In
questo periodo sto perdendo parecchio tempo con
“Ascension”, il
visula novel di Rin, la creatrice del sito Rinmarugames.
Così,
tanto per esercitarmi un po' con l'inglese, ho scritto una mini
fanfiction sui suoi personaggi: la ripropongo anche qui, tradotta in
italiano, anche se probabilmente nessuno sa di cosa sto parlando XD
Ovviamente,
i personaggi di questo racconto appartengono a Rin e non certo a me.
***
La
gola mi fa male e un grido mi risuona ancora nelle orecchie: sono
stata io ad urlare, nel sogno, e forse l'ho fatto anche nella
realtà.
Oh,
cavolo. L'ho fatto davvero?
E,
anche se cerco di negarlo, so perfettamente a chi appartiene il nome
che ho probabilmente urlato a squarciagola. No, non ho chiamato
Zander, il mio dolcissimo mago, sempre così premuroso,
sempre così
attento, tanto forte da essere per me un punto di riferimento nei
momenti più difficili. E no, non ho neppure invocato Jace,
il mio
cavaliere, il mio amico, l'uomo che è cresciuto - e cambiato
– così tanto nel tempo in cui siamo stati divisi
che quasi nemmeno
lo riconoscevo, quando ci siamo incontrati di nuovo. Nossignore. Ho
gridato il nome di Faelern... lo stramaledetto Elfo.
Splendido.
Davvero.
Mi
guardo attorno, cercando di capire se qualcuno mi abbia
effettivamente sentito, ma a quanto pare sono sola, qui nella mia
cabina. Meno male. Forse non c'è motivo di preoccuparsi...
dopotutto
è notte fonda e lui starà sicuramente dormendo,
come del resto
tutte le persone normali. Mi prendo il capo tra le mani, cercando di
scrollarmi di dosso gli ultimi frammenti dell'incubo: non lo
ammetterò mai, ma quella visione di sangue e terrore mi ha
scossa
più di quanto ritenessi possibile. Vivo la mia vita cercando
di
essere una donna forte, indipendente, facendo del mio meglio per
convincermi di non avere mai bisogno di nessuno all'infuori di me
stessa, eppure ci sono delle volte in cui mi ritrovo a desiderare di
avere qualcuno al mio fianco, qualcuno in grado di sostenermi e anche
di proteggermi, se mai ce ne fosse bisogno. Mi viene quasi da ridere:
se Sky mi sentisse mi guarderebbe, il suo viso bellissimo e
preoccupato, e mi direbbe che non sono sola, che non devo affrontare
tutto da sola, che posso contare su di lei, su tutti i miei amici,
tutte queste persone che sono qui con me e che sarebbero addirittura
disposte a morire per me, se proprio non se ne potesse fare a meno.
È
tutto vero, lo so, nel profondo, eppure a quanto pare il mio
inconscio la pensa un po' diversamente... altrimenti perché,
nel
momento di maggior pericolo, avrebbe eletto Faelern
come
proprio protettore?
Forse
non dovrei essere così sorpresa: in fondo abbiamo vissuto
insieme
per quasi un anno, un anno in cui l'ho visto ogni singolo giorno e,
anche se non siamo mai stati amici, forse ho iniziato a considerarlo
parte della mia vita. E comunque Ava gli ha chiesto di partire con me
proprio al fine di proteggermi dai pericoli, no?
E
così questa sarebbe l'unica ragione per cui hai gridato il
suo nome
in quel modo, vero, Aida?
Odio
quella vocina, la odio da morire. Me ne libererei, se potessi. Non
faccio in tempo a formulare una risposta sagace da rifilare alla mia
coscienza, però, perché improvvisamente la porta
si spalanca.
«Mi
hai chiamato?»
…
parrebbe
proprio di si. Quanto sono felice.
