Indecisioni
Riflessioni
di una ragazza qualunque alle prese con un bivio, con una scelta non
facile....leggete e se volete commentate...sarei curiosa di sapere che
effetto a fatto su di voi!!
Vostra
Sara_delfina
Mi
alzo dalla sedia della mia stanza e mi avvicino alla
finestra, appoggio la fronte al vetro e sento il freddo sulla pelle. Un
brivido
scende dal collo e prende tutta la schiena per il contatto e io
sussulto.
Alle
volte adoro fermarmi un attimo e guardare in modo
malinconico ciò che mi circonda e la natura mi fa questo
effetto.
I
miei occhi spaziano verso le punte degli alberi, che
ondeggiano delicate al tocco del vento; mi soffermo a fissare ogni
piccola
fogliolina mossa, poi i miei occhi vagano sul cielo ora azzurro.
È
una bella giornata dopo tanto inverno e freddo, è come se
tornassi a vivere anche io con questo sole, guardo le nuvole e penso
che è
tanto che non faccio il gioco che facevo da bambina: è tanto
che non guardo le
nuvole facendo viaggiare la mente e cercando di capire cosa sono per la
mia
fantasia.
Mi
soffermo su quella nuvoletta, si sta muovendo ma ci vedo
perfettamente una tartaruga che con la bocca aperta e il collo
allungata
viaggia per la sua strada.
Sorrido
e sento il corpo intorpidito, sono stata troppo a
sedere su quella sedia, troppo piegata su qui libri e troppo piegata
davanti
alla tastiera del computer.
Sospiro,
l’alone del mio alito appanna il vetro, mi stacco
con la fronte dal freddo e sento che ho tutta la parte superiore sopra gli occhi ghiacciata.
Non
ho voglia di risedermi alla scrivania, ma non so
cos’altro fare, così mi abbandono su di essa,
lascio le gambe distese e butto
la testa all’indietro, chiudo gli occhi e lascio cullare da
me stessa, ma la
mai mente vaga verso quel punto.
Quel
chiodo fisso che non mi abbandona e che mi fa
sussultare lo stomaco appena arriva alla mente.
Apro
gli occhi di scatto e mi tiro su.
Mi
maledico per essere così debole, giro la sedia con stizza
e mi rimetto china sul computer, ma non lo vedo, sto di nuovo vagando
per gli
oceani che affollano la mia mente e persa corro alle paure che mi si
attorcigliano allo stomaco.
Come
faccio mi domando, come faccio a trovare una soluzione?
Sono
una persona razionale e poco sicura di se, ma devo,
anzi ci deve essere quella soluzione che non vedo, per ogni problema
esiste e
anche per questo, mi dico
Ma
la soluzione che mi si disegna in mente che so essere
l’unica giusta non mi piace, e ho di nuovo
quel tuffo allo stomaco.
Quella
strana sensazione che sento quando lo stomaco
sussulta, mi chiedo in medicina che cosa sia, il nostro corpo
perché fa quel
sussulto al solo pensare a quella data cosa?
Domande
stupide lo so, ma sono quelle che mi pongo quando
non voglio pensare al problema!!
Ho
letto un libro, molto bello, un fantasy molto avvincente
che diceva di non fissarsi sul problema ma concentrarsi sulla
soluzione…fosse
facile!
Sospiro
per la milionesima volta, lo stomaco è ancora
contratto per quel pensiero
E’
una decisione importante non posso prenderla così su due
piedi, però forse è una decisione che mi si
è già delineata in mente la
risposta, e solo che, che non ho il coraggio di affrontarla.
MI
alzo e vado in cucina, apro il frizer, so cosa sto
cercando e so che dopo me ne pentirò, ma voglio fare un
regalo alla mia anima
sofferente.
Allungo
il braccio e apro il secondo cassetto del frizer, il
contatto è freddo, lo apro, il rumore del ghiaccio sulle
pareti è perfettamente
distinguibile e io mi blocco, tendo le orecchie e so già che
quella voce
dall’altra parte della casa giungerà per dirmi
qualcosa, così decido in fretta
lo apro del tutto e immergo la mano nel freddo, stringo le dita intorno
all’oggetto ghiacciato e tiro indietro, richiudo tutto in
fretta, non mi
interessa più il rumore, tanto so che lo ha già
sentito; e con passo svelto
torno in camera mia, nel momento che metto il piede in camera il suono
della
voce che attendevo arriva dall’altra stanza.
