Sky
Autore: asuka_chan
- E ricordati di non giocare a basket. Con il raffreddore che hai avuto
ti beccheresti la polmonite. Mi hai sentito Kaede? Hai capito? OGGI NIENTE
BASKET!
- Sei una vera palla, mamma
- Non parlare così a tua madre. – Hisashi Mitsui entra nella cucina
dove Ayako e suo figlio stanno animatamente discutendo.
- Ma guardati la dentiera. – ribatte Kaede. Si passa nervosamente la
mano tra i capelli corvini e poi guarda il padre… oh-uh. Meglio fare una
fuga di classe.
- Oh, ecco l’autobus. Ciao a tutti. – strappa la merenda dalle mani
di sua madre e corre via.
- Finalmente un po’ di pace. – Ayako si butta su una sedia.
- Beh è solo un po’ vivace, ma è un bravo ragazzo. E poi ha solo otto
anni.
- Se ti sente sei spacciato. È fermamente convinto che SOLO non è un
aggettivo che si addica alla sua età.
- Dovrei avere più pazienza con lui. – Hisashi si siede su una sedia.
- PIU’ PAZIENZA? Dio non so se te ne rendi conto ma quel ragazzo fa
praticamente quello che gli pare. E tu non gli hai mai fatto nemmeno una
ramanzina. Ti ha fatto esplodere la macchina nuova. Lo hai addirittura
difeso dalle mie grida. Ha praticamente superato ogni record delle
sospensioni, il più delle volte perché ha mandato a quel paese tutte le
maestre (compresa, mia sorella alias sua zia) e non ha mai ricevuto da te
neanche l’ombra di una punizione. Quel bambino in quanto a condotta e
educazione è un disastro. Già come madre sono un po’ chioccia io, poi tu
lo tratti come un divo. Un vero disastro in questo campo.
- Ma nel resto è perfetto. – Non ce la faceva a sentire tutte queste
lamentele sul figlio.
- Già. – la sincerità d’Ayako non le permetteva di negarlo. –
Bellissimo, intelligente, un asso del basket. Ed è una goccia d’acqua con
lui. Sakuragi aveva ragione. Aspetto, carattere, talento. Tutto coincide.
- Ayako ti avevo pregato di non parlarne più- il ragazzo iniziava ad
incupirsi.
- Dio, Hisashi, sono passati anni.
- Mi è morto tra le braccia. Capisci non l'ho sentito dire, ero lì.
Come Hanamichi, come Ryota. – con questo Hisashi considerò conclusa la
discussione. Prese la palla ( Da basket ovviamente N.d.A N.d.Mit_chan N.d.Hana_chan N.d.A).
A quei tempi il club di basket stava andando bene Ryota era diventato il
capitano, Mitsui era stato bocciato e, aprite bene le orecchie, Rukawa e
Sakuragi era ormai amiconi. Durante le partite compievano azioni
spettacolari: il rosso non faceva che prendere rimbalzi e poi passava la
palla a Rukawa che, con classe impeccabile segnava. Era stato un periodo
felice per la squadra. Niente più rivalità, solo gioco di squadra. Inoltre
Mitsui, Hanamichi, Miyagi e Rukawa si vedevano anche fuori dalla scuola. Non
erano compagni, erano amici. Ma come tutte le cose belle, tutta questa
felicità era destinata a finire. Tutto successe d’inverno. Dopo l’allenamento
decisero di andare a mangiare qualcosa. Correvano per sfuggire alla pioggia,
quando Miyagi si fermò.
- Hei ragazzi guardate lì..- disse indicando una cabina telefonica.
- senti razza di tappetto non ho intenzione di prendermi un raffreddore
perché tu provi un improvvisa attrazione per le cabine telefoniche. –
disse Hanamici.
- Non dicevi che dovevi.. – Miyagi si guardò intorno (le fan di Rukawa
li seguivano sempre. Infatti, anche oggi non mancavano all’appello.) –
finalmente confessarti a Haruko?
- Beh… ecco.. io… si. – e si unì hai capelli trasformandosi in un
pomodoro.
Rukawa gli tirò una spinta – E allora? La cabina è lì! – tirò
fuori un sorriso malizioso – guarda che se non la chiami non sono più tuo
amico. – e incrociò le braccia.
- Ma ci sono tutte quelle là… - e indicò con la testa le “macheficomicificco”
del suo amico, che erano ancora sotto gli effetti del sorriso del loro divo
– se mi sentano… lo DIRANNO A TUTTA LA SCUOLA.
- Pazienza tanto prima o poi lo scopriranno lo stesso – Ryota gli
passò una scheda telefonica – e ora, a meno che tu non voglia rimanere
solo come un cane, chiama.
- Luridi ricattatori – sbottò Hanamichi, ma telefonò lo stesso.
Entrò nella cabina telefonica e quando uscì tirò un urlo.
- Hei,Hei cosa cazzo urli? – Rukawa lo guardò come si guarda un pazzo.
– Allora che ti ha detto?
- Di andare a farmi vedere da un dottore, possibilmente di un manicomio.
- Cosa?- tutti erano increduli. La Akagi che parla così? Cos’è
successo si sta oscurando il sole?
- Si ho telefonato e ho detto tutto di un fiato se si voleva mettere con
me. Il gorilla non è stato molto felice della mia dichiarazione. Aveva
risposto lui e io non me ne ero accorto. Cosa diavolo c’è da ridere?
Fradici come polli tutti gli amici del rosso si stavano letteralmente
sbellicando dalle risate.
- hai fatto la dichiarazione al Gorilla? Non ci posso credere!
- Zitta Kitsune!
- Mi hai dato la conferma che sei un Do’ahu.
- Ah, ah…- tutti si sbellicavano dalle risate.
