we are love,we are life

di Trizia_B
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** Salve a tutti, questa è la prima storia che scrivo in assoluto, quindi non sono sicura di ciò che ne verrà fuori :) ho sempre desiderato scrivere ma ho sempre avuto paura di non esserne veramente capace,quindi questa per me è una sfida con me stessa di cui voi sarete spettatori. Detto ciò sperò che sarete clementi e PAZIENTI poichè si evolverà lentamente.. questo èil prologo,un piccolo assaggio. Buona lettura ! ** 



PROLOGO
 
Era appena sorta l’alba, e come sempre, Luis si ritrovava a osservarla, seduto sul ciglio del piccolo pontile posto a pochi metri di distanza dalla riva del fiume che attraversava il grande appezzamento di terreno sul quale molti anni prima suo nonno aveva costruito la fattoria di famiglia. Adorava stare lì a guardare il cielo cambiare lentamente colore, passare da un nero pece disturbato da miliardi di piccoli puntini bianchi luminosi a un indaco che si mescolava pian piano a un blu cobalto, diventando man mano sempre più azzurro, giallognolo e rossastro. Gli dava una pace immensa e al contempo gli infondeva una grande forza. Vedere come ogni notte tutto mutasse per ridare nuovamente vita al giorno. Sembra volergli ricordare che anche nei momenti più bui il sole alla fine riesce sempre a trovare il modo di farsi strada e risplendere.
E i momenti bui Louis li aveva conosciuti.
Quando era bambino, la fattoria era il centro delle attività di tutta la famiglia. Ogni domenica si riunivano tutti a casa Tomlinson  per il pranzo. C’era sua madre Jhoanna, le sue quattro sorelle; Charlotte, che era semplicemente chiamata Lottie, Félicité (Fizzy) e le due gemelline Phoebe e Daisy. Suo padre Mark con la zia Charlotte, da cui Lottie aveva preso il nome, suo zio Jack e loro figlio, suo cugino Niall. E infine naturalmente suo nonno Louis e sua nonna Elisabeth.
Ricordava sempre con allegria e nostalgia quelle domeniche passate a mangiare giocare e divertirsi in compagnia delle persone che amava di più al mondo. Era sempre tutto perfetto e credeva che nulla avrebbe mutato il legame che li univa. Ma la vita a volte ha altri piani, a noi sconosciuti e spesso incomprensibili. E questo lo sapeva Louis, perché l’aveva sperimentato sulla sua pelle.
Sapeva perfettamente quando tutto cambiò, il giorno preciso in cui accadde.
Era estate, l’aria era carica di afa e milioni di piccoli moscerini vagavano senza una meta precisa, rimanendo semplicemente sospesi a mezz’aria, non tirava nemmeno un filo di vento e l’unico sollievo era dato dal piccolo ventilatore che roteava pigramente al centro del soffitto del salotto. Niall era disteso sul divano e indossava solo un paio di vecchi calzoncini da calcio e un panno umido a coprirgli l’intera faccia. Louis era sdraiato a terra sul parquet tra il divano e il tavolino di legno cercando un po’ di ristoro sulle vecchie assi che non gli erano per niente d’aiuto. Indossava una canotta bianca e un paio di pantaloncini rossi, i suoi preferiti. Lottie e Fizzy erano andate da un’amica mentre le due gemelline probabilmente dormivano al piano di sopra nella stanza dei suoi genitori, immerse in quel letto sicuramente troppo grande per loro. Erano circa le tre del pomeriggio e solitamente a quell’ora il nonno e suo padre erano impegnati a dare da mangiare ai cavalli nel fienile dietro la casa, la nonna a stendere il bucato al sole e sua madre a lavoro nella biblioteca del paese, che si trovava poco distante dalla fattoria, in cui Louis e le sue sorelle andavano a scuola. Niall abitava con i suoi genitori in città ma ogni domenica facevano un’ora e mezza di macchina per non mancare al pranzo a casa dei nonni, e l’estate la passava interamente da loro. Sicuramente Louis si addormentò, a causa del tedio e del caldo perché tutto quello che ricordava, era un brusco risveglio causato dallo squillo insistente del telefono seguito dalle urla di sua nonna. Dopo la corsa in ospedale e le lacrime, la disperazione, lo sconforto e poi di nuovo nulla. Il buio. 
 




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