Faccio finta di niente, praticamente ha detto quello che la mia
coscienza mi
ripeterà tra poco, dopo che avrò dato il primo
morso al gelato, ma non posso
non farlo, la voglia è troppa e così lo scarto e
metto in bocca.
Il
sapore di cioccolato arriva alle mie papille gustative e
io assaporo con calma il sapore, è così dolce e
sento già l’umore migliorare un
pochino.
Prendo
il mouse e clicco sulla mia musica, dopo un secondo
ecco che partono le note delle canzoni che preferisco, chiudo gli occhi
e
assaporo il mio gelato con quelle note, cercando di incanalare i miei
pensieri….su altro che non sia quel maledetto chiodo che
continua a bussare per
farsi strada tra i miei pensieri.
Penso
a me, e cerco di analizzarmi, è una cosa che mi sono
messa a fare da un po, è simpatico e cerco di conoscermi
meglio, non tutti si
conoscono lo vedo e lo sento.
Sono
pochi quelli che si domandano il perché a loro stessi,
alle volte però li invidio, è più
facile seguire l’istinto che domandarsi se
seguirlo è la strada giusta.
Su
cosa posso analizzarmi? sul fatto che alle volte voglio
fare la melodrammatica, ecco una cosa strana, faccio la melodrammatica
con i
problemi da risolvere, divento muta ecc ecc, poi quando ho i problemi
veri
invece, faccio il contrario, odio farmi compatire, è strano
una volta pensavo
invece che mi piacesse, ma lo facevo solo per gioco, quando i problemi
veri non
li avevo.
Con
queste frasi mi sento vecchia, era mia nonna o mia mamma
o le persone “grandi” che mi dicevano che non
sapevo ancora cosa fossero i
problemi, veramente me lo sento dire ancora, ora invece sono io che lo
dico a
me stessa.
Intanto
che penso sono arrivata allo stecco, il sapore del
legno freddo mi aggredisce le papille che si erano abituate al dolce
sapore del
cioccolato e della crema, è finito e ora inesorabile arriva
la mia coscienza
che mi fa pentire per quelle calorie.
Mi
guardo allo specchio e mi dico che dovrei dimagrire, ma è
una impresa non da poco, in più considerando il fatto che
sotto stress come ora
per questo maledetto chiodo, non riesco a smettere di mangiare.
Mi
soffermo a guardarmi negli occhi, cercando di leggere una
soluzione, una soluzione che però non arriva.
Il
riflesso mi rimanda l’immagine di una ragazza che si
guarda, una ragazza un po spaesata e impaurita per il futuro incerto.
Avvicino
il viso allo specchio, ora posso vedere tutti i
colori che sono dentro al mio occhi, e li osservo.
Sospiro
nuovamente e alzo gli occhi al cielo, lo sto
rifacendo, mi distraggo dal problema e non trovo la soluzione.
La
voce mi raggiunge anche da li dentro, faccio una smorfia
e decido che è ora di prendere un po di aria, agguanto la
sciarpa appoggiata al
letto e inforco la porta mentre la lego attorno al collo.
Appoggio
la mano sulla maniglia della porta di casa, e la
spingo giù, la apro ed esco, una leggera folata di vento mi
saluta e io chiudo
gli occhi e inspiro con tutti i polmoni quella dolce aria fresca,
sperando che
riesca a dissipare i miei pensieri.
Li
riapro e il mondo è ancora li ad attendermi, ma quale
strada devo prendere?
Potrei
andare di la, volto lo sguardo e vedo la solita
strada che percorro nelle mie passeggiate, la solita strada che so dove
mi
porterà; oppure potrei prendere di la, e così
facendo volto la testa dalla
parte opposta vedendo qual lato di strada che non ho mai percorso,
perché non
dove mi porterebbe.
E
sono sempre qua in mezzo in questa decisione, ora vedo
tutto come un bivio qualsiasi cosa, è un bivio, una
indecisione…. Sospiro e
guardo il cielo.
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