«Faelern...»
dico, a mo' di saluto, prendendo tempo. Non è facile trovare
qualcosa da dire quando lui se ne sta lì, con la sua solita
espressione impenetrabile e vagamente corrucciata. Come diavolo deve
fare una a capire quello che passa per la sua testa e, di
conseguenza, trovare il modo migliore per trarsi d'impiccio?
Evidentemente
l'Elfo interpreta il mio insolito silenzio come il segnale che
qualcosa sia fuori posto, perché il suo tono diventa
più pressante.
«Solyn*!
Stai bene? Qualcuno ti ha attaccato?»
Non
riesco a fare a meno di arrossire: la sua faccia sarà anche
inespressiva, ma la sua voce non lo è affatto e
improvvisamente mi
sento molto stupida per averlo allarmato in questo modo, per di
più
a causa di uno stupido sogno.
«Io...
no,» sospiro, chiudendo gli occhi.
Spero
che vedendo che sto bene Faelern se ne vada e mi lasci qui a
riflettere sulla mia idiozia, ma quando riapro timidamente gli occhi
vedo che lui se ne sta ancora lì, piantato al centro della
stanza. A
quanto pare dovrò fornirgli una spiegazione un po'
più dettagliata.
«Ho
fatto un brutto sogno, mi dispiace di averti svegliato. Non volevo
farti preoccupare,» mormoro, con un tono un po'
più gentile
rispetto a quello che uso solitamente per rivolgermi a lui.
E
ti prego, non farmi altre domande...
La
risposta deve averlo soddisfatto, perché annuisce lentamente.
«Va
bene, - dice – allora ti lascio.»
Inaspettata,
un'ondata di panico torna ad investirmi. Sangue, c'era
così tanto
sangue... e tu sai benissimo a chi apparteneva, Aida. Rabbrividisco
e soffoco in gola un gemito di paura, sforzandomi di rivolgere a
Faelern un timido sorriso.
«D'accordo...»
Lo
osservo raggiungere la porta, preparandomi a dargli la buonanotte,
quando all'improvviso si ferma e si volta di nuovo verso di me.
«Mi
sembri un po' pallida... - dice, assottigliando gli occhi
per
vedere un po' meglio nella penombra della stanza –
Sei sicura di stare bene?»
«Io...
si, sto bene, - mormoro, sperando che la mia voce sia salda –
è
tutto a posto.»
L'Elfo
fa un passo nella mia direzione e poi si ferma, come indeciso sul da
farsi.
«Se
vuoi posso restare...» dice, quasi sottovoce.
Cosa?
Per gli Antichi Re, no!
esclama
quella parte di me che pensa che Faelern non sia altro che un
maledettissimo bastardo arrogante.
Si,
per favore!
esclama invece
un'altra vocina nella mia testa, dando voce a quell'altra parte di me
che è ancora scossa dall'incubo e che non può
fare a meno di
pensare che sia carino da parte di Faelern offrirsi di restare qui a
vegliare sul mio sonno. Forse c'è davvero qualcosa al di
là del suo
atteggiamento glaciale... il pensiero che magari lui sia qui non
perché si sente in dovere di farlo, ma bensì
perché vuole
farlo mi
riempie di una strana
felicità.
Ma
no. È un pensiero stupido. Questo è Faelern, una
persona che non ha
mai fatto segreto di ciò che pensa di me. È
sciocco da parte mia
pensare che possa provare un qualche sentimento per un oggetto.
«Non
c'è ragione per cui tu ti debba preoccupare di un oggetto,
Faelern –
sbotto, seccata – non credo proprio che i miei problemi ti
riguardino.»
Ok,
forse ho un po' esagerato, non volevo essere così brusca, ma
la sua
reazione mi lascia comunque spiazzata. È come se qualcosa
cambiasse,
sul suo volto, e all'improvviso mi afferra il mento in una mano e
viene vicino a me, così vicino che quando parla posso
sentire il suo
respiro sfiorarmi le labbra.
«Non
mi riguardano?» la sua voce è
stranamente bassa; e questa
volta quando rabbrividisco non è per la paura.
