Ecco i venticinquesimi Hunger Games

di _Sophia_
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La Mietitura
In tutti i distretti i televisori si accesero di scatto e tramisero questo messaggio:
<<  Gente dei distretti, come sapete, ormai sono passati ben venticinque anni dal tragico evento. Perciò per far si che questa tragedia sia ricordata al meglio a partire da quest’anno ogni venticinque anni, si svolgerà un’edizione straordinaria degli Hunger Games chiamata Edizione della Memoria. Saranno edizioni particolari che riguarderanno i tributi che parteciperanno. E poiché sappiamo che ormai passati i diciotto anni i ragazzi non provano più l’ebbrezza dei giochi, quest’anno parteciperanno i ragazzi dai diciotto ai ventotto anni.
Felici Hunger Games e che la fortuna possa essere sempre a vostro favore  >>.
Da quel momento tutti furono presi dal panico. Le accademie dei Distretti 1 e 2 riaprirono per far riallenare i ragazzi interessati, ma per gli altri nessuna preparazione potevano solo aspettare in preda al panico la Mietitura. 
 
Il giorno della Mietitura arrivò e iniziava sempre nello stesso modo: il capitolino o la capitolina con la misera presentazione, la frase “Felici Hunger Games e che la fortuna possa essere sempre a vostro favore” e poi l’estrazione dei tributi. E così pian piano ogni distretto rivelava i propri tributi.
Distretto 1
Distretto 2
Distretto 3
Distretto 4
Distretto 5
Distretto 6
Distretto 7
Distretto 9
Distretto 10.
E poi il Distretto 11.  Il mio distretto. Jaja aveva appena pescato il bigliettino. Lo lesse con la solita voce innaturalmente acuta. <<  Alyssa Coyne  >>. Impallidii. Non ci potevo credere; ero scampata per 7 anni alla mietitura e dovevo affrontarla. Respirai profondamente e salii sul palco sperando che le gambe non cedessero. Nel frattempo Jaja prese entusiasta un altro bigliettino e disse con voce sicura <<  Derek Brant  >>. Lui resse meglio il colpo: sospirò soltanto e leggermente amareggiato si diresse verso il palco. Cercai i suoi oggi in cerca di conforto e lui con mezzo sorriso mi fece capire che non dovevo temere e di essere forte. Benché tentassi di sembrarlo, una lacrima sfuggì al mio controllo e così, mentre salutavamo il nostro distretto, scese lentamente sulla mia guancia.
 
Un sordo botto e la porta del municipio si chiuse alle nostre spalle. Mi girai di colpo spaventata ma i pacificatori mi strattonarono e mi buttarono dentro uno stanzino. Poco dopo mia mamma entrò e singhiozzando mi si butto al collo. <<  Cerca di sopravvivere   >> ripeteva. “ Come se fosse semplice ” pensai ma rimasi in silenzio non volevo ferirla ulteriormente, sapeva che non sarei tornata ma comunque sperava che non mi arrendessi subito e lottassi con tutte le mie forze. Ma purtroppo mi era già arresa.
Entrarono i pacificatori e la portarono via. Rimasi a guardare la porta sperando che qualcun altro entrasse. Purtroppo non c’era nessun altro. Mentre aspettavo che finisse il tempo a disposizione  mi accorsi che avevo qualcosa in tasca. Un fermaglio decorato con dei bellissimi fiori. Sorrisi, era il suo preferito. Quand’ero piccola non voleva che lo prendessi perché potevo rovinarlo portandolo nei campi. E ora me lo ritrovai fra le mani, peccato che dove lo stavo portando adesso si rovinava di sicuro.
Me lo sistemai trai capelli e proprio in quel momento i pacificatori entrarono e mi portarono alla stazione, dove Derek, Jaja, i mentori e Capitol mi stavano aspettando.
  

_Sophia_




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