Soffrire.
Soffrire. Perché si soffre. Siamo fatti
per soffrire, siamo fatti per essere felici.
Nessuno di noi si è mai chiesto che cosa ci facciamo
realmente noi sulla terra. E allora, perché continuiamo
a vivere? Perché fare di tutto per rimanere in vita se poi dobbiamo comunque morire?
Ci diamo tanto da fare. Soffiamo. Piangiamo. Ridiamo. Siamo felici.
Ma tutte queste emozioni, tutti questi sentimenti, a cosa servono se noi
dobbiamo comunque morire?
La morte è vicina a noi ogni giorno e noi facciamo di tutto
per evitarla, ma prima o poi ci prenderà.
E allora perché darsi tanto da
fare? Perché continuare a vivere se poi dobbiamo comunque
morire?
Queste sono le domande che mi faccio
ogni giorno. Domande che mi riempiono la testa di dubbi.
Dubbi sulla vita umana, dubbi sull’esistenza di un Dio.
E se questo Dio non esistesse? Se oltre
la morte ci fosse solo buio? Solo sofferenza?
Noi esseri umani siamo destinati a morire, destinati a essere marionette della crudeltà degli Dei.
Ho visto morire tanta gente. Gente innocente. Se davvero esistesse un Dio, allora perché non ci aiuta? Perché non ferma la sofferenza di noi stolti esseri umani?
Noi pensiamo che Dio sia sempre con noi e ci protegga, ma
allora perché la morte potrebbe avvolgerci in qualsiasi momento? Forse la morte
per Dio è giusta?
Non saprei. Non so come rispondermi. Noi alchimisti, secondo
gli uomini di chiesa, andiamo contro le leggi di Dio. L’alchimia si basa su tre
principi fondamentali: la comprensione della struttura della materia, la
scomposizione e la ricomposizione. Secondo gli antichi laici, noi saremmo dei
peccatori. Ma allora perché la furia di Dio non si
abbatte su di noi? Perché invece cade sugli innocenti.
La pietra filosofale ha bisogno di milioni di vite umane, un’intera
città. Ma allora perché Dio non salva quelle città
sottomesse alla crudeltà dell’uomo che vuole la pietra? Perché
non fa niente?
L’uomo è fatto per soffrire, i momenti felici sono sempre
quelli più brevi, quelli che uno, spesso, dimentica. Qualcuno, ad esempio io,
non riesco più a essere felice dopo la scomparsa di
lei.
Perché l’uomo deve soffrire? Perché la morte è così dolorosa?
Forse la morte raggiunge prima gli innocenti che vivono
accanto a noi alchimisti. Si, comincio, piano piano,
a capire il significato di questa nostra sofferenza. Dio punisce i non giusti
attraverso i giusti. Attraverso chi, occultando la sua
dottrina, cerca in tutti i modi di vincere la natura. Ma
la sua crudeltà è enorme. Si abbatte sull’uomo con una ferocia implacabile. L’uomo,
essere inferiore a lui come intelligenza e forza, viene
schiacciato fino a diventare un granello di polvere, rimasto impigliato ai
ricordi delle persone care che ormai sono rimaste senza di lui.
E così è successo a me. Due mesi
fa, in un giorno caldo d’estate, Dio si è portato via lei. L’ha portata via con
sé. L’ha portata via per non farmela ma più vedere.
Ricordo ancora il suo viso illuminato
dalla luce del sole, a volte ombrato dalle nuvole. Dio crudele,
giustizia divina, mi hai strappato via l’unica ragione
di vita.
E io che dovrei fare adesso? Cosa dovrei dire a te? Per lei avrei rinunciato perfino all’alchimia,
se solo me lo avessi chiesto.
O Dio che tu hai sempre governato questo
mondo con il tuo volere. O Dio che punisci chi
deve essere punito. E hai deciso di punirmi facendola
sparire. Sparire per sempre.
L’uomo è fatto per piangere. Piangere lacrime
che scivolano sulla coscienza dell’uomo come massi di pietra. Un uomo
non ha la forza di andare avanti da solo, ha bisogno
di qualcuno al suo fianco.
E tu mi hai tolto anche quello, mi
hai tolto la forza di cui avevo bisogno per andare avanti.
Grazie per avermi tolto anche la mia unica speranza di vita,
solo perché praticavo un culto diverso dal tuo e non credevo in te.
Grazie per avermi fatto soffrire come un
cane schiacciato tra due macigni.
Grazie per avermi fatto cogliere il vero senso della vita.
Grazie per avermi fatto capire chi sei in realtà.
15 ottobre 1971,
dal diario di viaggio del colonnello Roy Mustang, trovato due anni dopo in una cassa
nascosta in soffitta di casa sua. Non si sa bene che fine abbia fatto Mustangm
sappiamo solo che dopo la morte di lei, esattamente dopo due mesi e mezzo, se
ne è andato via. Non ha detto a nessuno dove andava. Ha lasciato tutto,
oggetti, foto, abiti, soldi. con sè non ha portato niente, tranne l'orologio
d'argento degli lchimisti e una foto. Una foto di lei in divisa militare.
Un ricordo da
portare stretto al cuore.
Questa storia è dedicata alla madre di un
bambino morta per una malattia molto rara. Il bambino aveva solamente 12
anni quando l’ha persa e forse, il ragazzo, si è fatto proprio queste domande
il giorno della morte della madre.
Non so come mi sia venuta in mente ma avevo
bisogno di scriverla. Perdonatemi se Roy lo trovate un po’ ooc
ma avevo bisogno di scrivere questa storia che tutte
le notti mi attanagliava. Grazie e per favore, lasciate una recensione in onore
di questa cara persona che ormai non c’è più.
Grazie.