«Detto
dalla ragazza che ha aperto quel maledetto portale, - mi posa una
mano sul fianco, avvicinandomi ulteriormente a sé
– detto dalla
ragazza che finirà col farmi ammazzare...»
So
che probabilmente sarebbe il caso che io dicessi qualcosa, ma mi sta
sollevando il volto verso il suo ed è come se la mia testa
si
svuotasse di ogni pensiero. Ho affrontato molte cose, negli ultimi
tempi, alcune delle quali terribili, eppure non riesco a ricordare
l'ultima volta in cui il mio cuore ha battuto così forte.
«Ti
sei mai chiesta perché ti chiamo solyn?
Perché ti chiamo con il nome di un oggetto?»
è una domanda
retorica, immagino, e dal suo tono non riesco a capire se stia per
mettersi a ridere o se sia ad un passo dall'arrabbiarsi sul serio, ma
decido che non mi importa, a patto che continui a toccarmi il viso
come sta facendo ora.
«Lo
faccio perché se mai dovessi vederti come una persona...»
sussurra; e d'un tratto mi rendo conto di aver chiuso gli occhi in
attesa di un bacio che sono sicura arriverà molto presto,
perché
adesso lui è vicino, così vicino,
e deve sicuramente avere
intenzione di baciarmi...
«...
allora forse rischierei di inn...» le sue labbra toccano le
mie, o
forse è solo l'illusione di un tocco, oppure...
«Aida,
sei sveglia?!»
Scatto
all'indietro come una molla, inciampando nei miei stessi piedi. Ho
pensato un sacco di volte al modo in cui sarei morta, ma non avrei
mai immaginato che la mia dipartita sarebbe giunta a causa di un
infarto.
«Giuro
che se trovo qui quell'idiota di Jace, io...» Sky si
catapulta nella
mia cabina, pronta a prendere a calci il povero Jace, ma si blocca
quando mette a fuoco la persona al mio fianco.
«Oh...
ops... - balbetta, schiarendosi la gola – Ho scelto un
momento
sbagliato?»
Cosa
dovrei dire?
No,
Sky, figurati! Anzi, unisciti a noi, sei la benvenuta!
Non ha
senso mentire, abbiamo entrambi le guance in fiamme e non ci vuole un
genio per capire cosa stava succedendo.
«No,
no, per niente,» dico comunque, in un patetico tentativo di
dissimulazione, proprio nello stesso momento in cui Faelern dice che
stava per andarsene.
E
questa volta lo fa davvero, se ne va, senza nemmeno voltarsi
indietro. Quando esce dalla porta mi lascio cadere sul letto con un
gemito. È stato... beh, è stato...
Sky se
ne sta in piedi accanto alla porta, leggermente in imbarazzo, ma
quando alzo lo sguardo su di lei vedo che sta cercando di nascondere
un sorriso. Lei mi fissa di rimando, ironica.
«Allora,
- dice, il divertimento evidente nella sua voce – tue e
Faelern,
eh?»
Sventolo
una mano nella sua direzione con aria di sufficienza.
«Ho
solo fatto un brutto sogno e lui...»
Lei si
appoggia allo stipite della porta, osservandomi con aria interessata.
Non si aspetterà mica che io scenda nei particolari, vero?
«Sky,
per favore,» sbuffo.
Lei scoppia a ridere.
«Va
bene, va bene, me ne vado,» poi si fa seria «Ma,
seriamente... stai bene? Il tuo sogno...»
Annuisco, sorridendo.
«Sto
bene, davvero. Era solo un sogno. È tutto a posto, adesso.»
Non sembra del tutto
convinta dalle
mie parole, ma mi conosce abbastanza bene per capire quando ho
bisogno del suo aiuto e quando invece tutto quello che mi serve
è un
po' di tempo da sola.
«Come
vuoi, – dice allora, allontanandosi – ci vediamo
domani mattina.»
«Dormi
bene!» le urlo, quando ormai è in
corridoio, fingendo
un'allegria che non provo affatto.