Alla fine si calmarono e decisero di lasciare il rosso in pace e si
incamminarono. Mitsui vide un vicolo in cui tagliava spesso la strada da
bambino per arrivare al centro, dove abitava sua nonna. La zona in cui l’anziana
signora viveva era piena di pub.
- Tagliamo di qua. – disse.
Ma i suoi amici non erano sicuri.
- È probabile che troviamo qualche banda di teppisti – fece Hanamichi,
incerto.
- Cos’è avete paura?
- No, certo che no!
- E allora andiamo.
Si inoltrarono per quella strada, quando si trovarono davanti a una banda
di uomini molto più vecchi di loro.
“ ECCOCI QUA. ORA CI TOCCA FARE A BOTTE PER COLPA TUA.” Sussurrò
Hanamichi.
“ci faranno passare, che male gli facciamo?” Mitsui non voleva
ammettere che il suo amico aveva avuto pienamente ragione. “ andiamo, non
rivolgetegli la parola” aggiunse.
- Sembri mio padre. – Rukawa non si era degnato neanche di abbassare la
voce.
Cercarono di passare normalmente, come se quegl’uomini non fossero lì.
Nessuno aveva voglia di fare a botte.
Ma la banda non era d’accordo. Uno di loro mise la mano sulla faccia di
Sakuragi e lo spinse indietro con forza.
- Hei pel di carota dove stai andando?
- Levami le mani di dosso stronzo.
-Guarda, guarda ha la lingua lunga…. E cosa abbiamo qua? Un tappetto..
- vai a farti sfottere..- disse Miyagi.
-…..oh, il vecchio Hisashi Mitsui.. ti dicevano un uomo di prima
categoria.. guarda come si riduce la gente.
-… si a far del male a un gruppo di ragazzini.
- hei, capo, guarda qua, quanto ci daranno per questo…- un uomo sulla
trentina che era evidentemente il più giovane di tutti spinse Rukawa verso
il più anziano. Quest’ultimo prese il viso del ragazzo tra le mani.
- Mmm…. È un bel pezzo.. capelli ribelli, occhioni blu zigomi alti….
– gli alzò la maglietta- ed ha anke un bel fisico. Questo se lo vendiamo
alla vecchia Hitomi frutta un bel po’. È il meglio pezzo che vedo in giro
da una quarantina d’anni.
Rukawa spinse via il vecchio.
- Mi spiace, non sono in vendita.
-Questo lo dico io, tesoro.
Per Rukawa quel tesoro era un affronto. Lasciò cadere la sacca e sferrò
un pugno alla suo “compratore”. Lui non la prese molto bene.
- Il vostro amico ha firmato un bel contratto per il paradiso –disse
rivolto a Hanamichi, Mitsui e Miyagi che erano dietro a Rukawa. Così tirò
fuori un coltello dalla lama troppo lunga per essere da cucina. Un vero
pugnale.
- CRISTO, ANDIAMOCENE. – e si voltò indietro. Si accorse però che
Rukawa non si muoveva – cazzo Rukawa quello fa sul serio muoviti ho
detto!- ma il ragazzo rimaneva lì davanti. Fermo. –Non è il momento di
fare l’eroe! Rukawa, mi stai ascoltando?
- Forza- Mitsui lo prese per la maglia –vieni! Diavolo Rukawa non
stanno scherzando.
Miyagi lo prese per i capelli. –Stupido quelli ti ammazzano. Ma se
credi che ti lasci qua hai fatto un errore di calcolo.
- Lasciami. – Rukawa era di nuovo freddo come un tempo. Freddo di
fronte alla morte. –Preferisco morire che vivere nella vergogna.
-Dio, Rukawa, non siamo nel 300 a.c. (N.D.A ). Forza, ora piantala.
–Mitsui mentre diceva quelle parole assistette alla scena che lo avrebbe
segnato per il resto della vita. Rukawa fece un passo in avanti verso il
pugnale. L’uomo lo guardò e disse:
- Oh, oltre che a bello sei anche coraggioso. Mi dispiace proprio
ucciderti. – così dicendo uccise Rukawa con un solo colpo. Mitsui vide
solo molto sangue. Poi il ragazzo in terra e Hanamichi e Ryota che lo
soccorrevano. Poi si sentì dei passi e la banda scappo. Dall’angolo del
vicolo arrivò il fan club di Rukawa che chiamò l’ambulanza.
- E’ inutile –disse hanamichi fra le lacrime. Era una scena
impressionante. Mitsui si accorse che stava piangendo, come Ryota.
- Ormai c’è solo una speranza; pregate che mia madre non mi abbia
detto cazzate. Mi serve uno di voi. Io forse posso rincarnare Kaede in uno
dei vostri figli.
Miyagi si fece subito avanti:
-Farò tutto il possibile.
-No è colpa mia. Sarà mio figlio. Gli darò tutto l’affetto che suo
padre non gli ha dato. Cosa devo fare?
-Vieni- si mise tra Mitsui e Rukawa –pensa a lui solo questo.
Il ragazzo dai capelli rossi mise la mano sopra il cuore di Rukawa. L’altra
su quello di Mitsui. Poi quest’ultimo svenne.
- Ora avrai un’altra vita, un'altra opportunità – disse Sakuragi.
In quel momento Rukawa fece il suo ultimo sospiro. Poi il tremito si fece
più forte. Infine spalancò gli occhi blu e disse:
- Non mi meritavo neanche il paradiso.
Poi morì.
Mitsui disse il suo segreto ad Ayako solo quando insistette per chiamare
il bambino Kaede. All’inizio penso che la donna avrebbe fatto le valige e
se ne sarebbe andata lasciandogli il bimbo. Ma Ayako disse solo:
-Mi toccherà ritirare fuori il ventaglio.
FINE
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