È panico quello che provi mentre vedi Silas – mentre ti vedi – davanti a te, come fossi di fronte a uno specchio, quando sai che non è un riflesso
Ti spinge, ti rinchiude e tu urli, urli, urli. E nessuno ti sente mentre le tue grida vengono inghiottite dall'acqua – ma sei tu che vieni inglobato, e poi è solo paura e impotenza e confusione mentre ti dimeni e ti accanisci contro le pareti – ma è il soffitto o la porta o il pavimento? – della tua prigione.
L'acqua è fredda, gelida. E brucia.
È un ultimo guizzo di terrore quello che provi quando chiudi gli occhi, e mentre muori ritorni bambino, e ai bambini non importano più gli sbagli e la rabbia e la gelosia e la morte.
I bambini sanno solo che i fratelli devono volersi bene, non conoscono le condizioni, non conoscono i compromessi, non conoscono i meccanismi complicati dell'invidia e della furia.
E sei solo un bambino terrorizzato da qualcosa che non ricordi più – ora c'è solo acqua, ora hai paura dell'acqua – in cerca di un abbraccio concesso malvolentieri, un bambino che sussurra un “ti voglio bene” e si addormenta e non ha più paura.
Hai un bicchiere di bourbon in mano e un sorrisetto idiota stampato in faccia – e un po' ti detesti per questa tragica dimostrazione di felicità incondizionata, un poco vorresti contenerti perché tutto potrebbe crollare fra poco – quando qualcosa ti colpisce lo sterno e per un attimo sembra che il tuo stesso cuore si stringa e si pieghi senza spezzarsi, torturandoti. È come se qualcuno ti avesse piantato a tradimento un paletto lì vicino, divertendosi a rigirarlo un paio di volte per buona misura.
Ti si spezza il respiro – dolore, sorpresa – e la presa delle tue dita sul bicchiere si stringe tanto da rischiare di mandarlo in frantumi.
Serri le palpebre, forse un gemito ti scappa dalle labbra.
Fa male dentro, come se ti strappassero qualcosa di importante, lo stesso dolore di quando qualcuno muore – ma non c'è più nessuno in pericolo, no.
Non sai cos'è, non capisci, e il tuo primo pensiero è che non è finita, che c'è qualcosa che non va e che Elena è sola al piano superiore, indifesa.
Il secondo è che in tutta probabilità stai morendo per mano di qualcuno di cui non ti potrai vendicare.
E poi tutto finisce, improvviso com'è cominciato. Spalanchi gli occhi, perlustrando il salotto in cerca del pericolo.
Ma non c'è nulla.
Se fossi umano, potresti pensare di aver appena avuto un infarto. Ma non sei umano, e non capisci.
Un brivido ti scuote le spalle mentre ti rendi conto che i polmoni ti bruciano, affaticati, come se fossi stato costretto sott'acqua.