dream high 1
Disclaimer: Dream High e i suoi personaggi non mi appartengono.
Accade e
Basta
Kim Phil Sook era sicuramente la persona più dolce che
avesse mai incontrato.
E questo era forse il motivo per cui era sempre così
preoccupato per lei.
Con quella sua aria ingenua e la disponibilità verso gli
altri, qualità che lui apprezzava immensamente, ma che
all'interno della Kirin non aiutavano di certo.
Per quanto fosse superficiale come pensiero, c'era da ammettere che da
quando era dimagrita la situazione era notevolmente migliorata e alla
scoperta del suo orecchio assoluto altre persone erano passate dalla
sua parte, non era così stupido da pensare che fosse per
vera amicizia ma per ora poteva bastare.
Ecco dietro cosa nascondeva i suoi sentimenti l'impavido Jason,
sfruttava la storia della damigella indifesa per poter continuare a
regalare attenzioni a Kim.
Entrò nella sala della mensa con un vassoio di legno in
mano, su cui poggiavano un piatto con delle verdure bollite e una
bottiglietta d'acqua, scrutò attentamente la stanza cercando
un posto tranquillo su cui potersi accomodare e vide Kim seduta da sola
a un tavolo.
Si avvicinò sorridendo e posò il vassoio sul
legno liscio, sedendosi di fronte alla ragazza.
-Ciao Kim-
-Jason- gli sorrise lei da dietro l'involucro contenente la sua brioche
calda, si lamentò interiormente di arrivare sempre
così tardi alla mensa, gli rimanevano sempre le verdure.
-Perché sei sola oggi?- chiese.
Kim deglutì un boccone prima di rispondergli -Brian e Sam
stanno provando-
Jason aggrottò le sopracciglia -Provando? Ma non abbiamo
test questa settimana-
Kim alzò le spalle -Non so, Brian le ha chiesto aiuto per
una canzone e sono andati in aula prove-
Jason la guardo e mentre un pensiero gli si formava nella testa, un
ghigno si fece spazio sulle sue labbra, incuriosendo Kim.
-Io credo che quei due ci stiano nascondendo qualcosa, vieni, andiamo a
controllare- le prese un polso e tirò con delicatezza,
costringendola ad alzarsi per seguirlo.
Raggiunsero la porta dell'aula prove mentre Kim gli ripeteva sottovoce
che non si poteva spiare la gente.
-Kim non li stiamo spiando, vogliamo solo vedere cosa ci nascondono- le
sorrise lui.
Kim ci rifletté qualche secondo -Jason, questo è
spiare- concluse.
Il ragazzo ridacchiò ma l'aria gli mancò subito
dai polmoni, uscendo in un "Oh" soffocato, appena vide la scena che gli
si disegnava davanti, all'interno della sala prove.
Sam e Brian, poggiati al pianoforte scuro al centro della sala, che si
stringevano, baciandosi.
Kim spalancò gli occhi e arrossì, imbarazzata.
Ci volle qualche secondo perché capisse che loro due non
avrebbero dovuto vedere ciò che invece gli si mostrava
così limpido davanti agli occhi.
Tirò la manica di Jason, cercando di scuoterlo.
-Jason- sussurrò -Andiamo via, noi non dovremmo essere qui-
Il ragazzo, quella volta, gli diede retta, e si diressero velocemente
verso l'uscita dell'edificio, lasciando dietro di se Brian e Sam,
ignari di tutto.
Quando oltrepassarono le porte di vetro della scuola l'aria fresca fu
un sollievo per le guance surriscaldate di Kim.
-Ammetto che non mi aspettavo questo- parlò per primo Jason,
ridacchiando.
Kim scosse la testa, facendo muovere leggermente le due basse codine in
cui aveva acconciato i capelli.
-Nemmeno io, insomma, sono sempre stati molto vicini ma conoscendo Sam
non avrei mai detto che...- smise di parlare, voleva cercare di evitare
il più possibile di far riaffiorare quelle immagini nella
sua testa.
Accidenti, loro non avrebbero dovuto vedere tutto quello!
-Immagina che facce faranno quando sapranno che li abbiamo visti-
sorrise.
Kim si bloccò di colpo -Jason, non possiamo dirgli che li
abbiamo visti!-
-Ed dai Kim, non è nulla di così imbarazzante-
Lei continuò fissarlo incredula -Certo che
è imbarazzante, insomma noi non avremmo dovuto vedere e Sam
non ce lo perdonerebbe mai e -
Jason le posò le mani sulle spalle -Kim, calmati-
Le intimò con un sorriso e facendole nascere dei brividi, da
dove le mani di Jason si posavano e lungo tutta la colonna vertebrale.
Arrossì ancora, sperando che lui non lo notasse.
-Se non vuoi non gli diremo nulla, anche se sarebbe stato parecchio
divertente- ridacchiò Jason, leggermente inclinato per
raggiungere la su altezza, il respiro che le sfiorava il naso.
-Non sarebbe stato affatto divertente, solo molto imbarazzante-
riuscì a dire Kim.
Succedeva sempre quando Jason le si avvicinava troppo, iniziava a non
capire più come mettere in fila le parole, i palmi delle
mani le sudavano e il viso cominciava a scaldarsi.
-Kim, stai bene?- chiese Jason, preoccupato di vederla così
accaldata, si avvicinò ancora di più al suo viso.
-S-sì, tutto bene- sorrise nervosa lei.
-Sicura, sei tutta rossa, hai la febbre?- scatto preoccupato e prima
che potesse rendersene conto, le labbra di Jason erano poggiate sulla
sua fronte.
Kim, agitata, incespicò in avanti, finendo con le braccia
contro il petto del ragazzo, stringendo il tessuto della maglietta che
indossava tra le mani.
-Scusa- disse, cercando di scostarsi ma si bloccò quando
percepì le braccia del ragazzo chiudersi sulla sua schiena,
stringendola.
-J-Jason- balbettò, insicura.
Lui sospirò, provocandole una leggera pelle d'oca sulla
nuca, leggermente roseo sul volto, poggiando la testa sopra quella di
Kim e inspirando il suo profumo.
-Scusa, mi era venuta voglia di abbracciarti, sembravi così
...- si bloccò, cercando le prole più adatte
-tenera- soffiò poi, sorridendo, poche volte nella vita gli
era capitato di essere così sincero.
-Fai venire voglia di proteggerti, sai?- si scostò per
poterla guardare meglio negli occhi.
-Jason, tu pensi che Sam e Brian abbiano affrettato troppo le cose?-
chiese d'un tratto Kim.
Jason si corrucciò, non gli pareva il momento di parlare di
Sam e Brian, ma rispose comunque.
-Penso che quando si è innamorati, le cose non abbiano un
tempo preciso, accadono e basta- scrollò le spalle.
Kim annuì prima di aprirsi in un ampio sorriso
-Già, accadono e basta- ripeté.
Si alzò sue punte dei piedi, per raggiungere l'altezza del
ragazzo, e poggiò timidamente le labbra sulle sue.
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