Nel
mio cuore
"Forza, smetti di
piangere. Andrà tutto bene, basta che prenderai la mia mano
e la stringerai forte. Ti proteggerò da tutto quello che ci
circonda. Io sarò lì, non piangere."
Guardai ancora quelle parole scritte sul mio quaderno, poi alzai gli
occhi verso il cielo, dove qualche stella cercava di splendere
più forte che poteva, intimidita dalle luci della
città. Le parole di quella canzone mi avevano colpita dal
primo istante e immediatamente avevo deciso di preparare il lavoro di
inglese su quella bellissima canzone di Phil Collins. Tutto
perché la prima volta che ne aveva letto la traduzione mi
erano tornate in mente delle parole che un bel ragazzo dai capelli
d'argento mi aveva detto tempo prima:
- Resterò ancora per un po' un mezzo-demone. Per
proteggerti. -
Inuyasha mi proteggeva, mi aveva sempre protetta, e quella canzone era
perfetta per noi; arrossii al solo pensiero della parola "noi"
associata a me e a lui.
Mi obbligai a tornare sul quaderno e tradussi la frase seguente.
"Per essere
così minuta, sembri così forte. Le mie braccia ti
stringeranno, ti terranno al sicuro e al caldo. Questo legame tra di
noi non potrà essere spezzato. Io sarò
lì, non piangere."
Le lacrime minacciarono di affacciarsi ai miei occhi, ricordandomi il
motivo per cui ero tornata a casa.
due giorni prima
- Devo tornare, capisci? Devo studiare, qualche esame dovrò
pur farlo, non trovi? -
- Ma sei sempre via! Noi dobbiamo cercare i frammenti della sfera! -
- Si tratta di qualche giorno, torno presto! -
Aveva urlato, si era arrabbiato, ma io ero tornata lo stesso.
Scoprire che Inuyasha aveva amato una ragazza mi aveva sconvolto e
avevo bisogno di un po' di tempo per pensare: l'aveva amata, quella
Kikyo, così tanto… tanto da prometterle che
sarebbe diventato totalmente umano solo per lei. E ogni volta che lei
incrociava di nuovo la nostra strada, lui diventava un altro.
Come potevo pensare che lui mi avrebbe mai detto "questo legame non
potrà essere spezzato", se aveva tanto amato un'altra
ragazza?
Strinsi gli occhi ricacciando indietro le lacrime e andai avanti con la
traduzione.
"Perché tu
sarai nel mio cuore… sì, sarai nel mio cuore. Da
oggi in poi, ora e per sempre, sempre di più."
Lasciai la penna sul quaderno e chiusi gli occhi; invece di farmi
piacere, quella canzone mi stava ferendo sempre di più. Come
cavolo mi era venuto in mente di pensare a cose che non sarebbero mai
accadute?
Insomma, anche nell'eventualità in cui Inuyasha si fosse
perdutamente innamorato di me dimenticandosi di Kikyo, quando mai si
sarebbe messo a cantarmi quella canzone?
Te lo vedi, un mezzo demone arrogante e sbruffone come lui, che cantava
una canzone romantica come quella? Ma andiamo, Kagome, smettila di
farti questi film mentali. Devi tornare sulla terra. Torna al tavolo e
mettiti a fare i compiti e lascia quel mezzo-demone nell'epoca a cui
appartiene.
Una nuova strofa della canzone:
"Tu sarai nel mio cuore,
non preoccuparti di quello che dicono gli altri. Tu sarai nel mio
cuore, in ogni momento."
Ciliegi in fiore, profumo di primavera, un delicato tramonto (o forse
era un'alba?) attorno a noi e quelle dolci parole nell'aria.
Non preoccuparti di cosa dicono gli altri… chi erano quegli
"altri", per lei? Rika, Ayumi e tutte le mie amiche che lo credono un
teppista? O magari Hojo, a cui continuo a rifilare bidoni
perché - alla fine - torno sempre da lui. Loro mi direbbero
che sto sbagliando tutto.
Ma cosa diceva quella canzone? Non preoccuparti di quello che dicono
gli altri, tu sarai nel mio cuore. No, non me ne importerebbe niente
degli altri.
E forse rimarrei tutta la vita con te, al di là del pozzo.
Cosa stai facendo, sciocca ragazzina? Ancora a fantasticare dietro
Inuyasha? Ficcatelo in testa che tanto è inutile!
Cercai di tornare sulla terra dandomi una sonora pacca sulla fronte e
facendomi piuttosto male.
