His Sweety Strong Heart

di _MakaAlbarn_
(/viewuser.php?uid=441068)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


CAPITOLO 1-                               
 
“..fissavo i suoi occhini marroni: tali e quali quelli del padre, mi dissi.”
 
-Mifuneeeeeeee!!-
Già, l’urlo di prima mattina: lì era normale! Si ripeteva ogni mattina da 3 anni, e ormai sia io che il diretto interessato ci avevamo fatto l’abitudine.
-Angela.. – borbottò Mifune, sfregandosi l’occhio, ancora mezzo addormentato
-Che succede?- chiese con voce roca.
-Mifune, oggi hai promesso che avremmo fatto pratica con la magia! Non è vero?-
-Hai ragione..mi vesto e arrivo, promesso! Aspettami di là, ok?- e come di consuetudine, dopo che Angela ebbe chiuso la porta, Mifune si tolse di dosso le coperte, si infilò la maglietta e i pantaloni appoggiati in fondo al letto e corse nell’altra stanza dove Angela era già seduta sulla scopa.
-Mifune! Cosa facciamo per prima cosa?-
-Direi  di fare pratica col volo…ti ricordi le basi?-
-Sì!- e dopo un nano secondo la piccola streghetta si sollevò da terra, fluttuando sulla scopa. Ma non passarono nemmeno 10 secondi che perse l’equilibrio e cascò per terra.
Subito Angela si alzò e, senza il minimo capriccio, si rimise seduta sulla sua scopa e tentò più volte di rimanere in equilibrio sopra di essa.
Io mi svegliai poco dopo e, attratta dal rumore che stavano facendo quei due, mi recai da loro stiracchiandomi.
-Buongiorno!- dissi, sorridendo
-Buongiorno- rispose Mifune, seguito da Angela che sussurrò un timido “ciao” e si nascose dietro il samurai.
-Come va la pratica..?- chiesi fissando la piccola.
-Beh.. potrebbe andare meglio- ammise arrendevole Mifune, guardando Angela e appoggiandole una mano sulla testa.
-Oh, non preoccupatevi!- li incoraggiai io; poi mi avvicinai lentamente ad Angela e, abbassandomi, le porsi una caramella –Tieni, è per te piccolina!- e sorrisi.
Lei mi fissò un po’ incerta, poi allungò la sua manina verso la caramella e l’afferrò.
Mentre la scartava, fissavo i suoi occhioni marroni: tali e quali quelli del padre, mi dissi.
 
 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2201576