangere. Era come se volessero esaurire tutte le lacrime.
 
 
 
Ciao a tutti!
Ho un paio di cose da dire. Innanzitutto volevo ringraziarvi per le recensioni. In secondo luogo, ho pensato - visto che ormai ho iniziato così - di mantenere questa lunghezza per tutti i capitoli. So che sono molto brevi e di questo mi dispiace... Spero di riuscire ad aggiornare frequentemente, anche se non sarà facile. 
Sostanzialmente questo è un capitolo di stallo, niente colpi di scena particolari, ma è necessario perché la storia vada avanti.
Un abbraccio,
Mari.
:)

 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2196237