- Hey, Kagome, cosa fai, ti meni da sola? - Disse una voce conosciuta
dietro di me.
Mi voltai e sobbalzai. Vederlo in piedi nella mia stanza mi metteva non
poco sottosopra.
- I-Inuyasha, cosa ci fai qui? -
- Sono venuto a vedere se era tutto a posto, non tornavi
più! -
- Ma se sono andata via due giorni fa! -
- E non ti sembra ora di tornare? -
- Devo fare i compiti, Inuyasha, in che lingua te lo devo dire? -
Prova in inglese, disse la mia testa. Prova a dirgli "You'll be in my
heart", forse capirà.
Il mio cuore fece una capriola quando lui si avvicinò a me e
si chinò oltre la mia spalla per sbirciare i miei fogli.
- Cosa stai scrivendo? -
- Sto traducendo una canzone. -
- E cosa dice? -
Gli lessi le prime frasi e lui non ebbe reazioni. Poi mi
voltò le spalle e disse:
- Ah, si vede che non è mai stato in mezzo a un
combattimento. Quando ci stai in mezzo e rischi di farti ammazzare per
proteggere una persona mica le puoi dire tutte queste belle parole, ti
devi concentrare sul salvarle la pelle e basta così! -
- Beh, non vuol dire che non le si può pensare. - Risposi
senza pensarci due volte.
Nella stanza scese il silenzio.
Cosa vuol dire questo silenzio, Inuyasha? Vuol dire che anche a te
è capitato di pensarle?
- Come va avanti, comunque? - Sbottò lui, continuando a
darmi le spalle.
Tradussi qualche riga ancora, leggendo ad alta voce.
- Perché non
possono capire come ci sentiamo? Semplicemente non credono a quello che
non possono spiegarsi. So che noi siamo differenti ma, in fondo, non
siamo così diversi. E tu sarai nel mio cuore. -
Inuyasha non disse niente e io rimasi per un momento in silenzio. Poi
andai avanti, pensando che forse lui si aspettava qualche altra riga di
traduzione prima di fare commenti.
- Non ascoltarli,
perché cosa ne sanno loro? Noi abbiamo bisogno l'uno
dell'altra… di averci, di stringerci. Lo capiranno col
tempo, lo so. -
Inuyasha si girò e io incrociai i suoi occhi color ambra. Il
mio cuore fece la solita capriola e lui mi si avvicinò di
qualche passo. Il mio cuore fece un triplo salto mortale all'indietro.
Forse stava pensando a quello a cui avevo pensato io la prima volta:
tempo prima mi aveva abbracciato e mi aveva detto che lui "aveva un
disperato bisogno di me". Forse era stata solo un'illusione, o forse
no… ma nel mio cuore era uno dei ricordi più
vividi e veri. E ogni volta che ci pensavo mi veniva una gran voglia di
tornare da lui e di chiedergli di abbracciarmi di nuovo, con
calore… con amore, come aveva fatto quella volta.
Per evitare lo sguardo indagatore dei suoi occhi dorati mi chinai di
nuovo sul foglio e continuai a tradurre.
- Quando il destino ti
chiama, devi essere forte. Potrei non essere con te, ma tu devi tenere
duro… con il tempo lo vedranno, lo so. Glielo dimostreremo
insieme. Perché tu sarai nel mio cuore…
Sì, sarai nel mio cuore, da oggi in poi, ora e sempre,
sempre più. -
Alzai gli occhi di nuovo e notai che Inuyasha mi stava ancora
guardando. Ancora con lo stesso sguardo di prima, dolce e un po'
confuso. Sul suo viso non c'era nessun sorriso, nessuna luce nei suoi
occhi che potesse anticipare una dichiarazione d'amore, uno scoppio di
risate o un accesso d'ira.
Semplicemente mi guardava. Forse voleva dirmi qualcosa, ma non riuscivo
a capirlo.
Come avrei voluto poter tradurre quello sguardo così come
avevo fatto con la canzone che tenevo tra le mani.
Senza contare che mi mandava così tanto in
confusione… avrei voluto vederlo sorridermi, magari
addirittura ridere con me, ma lui non rideva mai. Era sempre
imbronciato, sempre irritato per qualcosa. Per una volta avrei voluto
vederlo con un sorriso sulle labbra, così, senza motivo.
Avrei voluto vederlo felice.
Avrei voluto dirgli che lui era già nel mio cuore e avrei
anche tanto voluto sapere se nel suo c'era un posto anche per me.