Sinceramente, non so cosa
provo in
questo momento. Per mia natura non sono mai stata molto brava con
queste cose, con i sentimenti, e questa situazione è per me
del
tutto nuova. Certo, l'incubo mi ha turbata profondamente, forse anche
più di quelli che l'hanno preceduto, ma sono abbastanza
matura da
ammettere che non è lui la fonte del mio turbamento attuale
– o
per lo meno, non è l'unica fonte. Sarà anche
stupido, considerata
la situazione, quantomeno precaria, in cui tutti noi ci troviamo al
momento, ma la mia mente continua a tornare a Faelern, al modo in cui
i suoi occhi verdi erano diventati più scuri, alla
sensazione della
sua pelle calda contro alla mia...
Cosa stava per dire, prima
che Sky
piombasse nella mia cabina?
...
allora forse rischierei di inn...
Rischierei
di “inn-”? Di... innervosirmi? Non
fare la scema. Di
innamorarmi? Si stava innamorando di me?
Non
esattamente, mia cara,
mi dico, ha detto
'allora forse rischierei'. 'Rischierei' – 'Forse' –
ipotesi
quantomeno remota.
E
comunque, cosa mi importa di quello che ha detto? Io non lo amo.
Certo, è stupendo e tutto quanto, ma l'amore è
ben altra cosa. Non
che me ne intenda, ma... credo che l'amore sia... beh, non so di
preciso cosa sia, ma di certo non comporta il litigare tutti i giorni
e l'insultarsi e il fare a gara a chi è più bravo
a ferire i
sentimenti dell'altro. Se ami qualcuno fai del tuo meglio
perché sia
felice, perché stia bene, se ami qualcuno stare con quella
persona è
una gioia, non un peso. Cosa posso dire del mio rapporto con Faelern?
È stato lui a trovarmi, quando la torre è
crollata, con ogni
probabilità quel giorno mi ha salvato la vita, eppure non mi
sono
mai sentita particolarmente in debito con lui, perché...
beh, perché
è quell'uomo è una grandissima rottura di palle.
È vero, passiamo
comunque un bel po' di tempo insieme, facciamo stupidi giochi che
prevedono il consumo di ingenti quantità di alcol, in un
modo o
nell'altro non è passato giorno in cui non lo incontrassi
almeno un
paio di volte, per un motivo o per l'altro, e, anche se è
possibile
che abbia talvolta sperato che si tirasse una di quelle sue frecce in
una gamba, non ho mai davvero desiderato che gli succedesse niente di
male.
Io...
io avverto qualcosa di caldo muoversi all'altezza dello stomaco (o
forse è all'altezza del petto?) e ho come il sospetto che
non abbia
nulla a che fare con ciò che ho mangiato ieri sera, per cui
decido
in tutta fretta che è ora di smetterla di pensare all'Elfo.
Dopotutto
è ancora notte e devo cercare di dormire almeno un paio
d'ore. Chi
lo sa cosa dovremo affrontare domani...
Eppure,
mentre me ne sto distesa sulla mia branda, con gli occhi chiusi, sono
perfettamente consapevole del fatto che non dormirò un solo
minuto;
e tuttavia sorrido, pensando che forse questa volta le ore che mi
separano dal sorgere del sole non saranno così difficili da
sopportare, ora che non è più il ricordo del
dolore e del sangue a
tenermi compagnia, ma quello degli occhi di Faelern; e del suo tocco
leggero.
***
*
“Chiave” - Faelern chiama così Aida
perché lei ha
accidentalmente aperto un portale che sarebbe stato molto meglio se
fosse rimasto chiuso.
Ah-ah,
non è certo il mio lavoro migliore, ma vabbé.
Avrei voluto scrivere
qualcosa di più su questo gioco-barra-romanzo, ma le mie
conoscenze
dell'inglese sono troppo limitate per permettermi di buttar
giù
qualcosa di un po' più decente.
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