Avrei voluto alzarmi sulle punte dei piedi e appoggiare le mie labbra
sulle sue.
A quel pensiero arrossii di colpo e scossi la testa, cercando di
sciogliere l'imbarazzo.
Inuyasha non si era mosso di un millimetro, così io mi alzai
in piedi e sbadigliai in modo molto teatrale.
- Adesso sono molto stanca, Inuyasha, vorrei dormire un po'. -
- Oh. Oh, certamente. Ti dispiace se rimango? -
- No, no, non preoccuparti. -
Mi infilai sotto la coperta con il cuore in tumulto.
Sentivo Inuyasha seduto sul pavimento proprio accanto al mio letto e
lentamente scivolai nel sonno, dandogli le spalle per non essere
trafitta dal suo sguardo indagatore.
Perché Inuyasha non dormiva, macché.
Lui stava lì, con gli occhi semichiusi, in silenzio e
immobile, ma non dormiva.
Ne ero certa, lui mi teneva d'occhio come si tiene d'occhio la propria
bambina addormentata nella culla. Anche se Inuyasha non ce lo vedevo
proprio nelle vesti del padre.
Lentamente nei miei occhi si materializzò un lontano
ricordo, risaliva a uno dei nostri primi incontri.
Inuyasha umano ferito gravemente, con la testa sulle mie ginocchia. Per
la prima volta lo vedevo vulnerabile, in grado di provare dei
sentimenti.
"Tu hai un buonissimo profumo", mi aveva detto.
Quel ricordo si fuse con il nostro abbraccio - tra sogno e
realtà - sotto l'albero di famiglia, in quell'atmosfera
invernale e un po' magica in cui mi aveva detto:
"Ho un disperato bisogno di te".
Quell'abbraccio si fuse con un altro… un ricordo lontano, in
cui un Inuyasha ancora ribelle e aggressivo nei suoi confronti mi
spingeva nel pozzo.
Lui aveva avuto paura. Mi aveva stretta a sé con i suoi modi
rudi, ma a suo modo mi aveva abbracciata. Per la prima volta…
E nella mia mente, mentre scivolavo nel sonno, risuonarono ancora una
volta le sue parole.
"Io ho avuto paura, per un attimo, credendo che tu saresti
morta…"
Me ne aveva dette di cose bellissime, in fondo. Non potevo lamentarmi.
Però da una parte, in un angolo nella mia mente
già scivolata nel mondo dei sogni, rimaneva il dispiacere.
Non avrei mai sentito quelle parole dette dalla sua bocca.
Non mi avrebbe mai detto che io ero nel suo cuore.
Nel silenzio della stanza buia, Inuyasha aprì un occhio: il
respiro calmo e regolare della ragazza dimostrava che si era
addormentata.
Inuyasha si avvicinò a lei e le scostò
delicatamente una ciocca di capelli dalla guancia, stando attento a non
sfiorarle il viso per non svegliarla. Aveva una strana aria triste
quella sera… e anche quel sonno improvviso era sospetto.
"Hah, ragazze. - pensò Inuyasha, rimettendosi seduto -
Sempre con queste belle frasi fatte. E si aspettano magari che noi
diciamo loro queste cose."
Il suo viso imbronciato si rilassò all'improvviso e poi si
voltò verso di lei.
- Tu sei già nel mio cuore, Kagome. Non ascoltare quello che
dicono gli altri. Tu sei già nel mio cuore… e ci
sarai per sempre. - Disse, con il suo tono brusco.
Ma dopo quelle parole, non poté trattenersi.
E guardando il viso della ragazza addormentata, sorrise.
Questa storia faceva parte di un progetto di dodici song-fiction
basate sulle mie coppie preferite e su canzoni che mi avevano fatto
pensare subito a loro quando le avevo sentite.
Rendendomi conto della mia assoluta imbranataggine a scrivere
songfiction ho lasciato il progetto a metà
(ad un quarto, visto che ne ho scritte solo tre) e ho cambiato rotta.
Però riordinando l'hard disk ho trovato queste tre e ho
pensato che erano abbastanza carine
da essere pubblicate qui su Efp, se non altro per sentire cosa dice il
resto della gente.
La canzone che ho scelto è "You'll be in my heart" di Phil
Collins, ovviamente.
Potrei anche pensare di pubblicare le altre due (una Chameron e una su
Jack McPhee)... ci penserò su.
Nel frattempo grazie a tutti quelli che sono passati di qui e hanno
letto,
che recensiscano o meno!
Flora
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